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domenica 31 luglio 2016

Caos a Caivano Si installa un altro impianto per la lavorazione dei rifiuti

Si installa un altro impianto per la lavorazione dei rifiuti Monopoli distratto e distrutto dal suo comportamento



di Gaetano Daniele



Da una parte c’è chi trasforma da settimane Caivano in una enorme pattumiera gettando dovunque rifiuti prodotti altrove. Dall'altra c’è chi brucia o rovescia la spazzatura allontanandola perchè parcheggiata da giorni sotto le proprie abitazione (o tutte e due le cose insieme) per protesta per la mancata raccolta della spazzatura. Un doppio problema per Caivano dove il Sindaco dimissionario Simone Monopoli è stato votato da migliaia di residenti per risolvere anche e soprattutto questo tipo di problema. Ma anche una situazione da ordine pubblico: come è accaduto anche nell'ultima seduta di consiglio comunale dove il presidente del consiglio Raffaele Del Gaudio ha dovuto chiamare le Forze dell'Ordine, per calmare gli animi di cittadini esausti e incazzati, anche se per altri motivi. 

Un triangolo dove la tensione è improvvisamente aumentata dall'inizio di Giungo, proprio da quando si è insediato il neo Sindaco Simone Monopoli, dove vide la ditta di raccolta rifiuti, la Buttol sanzionata più volte perchè non in grado di garantire un servizio decente al Paese. Difatti, poi, la stessa ditta sanzionata da Monopoli, ha vinto, verrebbe da scherzarci su dicendo quasi per premio, la Gara Europea da oltre 20 milioni di euro, per un ribasso che ha schiacciato le concorrenti. E, nonostante la vittoria da parte della Buttol, per molti cittadini caivanesi la raccolta dei rifiuti è ancora insufficiente, per altri invece bisogna indagare su chi - con auto e perfino camion e furgoni - vuole trasformare Caivano in una discarica fra le case. Infatti, ecco la ulteriore Bufera a Caivano. Come al solito il Sindaco dimissionario Simone Monopoli, fa finta di non sapere? e, i Preti coraggio, oggi, sono troppo occupati a fare il tifo ed a conquistare spazi sui giornali locali e nazionali, e mentre tutto questo avviene, a Caivano, dove la mortalità per tumori è alle stelle, si installa un altro impianto per la lavorazione di rifiuti.

Se anche questa volta il Sindaco Monopoli dice di non sapere nulla allora siamo veramente allo stremo, allo sbando, per non dire alla frutta. Se così fosse, sarebbe proprio la riprova che Monopoli sta solo a scaldare la sedia. E il dirigente all'ambiente, che dice? 

La Giunta di supereroi nominata da Monopoli, tutti estranei al territorio cosa fa, oltre a non volersi ridurre lo stipendio? non sono troppi circa 3500 euro al mese per un Sindaco che non si occupa della salute dei suoi cittadini? eppure fa per mestiere il medico dietologo, ed estetico? alla salute dovrebbe badare lui e non altri?

Caivano (Na): Ecco il Video del consiglio comunale Ecco il primo anno di Monopoli

Caivano (Na): Ecco il Video del consiglio comunale Ecco il primo anno di Monopoli 

di Gaetano Daniele
Riprese: ilgiornaledicaivano.it



Ecco il primo anno di governo Monopoli. Litigi, grida, fischi, pernacchi ma soprattutto ingovernabilità. Questo l'esito del consiglio comunale dopo le dimissioni del primo cittadino. Queste le accuse che lanciano i cittadini di Caivano al Sindaco Monopoli. Un anno di nulla. Un anno di crisi politica. Un anno di dissapori e malumori. 6 consiglieri comunali di maggioranza poi passati a 4 grazie ad un ripensamento lampo, secondo indiscrezioni di Marzano e Falco della Lista Civica Noi Insieme con Monopoli, transitano all'opposizione accusando Monopoli di essere accentratore, e quindi di non lasciare spazio decisionale a nessuno, come sulla nomina dei 5 assessori, e come sulla nomina e rotazione dei dirigenti comunali. Questa amministrazione ha fallito! Si prenda atto e il Sindaco Monopoli non ritiri le dimissioni.

Sondaggio catastrofico per Renzi: ecco come andrà a finire (e quando)

Sondaggio choc per il governo Renzi: ecco come andrà a finire



E' una débacle per il presidente del Consiglio Matteo Renzi. In termini di gradimento né lui né la sua riforma costituzionale raggiungono il cinquanta per cento dei consensi. Secondo l'ultimo sondaggio di ScenariPolitici-Winpoll commissionato per HuffingtonPost infatti i No al referendum previsto per il prossimo l'autunno sono in vantaggio. Voterebbe infatti contro la riforma del governo il 52,5 per cento degli elettori. I favorevoli invece sono al 47,5%.

E non migliora lo scenario per il premier e per il Partito democratico se ci si sposta dal referendum sulla riforma costituzionale ad un eventuale ballottaggio alle prossime elezioni politiche. In questo caso il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo vincerebbe con un distacco di quasi cinque punti: raggiungerebbe infatti il 54,55 dei consensi, mentre il Pd resterebbe fermo al 45,5%.

LA SUA ULTIMA VOLONTÀ "Dove spargere le ceneri" Una toccante Marchesini

"Crematemi, dove voglio che siano messe le mie ceneri": quel suo ultimo toccante desiderio



L'Italia ricorda Anna Marchesini con un sorriso, come lei avrebbe voluto. La ricorda così nel giorno delle lacrime, nel giorno in cui ci ha lasciato. Il sorriso, quello che lei ci ha sempre regalato: una donna di spirito, una donna che avrebbe potuto scherzare su tutto. Anche sulla sua morte, così come fece sul suo sito internet ufficiale. Già, perché nella biografia, nella pagina in cui si racconta, dedicava un "PS", arguto e divertente, proprio al giorno in cui ci avrebbe lasciato.

"Ho già adocchiato una vetrinetta in sala riunioni con un piccolo cofanetto verde di porcellana, credo. Ritengo sia ideale per contenere le mie ceneri - scriveva la Marchesini -. È una aspirazione che piano piano troverò il coraggio di far uscire alla luce. Che detto di un mucchietto di ceneri non è appropriato. Posso tentare...e se mi ribocciano? E se poi l'Accademia trasloca? E se durante il trasloco il cofanetto verde si rompe? No eh! Essere spazzata via dall'Accademia no mai più".

Insomma, quel posticino in cui, scherzando ma non troppo, diceva di voler riporre le sue ceneri era l'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico. Lo si comprende da quel passaggio in cui affermava: "Posso tentare...e se mi ribocciano?". Un riferimento alle due bocciature che aveva ricevuto prima di essere, finalmente, ammessa. In quell'Accademia, nel 2007, divenne insegnante. Insomma, si tratta di un luogo con il quale ha sempre avuto un rapporto strettissimo. "È stato il mio sogno entrare - diceva -. Certe vole salivo in ascensore fino al quinto piano, salivo in paradiso solo per sentire l'odore, attraversare un corridoio, fare una domanda, solo per stare lì".

Del fatto di voler essere cremata, la Marchesini ne parlò anche nella toccante intervista a Che tempo che fa, con Fabio Fazio. Con voce tremante parlò della sua malattia, senza però che l'ironia le sfuggisse. "Sono obesa di vita, ne sono così interessata che mi interessa anche la morte", disse in studio.

Matteo Salvini, badilata contro Ncd. La frase terremoto sugli "alfaniani"

Matteo Salvini, badilata contro Ncd. La frase terremoto 



Alla festa della Lega a Milano Marittima, Matteo Salvini ha messo subito in chiaro che lui con il Nuovo Centrodestra non ha nulla a che fare e ha detto che "chi vuole stare con gli alfaniani può anche uscire dalla Lega".

Parole dure che si aggiungono a quelle rilasciate in una intervista al Corriere della Sera. Il leader della Lega ha rimarcato di non essere affatto interessato dalla convention con la quale Stefano Parisi vorrebbe rilanciare idee e programmi di Forza Italia, e rianimare la prospettiva di un'alleanza di centrodestra, alternativa a Pd e M5S. Salvini ha preso le distanze da Fi e dall'idea coltivata da Berlusconi, che Parisi possa diventare il candidato premier del centrodestra.

Le vacanze estive a Villa Certosa Clamoroso Cav: con chi va

Berlusconi si porta Stefano Parisi in vacanza a Villa Certosa



Finora ha enunciato soltanto principi, ancora ieri, in una intervista, provava a spiegare cosa intende fare, quale idea ha del centrodestra. «L’ambizione è rigenerare la politica italiana». Per Stefano Parisi, però, è giunta l’ora di tradurre le cose dette in pratica, di mettersi a disposizione e dare indicazioni.

Così a metà settimana riceverà i coordinatori regionali di Forza Italia, li conoscerà di persona, cercherà di capire insieme a loro cosa va e cosa no. È il primo passo della due diligence che gli ha chiesto di fare Silvio Berlusconi, un atto compiuto ufficialmente da coordinatore-incaricato azzurro. «Non sono l’amministratore delegato di Fi: a settembre, a Milano, organizziamo una conferenza programmatica, tutti contributi esterni ai partiti. Credo che questo sia il momento giusto per intervenire», ha spiegato al Corriere della sera. In vista di questo appuntamento, il manager vuole prima conoscere i numeri “veri” dai coordinatori e, allo stesso tempo, si offrirà di girare nelle città, dare loro una mano a ricostruire. Poi toccherà a lui stesso contattare e tentare di coinvolgere i “contributi esterni”, le realtà civiche, qualche imprenditore e professionista: il fondatore di Fi gli ha dato mandato di coinvolgere «facce nuove», promuovere «un ricambio». Infatti sta trovando molte resistenze.

sabato 30 luglio 2016

"È morta Anna Marchesini": dal Trio alla terribile malattia

"È morta Anna Marchesini": dal Trio alla terribile malattia



È morta Anna Marchesini. A darne notizia per primo è il sito della Nazione: l'attrice comica è scomparsa ad appena 63 anni, dopo una lunga battaglia con l'artrite reumatoide. Diventata famosissima negli anni 80 con il Trio insieme a Massimo Lopez e Tullio Solenghi, era riapparsa in tv per l'ultima volta nel 2014, da Fabio Fazio.

Vi ricordate Aquilani? È in guai enormi: lo hanno rovinato, gli sequestrano le case

Vi ricordate Aquilani? È in guai enormi: lo hanno rovinato, gli sequestrano le case



Vi ricordate Alberto Aquilani, ex centrocampista di Milan, Juve, Roma, Fiorentina e nazionale? Bene, è in enormi guai. Il Fisco batte cassa: al giocatore oggi in forza allo Sporting Lisbona, su ordine della procura - rivela Il Messaggero - sono stati sequestrati due appartamenti. Il provvedimento arriva per la sua iscrizione nel registro degli indagati per il reato di evasione fiscale: l'indagine è scaturita da una segnalazione dell'agenzia delle Entrate, e gli investigatori nelle sue dichiarazioni hanno trovato un buco da un milione di euro.

Il sequestro preventivo è stato chiesto dal pm Musolino a garanzia dell'insoluto col fisco, e riguarderebbe una somma minore, pari a 400mila euro, quantificati in due piccoli appartamenti all'Euro e al Flaminio. La presunta evasione risalirebbe al 2009, quando il Liverpool acquisto l'allora promessa del calcio con un ingaggio da top player: il centrocampista non avrebbe denunciato parte di questo ingaggio.

Le pagelle alle 5 banche italiane: una di loro è la peggiore d'Europa

Le pagelle alle 5 banche italiane: una delle nostre è la peggiore d'Europa Ecco qual'è



Su 51 banche europee prese in esame dagli stress test della Eba, quella peggiore è un'italiana. Quale? Monte dei Paschi di Siena, che proprio ieri si è vista approvare dalla Bce il piano di salvataggio. In caso di choc congiunturale (Pil italiano in calo del 6% nei prossimi 3 anni, deprezzamento generale del valore delle case e innalzamento dello spread (il costo degli interessi sui titoli di Stato), Mps non reggerebbe l'urto a differenza degli altri 4 nostri istituti oggetto della severa verifica. Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare e Ubi sono state tutte promosse, con valutazioni superiori alla media europea e Intesa che, in caso di grave recessione, reagirebbe addirittura meglio.

Le pagelle delle italiane - Banca d'Italia parla di una "buona tenuta, nonostante la severità dell’esercizio e le forti tensioni degli ultimi anni". In dettaglio, riferisce Bankitalia, per le quattro "promosse" l'impatto ponderato sul capitale (CET1) derivante dallo scenario avverso è pari a 3,2 punti percentuali a fronte del 3,8 per cento della media del campione Eba. Comprendendo anche il Monte dei Paschi, l'impatto sarebbe, in termini ponderati, di 4,1 punti percentuali. Per Intesa il Cet1 (Common equity tier 1, il rapporto tra il capitale ordinario versato con le attività ponderate per il rischio, di fatto le risorse con cui l'istituto garantisce i prestiti ai clienti e i rischi dei crediti deteriorati) nel 2018 è del 10,24%, una delle meglio capitalizzate d'Europa. Unicredit è al 7,1%, Ubi all'8,85%, Banco Popolare al 9,05% e Mps ha un valore negativo del 2,44%.

La situazione di Montepaschi - Per Mps, sottolinea Via Nazionale, "circa la metà della complessiva riduzione di capitale registrata dal Monte dei Paschi è attribuibile alla diminuzione del margine di interesse; la restante parte è dovuta all'incremento delle deduzioni patrimoniali e delle perdite su crediti e alle svalutazioni sui titoli di Stato detenuti nel portafoglio AFS. Per due terzi circa l'impatto a conto economico è dovuto alla riduzione del margine di interesse. In particolare, l'entità dello choc idiosincratico (pari a 220 punti base), commisurato al rating di partenza della banca (B-), è di gran lunga superiore a quello previsto per banche con rating migliori (25 punti base, per le banche con rating AAA), specie se si considera che tale choc produce i suoi effetti per tre anni consecutivi".

De Laurentiis sbotta contro Higuain: "Tutto ma non mi prendere per il c..."

De Laurentiis sbotta contro Higuain: "Tutto ma non mi prendere per il c..."



"Napoli si può tradire ma non prendere per il culo". Aurelio De Laurentiis sbotta contro Gonzalo Higuain, che ieri lo ha incolpato di averlo spinto a dire sì alla Juventus. Il presidente del club partenopeo replica pubblicando una lettera ai tifosi sul sito ufficiale nella quale accusa a sua volta l'attaccante argentino di "mancare di rispetto ai napoletani".

Nella missiva, De Laurentiis dice di volersi soffermare soprattutto sulla parte di conferenza in cui Higuain, "dopo aver detto che la Juventus è una grande famiglia e lui è felice di indossare la maglia bianconera, afferma che il motivo per cui ha deciso di andare in quella squadra sarebbe colpa mia". Poi, smonta la ricostruzione del Pipita: "Se il signor Gonzalo Gerardo Higuain era così indispettito dalla mia presenza, ha impiegato molti anni per capirlo, a meno che non sia una persona falsa o un ottimo attore. Ma escluderei quest’ultima possibilità: di attori me ne intendo", attacca De Laurentiis.

Scazzi, dettaglio inquietante 1 anno dopo: lo strano silenzio su Sabrina e cosima

A distanza di un anno...omicidio Scazzi, il dettaglio inquietante: il mistero di Sabrina e Cosima



La tragica vicenda di Sarah Scazzi non si è ancora chiusa, e tra ricorsi e ritrattazioni potrebbero esserci nuovi colpi di scena. Per ora, in carcere sono finite Sabrina Misseri, cugina della ragazzina di Avetrana, e la madre Cosima, condannate a fine luglio 2015. Ma quello che manca - a distanza di un anno - sono le motivazioni della sentenza, che, mano al codice, dovrebbero essere depositate dal Tribunale entro novanta giorni.

"E' passato un anno e non abbiamo ancora notizia delle motivazioni della sentenza di appello, siamo di fronte a una grave lesione dei diritti della difesa" dice a La Stampa Franco Coppi, celebre avvocato e difensore delle sue Misseri. "Dopo cinquant’anni di professione ne ho viste di tutti i colori, ma non mi era mai capitato di dover aspettare 11 mesi la motivazione di primo grado e adesso avere passato l’anno senza conoscere le motivazioni del secondo grado". Coppi rivolge un appello al Ministro della Giustizia Andrea Orlando perché valuti il caso, sostenendo che sia un'ingiustizia che due donne incensurate stiano in carcere quando sono accusate di un delitto che la stessa sentenza di primo grado definisce "d’impeto" e dunque pare improbabile una sua reiterazione.

Ma non solo. Coppi si scaglia anche contro il comportamento dei magistrati, sottoposti a una pressione mediatica pesantissima: "I giudici popolari vengono estratti a sorte e bisogna ragionare sul fatto che prima di entrare in Assise sono stati sottoposti al bombardamento dei processi mediatici dove ci sono addirittura magistrati che dicono la loro e ipotizzano ipotesi di colpevolezza e di innocenza. E questo è gravissimo".

In attesa che le motivazioni della sentenza vengano depositate, Coppi continua a logorarsi per un processo durissimo e rimane convinto dell'innocenza delle sue assistite, puntando il dito contro il reo-confesso, poi scagionato, Michele Misseri, zio della povera Sarah.

"Ora siamo pronti a tornare con te" Clamoroso ribaltone. E il Cav gode

D'Anna: "Siamo pronti a tornare con te". Clamorosa svolta, Berlusconi gode



Sarebbe pronta a ritornare dentro Forza Italia Ala, di Denis Verdini, che ora appoggia il governo Renzi. "Noi ce ne siamo andati da Forza Italia perché non esisteva più", spiega Vincenzo D'Anna, senatore verdiniano, a il Tempo, "ma c'era un gineceo che condizionava ed era utilizzato da Silvio Berlusconi per fare piazza pulita. Ora mi sembra che sia stato allontanato. Mancavano il leader che avevamo seguito, Berlusconi, e la linea politica che seguivamo. Per questo scegliemmo il male minore tra Grillo e Salvini, cioè Renzi. Se in Forza Italia dovessero cambiare le cose quella del ritorno in FI è una ipotesi che non mi sento di scartare".

Non sarebbe invece favorevole alla leadership di Stefano Parisi, il candidato sindaco di Milano, che ora il Cavaliere vuole alla guida del partito: "Non lo conosco, ma come tutti quanti gli altri deve la sua nomina alla scelta di una sola persona e questo in un partito politico non è auspicabile". Infine, su Angelino Alfano dice: "Fa un buon ragionamento quando si propone di mettere insieme l'anima moderata e liberale che era l'ossatura dell'anima di FI del 1994. Se dobbiamo ricostruire quel programma, con quella impostazione, facciamo bene a farlo. Il problema è la leadership. Alfano deve fare l'uomo di governo, la leadership politica è un'altra cosa".

"NO" E RENZI A CASA Lo scenario dopo l'estate: due nomi per Palazzo Chigi

No al referendum, Renzi a casa. Lo scenario: due nomi per Palazzo Chigi



Una sola cosa, al momento, è certa sul referendum costituzionale di ottobre: comunque finirà, non torneremo a votare. Almeno non subito. Se vincerà il no, sussurrano in molti nei Palazzi romani, il presidente Mattarella troverà il modo di sostituire il (si presume) dimissionario Matteo Renzi e garantire una transizione a Palazzo Chigi. L'obiettivo è un ritornello che si ascolta dal 2013: le riforme. Nel caso specifico, occorrerà rivedere la legge elettorale e poi, finalmente, si tornerà al voto. Magari nel 2017 o forse nel 2018, a scadenza naturale di questa tribolatissima legislatura. 

Il tecnico - Fuori Renzi, già, ma dentro chi? Il Giornale prova a fare due nomi. Uno è quello del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, candidatura giusta perché piace alla finanza e a Bruxelles e perché in qualche modo sarebbe anche un segno di continuità istituzionale. Padoan, suggeriscono, sarebbe un ottimo "scudo anti-spread" in quelli che si prevedono mesi caldissimi tra coda della Brexit e voti (euroscettici?) in Austria e Ungheria. 

La carta Inps - Più politici (e per questo osteggiati) Carlo Calenda, neoministro allo Sviluppo economico, Dario Franceschini, Graziano Delrio e Andrea Orlando, moderati e democratici. Ma siccome Silvio Berlusconi ha già precisato che se cadrà Renzi "faremo un governo di larghe intese", il secondo candidato forte al ruolo di premier potrebbe essere il presidente Inps Tito Boeri., che tra l'altro piace più degli altri alla minoranza dem. 

Feltri e la mannaia islamica: "Papa sveglia, ti ammazzano"

Feltri avvisa il Papa: "Svegliati, sei il primo della lista dell'Isis"


di Vittorio Feltri


Il Papa ha le sue idee e noi gliele lasciamo tutte. Non abbiamo alcuna intenzione - a differenza di Scalfari - di insegnare al pontefice a fare il Pontefice, dato che facciamo già fatica a fare il nostro mestiere di cronisti. Quindi non entriamo nel merito della sua attività pastorale. Ci mancherebbe. Però quando lui parla non possiamo fare finta che parli Pinco Pallino, per cui ammettiamo che le sue affermazioni a commento della tragedia in Normandia ci hanno stupito. Egli ha detto, davanti al corpo del prete ammazzato, nella maniera nota, che effettivamente il mondo è in guerra, però non si tratta di guerra di religione. 

Può darsi che abbia ragione. Nel caso tuttavia ci dovrebbe spiegare, il Santo Padre, per quale motivo i terroristi islamisti - non buddisti e neppure atei - abbiano preso di mira e sgozzato un sacerdote cattolico e non un viandante qualsiasi, uno spazzacamino, un rappresentante di commercio o un calciatore. Non è una guerra di religione? Allora che roba è? Guerra dei bottoni? Conflitto generazionale? Tra l’altro segnaliamo rispettosamente al capo della cristianità che i tagliagole ogni qual volta agiscono di coltello o di pistola o di mitra non dimenticano mai di citare il mandante, cioè Allah, in nome e per conto del quale compiono le loro sante stragi. Non è tutto, caro Bergoglio detto Francesco. Gli assassini oggi di moda si vantano di essere musulmani, ostentano la loro fede, si preoccupano di far sapere all’universo di essere comandati dal loro dio ogni qual volta danno il via agli eccidi di cui poi si vantano. 

In varie circostanze, prima di procedere alle esecuzioni in puro stile da macelleria, sottopongono a una sorta di esame dottrinario coloro che hanno identificato quali candidati vittime. Gli rivolgono domande relative al Corano onde verificare il loro grado di conoscenza del testo sacro maomettano, e se gli interrogati dimostrano di non conoscerlo abbastanza approfonditamente sono destinati a morire ammazzati. E lei, Santità, insiste a dire che questa non è una guerra di religione? Abbia pazienza, cos’altro è, una partita di scacchi? Una gara enigmistica? Come mai lei chiude gli occhi dinanzi alla realtà più evidente? Teme che inimicandosi personalmente il feroce Aladino il Vaticano venga assaltato e distrutto? Rifletta. Se gli islamisti hanno deciso di incendiare San Pietro non sarà lei a salvarlo inginocchiandosi al Califfo. Che non sogna altro che vedere la Cappella Sistina data alle fiamme. Pontefice, si dia una svegliata e una regolata: siamo tutti in pericolo, lei di più. Se non fosse una guerra di religione, e di civiltà, saremmo più tranquilli. Invece lo è e il papa è il primo della lista nonostante la sua apertura ai giustizieri di Allah.

venerdì 29 luglio 2016

Caivano (Na): Consiglio comunale infuocato La parola al consigliere Luigi Sirico

Caivano (Na): Intervista al leader delle opposizioni in consiglio comunale, Architetto Luigi Sirico



di Gaetano Daniele


Arch. Luigi Sirico (PD)

Incontriamo l'architetto Luigi Sirico, consigliere comunale di Caivano nonchè assessore ai lavori pubblici di Afragola. Purtroppo a Caivano vige l'immobilismo. 6 consiglieri comunali sono stati messi alla porta dal primo cittadino perchè non allineati alle direttive dettate. Rispetto e democrazia nelle scelte. Queste le accuse che lanciano i rappresentanti di governo Padricelli, Riccio, Giamante, Perrotta, Falco e Marzano, ormai passati all'opposizione. Monopoli non ha più i numeri per governare un Paese difficile e complesso come Caivano. Sulla vicenda interviene appunto il Leader delle opposizioni in consiglio comunale, Luigi Sirico:

Assessore Sirico, consiglio comunale, cos'è successo ieri sera?

Cos'è successo? di tutto: dalle famiglie del Parco Verde ormai consapevoli e deluse dalle promesse del Sindaco Monopoli, alle diatribe interne della maggioranza. Il Sindaco definisce "zavorra" i consiglieri, gridando di non voler esere sotto ricatto; i consiglieri lo definiscono bugiardo e non democratico perchè non li rende partecipi delle scelte politiche adottate dalla Giunta. 

Assessore Sirico, perchè ad un certo punto voi delle opposizioni avete abbandonato l'aula anzitempo?

Per coerenza. Non abbiamo mai, ne condiviso ne partecipato in nessun modo al percorso accidentato di questa amministrazione. E non poteva essere altrimenti. Siamo stati fortemente critici per le procedure adottate per gli affidamenti di opere e servizi. Siamo stati ancora più duri sulla questione dissesto, tutta in capo alla insipienza e superficialità dell'assessore al Bilancio che ha ricoperto l'incarico nel 2015. E per coerenza non vogliamo e non possiamo assistere al massacro della nostra comunità, sulle cui spalle cadrà tutto il peso di questo ulteriore disastro, sottoforma di aumenti di tasse e imposte locali. 

Assessore Sirico, con quali presupposti l'ormai dimissionario Sindaco Monopoli ha intenzione di continuare a governare Caivano se in meno di 10 mesi ha già dimostrato di non saper tenere unita una maggioranza seppur risicata?

Non credo sinceramente che Monopoli abbia gettato le fondamenta per un futuro politico longevo. Non mi sembraq ci siano buoni presupposti. Lo dimostrano i fatti. La scelta più saggia sarebbe di non ritirare le dimissioni. In meno di un anno ha battuto tutti i record, in negativo. Per la prima volta nella storia ha portato Caivano al dissesto finanziario, e si poteva evitare. Il Rione Scotta, il Parco Verde e tutte le periferie per non parlare del centro città, sono stanchi e delusi. E se adesso si mettono anche a litigare all'interno della stessa maggioranza, l'unico modo per uscire dall'impasse è ridare la parola ai cittadini, andando a casa, liberando una volta per tutte Caivano dall'immobilismo. Io credo che, per i consiglieri la speranza di essere eletti è inversamente proporzionata alla permanenza in questa maggioranza. Quanto più tempo resteranno meno possibilità avranno di essere rieletti. 

Assessore Sirico, come si può uscire da questo impasse? 

Nel modo più semplice. Affidando ai legittimi proprietari il destino del proprio Paese. Si ascoltino i cittadini. 

Caivano (Na): La Storia si ripete Il Paese senza speranza Società senza futuro

Caivano (Na): La Storia si ripete Il Paese senza speranza Società senza futuro


di Gaetano Daniele



Non esiste una “cultura giovanile” univoca, ma una realtà molto articolata che la politica locale non vuole conoscere, si rifiuta, perché "smarrita anch'essa”. «Se i giovani non sperassero e non progredissero più, se non inserissero nelle dinamiche storiche la loro energia, la loro vitalità, la loro capacità di anticipare il futuro, ci ritroveremmo un’umanità ripiegata su se stessa, priva di fiducia e di uno sguardo positivo verso il domani». 

In poche parole: se i giovani perdono la speranza, la società non ha futuro. Ne è convinto Benedetto XVI, che, alcune settimane fa, ha  parlato delle culture giovanili emergenti con i membri del Pontificio Consiglio della Cultura, ricevuti in occasione dell’assemblea plenaria. È stato il dicastero presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi a scegliere l’argomento di stringente attualità per i lavori assembleari che  proprio per sottolineare la volontà di rivolgersi ai giovani con il loro stesso linguaggio.  

Il pensiero del Pontefice, lo ha rivelato egli stesso, è andato «alla crescente difficoltà  nel campo del lavoro o alla fatica di essere fedeli nel tempo alle responsabilità assunte. Ne deriverebbe, per il futuro del mondo e di tutta l’umanità, un impoverimento , ha commentato, non solo economico e sociale ma soprattutto umano e spirituale». 

Ma il problema, o meglio la Storia si ripete, in negativo. La politica locale non da il buon esempio. Problema saliente del nostro tempo è la progressiva disaffezione alla politica. Si tratta di un argomento di particolare importanza, visto che alla politica spetta gestire la cosa pubblica: ben si intuiscono dunque i rischi derivanti dalla sfiducia nei suoi confronti. Per questo è necessaria un'attenta azione di ricerca e di studio da parte delle scienze che elettivamente vedono nei comportamenti della persona e nei suoi percorsi di formazione e di educazione il loro centro di interesse, per definire percorsi e strategie, affinché la politica torni ad essere un servizio per la popolazione, e non un lavoro per i soliti noti. 

I cittadini di Caivano, ad esempio, straziati da una classe dirigente non all'altezza, hanno, alle ultime elezioni comunali, puntato tutto con la ascesa in campo di Simone Monopoli, politico di estrema destra, ma che ha sempre giocato con le appartenenze pur di attrarre quanti più consensi, più numeri. Difatti, da mussoliniano sfegatato, non fonda La Destra a Caivano, ma si candida come indipendente in un partito di centro, l'Udc di Casini. Non si candida in Alleanza Nazionale, non fonda partiti o Liste che abbracciano certe idee di destra, anzi no, si nasconde dietro di esse. Si candida poi in un partito sempre di centro destra: Alleanza di Centro di Pionati. Toglie dalla sua scrivania la testa di Mussolini, e si rende conto che essere di destra è controproducente, ma questo fino alla vittoria, perchè appena vinte le elezioni, si fa ritrarre in bella posa con i militanti di Casa Paund. Un controsenso unico. Una visione della politica distorta. Ed infatti i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 

Promette il reddito di cittadinanza,  ma arriva il dissesto finanziario. Sventola ai quattro venti e su tutte le pagine di giornali vicine e lontani l'hashtag: Tuttaunaltrastoria, ed invece arrivano le rotture in maggioranza. Se fate ben attenzione alle previsioni del Neo Sindaco Simone Monopoli, vi renderete conto che quello che preannuncia, dopo, si rivela sempre il contrario. 

Promette in campagna elettorale più democrazia, e boccia l'opinione dei partiti che l'hanno portato alla vittoria. Boccia la Giunta politica, e ne nomina una tutta sua. Composta da amici, quasi familiari, etc etc. Da solo si nomina i dirigenti che gli piacciono, come ad esempio il dott. Vito Coppola, che dal V° Settore (Biblioteca) gli viene assegnato un compito difficilissimo, cioè quello di gestire l'ambiente. Cambia i ruoli ai dirigenti. Senza un senso logico. Più illogici politicamente sono coloro i quali oggi continuano a seguirlo. 

Si insedia e dopo pochi mesi sfida i suoi stessi consiglieri comunali. Riesce a vincere. Poi si dimette. Ieri, per il rotto della cuffia riesce ad ottenere una maggioranza risicata. Anzi no. Risicatissima. E intanto il Paese affossa. La Storia si ripete. Peggio di ieri. Il Paese è senza speranza. I giovani non hanno un futuro e non possono più contare sulla politica locale. I politici promettono ma non mantengono. La politica dice ma non fa. Monopoli sanziona la ditta Buttol, la società di raccolta rifiuti perchè non in grado di adempiere alle proprie mansioni, e dopo circa due mesi la stessa ditta vince la gara europea di 25 milioni di euro, o circa. Un controsenso totale. Ai posteri l'ardua sentenza. 

Lutto italiano, è morta Marta Marzotto Il presagio nelle sue parole: quella frase

È morta Marta Marzotto a 85 anni: lutto italiano, addio alla "musa"



Addio a un pezzo di storia italiana: a 85 anni è morta Marta Marzotto. A dare la notizia della sua scomparsa è stata la giornalista e nipote della stilista, Beatrice Borromeo, con questo toccante tweet:

                                          Beatrice Borromeo @BorromeoBea
Ciao nonita mia ❤️08:56 - 29 Lug 2016

Ex modella, stilista ed etichettata come "regina dei salotti", aveva recentemente confidato di "sentirmi tutti i miei 85 anni". Lo disse al suo compleanno, a Cortina, quando festeggiò a casa dell'amico gallerista Stefano Contini. In un'intervista al Corriere del Veneto disse: "Sono stanca, ma come si fa a farlo pesare sugli altri, sono tutti così gentili e carini, non hanno colpa della mia stanchezza. E poi ho troppe cose da fare, idee, progetti, eventi".

Malata da tempo, la Marzotto era ricoverata da diversi giorni nella clinica La Madonnina, dove è morta. Nata a Reggio Emilia nel 1931, esuberante, estroversa, oltre che dei salotti è stata signora dell'arte, della politica, della moda. Aveva recentemente pubblicato la sua ultima autobiografia, in cui raccontava la sua vita: l'infanzia povera, il lavoro da mondina, il matrimonio da fiaba. E poi l'amore per Renato Guttuso, di cui era considerata la musa, e per Lucio Magri. Stilista ed ex modella, ha lasciato un segno profondo nella vita culturale del Paese.

Higuain choc, De Laurentis massacrato Il retroscena: quando inizia la guerra

Higuain choc, De Laurentis massacrato. Il retroscena: quando inizia la guerra


di Claudio Savelli



Higuain sorride, ma non ride. Affronta il battesimo con la sua nuova squadra con lo sguardo serio e la consapevolezza di essere esattamente dove desiderava. Non al Napoli, ma alla Juventus. Gonzalo inizia la giornata dell' ufficialità in bianconero calpestando il campo dello Stadium per le foto di rito. Con i piedi sull' erba si sofferma per qualche secondo: osserva prima una porta, poi l' altra, battezzando con gli occhi il suo territorio. Poi la visita allo store, il tour al museo della storia bianconera e la conferenza stampa. Ma l' emozione lo sfiora soltanto, non lo tradisce, non lo travolge: Higuain rimane freddo come davanti alla porta. Forse è un' auto-imposizione, un modo per rispettare il Napoli e i napoletani, anche se per lui l' addio non è un tradimento, ma solo un ulteriore passo avanti nella sua vita professionale. Poche sono le carezze concesse al passato in azzurro: prima a Sarri («È stato un grandissimo allenatore per me, gli chiedo scusa per non averlo salutato»), poi ai compagni e ai tifosi del Napoli «per tutto l' amore che mi hanno dato in questi tre anni». Per De Laurentiis, invece, non rimane che la punta del coltello. Higuain, senza pietà, scaraventa addosso al suo ex presidente le responsabilità dell' epilogo della storia: «Non volevo stare più neanche un minuto con lui. Mi ha spinto all' addio al Napoli».

La motivazione di campo che lo ha portato «ad una scelta difficile» è invece piuttosto semplice: la Juve chiede la Champions a Higuain, così come il contrario. È un matrimonio che concilia due anime bramose di successo.

Ma proprio mentre il Pipita entrava dalla porta del mondo-Juve, Pogba ne usciva sgattaiolando dalla finestra e postando su Instagram un' immagine che evidenziava alcuni dettagli cromatici rigorosamente rossi, come il colore del Manchester United. Ormai è fatta: il francese torna nella sua vecchia casa.

Ieri, nella sede della Juve di corso Galileo Ferraris, è andato in scena l' ennesimo incontro, finalmente decisivo, tra i legali delle due società e Raiola. Le cifre finali certificano l' affare più costoso della storia del calcio: alla Juve vanno 110 milioni, mentre i 23 i milioni di bonus legati al rendimento di Pogba li incasserà direttamente Raiola.

Per sbrogliare il contenzioso è stato fondamentale l' intervento di Adidas, che contribuirà all' affare garantendo un ampio ritorno d' immagine a Pogba, che sarà testimonial del brand che griffa anche il merchandising dello United. I 13 milioni di euro netti all' anno (per 5 anni) di stipendio, diventeranno 20 comprendendo bonus e diritti d' immagine. L' annuncio ufficiale è atteso per oggi, e certificherà il passo bianconero tra passato e futuro. Via Pogba, dentro Higuain, cioè la volontà di potenza in atto della Juve per la conquista della Champions. All' attacco bianconero serviva un giocatore con una pericolosità e una capacità realizzativa superiori a quelle di Mandzukic, anche a costo di sacrificare Pogba.

Che è più giovane del Pipita, ma anche più sostituibile secondo Marotta, che a Pjanic aggiungerà uno tra Matic, Matuidi e Witsel. Dunque, il ragionamento della Juve è semplice: alla squadra mancava Higuain - uno che massimizza la mole di gioco - ma non mancherà altrettanto Pogba.

Intanto Milik ha effettuato a Roma le visite mediche e oggi sarà ufficializzato dal Napoli (all' Ajax 25 milioni più 5 di bonus). A Dimaro lo attende Sarri con la voglia di avere tra le mani oro grezzo da levigare, con la speranza che un giorno brilli come una pepita, o un Pipita.

ORGOGLIO CRIMINALE "QUI L'ISLAM NON VINCE" I terroristi, guerra all'Isis (proprio alle porte dell'Italia)

"Qui l'Islam non vince": un esercito di terroristi dichiara guerra all'Isis, alle porte dell'Italia



Ricordate quando si diceva e scriveva che il Sud Italia è al sicuro dall'Isis perché dove c'è la Mafia è molto più difficile l'infiltrazione criminale di stampo jihadista? Forse era una leggenda metropolitana (anche se fu una dichiarazione di quel tenore da parte del figlio del boss newyorkese Gambino), forse no. Di sicuro, gli indipendentisti corsi confermano la formula: "Dove ci siamo noi, l'Isis non passerà". E stavolta la dichiarazione è ufficiale. 

"Risposta senza indugi agli islamisti" - Dopo anni di lotta contro il governo centrale francese, il Fronte di Liberazione nazionale della Corsica (Flnc) si dice pronto a riprendere in mano quelle armi da poco deposte. Tutta colpa dei due recenti sanguinosi attentati a Nizza e Normandia. "Ogni eventuale attacco dei miliziani dell'Isis - scrive in un comunicato il Flnc, secondo quanto riportato dal quotidiano locale Corse Matin - farebbe scattare una risposta determinata senza indugi". "La volontà dei salafiti è chiaramente di impiantare in casa nostra la politica dell'Isis e noi siamo pronti. La vostra filosofia medioevale non ci spaventa" "Il popolo còrso è forte di scelte politiche difficili, che non ci hanno mai fatto scivolare come voi nella barbarie… Sappiate che ogni attacco contro il nostro popolo susciterebbe da parte nostra una risposta determinata senza indugi". "È necessario - concludono i còrsi - prendere posizione manifestando a nostra volta contro l'Islam radicale segnalando le derive dei nostri giovani tentati dalla radicalizzazione".

Facci svela il vero volto dell'Islam: "Perché lo odio e non lo voglio qui"

Filippo Facci svela il vero volto dell'Islam: "Perché lo odio"


di Filippo Facci



Odio l’Islam. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro. È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d’anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie. Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare. Odio l’Islam perché l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l'anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale. Odio l’Islam, ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro. 

giovedì 28 luglio 2016

Caivano (Na): Speciale Consiglio Comunale Ecco le prime indiscrezioni

Caivano (Na): Consiglio Comunale Ecco le prime indiscrezioni 




Sfida all'O.K Corral tra il Sindaco dimissionario Simone Monopoli ed i 6 consiglieri comunali dissidenti. Grida, fischi e pernacchi dagli spalti, applausi sfottò: vi proponiamo le prime indiscrezioni sull'accessissimo consiglio comunale determinante sul futuro del Sindaco Monopoli, ma soprattutto sulle sorti dei cittadini caivanesi che, dopo gli ultimi anni passati a soffrire una classe dirigente non all'altezza della situazione, si ritrova, oggi, nuovamente ad assistere ad un teatrino poco degno di una classe politica che ha sventolato ai quattro venti  l'hashtag: Tuttaunaltrastoria...

Un record. Monopoli detiene il record dell'ingovernabilità a Caivano. In meno di un anno ha cambiato una Giunta politica. E' riuscito a dichiarare un dissesto finanziario che si poteva evitare. Ha litigato con 5 consiglieri comunali della sua stessa maggioranza, Forza Italia, poi rientrati dopo una lunga trattativa politica. Si è dimesso ed ha litigato con due Liste Civiche, la Svolta e Noi Insieme con Monopoli. Incomprensioni anche con i Socialisti, da indiscrezioni passate all'opposizione. Insomma, Monopoli in meno di un anno è riuscito a litigare con tutti, con tutti i suoi alleati di maggioranza, gli rimane solo il ragazzo del Bar che consegna il caffè e l'acqua durante la seduta di consiglio e poi il quadro è completo. Ma incomprensioni a parte, le prime indiscrezioni parlano chiaro: Riccio, Perrotta, Giamante e Padricelli all'opposizione. Falco e Marzano astenuti. Ma al momento restano solo indiscrezioni, il consiglio comunale continua e, a prendere la parola è anche Annavale, rappresentante di un'associazione del Parco Verde, che nel difficile lavoro di tenere a bada le numerose mamme del Rione, prende anche la parola per specificare i disagi che attanagliano i residenti del Parco Verde.

"Non entrate in mare, l'acqua è tossica" Italia, allarme sulla spiaggia vip / Foto

"Non entrate in mare, l'acqua è tossica": Italia, allarme sulla spiaggia vip / Foto



Bruciori, irritazioni, pruriti. Non esattamente la vostra vacanza da sogno. Eppure si tratta dei sintomi che hanno già colpito dieci persone, tra cui un bagnino, sulle spiagge della Versilia dopo aver fatto il bagno in mare. Un'emergenza che ha costretto il sindaco di Massa Carrara, Alessandro Volpi, a sconsigliare la balneazione su tutto il litorale frequentatissimo da vip e vippettini.

Dietro il misfatto ci sarebbe un'alga tossica, "Ostreopsis Ovata", che procurerebbe questi fastidi, passeggeri ma davvero fastidiosi. L'Arpat (Agenzia regionale per l’ambiente) sta già effettuando dei sopralluoghi prelevando campioni all'interno di tre aree di costa, e per il momento l'indicazione del primo cittadino toscano è quella di non entrare in acqua e di non sostare troppo in spiaggia.

Questo è l'infame terrorista di Nizza Qui è in Italia, che cosa ci faceva?

Questo è l'infame killer di Nizza: in queste fotografie si trovava in Italia, ecco cosa stava facendo


di Pierangelo Maurizio




Mohamed Lahaouiej Bouhlel, il macellaio che in nome della guerra santa a Nizza ha falciato con il Tir 84 vittime tra cui molti bambini prima di essere fermato, era di casa in Italia. Non solo per le sue visite in Puglia. La scorsa estate a Ventimiglia, poco oltre il confine con la Francia e in territorio italiano, era tra gli attivisti che partecipavano ai sit in e alle proteste di «solidarietà» con i «profughi» accampati sugli scogli della riviera. Almeno in un’occasione durante le manifestazioni proseguite per mesi il terrorista franco-tunisino è stato identificato dalla polizia italiana. Questa è la clamorosa novità.

Una novità che aumenta l’allarme tra specialisti dell’antiterrorismo, forze di polizia e servizi segreti. Al momento della segnalazione Mohamed Bouhlel aveva giustificato la sua presenza in Liguria perché in contatto con una cosiddetta associazione umanitaria francese. A Ventimiglia era arrivato con un gruppetto di altri soggetti, ai quali si dovrà dare nome e cognome.

Libero ha provato a vedere se per caso Mohamed Bouhlel compaia nelle riprese di quelle proteste. Nelle foto e nei video realizzati nel sit in organizzato dai «No borders» il 4 ottobre a Ventimiglia, prima che la tendopoli fosse smantellata, tra i 300 manifestanti spicca un giovane - giubbotto rosso e camicia verdina - con tratti somatici molto simili: altezza, fronte, attaccatura dei capelli, orecchie, taglio degli occhi, barbetta. È lui? Se non è lui, è il suo clone perfetto.

Lo si vede al centro della scena, dietro l’amplificatore, spellarsi le mani per gli interventi. In uno scatto ride e confabula con un altro uomo dall’aspetto nordafricano. Una volta partito il corteo, in un filmato è visibile mentre con altri tre regge l’unico striscione in arabo. Sarà interessante capire che cosa c’era scritto, e soprattutto chi erano gli altri in sua compagnia.

Giusto per cogliere il contesto di questi sostenitori accorsi a difendere i diritti dei «sans papiers», l'audio restituisce slogan tipo: «polizia polizia ad uno vi spazzeremo via…». Anche se questo ha provocato una spaccatura interna con chi era contrario che si attaccassero le forze dell'ordine.

E ora due parole sugli organizzatori. I «No borders» sono ritenuti una galassia a metà tra anarchici e centri sociali rimasta finora impermeabile agli investigatori. Su questo movimento sono ricaduti i sospetti - solo sospetti - per le minacce di attentati contro le Poste e la compagnia aerea Mistral Air. Ma niente di più, di loro si sa poco. D’ora in poi gli inquirenti dovranno avere una conoscenza decisamente più dettagliata di ognuno di loro.

Torniamo a Mohamed Bouhlel, il carnefice di Nizza. Gli accertamenti in corso in Italia e in Francia stanno cercando di verificare se con lui a Ventimiglia ci fosse anche il tizio dalla maglia a righe e con la scritta «Fly Emirates» - dovrebbe chiamarsi Mohamed Walid G. - immortalato dai selfie dell’attentatore di Nizza all’esterno del Tir pochi giorni prima della strage. Anche lui franco-tunisino, un amicone di Bouhlel: tra di loro gli inquirenti parigini hanno contato 1.278 chiamate in un anno. Mohamed Walid G. è uno dei 5 arrestati perché ritenuti complici di Bouhlel. Pare però, secondo alcune indiscrezioni finite sui giornali francesi, che lo abbiano già rilasciato.

Più inquietante la figura dell’altro giovane con la maglietta a righe ritratto nel Tir della morte. Dovrebbe essere lui quel tale Choukry Chafroud, 37 anni, detto anche il tunisino «pugliese» perché nel 2015 ha vissuto per alcuni mesi a Gravina di Puglia lavorando in una masseria. Sarebbe stato lui a far visitare la Puglia a Mohamed Bouhlel. Dopo la mattanza del 14 luglio secondo i francesi si sarebbe rifugiato in Italia da conoscenti (o fiancheggiatori del terrore jihadista). Ma in Italia ne abbiamo perso le tracce. E la cosa non piace per niente. Di certo nessuno dei «No borders» o degli altri attivisti pro-profughi che a Ventimiglia hanno avuto al loro fianco Mohamed Bouhlel, né il giorno dopo la promenade disseminata di cadaveri buttati giù come birilli né due settimane dopo, è corso alla polizia. A fornire qualche indicazione che potrebbe rivelarsi utile o anche solo per dire: «Non ce lo saremmo mai immaginato…».

Caivano (Na): Monopoli come Marino? Maggioranza in frantumi in meno di un anno

Caivano (Na): Monopoli si dimette e sfida la Lista Civica La Svolta, la Lista Noi Insieme con Monopoli e parte dei Socialisti


di Gaetano Daniele



A mandare su tutte le furie il Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, sono stati 6 consiglieri comunali della sua stessa maggioranza: Lista Civica La Svolta, parte dei socialisti e i due consiglieri comunali della Lista Civica Noi Insieme con Monopoli, rappresentati da Falco e Marzano. 6 consiglieri. Proprio come ad inizio mandato, (dopo circa due mesi), come quando 5 consiglieri comunali di Forza Italia, Mellone, Ponticelli, Buonfiglio, Fusco etc etc. chiesero al neo Sindaco Monopoli più trasparenza nelle scelte. Più trasparenza. Nessun appartamento, nessun posto di lavoro, no. Solo più democrazia nelle scelte politiche. Insomma, democrazia, una parola che basta pronunciarla per mandare in Tilt l'ex Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, da indurlo, appunto, oggi, a dimettersi. Sembra quasi un dispetto, come fanno a volte i bambini quando non vincono. Braccio di ferro, oppure dimissioni irrevocabili? Se la storia ci insegna qualcosa, l'ex Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, ha 20 giorni di tempo per ripensarci. In sintesi ha 20 giorni di tempo per trattare. C'è chi scommette che sono dimissioni farsa, chi invece che sono dimissioni farsa, insomma, come la giriamo giriamo, queste di Monopoli sembrano proprio dimissioni dispetto. 

Se l'ex Sindaco Monopoli dovesse ritirare le sue dimissioni la verifica invocata si sposterebbe in aula di consiglio, costringendo, forse, i 6 consiglieri comunali dissidenti a sfiduciarlo con il supporto delle opposizioni, anche se questa ipotesi sembra impossibile, visto che le dimissioni appaiono dimissioni farsa. 

Monopoli "Over The Top" ai danni dei cittadini, ai danni di inesperti consiglieri comunali. Consiglieri giovani, alle prime armi. Proprio come i 6 consiglieri comunali del suo stesso partito, Forza Italia. Alla fine la spuntò lo stesso Monopoli, nominando in toto 5 assessori, tutti secondo il suo metro di valutazione. Ieri i 6 consiglieri di Forza Italia, poi ritornati in pompa magna, oggi, invece, sbatte fuori l'Avv. Luigi Padricelli, Perrotta, Riccio, Falco, Marzano e Alibrico Giamante, solo perchè avevano chiesto maggiore visibilità nelle scelte democratiche, nelle scelte o sulla rotazione dei responsabili di settore del Comune di Caivano, e, come ciliegina sulla torta, l'ultima proposta delle opposizioni, portata avanti anche dai 6 consiglieri comunali di maggioranza, Marzano, Falco, Giamante, Riccio e Padricelli, cioè di ridursi gli emolumenti del 50%. E' bastato questo ad innescare il solito gioco, soprattutto da parte della Stampa amica, pronta a puntare dritto contro chi ha osato pensarla diversamente dal primo cittadino, o quasi. 

E, fanno molto riflettere le parole del Leader del Partito Democratico, nonchè assessore ai lavori pubblici di Afragola, Luigi Sirico, che difronte a questo teatrino, nota: "E’ successo quello che era prevedibile. Una maggioranza raccolta intorno ad un unico obiettivo: vincere le elezioni a tutti i costi, per soddisfare l’insopprimibile desiderio  del candidato sindaco. Senza un programma, senza una idea di sviluppo e di progresso per il paese. Una baraonda di candidati e di liste, buoni per le campagne elettorali ma non per governare un paese difficile come Caivano. Ed eccoci qui. A distanza di meno di un anno dalle elezioni, il sindaco si è dimesso e la maggioranza va in pezzi. Purtroppo non era difficile prevedere tutto questo". 

Ma aldilà di tutto, vanno spiegate e chiarite molte cose, soprattutto come una ditta di raccolta rifiuti come la Buttol, una ditta sanzionata dallo stesso Sindaco Monopoli, riesce poi a vincere una gara Europea di svariati milioni di euro. Nel prossimo articolo, cercheremo di spiegare alcuni passaggi fondamentali affinchè il lettore possa farsi un'idea. Insomma, che dire, Monopoli come Ignazio Marino? 

Ecco le 10 auto più rubate: tutti i modelli Appena comprata? Possono fregarla così

Hai questa auto? Fai attenzione ai ladri, ogni ora ne rubano 13




Se pensate che le automobili più recenti e tecnologicamente più sofisticate siano più sicure delle più attempate, vi sbagliate di grosso. Almeno stando ai dati dell'ultimo rapporto dell'Associazione sostenitori amici della polizia stradale che ha stilato la classifica delle auto più rubate a Roma nel 2015 e i tempi impiegati dai ladri per mettere a segno il furto.

Circa vent'anni fa, i ladri di auto impiegavano circa dieci minuti per aprire lo sportello e fuggire con il bottino. Oggi in media il tempo per un furto si aggira sui 14 secondi. Merito, secondo l'Asaps, della prevalenza di elettronica rispetto alla meccanica nei sistemi di antifurto, dettaglio che li rende più vulnerabili anche grazie all'evoluzione delle tecnologie che gli stessi ladri utilizzano.

Tra i modelli più facili da rubare svetta in classifica la Fiat Panda, sottratta ai legittimi proprietari nella Capitale in 11.598 casi. Per quanto bersagliata però, la Panda non sembra essere un ottimo bottino per i ladri, visto che nel 56% dei casi i proprietari sono riusciti a tornare in possesso del proprio veicolo. Segue nella graduatoria la Fiat Punto con 8.742 auto rubate, la Fiat Cinquecento, la Lancia Ypsilon e al quinto la Fiat Uno.

La classifica

1. Fiat Panda 11.598 (12%)
2. Fiat Punto 8.742 (9%)
3. Fiat 500 6.669 (7%)
4. Lancia Ypsilon 4.089 (4%)
5. Fiat Uno 3.476 (3%)
6. Ford Fiesta 3.205 (3%)
7. Volkswagen Golf 2.919 (3%)
8. Smart ForTwo 2.077 (2%)
9. Renault Clio 1.755 (2%)
10. Opel Astra 1.448 (1%)

Canone Rai, occhio le bollette pazze E' caos totale: arrivano le fregature

Canone Rai, bollette impazzite: occhio alla fregatura



Come volevasi dimostrare, è già caos per il pagamento del canone Rai in bolletta. Come rilevato dall'Unione nazionale dei Consumatori, infatti, ci sono moltissime segnalazioni degli utenti su addebiti in bolletta del canone nonostante sia stata presentata regolarmente la dichiarazione sostitutiva di esenzione per non avere l'apparecchio televisivo o per aver già un'altra utenza.

"Non era difficile prevedere che qualcosa si sarebbe inceppato" dice Massimiliano Dona, segretario dell'Unione Nazionale Consumatori, come riporta Corriere.it. Consumatori che hanno dichiarato di non avere la tv o che il canone andava pagato su un’altra utenza elettrica, si sono ritrovati, rispettivamente, uno e due canoni Rai in bolletta".

TENSIONI IN FORZA ITALIA "Non va bene? Siete fuori" Furia-Cav, chi caccia

"Non vi va bene? Andate a casa": furia di Berlusconi, chi caccia dal partito



"Chi non si adegua può anche andare via, ognuno è libero di fare quello che vuole...". E' un Silvio Berlusconi molto irritato quello che si scaglia contro gli "oppositori" all'ascesa di Stefano Parisi all'interno di Forza Italia. Puntualizza, secondo un retroscena del Messaggero, che non c'è alcuna investitura, che Parisi non sarà il coordinatore, che non è certo detto che sarà lui il prossimo candidato premier. "Non capisco tutta questa agitazione, se qualcuno gli sbarra la strada allora vuol dire che non vuole più restare dentro FI", si sarebbe sfogato. 

Di certo il partito azzurro è spaccato. C'è chi è pro, chi contro, chi indifferente. I più esposti favorevolmente nei confronti dell'ex Dg sono Bernini, Giro, Tajani, Di Girolamo. Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna sono freddine. Contrari, invece, Brunetta, Gasparri, Toti, Matteoli e Romani. Dunque, chi ha orecchie per intendere, intenda.

"I bastardi confratelli e criminali" Feltri definitivo, l'attacco all'islam

"I bastardi confratelli e criminali" definitivo l'attacco all'Islam


di Vittorio Feltri



Non ci scoraggiamo. Siamo sempre in attesa di un segnale che però tarda venire. Non demordiamo. Negli ultimi giorni i terroristi ci hanno tenuti svegli ammazzando qua e là. Nizza ha registrato un numero di morti abbastanza elevato. A Monaco di Baviera l’iraniano solitario si è dato da fare e ne ha stecchiti una cifra. Ieri abbiamo appreso che in Normandia due esaltatati armati di coltello hanno aggredito in una chiesa il prete e un fedele, sgozzandoli entrambi con abilità da macellai professionisti.

Insomma non passa giorno senza che qualcuno uccida qualcun altro con la stessa disinvoltura con cui una persona calpesta, magari involontariamente, una formica. L’indomani i giornali pubblicano la notizia, le televisioni mandano in onda accurati servizi; poi i fatti tragici vengono dimenticati - anzi archiviati - e le emozioni si spengono rapidamente. Ci si abitua a tutto, anche ai crimini più efferati. Tra poco tempo un attentato terroristico, a prescindere dal numero dei cadaveri, non desterà più scalpore e sarà commentato con lo stesso tono distaccato con cui si racconta un tamponamento sull’autostrada. Di questo non abbiamo dubbi. Negli anni Settanta, i sequestri di persona erano all’ordine del giorno. I primi casi del genere occuparono pagine e pagine di giornale e furono seguiti nei dettagli fino alla conclusione, sia che l’ostaggio venisse liberato sia che fosse eliminato dai rapitori. Mesi dopo, dato il ripetersi pressochè quotidiano di simili odiosi reati, le cronache che li narravano furono ridotte ad alcune colonne interne e comunque liquidate in un mucchietto di righe sbrigative. Ecco. Temiamo che le imprese sempre più frequenti compiute dagli assassini islamisti facciano la stessa fine: trattate quali normali fatti di nera, per usare il gergo dei redattori. Così fosse sarebbe un guaio. Significherebbe che l’opinione pubblica, avendo fatto indigestione di sangue, non reagisce più ed ha imparato a digerire qualsiasi nefandezza.

Il prete sgozzato in Normandia è un’indicazione importante: quella dei terroristi evidentemente è guerra di religione, se non di civiltà, altrimenti essi non si sarebbero azzardati ad agire con armi da taglio addirittura in parrocchia, oltretutto nella chiesa di Giovanna d’Arco, un simbolo non secondario della cristianità. Due morti sgozzati sotto l’altare non possono essere inseriti nell’elenco delle vittime di incidenti ordinari. Immagino che anche a un laico non sfugga il senso emblematico di un delitto del genere.

Ciò detto rimane da fare una considerazione fondamentale. Di fronte all’ecatombe provocata dai farabutti in questione, ci si domanda perché la comunità dei cosiddetti islamici moderati - che sarebbero la maggioranza secondo i saggi intellettuali che predicano convintamente l’esigenza di accogliere i musulmani e di integrarli - non abbia organizzato neanche lo straccio di una manifestazione ostile alla violenza dell’Isis e affini. Essa non ha fiatato, non ha mosso un dito, non ha marciato né deplorato, è stata zitta, neppure una parola di biasimo verso i bastardi confratelli criminali. Come mai i figli di Allah non condannano i correligionari che massacrano coloro che li ospitano e li nutrono? È noto che chi tace acconsente. Se i moderati maomettani non aprono bocca dopo gli attentati commessi dai figli di puttana, forse hanno la stessa mamma. Forse. Diversamente ce lo facciano sapere, dimostrino di essere perbene, possibilmente in fretta. Alzino la voce, se ne hanno una con cui esprimersi in modo chiaro e netto.

mercoledì 27 luglio 2016

Sant'Antimo (Na): Prima tappa del Tour 2016/17 di Miss Mondo

Sant'Antimo (Na): Prima tappa del tour 2016-2017 di Miss Mondo


Francesco Paolo Antoni

L'Ag Production di Giuseppe Puzio, in collaborazione con il Comune di Sant'Antimo, guidato dal sindaco Francesco Piemonte, e l'assessore agli eventi, Corrado Chiariello, ha organizzato una tappa del concorso di bellezza in piazza della Repubblica sabato 30 luglio a partire dalle ore 21. Ospite il maestro della comicità tutto partenopeo Francesco Paolantoni, Flavio Zerella, protagonista assoluto del programma record di ascolti “Temptation Island” e la bellissima Elena Santoro, bionda dagli occhi azzurri, Miss Mondo Campania 2016 . Presentatore Antonio Esposito, le coreografie a Roberta Adelini. Sul palco si sfideranno una ventina di ragazze provenienti da tutte le province della Campania per aggiudicarsi il titolo provinciale.