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lunedì 31 ottobre 2016

"Ora basta, almeno taccia, infame!" Mentana sbrocca: con chi ce l'ha

"Taccia, infame!", Mentana sbrocca, con chi ce l'ha



"Almeno taccia, infame". Enrico Mentana non usa mezzi termini. Il direttore del TgLa7, su Facebook, rispondendo ad un commento lasciato da un utente sul suo profilo social. Ma cosa era successo? Il giornalista aveva pubblicato sul proprio account le immagini scattate a Castelluccio di Norcia, uno dei paesi più colpiti dalla violenta scossa di terremoto verificatasi ieri mattina nel Centro Italia, invitando ad aiutare le persone in difficoltà.

"Andate a farle vedere ai politici di Norcia e dintorni", ha commentato un utente facendo riferimento alle immagini, "che fino a sabato si vantavano in tv di aver fatto i lavori dopo il terremoto del 1997 e non avevano subito danni dando indirettamente degli incapaci agli amministratori delle zone colpite il 24 agosto e il 26 ottobre. Adesso questi fenomeni guarda caso non si fanno più vedere in televisione".

Il commento non è però stato gradito da Mentana: "Almeno taccia, infame", ha tuonato aprendo una polemica contro l'autore del post. "Si da il caso che non è morto nessuno proprio grazie a quella ricostruzione", ha risposto un utente, "Credo che i 'fenomeni' come li chiama lei siano a dare il loro contributo all'emergenza. Mentre lei sta qui a vomitare rancore e tifoseria sotto un post in cui si chiede carità ed empatia", ha commentato un altro. "Questo tremendo vizio italiano di dover sempre trovare un colpevole, o comunque, qualcuno su cui scatenare la propria frustrazione ci porterà alla rovina", ha infine concluso un internauta.

4 DICEMBRE IN DUBBIO Referendum: idea-choc La data non va più bene

"Referendum, voto del 4 dicembre da rinviare"



Secondo quel che si diceva e che si è scritto per settimane la scorsa primavera e la scorsa estate, il referendum avrebbe già dovuto essersi bello che tenuto. Perchè la data del voto inizialmente prevista era nel mese di ottobre. Poi, però, tra ricorsi, dubbi e altro, è slittato a tra quasi un mese, il 4 dicembre. Ma ecco che si affaccia l'ipotesi di un nuovo rinvio. A formularla, ma non è solo, è stato Pierluigi Castagnetti, già tra i fondatori dell'Ulivo e oggi parlamentare del Pd. Motivo del proposto rinvio? Il terremoto. "Ci sono tre regioni coinvolte, decine di migliaia di sfollati - ricorda uno dei fondatori dell'Ulivo, parlamentare Pd fino alla scorsa legislatura - non riesco a immaginare in quali luoghi si possa votare all'interno delle zone terremotate e con quali scrutatori" ha spiegato Castagnetti.

Considerato vicino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Castagnetti precisa che naturalmente una decisione del genere non può prenderla il governo da solo, ma ci vorrebbe l'accordo di tutte le forze politiche. La suggestione non resta inascoltata. Dalla sinistra Pd, sia pure a titolo personale, Federico Fornaro, manifesta una cauta disponibilità, mentre dalla maggioranza dem Stefano Esposito si mostra scettico, sebbene in un Paese "normale" se ne potrebbe discutere. Assolutamente contraria Forza Italia, che si è espressa tramite il suo capogruppo alla Camera Renato Brunetta.

Caivano (Na): Svecchiamento PD, per fortuna non finisce in rissa come a Bari

Caivano (Na): Svecchiamento PD, per fortuna non finisce in rissa come a Bari 


di Gaetano Daniele



A Caivano, ultimo comune a nord di Napoli, il Partito Democratico, decide di lanciare una nuova classe politica. Il cosiddetto svecchiamento. Una nuova squadra fatta di volti nuovi, giovani, alle prime esperienze. E, fortunatamente questa volta non finisce in rissa, come al Congresso di  Bari, dove il Segretario lancia lo Statuto e centra in pieno un partecipante. In quel caso, lo Statuto è volato ancor prima che il dibattito cominciasse, colpendo appunto in pieno uno degli interlocutori. La riunione aveva il compito di precedere il congresso vero e proprio e avrebbe dovuto portare all’elezione dei nuovi giovani segretari cittadini e provinciali del Pd barese. 

Ma per fortuna, a Caivano tutto bene quel che finisce bene. Dopo l'ex Segretario Dem, Franco Marzano, uno dei pochi segretari sul territorio che ha saputo tenere unito il Partito Democratico, portandolo ad ottenere un ottimo risultato sotto il profilo elettorale, con ben 5 consiglieri comunali. 

A continuare l'operato di Franco Marzano, compito assolutamente non facile, spetterà ad Antonio Angelino, giovanissimo con pochissima esperienza alle spalle, tra l'altro consigliere comunale proprio del Partito Democratico. 

Insomma, anche se a livello nazionale sembra un partito allo sbando totale, visti i continui litigi. L'ultima discussione, è nata proprio in merito alle metodologie scelta per la nomina del nuovo leader. 

Dopo la passione di Bersani, i franchi tiratori, i giovani turchi, la nomina del nuovo Presidente della Repubblica, il Pd si mette a litigare anche sulle proprie regole. Incredibile ma vero, le diatribe di un partito, che ormai non c’è più, non sembrano nemmeno fare più di tanto notizia. Nell’ultima assemblea sono volati gli ultimi stracci, (come a Bari ndr), che hanno proclamato un tutti contro tutti, le varie correnti presenti all’interno del Partito sono una contro l’altra dimostrando ancora una volta una fragilità interna enorme.

Coloro che chiedono oggi più rispetto per la storia dell'Ulivo sono quelli che hanno distrutto l'Ulivo consegnando l'Italia nelle mani di Berlusconi”. Lo afferma il premier Matteo Renzi alla scuola di formazione politica del Pd. Il riferimento è alle critiche dell’ex premier Massimo D’Alema dei giorni scorsi. Renzi ha spiegato che «per anni non è stato Berlusconi ad essere invincibile ma siamo stati noi che abbiamo sbagliato risposta. Oggi invece abbiamo dimostrato che se ci mettiamo la risposta siamo noi». «Chi chiede oggi più rispetto per il progetto dell'Ulivo sono quelli che per 20 anni hanno consegnato l'Italia a Berlusconi».

Pier Luigi Bersani non ci sta alle ultime dichiarazioni di Matteo Renzi, l'ex segretario Pd replica così al premier che ha rivendicato di essere la vera sinistra e ha accusato il gruppo dirigente storico del partito di avere distrutto l'Ulivo. «Se lui è la vera sinistra, noi cosa siamo?», ha risposto Bersani a margine della convention della minoranza. Quanto all'accusa di avere distrutto l'Ulivo, Bersani ha detto: «Affermazioni del genere non meritano un commento, Renzi ricordi che noi l'abbiamo fatto l'Ulivo». Insomma, litigi e correnti interne distruggeranno anche al prossimo Referendum il Pd di Renzi? 

Ecco la nuova squadra caivanese: 

Antonio Angelino: Segretario
Marcantonio Falco: Vice Segretario
Michelangelo Emione: Vice Coordinatore della Segreteria
Ilenia Cendron: Responsabile dell'organizzazione
Angelo Gennarelli: Ambiente e Territorio
Gianluigi Prositto: Lavoro e Attività Produttive
Giovanni Aprovidolo: Cultura e Politiche Sociali

Luttwak, parte il conto alla rovescia: fra sette giorni sarà caos mondiale

Luttwak, parte il conto alla rovescia: sette giorni al caos mondiale



A una settimana dal voto negli Stati Uniti, la partita tra il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton è ancora apertissima secondo i sondaggi che danno il tycoon a un passo dall'ex segretario di Stato. Certo la Clinton è in vantaggio, ma se pur dovesse vincere, il suo destino sarebbe segnato dallo scandalo sulle email e la relativa inchiesta dell'Fbi. Il politogolo Edward Luttwak non ha dubbi e nella sua intervista al Giorno spiega: "Dal vaso di Pandora, appena scoperchiato, verrano fuori altri scandali. Scandali per l'intera famiglia. Non solo Hillary, non solo Bill, non solo la Fondazione, ma anche la figlia Chelsea". Nuovi guai possono arrivare dal vizietto dell'unica figlia dei Clinton: "Capita, per esempio, che viaggi su jet privati invitata come speaker a pagamento a conferenze dedicate al global warning".

L'indagine sulla Clinton portata avanti dall'Fbi non si fermerà neanche se lei dovesse vincere: "Nemmeno se il direttore James Comey dovesse essere sostituito - garantisce Luttwak - Il che non sarà facile, anche perché in quel posto Comey è stato messo dall'amministrazione democratica". La vittoria dei democratici non salverebbe la Clinton se per esempio la maggioranza alla Camera restasse nelle mani dei Repubblicani: "La nomina di uno Special Prosecutor sarebbe probabile - dice ancora Luttwak - E altrettanto probabile uno Special Prosecutor sarebbe l'inizio di un procedimento di impeachment".

I guai per la Clinton riguardano il suo periodo da Segretario di Stato. Il sospetto già sollevato da diversi deputati repubblicani è che il Dipartimento di Stato avrebbe promosso gli interessi della Fondazione Clinton e della famiglia: "Un esempio - racconta Luttwak - un principe del Qatar le avrebbe chiesto udienza per concludere un certo affare per il quale il Dipartimento di Stato avrebbe dovuto dare luce verde. Nessuna risposta. Allora il principe avrebbe fatto una ricca donazione. Le porte del Dipartimento si spalancano e l'affare viene concluso".

Il vigile miracolato due volte dal sisma: "Perché devo la mia vita all'orologio"

La storia del Vigile del Fuoco: l'orologio gli ha salvato la vita


di Francesco Pellegrino



Se l'ultima terribile scossa che ha colpito il Centro Italia fosse accaduta sabato e non domenica 30 ottobre, molti vigili del fuoco avrebbero rischiato di restare sotto le macerie. Lo confessa con un filo di sorriso sulle labbra Danilo Vannini, soccorritore dei Vigili del Fuoco di Terni intervistato dal Corriere della sera dopo essere letteralmente scampato all'ultimo sisma. A salvarlo è stato di fatto il cambio dall'ora legale a quella solare. L'inizio degli interventi è stato anticipato di un'ora e quando è arrivata la scossa delle 7.40, tutti i vigili del fuoco erano impegnati nelle prime riunioni o si preparavano per le uscite. "Da due giorni io e un gruppo di colleghi stavamo lavorando sul tetto della basilica di San Benedetto, a Norcia" ha raccontato il vigile che fa parte della squadra speleo-alpino-fluviale. Della basilica è rimasta appena la facciata, ma almeno la squadra di Danilo può ringraziare Santa Barbara, la protettrice del suo Corpo: "È la seconda volta, in questi giorni, che la sorte ci sorride. L'altro giorno siamo scesi dalla piattaforma e dopo dieci minuti è arrivato uno scossone di 4.5 Richter. Come dicevamo con uno dei colleghi poco fa - ha raccontato Danilo - ci siamo giocati due jolly. È andata bene a noi e, per quel che ne so, anche a tanti altri colleghi sparsi ovunque in paesi e paesini dell'Italia centrale. Ad Amatrice, per esempio".

La paura non passa mai, anche se il lavoro dei Vigili del Fuoco si svolge con attrezzature e preparazione che riducono il rischio al minimo possibile. Danilo però ammette: "anche se siamo imbragati, anche se lavoriamo con una soglia di rischio accettabile, con una scossa importante può sempre esserci un imprevisto. È sempre meglio non trovarsi in quel posto".

L'intervista di Enrico Paoli a Enrico Mentana I diktat di Renzi: "Chi vuole contro di lui in tv e chi no"

Enrico Mentana rivela i diktat di Renzi: "Chi vuole contro di lui in tv e chi no"


di Enrico Paoli
twitter@enricopaoli1



Direttore Enrico Mentana, ma il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato contento o no del faccia a faccia con Ciriaco De Mita?

«Di sicuro, se non fosse stato di suo gradimento, non avrebbe accettato. Non se a posteriori era altrettanto soddisfatto. Non glielo ho chiesto, non sono andato a fare spogliatoio. Forse non aveva letto l' editoriale di Vittorio Feltri di sabato mattina su Libero».

Possibile. Però con la scelta di De Mita a qualcuno è venuto il dubbio che ci sia una sorta di posizione renziana di Mentana?

«Una posizione renziana? No...(pausa, silenzio...). Perché renziana? (altro sospiro lungo). Ma no... Faccio solo il mio mestiere, senza favorire l'uno o l'altro. Non inizio certo a 61 anni, non avendolo fatto prima. La questione, in realtà, è un'altra….».

E qual'è?

«Non abbiamo messo sotto contratto i politici. In tutto il mondo i capi di governo si misurano solo con il capo dell'opposizione e in piena campagna elettorale. In Italia pretendiamo tutto, ma è già grasso che cola se riusciamo a fare queste cose. La nostra è l'unica democrazia in cui, per sua necessità, il premier fa dei faccia a faccia paritari con altre figure».


Il dubbio della deriva renziana è venuto vedendo in trasmissione De Mita e non Massimo D'Alema…

«D'Alema per ora ha detto di no, altrimenti lo avrei invitato. Chiariamo un punto. Nella disponibilità di Renzi, e non è un segreto, ci sono gli ex presidenti del Consiglio schierati per il no (De Mita, Dini, D'Alema e Monti, ndr) e il leader del Movimento 5 Stelle, ovvero Beppe Grillo. Questo è il perimetro».

Un perimetro molto ristretto, a dire il vero. E Silvio Berlusconi?

«Certo che il Cavaliere ne fa parte. Sto lavorando per portarlo in trasmissione. Solo che l' ex presidente del Consiglio ha dato la sua disponibilità solo per le ultime settimane di campagna elettorale. Non prima. Gli amanti delle dietrologie, semmai, si arrovelleranno sul perché non ho invitato Monti o Dini».

Ecco appunto.

«Monti rappresenta una stagione ben precisa della politica italiana. In pratica quando tutte le macchine da gara erano ai box in pista c' era la safety car. Ho scelto De Mita perché, teoricamente, con Renzi hanno radici comuni. Ed era quello che mi intrigava. Come si è visto, poi, il confronto è iniziato in modo accademico ed è finito con un regolamento di conti».

Ma chi ha vinto?

«Non è paraculismo, ma in questi casi non c' è mai un vincitore. Sono due spartiti diversi e ognuno di loro ha il proprio pubblico. Scorrendo le reazioni ad ogni livello, dai social in su, trovi chi dice che De Mita ha asfalto Renzi o viceversa».

E fra Gustavo Zagrebelsky e De Mita?

«Io faccio l'arbitro non l' esaminatore, anche se al confronto fra il professore e il premier tengo molto. Facile dire "ecco a voi Matteo Salvini contro Angelino Alfano". Troppo facile, anche se interessante».

D' accordo, ma chi l'ha colpita di più fra il costituzionalista e l'ex segretario della Dc?

«Sono due persone diverse, uno è un professore e l'altro un politico. Diciamo che De Mita, politicamente, ha messo maggiormente in difficoltà Renzi. Questo vuol dire che il faccia a faccia di venerdì sera è stato il primo vero confronto politico del premier da quando è segretario del Pd e presidente del Consiglio. È un dato di fatto».

Com'è un dato di fatto la voglia di vedere un confronto con Berlusconi. Lo vedremo?

«Sarebbe una cosa molto interessante. Anche perché esiste una foto che documenta il rapporto storico fa fra Renzi e De Mita mentre non esiste una che immortala il premier con il leader di Forza Italia. Sarebbe una prima volta, al di là degli incontri al Nazareno o a Palazzo Chigi».

A proposito di Forza Italia e Cinque Stelle. Non vedremo il match fra Renato Brunetta e Renzi e nemmeno quello con Grillo?

«Brunetta non rientra nella lista di Renzi, però sto lavorando per farlo incontrare con il ministro Maria Elena Boschi. E sarà un bel match. Fra Renzi e Grillo, invece, sarebbe un nulla di fatto, solo rissa. Puro spettacolo, diciamo. I due sono asimmetrici, ma paralleli. Non ne esce nulla, potremmo già scrivere tutto. Meglio, molto meglio, la Boschi con il pentastellato Alessandro Di Battista. Sono sicuro che ne verrà fuori un bel faccia a faccia. Le cosiddette seconde linee grilline sono una presenza importante».

Dato il quadro Mentana stavolta andrà a votare?

«Non credo... Anche se ai referendum, contrariamente alle politiche, qualche volta sono andato».

Ma se ci andrà?

«Vediamo. In questo momento sono nelle classica posizione dell' arbitro a cui viene chiesto per chi fa il tifo. Non chiedetemelo, per giunta in pieno campionato, sapendo quanto sia tiepido. Mi interessa di più fare un bel programma che dare una mano a qualcuno».

Ma la televisione è determinante o no per il risultato del voto?

«No. Io non credo, e lo dico contro il mio stesso interesse. Sono convinto che le scelte maturino in mille altri modi, leggendo i giornali e seguendo il libero dibattito sui social network. Conta più la lettura della televisione».

E della Rai che dice?

«Che dire, il problema della Rai è che la politica è l' editore. Difficile organizzare i confronti politici»

Viale Mazzini ha i giorni contati L'allarme totale: "Così chiudiamo"

Rai, tetto agli stipendi anche per le star: "Qui si chiude"



A viale Mazzini si sta pensando di allargare il tetto agli stipendi obbligatorio per i dirigenti anche per i conduttori e le star della tv pubblica. Il tema sarà al centro del cda Rai del 9 novembre. La Gazzetta ufficiale recita: "Il trattamento economico di dipendenti, collaboratori e consulenti Rai, la cui prestazione professionale non sia stabilita da tariffe regolamentate, non può superare i 240 mila euro annui".

Il problema che il mercato è diverso. Conduttori, attori, star e starlette sono abituati a cifre molto più alte. Abbassare i livello di compenso per la Rai significherebbe estrometterla da queste logiche, "Per noi sarebbe finita", profetizzano i piani alti di Viale Mazzini, interpellati dal Corriere, "questo accanimento ci porterà alla chiusura". Tutte le star migrerebbero verso altri lidi, come Mediaset, La7, Sky o l'agguerritissima Real Time. 

"Se dovesse prevalere questa interpretazione, saremmo di fronte a un caso di incostituzionalità", spiega l' avvocato Giorgio Assumma, esperto di diritto dello Spettacolo, ex presidente Siae. "La Rai verrebbe privata del potere contrattuale, svantaggiata sul mercato nei confronti della concorrenza. Un fatto gravissimo, che potrebbe decretarne la crisi irreversibile".

"Intitoliamo l'ospedale a Mussolini" Caos a Jesolo, la sinistra protesta

"Intitoliamo l'ospedale a Mussolini" Caos a Jesolo, la sinistra protesta



Un ristorante di Jesolo ha raccolto 700 firme per intitolare la piazzetta interna all'ospedale a Benito Mussolini. Si accontentano anche di una stradina o di una targa, purché dentro all'istituto, sorto a loro dire per volere del Duce. E' stato Ennio Capiotto, titolare del ristorante Papillon dall'onorevole, il promotore dell'iniziativa. Ma la sinistra è imbufalita e promette battaglia.

Come racconta Il Tempo, Capiotto indossa la camicia nera dietro al bancone del suo locale che è tutto un cimelio di foto del Duce. La sua battaglia, dice, è per la storia. "Quell'ospedale lo ha voluto lui ed è giusto intitolarlo a Mussolini", continua a dire. La sinistra è pronta a opporre alla lista di Capiotto i nomi degli ebrei nei campi di sterminio nazisti e quelli di partigiani, civili e militari "massacrati dalle camicie nere", dice Salvatore Esposito, di Sel.

Secondo il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia "quelle firme sono inventate".

NON E' FINITA Il sismologo spiega e chiarisce la sua posizione apparsa su Leggo

NON E' FINITA Il sismologo spiega e chiarisce la sua posizione apparsa su Leggo


di Gaetano Daniele



Nel 2009 aveva "previsto" il terremoto dell'Aquila. Ora il sismologo Giampaolo Giuliani lancia un nuovo punto interrogativo, e chiarisce anche un altro aspetto, delle dichiarazioni apparse su Leggo, che anche noi abbiamo ritenuto opportuno lanciare per mettere in guardia quelle zone colpite. Infatti, Giampaolo Giuliani, sulla sua pagina Facebook, chiarisce che in risposta all'articolo uscito su Leggo, non ha assolutamente dichiarato alla giornalista che ci sarebbe stata una scossa di M. 7.5 entro le prossime 48 ore. La domanda, precisa Giuliani, è stata: "dopo questa scossa quanto ci vorrà per sapere se è la scossa più forte?" Risposta: "Bhe 24-48h" Domanda: "E quella faglia, quanto può rilasciare?" Risposta: "Tra 6.5/7.5" E la giornalista decide secondo Giuliani, di scrivere che avrebbe dichiarato che si verificherà un nuovo evento entro le prossime 48h. La situazione continua Giuliani, si presenta critica e delicata dovuta ad un forte evento come quello di ieri, sicuramente entro 24/48h, potremo essere sicuri che l'evento sviluppatosi sia quello principale dopo di che si verificheranno le canoniche replice. Quindi secondo Giuliani, l'articolo apparso su leggo è Falso. 

Renzi, il sondaggio che fa più male Ora è ufficiale: ci sarà il ribaltone

Renzi, il sondaggio più duro: "No" in vantaggio, lo dice anche Diamanti



Un disastroso autogol politico. Anche i sondaggi di Ilvo Diamanti su Repubblica concordano: Matteo Renzi sta perdendo la battaglia del referendum ed è tutta colpa sua. Demos era l'unico istituto di rilevamento che dava i "Sì" in vantaggio. A un mese dal voto sulla riforma costituzionale, però, è cambiato tutto. Pd e M5S sono sostanzialmente stabili, staccati di pochi punti, ma sul fronte referendario i "No" sono avanti per la prima volta (sempre stando ai rilevamenti di Diamanti), di 4 punti. 

A febbraio, spiega Diamanti, "il Sì risultava in netto vantaggio". Poi però Renzi, forse per eccesso di sicurezza o per blindare voto e poltrona, "l'ha trasformato in un referendum personale. Con l'intenzione, evidente, di ricavarne una legittimazione diretta" per rimediare, sottolinea il sondaggista "al problema, che lo ha sempre angustiato, di apparire - ed essere - un premier non eletto". Politicizzando il referendum, Renzi ha mobilitato tutti gli scontenti contro di lui. Non a caso, secondo i dati di Demos, "solo un quarto degli elettori ritiene che l'obiettivo del referendum sia di riformare oppure mantenere l'attuale Costituzione". "Una maggioranza molto larga - 57% - pensa che si tratti di una consultazione a favore oppure contro Renzi e il suo governo". E il voto seguirà questa logica. Non a caso, oltre metà degli italiani ritiene che se vincerà il No il premier dovrà dimettersi.

domenica 30 ottobre 2016

Bechis, la foto del disastro all'evento Pd Così hanno ridotto le bandiere / Guarda

Il Pd riempie la piazza di parlamentari e ministri: c'è anche il cane dell'Annunziata



Sono accorsi tutti i big fedelissimi renziani alla manifestazione a sostegno del Sì al referendum in piazza del Popolo. Una piazza non del tutto piena, ma sicuramente affollata di parlamentari e ministri del Pd vicini a Matteo Renzi. A cercare di far numero anche il cane della giornalista Lucia Annunziata, immortalata dall'obiettivo di Franco Bechis. Agli organizzatori deve essere sfuggito anche il conto dei partecipanti. Sotto il palco è rimasta impietosa la scena di una montagna di bandiere Dem rimaste inutilizzate.

"È in atto un contagio sismico" Bolletino choc: cosa significa

Terremoto di Norcia, il Cnr: "Contagio sismico in atto, molto preoccupante"


Terremoto di Norcia, il Cnr: "Contagio sismico in atto, molto preoccupante"

Un "contagio sismico" altamente preoccupante. Lo spiega in una nota l'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), a poche ore dal terremoto di magnitudo 6.5 che ha devastato domenica mattina Umbria e Marche. "Il terremoto - viene puntualizzato - si è spostato da Amatrice verso nord, nell'area di Visso e Ussita,(colpite mercoledì 26 ottobre, ndr) e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell'area di Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato. Gli intervalli di tempo tra un terremoto forte ed una altro forte adiacente possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o mesi come sta accadendo oggi in Appennino centrale". 

"Purtroppo - sottolinea l'Igag-Cnr - non siamo in grado di prevedere quando e come tale sequenza sismica andrà a scemare, né possiamo in linea teorica escludere altri terremoti forti come e più di quelli avvenuti fino ad oggi in aree adiacenti a quelle colpite in questi mesi. Va però detto che se da una parte questa sequenza è fortemente preoccupante, dall'altro lato la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi. Molto peggio sarebbe se tutti questi segmenti della facomunicaglia (Amatrice, Visso, Norcia) si fossero mossi tutti insieme generando un terremoto di magnitudo almeno 7.0".

"Ogni volta che si sviluppa un terremoto lungo una superficie di faglia - spiegano ancora gli esperti del Cnr - la zona ipocentrale si scarica (rilassamento) e vengono caricati i volumi adiacenti (lateralmente) alla faglia stessa. Tali volumi, sottoposti ad un nuovo stato di stress, possono cedere (rompersi) e generare terremoti a loro volta. Sono processi di propagazione laterale della sismicità (contagio) relativamente frequenti, già osservati in altre aree sismiche della Terra come per esempio in Turchia, California e Haiti. Questo processo sta coinvolgendo l'Appennino centrale in questi mesi".

Ultim'ora - Nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia di magnitudo 6.1

Ultim'ora - Nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia di magnitudo 6.1 Epicentro tra marche e Umbria



A cura di Fulvio Cerruti e Daniela Lannia




Un terremoto di magnitudo 6,1 è stato registrato questa mattina, alle 7.41, in tutto il Centro Italia. La magnitudo è la prima stima fornita dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Epicentro tra Norcia, Preci e Castel Sant’Angelo sul Nera. Il terremoto è stato a 10 chilometri di profondità. La terra ha tremato una seconda volta alle 8. La scossa è stata di magnitudo 4,1.  

La diretta: 

Ore 8.00 - Nuova scossa magnitudo 4,1  
seconda alle 8 di magnitudo 4,1. Lo riferisce l’INGV. 

Ore 8.05 - Paura anche a Roma  
Paura anche a Roma per questa nuova scossa avvertita anche nella Capitale, più forte rispetto ai giorni scorsi. Secondo quanto si è appreso, sono decine già le telefonate arrivate ai vigili del fuoco. La gente spaventata è scesa in strada in diverse zone della città. 

H 8. 10 - sindaco Ussita: “E’ crollato tutto”  
«È crollato tutto, vedo colonne di fumo, è un disastro, in disastro!». Lo dice il sindaco di Ussita, uno dei comuni più colpiti dal sisma del 26 ottobre, Marco Rinaldi, dopo l’ultima forte scossa. «Dormivo in auto, ho visto l’inferno...«».  

Al via #LaVaccinazioneNonHaEtà promozione di tutte le vaccinazioni

Al via #LaVaccinazioneNonHaEtà promozione di tutte le vaccinazioni


di Eugenia Sermonti



#LaVaccinazioneNonHaEtà è un’iniziativa ideata e promossa dall’associazione Incontra Donna Onlus, con il sostegno del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e di Farmindustria. Il progetto gode inoltre della collaborazione di COOP e del Patrocinio di FNMCeO, SItI, e SIP. La campagna ha l’intento di informare correttamente e sensibilizzare la popolazione sull’importanza e sull’utilità delle vaccinazioni in tutte le fasi della vita. La campagna nazionale #LaVaccinazioneNonHaEtà è stata presentata al ministero della Salute da Adriana Bonifacino Presidente di Incontra Donna Onlus, Stefania Iannazzo Dirigente medico del Ministero della Salute, da Nicoletta Luppi, presidente del Gruppo Vaccini di Farmindustria, da Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive Parassitarie e Immunomediate e da Maurizio Scassola, Vice Presidente FNOMCeO. Moderatrice del progetto Laura Berti, giornalista e conduttrice televisiva di Medicina 33 del TG2.

Dal 2 al 20 novembre sarà possibile trovare materiale informativo sulle vaccinazioni all’interno dei 142 Corner Salute Coop, perché questa è una campagna pensata per le persone e che parla direttamente alle persone. Nel corso dell’iniziativa, inoltre, saranno realizzati tre eventi, in collaborazione con il brand Donna Moderna e Starbene, negli spazi messi a disposizione da Coop nei suoi Iper di Bologna, Palermo e Roma, durante i quali verrà distribuito gratuitamente il ‘calendario vaccinale’, uno strumento informativo ideato da Incontra Donna Onlus, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Farmindustria. Il ‘calendario vaccinale’ è uno mezzo chiaro e semplice per avere sempre a portata di mano tutte le informazioni su quali vaccini fare nel corso della vita. Insieme al ‘calendario vaccinale’ gratuito, i volontari distribuiranno un dépliant informativo, per dare un quadro ancora più esaustivo e corretto sull’importanza delle vaccinazioni. I volontari dell’Associazione Incontra Donna Onlus saranno impegnati nell’opera di informazione durante tutto il periodo della campagna. 

"Le monache di clausura voteranno no". Renzi, non ti resta che pregare

Le monache di clausura scomunicano Renzi: voteranno per il No



Anche le suore di clausura, il prossimo 4 dicembre, non mancheranno all'appuntamento del referendum sulla riforma del bicameralismo e del titolo V della Costituzione. Si consulteranno tra loro, metteranno sul tavolo i punti di vista ma, a poco più di un mese dal voto, emerge con chiarezza che saranno con il fronte del No. "Non abbiamo ancora fatto un incontro comune - premette all'agenzia Adnkronos suor Rosa Lupoli, già abbadessa delle suore di clausura Clarisse di Napoli, le religiose che si trovarono al centro di una polemica con Luciana Littizzetto - ma l'idea che mi sono fatta è che ci sia una grande insoddisfazione. Quando si leggono le motivazioni del No si capisce che c'è un largo fronte che pensa che il governo non sia in grado di affrontare modifiche alla Costituzione".

Le suore di clausura ne parleranno tutte assieme ma le idee appaiono già chiare: "Andremo verso il No - afferma suor Rosa -. Abbiamo letto parecchio e abbiamo sentito molte interviste. Fra l'altro, particolare non da poco, ci sono parecchi costituzionalisti che non hanno detto una parola a favore del Sì. E parliamo di esperti, tecnici che conoscono bene la materia e che quindi hanno cognizione di causa. Anche a Napoli non mi pare di vedere un grande fronte del Sì e, in ogni caso, pare di capire che i sostenitori del Sì siano più che altro animati dall'idea di dover sostenere il partito più che dalla questione in sé".

C'è chi guarda con preoccupazione alla situazione del Paese se prevarrà il No. "La situazione - osserva suor Lupoli - è già così compromessa che non credo ci sia il rischio di derive in caso di vittoria dei No". Suor Rosa Lupoli ne fa una questione di coerenza "penso ai trascorsi cattolici del premier Renzi ma mi pare che il suo operato non ne abbia tenuto conto. E l'area cattolica del Family Day ne terrà conto. Mi piace l'idea di un presidente del Consiglio giovane, giusto il ricambio generazionale ma poi bisogna mostrare anche competenza. Il Vangelo ci ricorda ogni giorno che è necessario essere consapevoli di se stessi, come dei propri limiti".

Facci: "Case sequestrate agli italiani: follia: così le regalano ai profughi"

Facci: "L'ultima follia". Case sequestrate agli italiani: le regalano ai profughi


di Filippo Facci



La trovata è del giudice delle esecuzioni immobiliari Dario Colasanti (Tribunale di Lecco) che anziché limitarsi a redigere delle sentenze ha redatto una «comunicazione»: in essa ufficializza, in pratica, la millesima interferenza della magistratura in affari non suoi. Il giudice comunica la possibilità di usare le case pignorate ai cittadini morosi per metterci gli immigrati, cioè i rifugiati: ciò il giudice fa sapere ad avvocati e cittadini. «Il menzionato progetto», ha scritto il giudice il 14 ottobre scorso, «persegue un alto scopo umanitario e sociale in quanto è volto a realizzare una distribuzione sull' intero territorio provinciale dei rifugiati assicurandogli alloggi dignitosi, così da limitare i disagi e i pericoli della permanenza accentrata nei centri di accoglienza».

Il documento è stato spedito anche per email con un titolo non lascia dubbi: «Progetto accoglienza - provvedimento G.E. Tribunale di Lecco locazione immobili pignorati ai rifugiati». A parte il linguaggio (scritto così, sembra che abbiano pignorato i rifugiati, inoltre nel testo spicca uno splendido «ammobigliati») il destinatari della comunicazione sono la prefettura, la cancelleria del Tribunale e l' Ordine degli avvocati di Lecco. Si parla di locazioni «temporanee» per i rifugiati, e della possibilità che la prefettura (che esegue i pignoramenti) paghi dei canoni d' affitto alle cooperative che si sono aggiudicate i bandi per l' assistenza. Poi si legge che gli immigrati potrebbero prestarsi a opere di manuntenzione ordinaria degli appartamenti: ma con che criterio non viene specificato.

Morale: il giudice lascia intendere - se capiamo bene - che la scelta sarebbe appunto temporanea, e riguarderebbe solo appartamenti vuoti; la prefettura, ossia il creditore che ha eseguito il pignoramento, in questo modo darebbe un ruolo e un valore a dei beni inerti. Questo all' apparenza, perché vista di spalle suona in un altro modo.

Anzitutto: è impensabile che una procedura del genere sia dovuta alla trovata di un giudice fallimentare di Lecco, e non a una norma legislativa che la preveda o a un regolamento che la contempli: il tutto, come minimo, andrebbe discusso e, se non disturba, sottoposto all' attenzione dell' opinione pubblica. Invece qui c' è una mail mandata a un Consiglio degli avvocati. In secondo luogo, c' è da chiedersi che fine farebbero gli appartamenti: a parte la sostanziale impossibilità di ritornarne in possesso da parte del pignorato, chi volesse comprarne uno ne uscirebbe solo scoraggiato; avrebbe difficoltà anche solo a visionarlo, oppure a visionarlo in buone condizioni, visto che non è credibile che degli immigrati si mettano seriamente a risistemarlo; il prezzo di vendita poi si abbasserebbe e basta, e sarebbe interessante vedere quanti si fronteggerebbero, in un' asta, per acquistare un appartamento che intanto risulta occupato e che andrà comunque sgomberato. Nell' insieme, ci perderebbero tutti. O quasi. Ci perderebbe il pignorato, privato della possibilità pur remota di recuperare il bene; ci perderebbe la prefettura (cioè lo Stato) che dovrebbe pagare dei canoni d' affitto per qualcosa che le appartiene e che gli occupanti danneggerebbero e basta; ci perderebbe ancora lo Stato, costretto a congelare la vendita di un bene che la procedura svaluterebbe; nel suo piccolo potrebbe perderci anche il cittadino: il quale, senza nessun piano d' impatto sociale, si ritroverebbe dei rifugiati come vicini di casa e questo solo perché l' appartamento è stato pignorato.

Qualche xenofobo, del resto, potrebbe anche obiettare che tutta l' operazione si presti a una morale beffarda: prima lo Stato ti pignora perché non paghi il mutuo (la maggioranza dei pignoramenti è per questo) e poi lo stesso Stato, anziché favorire l' incasso con una vendita, si mette a pagare lui (cioè noi) per ospitare dell' altra gente che non sei tu, ma evidentemente è più degna di te. Sarebbe tutto regolare: ma di fatto si caccerebbe un italiano (che non paga) per ospitare dei non-italiani (che non pagano).

"Rai abusiva, non può trasmettere" Bomba nucleare sulla tv pubblica

Allarme in tv, Rai a rischio: in quale giorno non si vedrà



Per un paio di settimane, da martedì, Viale Mazzini sarà abusiva. E' quello che scrive Il Fatto Quotidiano, secondo cui "il contratto di concessione fra la Rai e lo Stato - l'accordo che rende l'azienda gestore del servizio pubblico televisivo e radiofonico e destinataria degli introiti del canone - scadrà lunedì 31 ottobre, ma la seconda proroga (la prima è di maggio) sarà efficace verso la metà di novembre".

Il succo è questo: la Rai farà servizio pubblico in maniera illegittima. La questione è complessa. Il governo ha commesso l'errore di infilare la norma in un articolo della legge sull' Editoria, approvata il 4 ottobre, firmata giovedì dal Quirinale, ma non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale. 

Siccome i parlamentari non hanno previsto un tempo più stretto, immediato, l'entrata in vigore scatterà quindici giorni dopo l' inserimento in Gazzetta Ufficiale e dunque dopo il fatidico 31 ottobre. Il caso spaventa i vertici di Viale Mazzini: "Il ministero per lo Sviluppo economico ci ha informato che, molto probabilmente, la pubblicazione in Gazzetta avverrà per lunedì 31 ottobre. Noi proseguiamo, senza soluzione di continuità, le nostre attività gestionali, societarie e funzionali al servizio pubblico. Per i giorni non coperti dalla concessione, aspettiamo un parere legale per sapere come agire".

FISCHI E URLA Raggi contestata a Roma Frase verità, poi il gelo

Virginia Raggi, imbarazzo totale: "Buu" e fischi, fiasco a Roma



"Mi dispiace che facciate così". Con queste parole Virginia Raggi reagisce ai "buu" e ai fischi durante il suo discorso all'inaugurazione della Nuvola di Fuksas ieri a Roma.  Diciotto anni per realizzarla, 363 milioni di euro di costi, 15 ascensori di cui 8 panoramici e una capienza di ottomila posti: è il nuovo centro congressi di Roma.

Affollatissima la platea da cui sono arrivati segni di contestazioni in due momenti. Quando la Raggi ha parlato dei costi elevati dell'opera (soldi pubblici) e quando ha espresso il suo progetto di rilancio dell'Eur. "La Nuvola è un’opera iniziata molto tempo fa con costi spropositati", ha detto il sindaco di Roma, "può essere vista come una spinta verso il futuro, una vittoria che però non può portare a dimenticare errori del passato o far finta di nulla di fronte ai molti anni, troppi, passati dall’annuncio del progetto. Lo ripeto: troppi. Così come troppe sono state le gestioni responsabili del ritardo e della inimmaginabile crescita dei costi per la sua realizzazione. Quando si tratta di denaro pubblico, gli sperperi non potranno mai vederci d’accordo e - non dovranno mai più avvenire".

sabato 29 ottobre 2016

Cardito (Na): Esclusiva / Video Intervista all'ex Sindaco Giuseppe Barra

Esclusiva / Video L'ex Sindaco Giuseppe Barra interviene sul nostro blog



di Gaetano Daniele


Giuseppe Barra
Ex Sindaco di Cardito

Il nostro Blog il Notiziario sul web, incontra l'ex Sindaco di Cardito, Giuseppe Barra, con lui cerchiamo di capire cosa sta succedendo veramente a Cardito, dopo le ultime dichiarazioni apparse sul web, a firma di un cittadino che coinvolge in maniera incisiva le amministrazioni locali.


Epatite C: confronto tra esperti su iniziativa della Regione Veneto

Epatite C: confronto tra esperti su iniziativa della Regione Veneto


di Walfgang Cordsen



Si è tenuto presso l’Azienda Ospedaliera di Padova, grazie ad un contributo incondizionato di AbbVie, un workshop dedicato all’epatite C con focus sulla Regione Veneto, che ha riunito un parterre di esperti tra cui Paolo Turri, responsabile Assistenza Specialistica Regione del Veneto, che ha portato nel suo intervento alcuni dati: i pazienti trattati da gennaio a settembre 2016 sono stati 1.625 con una media mensile di 210 pazienti. I pazienti in attesa di essere trattati ed eleggibili ai criteri AIFa sono 640 e ulteriori 1.460 sono già noti ma non rientrano in questi criteri. Sta per essere attivato un programma di sensibilizzazione verso i Centri e i MMG per intercettare i pazienti meno gravi. La spesa lorda sostenuta per i farmaci di epatite C da gennaio a luglio 2016 è stata di 184.816.000 euro di cui la spesa reale 113.616.000 euro. Nello specifico dell’Azienda Ospedaliera di Padova, i pazienti trattati da Registro AIFA sono stati 933. Questa una sintesi degli interventi più importanti.

Alfredo Alberti, epatologo Azienda Ospedaliero Universitaria di Padova – ha spiegato che negli ultimi due anni la terapia della epatite C, che rappresenta la principale causa di cirrosi, di tumore del fegato e di trapianto epatico in Italia e nel Veneto, è stata rivoluzionata dalla introduzione dei nuovi antivirali orali, di altissima efficacia e tollerabilità. “In Veneto, da gennaio 2015 ad oggi, sono stati trattati con questi farmaci oltre 3.500 pazienti con malattia avanzata , in vari casi già scompensata, ottenendo la eliminazione definitiva del virus in oltre il 90%, con importanti benefici clinici, come anche documentato da una piattaforma Regionale: la ‘piattaforma Navigatore’, che registra tutti i trattamenti nella rete dei Centri Clinici del Veneto. L'obiettivo è ora quello di estendere le cure anche a pazienti meno gravi, che sono in attesa di queste terapie innovative, in un programma che preveda il riconoscimento precoce della malattia e allarghi progressivamente il diritto di accesso per un numero di pazienti che in Veneto è stimato essere di almeno 10.000 per i casi già diagnosticati e verosimilmente altrettanti da identificare. Questi nuovi scenari prevedono un coinvolgimento attivo e una task force con MMG, clinici e altri attori del sistema ”, ha concluso Alberti.

Stefano Campostrini, ordinario di statistica sociale e direttore della scuola dottorale presso l’Università Cà Foscari di Venezia, ha dichiarato che: “il caso dei nuovi farmaci per la cura dell'epatite C è assolutamente paradigmatico, imponendo soluzioni innovative che, da un lato rispettino i diritti di salute dei cittadini e i principi di equità, dall'altro non ‘sbanchino’ il sistema – sottolinea il professore - aldilà della ‘negoziazione’ con le case farmaceutiche, vanno pensati e attuati meccanismi efficienti che offrano equamente le cure partendo da chi ne più ha bisogno e che si basino, a mio avviso, su queste tre principali caratteristiche: piena comprensione dell'evoluzione clinica della patologia e della sua epidemiologia, attento controllo degli effetti di cura e degli effetti collaterali, apertura studio e sostegno del mercato delle nuove molecole”.

Ivan Gardini, presidente EpaC Onlus si augura che lo stanziamento di risorse per la cura dei pazienti con epatite C, annunciate dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della salute, siano confermate al 100% e soprattutto il fondo per i farmaci innovativi sia rifinanziato automaticamente tutti gli anni sino ad esaurimento dei pazienti da curare. Queste misure consentirebbero di eliminare le barriere di accesso ai nuovi farmaci innovativi a beneficio di oltre 150.000 pazienti che al momento sono esclusi e che sempre più spesso si recano in India per acquistare i farmaci generici. Questo esodo di massa può essere fermato con un piano nazionale di eradicazione, concertato con le regioni e ci auguriamo che la Regione Veneto sia in prima linea - come sinora ha fatto in modo esemplare - per garantire farmaci a tutti i pazienti.

Silvia Adami, dell’Unità Organizzativa Farmaceutico Protesica Dispositivi Medici Regione del Veneto, ha dichiarato che in linea con quanto previsto dal Piano socio-sanitario delle Regione Veneto, “i centri della regione autorizzati alla prescrizione dei farmaci per l’epatite C sono stati organizzate a rete secondo Hub & Spoke. I centri Hub cui compete la prescrizione, la distribuzione e il monitoraggio della terapia con i DAAs e i centri Spoke che interagiscono con il centro Hub della propria area riferendo a questo i casi eleggibili alla terapia con i DAAs”. Questa rete consente da un lato la massima facilità di accesso ai servizi da parte dei cittadini e dall’altro la prevenzione e l’attento monitoraggio di gravi complicazioni derivanti dall’utilizzo dei nuovi farmaci. Attivare la rete di collegamento con i centri Spoke e i MMG per attivare un percorso che consenta di intercettare i pazienti che necessitano di cure.

Domenico Crisarà, segretario FIMMG Veneto, ha definito di fondamentale importanza la necessità che la medicina di territorio, partendo dai MMG, abbiano un’evoluzione in termini di collaborazione e integrazione con le reti e di comunicazione tra i vari attori operanti. 

Debora Serracchiani "condannata": cosa ha fatto con i soldi dei cittadini

Debora Serracchiani sanzionata per violazione della par condicio

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E' finita nella bufera Debora Serracchiani che ha organizzato - a spese dei contribuenti, riporta il Fatto Quotidiano - un convegno dal titolo "Riforma costituzionale e Autonomie speciali" che si è svolto nella sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, a Udine, dove tutti gli invitati erano per il Sì al referendum.

A denunciare il fatto all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è stato il Movimento cinque stelle del Friuli Venezia Giulia. L'Agcom ha poi sanzionato la vice segretaria nazionale del Pd per aver violato le regole della par condicio sul referendum. "Non solo questo spudorato manifesto per il Sì al prossimo referendum del 4 dicembre è stato pagato con risorse pubbliche - ha fatto sapere la portavoce del Movimento 5 Stelle regionale Elena Bianchi - ma si è svolto in piena violazione della par condicio e in totale assenza di contraddittorio".

L'Agcom ha anche ordinato alla Regione Friuli Venezia Giulia di pubblicare sulla home page del proprio sito istituzionale, per la durata di 15 giorni, l'indicazione che lo stesso convegno, "Riforma costituzionale e Autonomie speciali", non ha rispettato quanto previsto dall'art. 9 della legge 22 febbraio 2000 n. 28 in materia di comunicazione istituzionale.

Corona in galera, la mamma in lacrime: "Fabrizio ha...", drammatica confessione

La disperazione della mamma di Corona: "Fabrizio ha distrutto le nostre vite"



Gabriella Corona si sfoga con il giornalisti di fronte al tribunale del Riesame, che sta ancora decidendo sulla richiesta di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare presentata dai suoi avvocati. La donna dichiara: "Fabrizio ha distrutto le nostre vite. Ha fatto tanti errori e ha distrutto la sua vita e in parte anche la mia", ha affermato. "Io credo a mio figlio. Ha commesso errori molto importanti, si è distrutto la vita, ha distrutto anche in parte la mia vita. La speranza è che possa cambiare un po' la testa, ma mio figlio non è un criminale. I criminali sono altri. Di errori e di reati ne ha commessi, lo so. Ma questa custodia cautelare, da quanto mi dicono gli avvocati è esagerata", ha spiegato la donna. 

Gabriella parla dei problemi psicologici di Fabrizio: "Il carcere non gli giova. Mio figlio ha problemi psicologici, li ha molto gravi da tempo, lo dico. Ha bisogno di essere seguito e curato e mi auguro che questo aspetto possa migliorare. Fabrizio ha la testa un po' matta. Ma quando fa le cose, non se ne rende bene conto, non è uno che a tavolino commette errori o reati, purtroppo la testa ce l'ha un po' così. Io lo giustificherò sempre, perché sono sua madre".

Renzi-De Mita, bomba fuorionda Ciriaco lo demolisce con una frase

Renzi contro De Mita da Mentana, nervi tesi. Fuorionda bestiale: "Matteo è un..."

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A La7 da Enrico Mentana più che un dibattito sul referendum va in onda il processo alla Prima Repubblica. Dopo Zagrebelsky, Matteo Renzi sfida un altro "vecchio saggio" del fronte del No, Ciriaco De Mita. Vicini per le origini democristiane, lontanissimi per età, garbo e prospettive. Per la verità, l'ex premier sfodera gli artigli anche in diretta, non rinunciando a battute sarcastiche. Ma è fuorionda che, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, concede il meglio: "Puoi anche essere un talento del pallone, ma se non sai dov'è la porta...". E poi, più duro: "Renzi ha la stazza di un consigliere comunale, è superbo e non ha argomenti".

In onda, Renzi ha fatto di tutto per evidenziare quanto De Mita appartenga al passato della politica. Ciriaco gli dà del "tu", Matteo del "lei" e lo chiama "presidente", rinfacciandogli le colpe del presente. Per l'ex big Dc la riforma è "frettolosa, poco ragionata. Scritta male, in modo incomprensibile. Se fossi giurista avrei grossa difficoltà a leggerla". Ribatte il segretario Pd: "È una riforma attesa nel dibattito politico, e pochi lo possono sapere come De Mita, da decenni. Non solo nel periodo dopo la Costituente. Ma nelle riforme costituzionali che si sono succedute. Peraltro in tutti e tre i tentativi è stato presente Ciriaco De Mita".

La discussione troppe volte si allontana dall'oggi, e probabilmente è quello che voleva Renzi. "I Primi anni l'esperienza degasperiana è stata straordinaria". Addirittura si parla della riforma agraria. "Approvata in due mesi, perché la maggioranza era una coalizione. In quel periodo sono state fatte riforme notevoli". Renzi lo riporta alla riforma ma solo per condannare l'operato di 30 anni fa: "Tutte e tre le volte voi avete detto che bisogna superare il bicameralismo. Ora che si fa dove voi avete fallito per tre volte, per quale motivo siete contro?. Poi se vuole possiamo discutere di storia, del debito aumentato in quegli anni. Ma qui si parla del futuro". Vola anche una parolina, "cicale", che non piace a De Mita: "Fino agli anni '80 il Paese è cresciuto". Anche stavolta, come contro il professor Zagrebelsky, il verdetto è ambiguo: sui contenuti si può discutere, ma sull'impatto mediatico il fronte del No forse ha fatto un altro autogol. E quando De Mita s'infervora ("Io mica sono del Pd dove parla solo lui" e "Volgarità, non hai dignità politica") si capisce che il volpone Renzi una battaglia l'ha vinta: quella dei nervi.

SCHIAFFO A GRILLO Fallimento totale per Beppe Snobbato anche dai suoi

Movimento 5 stelle, il regolamento passa senza il quorum



Passano il Non Statuto e il nuovo Regolamento del Movimento 5 Stelle pur senza aver raggiunto il quorum del 75 per cento degli iscritti. Alle 21 di mercoledì sera hanno votato 87.213 su un totale di 135.023. Via libera alle espulsioni dunque, ma decise da un collegio di tre probiviri e sotto la supervisione del "capo politico": Beppe Grillo. La rivoluzione Cinquestelle apre un caso politico. Il M5S intende adottare le nuove regole anche violando l'articolo del codice civile che prevede la soglia del 75% per le associazioni non riconosciute. "Ha votato la maggioranza assoluta degli iscritti" raggiungendo quello che probabilmente "è il record mondiale di partecipanti a una votazione online per una forza politica o un'associazione", si legge sul blog di Grillo.

"Oltre il 90% di chi ha votato si è espresso a favore dell'aggiornamento del Non Statuto e del Regolamento e più del 70% per il Regolamento nella sua versione con le espulsioni. Faremo in modo che questa chiara volontà venga rispettata in ossequio alle leggi attuali: i nostri avvocati sono già al lavoro per questo", viene spiegato ancora.

"Processi, burocrazie, codici e codicilli non possono fermarci perché siamo uniti e compatti verso lo stesso obbiettivo. Il Movimento 5 Stelle trova difficoltà a essere riconosciuto dalle leggi attuali perché la sua struttura e organizzazione è molto più innovativa e avanzata di quelle regolamentate dai codici. Proprio per questo il nostro caso è destinato a fare giurisprudenza", dice Grillo. "Il nostro obbiettivo è tutelare il Movimento 5 Stelle, tutelare i suoi principi, tutelare gli iscritti e garantire loro il rispetto delle regole dell'appartenenza alla comunità, dell'indirizzo politico del Movimento e di candidatura alle cariche elettive - prosegue - Grazie ancora alle decine di migliaia di iscritti che hanno votato e ai milioni di persone che ci sostengono. Andiamo avanti per governare e rendere migliore questo Paese".

Stranieri, il prete si ribella all'invasione La scritta choc sulla porta della chiesa

Il cartello del parroco di Gorino per gli immigrati: "Tornatevene al vostro Califfato"



Alzi la mano (abitanti esclusi) chi prima di qualche giorno fa conosceva Gorino. Da qualche ora, invece, il paesello del Ferrarese è diventato il fulcro, il simbolo di quanti si ribellano agli sbarchi di immigrati e profughi nel nostro Paese. Per le barricate contro l'arrivo di 12 ragazze africane e, ora, anche per un'altra storia che ha provocato grosse polemiche su internet. E' quella del parroco, don Paolo Paccagnella, che sulla porta della chiesa del paese ha affisso un cartello dal contenuto inequivocabile: "Visto che noi siamo, per voi, infedeli. Ma perchè non ve ne tornate nel vostro Califfato di Iraq con il Santo Califfo Al Baghdadi, il quale vive di armi e uccide a tutto spiano coloro che non sono sunniti.?". Il cartello, come riporta il quotidiano La Stampa, non c'entra con la vicenda delle ragazze africane e delle barricate del paese. Da mesi stava sulla porta della chiesa, anche se nelle ultime ore è stato rimosso. Lui, don Paolo, replica così a chi gli fa notare le parole a favore dell'accoglienza pronunciate da Papa Francesco: "Papa Francesco risponde di se stesso come me. Sono io che devo rispondere davanti a Dio".

Roberto Benigni in auto contromano Fermato, ira coi vigili: finisce male

Roberto Benigni fermato contromano in auto: patente ritirata



E' stata ritirata la patente a Roberto Benigni per guida pericolosa. L'Oscar per La Vita è bella è stato infatti beccato dai vigili mentre percorreva una strada contromano con la sua macchina. Tutto è accaduto a Roma, riporta il Tempo, giovedì 27 ottobre, giorno del suo compleanno.

Benigni, che si trovava in zona Parioli, alla guida della sua auto, ha cercato di fare il furbo, e per evitare la coda al semaforo, ha invaso la corsia opposta. Fermato dagli agenti della municipale per "sorpasso contromano" è stato multata e gli è stata ritirata la patente, con sospensione temporanea: per i tempi, deciderà poi il prefetto. Benigni si è infuriato con i vigili e ha provato a giustificarsi contestando il verbale. 

venerdì 28 ottobre 2016

Caivano (Na): Maggioranza spaccata Comune in Dissesto Opposizioni su Facebook

Maggioranza spaccata Comune in Dissesto Opposizioni su Facebook


di Gaetano Daniele



Dispiace vedere un partito importante come il PD, restare in silenzio difronte ad una maggioranza che non è maggioranza e che continua a perdere pezzi come un aereo in avaria. Ma come? potrebbe recitare qualche addetto ai lavori su Facebook, il segretario politico attacca in continuazione quel che resta di una maggioranza risicata, come le ultime diatribe tra il segretario, Antonio Angelino, ed un consigliere comunale di maggioranza di Noi Insieme, Domenico Falco, su una questione lampadine, che dopo tanti fulmini, trombe d'aria e saette, sembrano un diversivo per distogliere appunto l'attenzione da fatti molto più seri ed importanti. 

Aldilà delle indiscrezioni, tutte da accertare, (pronti a smentire e a dare diritto di replica ai diretti citati) dove vedevano un alto esponente del Pd locale, vicino ad altri consiglieri comunali con posizioni altalenanti, discutere col Sindaco Monopoli. Discussione, che se fosse confermata, potrebbe vestire anche panni diversi da quelli politici, ad esempio, amicali o di pura casualità. 

Ci mancherebbe altro, i social network, come Facebook, sono opportunità di confronto e discussione necessaria, soprattutto per tutti quei lettori che non hanno la possibilità di stare in piazza, ma la politica, le proposte e la consistenza la si deve portare avanti nelle sedi opportune, con tecnici di.... si può dire Alto Profilo?

Bene faceva il Segretario del Pd, Antonio Angelino, ad elencare tutte le cose non fatte da questa amministrazione, come le dimissioni invocate dal leader del Pd, Luigi Sirico, in un'ultima Video intervista proprio al nostro Portale d'informazione, anche se la risposta della maggioranza non si fece attendere: "Il Protocollo vi aspetta, iniziate a dimettervi". Ma a proposito di dimissioni, il PD, è sempre disposto a chiederle? e a proposito di emolumenti, il PD, è sempre disposto a devolvere, soprattutto oggi che il Comune è in dissesto finanziario, i propri gettoni di presenza in favore delle fasce più deboli: politiche sociali, mensa, diversamente abili, associazioni, parrocchie etc etc?. 

Intanto, aspettiamo di leggere un Manifesto politico, a firma PD, di dimissioni irrevocabili a questo Sindaco e a questa amministrazione, che ormai stenta a prendere quota difronte la punta di un Monte Nero sempre più vicina.  

Dopo la patente ritirata, un'altra disgrazia: da chi è riuscito a farsi umiliare Benigni (alla Camera)

Carlo Sibilia contro Roberto Benigni: "Patente ritirata? A furia di inversioni a U..."


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La vicenda è nota. A Roberto Benigni, complice un'azzardata manovra in contromano a Roma, è stata ritirata la patente. Una notizia riportata da Il Tempo, che riferisce anche dell'alterco tra il premio Oscar e le forze dell'ordine. Una vicenda sulla quale s'è lanciato come il topo nel proverbiale formaggio l'espertissimo di scie chimiche e dintorni, il deputato con le Cinque Stelle, Carlo Sibilia, membro del direttorio grillino ed esperto "maximo" di teorie sgangherate. Ma qui non c'entrano né il Bilderberg, né l'olio di Palma, né chip sottocutanei. C'entra solo Benigni, contro il quele Sibilia si scatena con vis polemica: "A furia di inversioni a U...", twitta l'arguto grillino. Graffiante ironia, quella del Signore delle Scie, con evidente riferimento alla scelta referendaria di mister La vita è bella, il quale ha scelto il "sì", anche se prima era "no", e tanto è bastato per dargli del "venduto" e "renziano".

di Seguito il tweet di Sibilia:

13:30 - 28 Ott 2016
147 147 Retweet   212 212 Mi piace

L'Europa e l'apocalisse militare: cosa può fare Putin (in 60 ore)

"A Putin bastano 60 ore": Europa sull'orlo dell'apocalisse militare, cosa può fare lo Zar, Putin



Quanto ci metterebbe Vladimir Putin ad invadere Estonia, Lettonia e Lituania e annetterli nuovamente alla Russia? E soprattutto, cosa potrebbe fare a quel punto la Nato? Se questi due interrogativi sono inquietanti, le risposte lo sono di più. Secondo un dossier elaborato da un think thank americano, riportato dal tabloid britannico Sun, i russi impiegherebbero 60 ore, ossia meno di tre giorni. In un lampo i carri armati e le truppe dello Zar occuperebbero Tallinn, Riga e Vilnius, prendendosi il controllo pressoché totale del Mar Baltico e lanciando una minaccia mai così concreta all'Europa dai tempi della Guerra Fredda. 

Fantapolitica? Non proprio, perché gli esperti americani sottolineano anche l'impreparazione o la sostanziale inutilità della Nato, che si troverebbe a fronteggiare due opzioni, "entrambe pessime". Il primo caso: una "sanguinosa controffensiva miliare" per liberare gli Stati baltici, con il rischio di una guerra nucleare. Il secondo: un collasso della stessa Alleanza atlantica, umiliata militarmente e diplomaticamente da Mosca. In un solo caso l'Occidente potrebbe bloccare Putin: schierando una forza di 7 brigate, di cui 3 con armi pesanti, supportate da caccia e un sistema missilistico da terra. Un esercito rigorosamente pronto a combattere. 

Il fatto che questo scenario venga prospettato ora non è casuale. Da alcuni mesi a questa parte il mondo sta assistendo a una pericolosissima escalation di manovre tattiche e provocazioni, da un lato e dall'altro della ex Cortina di ferro. Nel 2014, dopo l'annessione della Crimea, Polonia e Stati Baltici hanno mobilitato le truppe ai confini come deterrente contro le mire russe. La Nato ha dato vita alle più imponenti esercitazioni dai tempi della Guerra fredda e nel 2017 invierà 4.000 soldati. Nel frattempo la Russia si sta muovendo nel Mediterraneo in Medio Oriente, mobilitando la sua flotta anche nel Canale della Manica, con scene da "guerra navale" europea. "Le decisioni politiche e militari che stiamo prendendo e che abbiamo già preso - ha spiegato l'ex generale Nato Richard Shirreff, inglese - ci stanno spingendo verso una futura guerra contro la Russia". Quando? "Nel 2017", assicura il militare.

Sapeva l'ora esatta del terremoto Ecco le prove sconvolgenti / Guarda

Stefano Calandra, l'uomo che aveva previsto l'ora del terremoto: "C'entra l'allineamento dei pianeti"



In molti lo definiscono una Cassandra, ma Stefano Calandra, che nella vita fa il consulente per i bed and breakfast, in realtà, riesce a prevedere i terremoti decifrando le stelle. Da qualche mese, riporta il Giornale, Calandra posta una serie di grafici in cui segnala gli allineamenti dei pianeti e quindi i possibili movimenti delle faglie terrestri.

Il 25 ottobre scriveva: "26/10 sera-notte. L'affollamento di coincidenze di pianeti in linea a 0 gradi di scarto, ben 10 come numero di eventi, essendo una situazione mai vista..., fa pensare ad un potenziale rischio sismico molto alto, quasi massimo, da quel 24/8 del terremoto di Amatrice in poi". Indicava poi una generica area mediterranea e come fascia oraria quella tra le 17.30 e mezzanotte". Le scosse sono avvenute come sappiamo proprio il 26 ottobre, nella fascia oraria segnalata.

Per oggi 28 ottobre ha previsto "un allineamento perfetto dei pianeti", a decrescere in serata. "Queste previsioni", scrive Calandra, "costituiscono solo delle ipotesi pseudoscientifiche, derivanti da un modello teorico troppo giovane per essere comprovato al 100 per cento". Intanto, in Grecia ci stanno lavorando gli studiosi: su 109 grandi terremoti analizzati dal 2004, 102 sarebbero avvenuti in occasione di un allineamento di almeno tre pianeti.