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mercoledì 31 agosto 2016

Caivano (Na): Il Sindaco Monopoli dice "NO" al Giudice di Pace

Caivano (Na): Monopoli dice "NO" al Giudice di Pace


di Gaetano Daniele



Decisione storica del Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, che con proprie successive note del 02.05.2016, protocollo numero 9360, e del 04.08.2016, protocollo numero 16311, inviate al Ministero della Giustizia, dichiara che Caivano non aderisce più alla convenzione, stipulata con i comuni di Cardito e Afragola, grazie alla quale il Giudice di Pace di Afragola è finora sopravvissuto alla scure del Governo.

Una legge di riordino degli uffici giudiziari, infatti, in precedenza, aveva soppresso sia le sezioni distaccate dei Tribunali, e dunque la sezione distaccata di Afragola del Tribunale di Napoli, accorpata con il Tribunale di Napoli Nord, sia gli uffici del Giudice di Pace, e dunque l’ufficio del giudice di pace di Afragola, accorpato con il Giudice di Pace di Napoli Nord.

Tuttavia, la stessa legge prevede la possibilità che i comuni si consorzino e, con proprie risorse economiche e di personale, tengano in vita gli uffici del Giudice di Pace. Sfruttando questa possibilità offerta dalla legge, il Comune di Caivano, rappresentato nell’occasione dal Commissario Straordinario, il 01.07.2014, aveva stipulato una convenzione con i comuni di Cardito e Afragola, con la quale gli stessi enti decidevano di continuare a tenere in vita l’ufficio giudiziario sopportando i relativi oneri economici e di personale.

Dunque, grazie a tale convenzione, il Giudice di pace di Afragola, che ha la propria competenza territoriale giurisdizionale anche sul comune di Caivano, è sopravvissuto finora ai tagli degli uffici giudiziari decisi dallo stato.  

La stessa convenzione, tuttavia, prevede la possibilità per i comuni, alla scadenza di ogni anno, di non rinnovare la propria adesione all’atto di convenzione. Il sindaco Monopoli, per conto del comune di Caivano, sfruttando questa possibilità, ha inviato la seconda nota ricordata sopra al Ministero della Giustizia, manifestando la propria volontà di non aderire più alla citata convenzione.

La conseguenza logica di questa inopinata decisione del sindaco Monopoli sarà la probabile soppressione del Giudice di Pace di Afragola, salvo che i comuni di Afragola e Cardito, generosamente e senza avere alcun obbligo in tal senso, non decidano di accollarsi anche i costi che erano appannaggio del comune di Caivano, consentendo, così, che lo stesso ufficio giudiziario continui ad operare.

Qualora il Giudice di Pace di Afragola smettesse la propria attività, i cittadini di Caivano si vedrebbero deprivati dell’unico presidio di giustizia presente sul proprio territorio; tale ufficio, infatti, finora, pur tra mille difficoltà, ha garantito un servizio di giustizia ai cittadini abbastanza rilevante e, soprattutto, ha consentito a tutti i cittadini, in particolar modo ai meno abbienti, di accedere al servizio della giustizia senza sostenere costi proibitivi. Dunque, in caso di chiusura dello stesso ufficio giudiziario, i cittadini di Caivano, per impugnare una cartella esattoriale dell’Equitalia, per presentare un ricorso contro una multa per violazione del codice della strada, per chiedere una ingiunzione di pagamento e per tutte le altre forme di contenzioso, per le quali è competente per materia il Giudice di Pace, dovranno rivolgersi al Giudice di Pace di Napoli Nord, con sede in Aversa, con un aggravio di costi e un naturale disagio dovuto alla lontananza e alla non perfetta organizzazione dello stesso ufficio, inadatto a sostenere la mole di contenzioso che deve affrontare in virtù dell’ultima riforma sul riassetto degli uffici giudiziari.

L'intervista - Diane, un’attrice nata: “bisogna fare la gavetta per emergere”

Diane, un’attrice nata: “bisogna fare la gavetta per emergere”


di Francesco Celiento




Caserta - Diane Patierno, 25 anni, italo-francese (parla e scrive perfettamente in lingua transalpina), che però ha sempre abitato a Caserta città e si è formata in Campania, può vantare un curriculum di tutto rispetto fra le attrici e gli attori non di fama, fra l’altro è anche un’apprezzata presentatrice.

Dopo essersi laureata, naturalmente con il punteggio massimo di 100\100 al liceo classico “Giannone”, ha intrapreso decisamente la strada dello spettacolo: è laureanda presso La Sapienza di Roma in Letteratura, Musica e Spettacolo dopo essersi formata presso l’Accademia d’Arte Drammatica del teatro Bellini di Napoli e svolto una dozzina di laboratori per attori, qualcuno anche fuori regione; numeroso il curriculum artistico di Diane Patierno: tre esperienze sulle reti nazionali di cui una da protagonista, sette cortometraggi, alcuni spot e videoclip ma, in special modo, 17 rappresentazioni teatrali dal 2009 ad oggi; infine, ha presentato varie serate, gala, eventi culturali e mondani e proprio quest’anno ha ottenuto un ambito riconoscimento con il premio nazionale teatrale “Franco Angrisano”. Ultimamente è conduttrice ed inviata di un webmagazine casertano che approfondisce proprio i temi del lifestyle. La incontriamo seduti ai tavolini di un bar di Caserta.

Come ti è nata la passione per lo spettacolo, per cui hai sempre studiato e lavorato sin da piccola?

“Di solito gli attori raccontano sempre una bella storia simbolica; ma invece la mia è banale: quand’era piccola guardavo un cartone animato che si chiamava “Rossana dai pensaci un pò tu”, in cui una bambina-attrice protagonista aveva una vita sfavillante: sempre di corsa e passava dal set al palcoscenico teatrale; ho iniziato a fare teatro per gioco nella speranza di essere Rossana, adesso effettivamente assomiglio molto a lei. Ovviamente ho scoperto pure i lati meno piacevoli e meno glamour del cinema, ma sono comunque ancora qui a lottare ancora…”

Recitare molto in teatro credi sia propedeutico ed importante per divenire un’attrice?

“Secondo me il teatro ti dà un grosso vantaggio iniziare: degli strumenti che poi tu nel piccolo sei in grado di rimpicciolire e modificare quando lavori sullo schermo; più difficile è, invece, il percorso inverso, se sei bravo in tv e poi fai teatro non hai basi altrettanto solide. Il teatro ti dà la forte consapevolezza del valore del mestiere e degli  strumenti per modificarli in base alle richieste del regista”.

A 25 anni hai un sogno sicuramente, qual è?

“Desidero solo divenire un’attrice felice di esserlo, che vuol dire gratificata; oggi essere attori è dura: siamo in tanti ma il lavoro è poco; ci sono circuiti privilegiati, è sempre difficile emergere se non esiste qualcuno che creda in te e ti spinga. Spero che, nonostante le difficoltà dell’ambiente, sia gratificata dalle scelte artistiche e personali, ovvero interpretare bei ruoli e arrivare ad un’indipendenza economica per mantenermi da sola vivendo dignitosamente”.

Hai accennato a difficoltà, quali sono quelle che tu hai incontrato?

“Banalmente non tutti si rendono conto che per arrivare a certe performance c’è un lungo periodo di prova sudore, lacrime, fatiche, certe volte torni a casa convinta che la scena che ti ha richiesto il regista non va bene e ci pensi sempre; un’attrice fa la cosa che ama ma è sempre incatenata a quella cosa, hai sempre in mente il tuo percorso, un grosso rovello dire io…”

E’ luogo comune che in questo mondo girano veri e propri ciarlatani o persone di potere che fanno proposte indecenti…

“Si, ma la questione è sopravvalutata, perché sono convinta che ci siano tantissime persone, onesti professionisti, che non approfittano delle giovani ragazze appena arrivate. E’ capitato anche a me di ricevere delle avances, ma io non facilito queste cose perché cerco di mostrarmi sempre professionale e concentrata sul lavoro; se tu non dai loro il modo di avvicinarsi è veramente raro che qualcuno arrivi a farti la classica proposta indecente…”

"Basta così, adesso ti denuncio...": Mastella porta in tribunale la Lucarelli

"Basta, ti denuncio". Mastella porta in tribunale Lucarelli



Clemente Mastella arrabbiatissimo e pronto a querelare. Le furie del novello sindaco di Benevento si stanno per abbattere su Selvaggia Lucarelli, e il motivo, come facilmente immaginabile, è uno dei post al vetriolo della blogger.

La Lucarelli, passando per Bangkok durante le vacanze, ha scritto sulla sua pagina Facebook quanto si sia pentita della scelta, e ha tirato in ballo anche Clementone. "Se 18 milioni di persone all’anno ci vengono – ha scritto riferendosi alla capitale della Thailandia - non sarà mica masochismo di massa. Se Bangkok è la città più visitata al mondo dopo Londra e New York ci sarà una ragione. Ve la dico io la ragione: è la stessa per cui Mastella è stato eletto sindaco a Benevento. Ovvero: libertà di voto e di viaggio concesse con troppa facilità. Io sequestrerei tessera elettorale e passaporto ad una buona metà del paese".

Inutile dire che Mastella si sia un pochino indispettito, e ha replicato dicendo: "Che Selvaggia Lucarelli stando al sole della Thailandia, di certo più forte e pericoloso per gli effetti che produce sulle persone, parli male di me è oltremodo accettabile. Ho letto negli anni tante valutazioni cretine, una in più o una in meno lasciano il tempo che trovano, ma è inaccettabile e insopportabile che lei offenda Benevento, la democrazia elettorale e la mia gente. Chiedo all’Ordine dei giornalisti di valutare se esistano condizioni deontologiche superate con incredibile banalità, tali da richiederne l’intervento. Nel frattempo ho dato mandato al mio avvocato di querelare la Lucarelli per tutelare non il mio nome, ma quello della mia città".

Passeggero salta i controlli, è panico Aeroporto evacuato: caccia all'uomo

Francoforte, caccia all'uomo: evacuato l'aeroporto



Panico all’aeroporto di Francoforte: due terminal sono stati evacuati dopo che è scattato l’allarme per un passeggero che ha superato le barriere senza aver completato le procedure di sicurezza. La persona però al momento non è in custodia, ha fatto sapere la polizia, e non è chiaro se la violazione fosse pianificata o avvenuta per errore. Per sicurezza, le forze dell’ordine hanno immediatamente evacuato due terminal A e A+, con gli altoparlanti che invitavano «tutti i visitatori a lasciare immediatamente l’edificio». Forti disagi e ritardi sono previsti nello scalo, il quarto in Europa, principale hub utilizzato dalla Lufthansa, con un traffico annuo di oltre 65 milioni di passeggeri.

L'invasione nei giorni del terremoto Record: quanti immigrati sono sbarcati

Invasione nei giorni del terremoto: tredicimila sbarchi



Chissà se dietro c'era una precisa strategia o se il fenomeno sia da collegarsi semplicemente alle condizioni meteo favorevoli che perdurano da giorno. I numeri, che fornisce oggi Il Corriere della Sera, sono impressionanti: in soli quattro giorni, sulle nostre coste sono sbarcati dal Mediterraneo tredicimila migranti: più di tremila al giorno. Settemila soccorsi solo lunedì con 53 operazioni di salvataggio di Guardia Costiera e Marina Militare.

Certo, spiega Il Corriere, un picco favorito dalle belle condizioni meteo e del mare sul Canale di Sicilia. Ma il sospetto è legittimo: quello che gli scafisti abbiano anche approfittato della tragedia del terremoto in centro Italia, con tutti i media che per giorni si sono solo e soltanto occupati del sisma e delle sue conseguenze. E si siano infilati in questa "finestra" di disattenzione mediatica per scatenare una delle più impressionanti ondate di sbarchi da quando il fenomeno migratorio è iniziato.

Beppe Grillo, addio tregua terremoto: "Dal governo solo pannicelli caldi"

Beppe Grillo, addio tregua terremoto: "Dal governo solo pannicelli caldi"


"Siamo ancora tutti sconvolti per la tragedia del terremoto che ha colpito Amatrice, e il Paese intero è costretto a chiedersi ancora una volta: si poteva prevenire questo disastro?". Beppe Grillo rompe la "tregua politica" del dopo-terremoto e parte all'attacco del governo. In un post sul suo blog, il leader morale del Movimento 5 Stelle domanda: "Si poteva fare qualcosa prima, in modo che danni e vittime fossero un numero almeno più contenuto se non irrisorio? Sono domande che da anni ci poniamo, quando il terremoto colpisce puntualmente il nostro territorio destinato dalla geologia ai flagelli sismici. Domande alle quali non c'è mai una risposta sensata, condannati come siamo a un loop di stupore/disgrazia/stupore che somiglia sempre più ad un brutto incubo". 

"Nel momento del panico, delle macerie, si parla di pannicelli caldi come le agevolazioni fiscali (ovvero, miseri abbuoni sulle tasse per gente che ha perso tutto), o di sospensione dei mutui (che verranno richiesti senza pietà dopo qualche mese o anno, su case ormai ridotte in polvere). E poi si è coniata la magica locuzione dopo-terremoto, astutamente messa lì - fateci caso - a sostituire la parola ricostruzione che fa venire i sudori freddi a qualsiasi governo", prosegue il post, in cui si osserva: "Si stanziano miseri 50 milioni per una minestra e una tenda, e per il resto si fa capire che è meglio che ci pensiamo da soli, dato che lo Stato non esiste più. O meglio: esiste solo per andare a pietire due soldi di sforamento in Europa, sforamento che ci viene prontamente negato perché le aree colpite non sono industrializzate, non fanno Pil, insomma i borghi del ’300 non valgono nulla agli occhi dei burocrati europei".

AMATRICE PIANGE Lo schiaffo del vescovo, il dolore della gente

I funerali delle vittime: lacrime e dolore sotto la pioggia




Funerali di Stato ad Amatrice per le vittime laziali del terremoto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto poco prima delle 18. Prima di lui sono arrivati anche il premier Matteo Renzi e il presidente del Senato Pietro Grasso. 

Il dolore condiviso - È piena di gente la tensostruttura allestita nel cortile del complesso don Minozzi. Ci sono centinaia di persone a rendere l’ultimo saluto alle 28 bare. Tra queste due più piccole, di bambini. Tutte disposte di fronte a un altare montato proprio in fondo sotto un grande crocifisso e la statua della Madonna della Neve. Ci sono anche tanti palloncini bianchi che la protezione civile ha voluto donare ai bambini. La pioggia è diminuita ma continua fin dalle prime ore del pomeriggio. Ci sono parenti, amici, corone di fiori, gonfaloni. Tra i primi politici ad arrivare il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, i vicepresidenti della Camera Simone Baldelli, Roberto Giachetti e Marina Sereni. C'è pure Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra italiana a Montecitorio. Ma ci sono soprattutto loro chi piange i propri cari, stretti nel loro dolore. Qualcuno è seduto accanto alle bare, altri si abbracciano, cercano conforto.

Renzi: "Non vi abbandoneremo" - "Non vi lasceremo soli. È un impegno", ha commentato Renzi dopo aver stretto le mani ai rappresentanti dell'esercito, delle forze dell'ordine e ai volontari. Ad una rappresentante delle unità cinofile di Civitavecchia che ha sottolineato le difficoltà in cui lavorano, anche con lei il premier Renzi si è impegnato per aiutarli: "Ci proviamo", ha detto e poi ha aggiunto "che cosa meravigliosa hanno fatto i cani". 

Il vescovo: "Uccide l'uomo" - "Non sono i terremoti ad uccidere ma l'opera dell'uomo", è il passaggio più duro dell'omelia del vescovo di Rieti, Domenico Pompili. "I terremoti esistono da quando esiste la terra e l'uomo non era neppure un agglomerato di cellule, senza i terremoti - sono parole del vescovo - non esisterebbero le montagne, forse neppure l'uomo, il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo". Monsignor Pompili ha poi invitato tutti a non trasformare la ricostruzione in "sciacallaggio e querelle politica".

Carte falsificate sui lavori antisisma Il dossier riservato: almeno 21 casi

Le carte false sui lavori del sisma. Dossier: almeno 21 casi



Secondo le carte che riguardano 21 edifici pubblici tra Amatrice e Accumoli i lavori di adeguamento antisismico sono stati fatti, ma quelle strutture sono crollate perché i soldi destinati a quei lavori sono stati spesi per altro. Esiste un intero dossier che avvalora i sospetti dei magistrati di Rieti che indagano per disastro colposo dopo il terremoto in centro Italia: quelle carte sono state falsificate. Come riporta il Corriere della sera, un documento riservato dimostra diverse irregolarità nelle ristrutturazioni avvenute dopo il terremoto in Umbria del 1997, con alcuni casi clamorosi che riguardano chiese, complessi parrocchiali, la caserma dei carabinieri, oltre alla Torre Civica di Accumoli, sulla quale esiste anche un fascicolo dell'Anac di Raffaele Cantore. Su quello e altre decine di interventi sarebbe coinvolto il vicesindaco di Amatrice, Giancluca Carloni, geometra che ha curato diversi interventi nella zona.

Il maxi-fascicolo dovrà far luce su 2,3 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti altri 4 spesi dopo il 2009, tutti soldi pubblici spesi per lavori di adeguamenti sismici, con i nomi dei progettisti, le ditta incaricate, i progetti eseguiti. E poi ci sono le carte dei collaudi che avrebbero certificato la bontà di quanto realizzato. Documenti smentiti dai fatti, considerato che tutti quegli edifici sono crollati dopo il sisma o sono gravemente lesionati. Il sospetto dei magistrati è che la falsificazione delle carte abbia interessato anche le abitazioni private, considerando le diverse segnalazioni di sfollati ai Vigili del Fuoco. In tanti avrebbero acquistato di recente una casa nella zona colpita dal sisma con tanto di certificazione statica apparentemente in regola.

Nei prossimi giorni i magistrati interrogheranno architetti, ingegneri e geometri che negli ultimi anni possono aver avuto un ruolo nei lavori di adeguamento sismico dei 21 casi presi in esame. Starà a loro chiarire come mai in diverse situazioni è stato preferito svolgere lavori di miglioramento, chi ne ha disposto l'esecuzione e soprattutto che cosa è stato scritto sulle relazioni finali per ottenere il nulla osta dei collaudatori. E anche questi ultimi dovranno dare conto dei documenti che hanno firmato.

martedì 30 agosto 2016

SILURO PER GLI ITALIANI Sisma, in arrivo nuove tasse per sostenere la ricostruzione

Terremoto, arriva la mazzata per tutti. Ecco le nuove tasse per la ricostruzione



Gli effetti a lungo termine del terremoto in centro Italia potrebbero presto ripercuotersi sull'intero Paese, in particolare sulle tasche di tutti gli italiani. Per i territori colpiti dal sisma sono necessari nei più brevi tempi possibili soldi per la ricostruzione e la messa in sicurezza delle strutture pericolanti e della strade. Denaro che potrebbe arrivare dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea che metterebbe a disposizione circa 350 milioni di euro da spendere però, ricorda il Giornale, entro e non oltre 18 mesi. Accedere a quei fondi e non rimetterci non è cosa scontata, perché Bruxelles è disposta a finanziare solo progetti dettagliati, che chiariscano da subito cosa vogliono realizzare, con quali costi e in quanto tempo. Un lavoro che richiede una capacità di programmazione non proprio caratteristica del modus operandi italiano soprattutto quando il governo si ritrova davanti a una situazione di emergenza.

La situazione economica del nostro Paese non facilita le cose, considerando l'alto deficit col quale l'Italia deve sempre fare i conti e il debito elevatissimo che si porta appresso. Per questo storicamente tutti i governi hanno sempre preferito la vita più facile, anche se più dolorosa per i cittadini e soprattutto duratura. Il premier Matteo Renzi ha provato a fare la voce grossa con Bruxelles, quando ai microfoni del Tg1 ha tuonato che: "All'Europa diciamo che quello che serve per questa cosa lo prendiamo, punto". Già trovare i 50 milioni da stanziare subito per i primi aiuti nelle Marche e nel Lazio, il governo ha raschiato il fondo del barile. Se agli eurocrati non piacerà il progetto Casa Italia, il governo non avrà altra strada se non imporre l'ennesima accisa per ripagare i costi della ricostruzione. Come la storia insegna, in fondo, visto che ancora oggi gli automobilisti si ritrovano ad ogni rifornimento a versare una quota per la guerra d'Etiopia degl 1935-1936, la crisi petrolifera di Suez del 1956, i terremoti del Belice nel 1968, dell'Irpinia nel 1980, dell'Aquila nel 2009 e dell'Emilia nel 2012. Senza dimenticare le alluvioni di Firenze nel 1966 o in Liguria nel 2011.

Se l'emergenza è per natura transitoria, o almeno si spera, le accise sono perpetue e pesano sul costo dei carburanti per il 52% del totale. Solo dal settore energetico, lo Stato incassa ogni anno 25,5 miliardi che poi spende per le questioni più disparate, sempre meno per evitare che nuove emergenze insorgano. Ne hanno beneficiato i nuovi contratti degli autoferrotranvieri e il Fondo unico dello spettacolo, per citare solo due esempi. I primi sei mesi di quest'anno hanno fatto registrare una timida ripresa dello 0,7% che ha portato nelle casse pubbliche circa 11,3 miliardi di euro. Un gettito che rischia di ridursi, se non di deprimersi, se i consumi dovessero rallentare. E aumentare il costo dell'energia con nuove tasse di sicuro non li aiuterà a crescere.

Lutto nel cinema È morto Gene Wilder genio della comicità

Lutto nel mondo del cinema: morto Gene Wilder



Indimenticabile protagonista di Frankenstein Junior e Willy Wonka, tra le altre cose, il sorriso di Gene Wilder, pseudonimo di Jerome Silberman, si è spento a 83 anni.

Si era allontanato dalle scene da anni dopo una carriera da mattatore della comicità. Lunghissimo il sodalizio con l'altro mito: Mel Brooks. Nel 1999 gli era stato diagnosticato un linfoma. Nato a Milwaukee in una famiglia di ebrei russi immigrati, dopo l'università in America, decide di trasferirsi in Inghilterra, dove inizia a studiare recitazione alla "Bristol Old Vic Theatre School", oltre ad imparare a tirare di scherma. Entra al prestigioso Actors Studio, che gli spianerà la strada per la carriera. Il suo primo ruolo cinematografico è poco più che una comparsata in Gangster Story.

Gli esordi - Nel 1963 Wilder viene scritturato nel ruolo principale dello spettacolo teatrale Madre Coraggio e i suoi figli al fianco di Anne Bancroft, che gli presenta il fidanzato (e futuro marito) Mel Brooks. Pochi mesi dopo Brooks gli rivela che sta lavorando alla sceneggiatura di Primavera per Hitler e gli promette che sarebbe stato la prima scelta nel ruolo di Leo Bloom qualunque fosse stata la destinazione del lavoro, teatro televisione o cinema.

Arriva il film Per favore, non toccate le vecchiette, del 1968, anche per Mel Brooks è l'opera prima da regista e sceneggiatore, e rivela le grandi doti comiche e recitative di Wilder. Per la sua interpretazione riceve la nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista, mentre il film si aggiudica la statuetta per la miglior sceneggiatura originale.

Inizia così la proficua collaborazione tra i due, che raggiunge l'apice della creatività intorno alla metà degli anni Settanta. A Per favore, non toccate le vecchiette seguiranno tuttavia per Wilder una serie di insuccessi commerciali, la commedia inglese Fate la rivoluzione senza di noi interpretata al fianco di Donald Sutherland e ambientata durante la Rivoluzione francese, e la commedia sentimentale Che fortuna avere un cugino nel Bronx dove Wilder è diretto dall'anglo-indiano Waris Hussein, preso dopo aver dovuto rinunciare alla prima scelta Jean Renoir in quanto suoi impegni preesistenti avrebbero comportato lo slittamento di un anno delle riprese.

La consacrazione - Uno dei ruoli più importanti della carriera di Gene Wilder lo vede protagonista nel 1971 del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, di Mel Stuart, tratto dal romanzo La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl. La pellicola in origine fu un flop commerciale, probabilmente risultando poco gradita al pubblico familiare a cui era destinata a causa di un umorismo a tratti crudele, ma col tempo è diventato un film di culto.

 Un altro ruolo eccezionale è stato nel 1972 nel film di Woody Allen Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) di cui interpreta uno degli episodi più divertenti. All'indomani del film Wilder inizia a lavorare ad un copione intitolato Young Frankenstein. Dopo averne scritto un canovaccio di due pagine contatta Mel Brooks, che pur ritenendo l'idea "carina" si dichiara non interessato. Un paio di mesi dopo Wilder viene contattato dal suo futuro agente Mike Medavoy il quale gli chiede se abbia tra le mani qualcosa in cui possa far lavorare i suoi freschi clienti Peter Boyle e Marty Feldman. Wilder, che aveva da poco visto Feldman in tv, viene immediatamente ispirato ad assegnargli il ruolo del futuro Igor. A Medavoy l'idea piace e contatta immediatamente Brooks, il quale pur dubbioso, reduce da due flop in quattro anni, accetta la regia del film. Nel frattempo, mentre Frankenstein Junior è nella fase preparatoria e Mel Brooks è impegnato nelle riprese di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Wilder è chiamato a interpretarvi il ruolo di Waco Kidsostituendo il protagonista Gig Young, troppo malato per completare le riprese, dopo che Dan Dailey aveva dato forfait all'ultimo momento.

I due film escono a distanza di pochi mesi, nel 1974, e sono due grandi successi commerciali. Frankenstein Junior regala a Wilder e Brooks una nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.

Nuova coppia - Durante le riprese di Frankenstein Junior Wilder pensa a una commedia romantica con protagonista il fratello di Sherlock Holmes, idea che porterà al suo debutto da regista con la pellicola Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, uscita nel 1975, nella quale recita di nuovo in coppia con l'amico Marty Feldman. Nel 1976 nasce la coppia comica con Richard Pryor, che lui stesso aveva suggerito come partner ai produttori, per il film Wagons-lits con omicidi. Nel 1977 è la volta della sua seconda regia, Il più grande amatore del mondo, ispirata al film di Federico Fellini Lo sceicco bianco, e che si rivela un insuccesso di critica e di pubblico.[2]Nel 1979 viene diretto da Robert Aldrich nella commedia western Scusi, dov'è il West?, dove duetta con un emergente Harrison Ford, che aveva sostituito in fase di pre-produzione John Wayne.

Nel 1980 Sidney Poitier convince Wilder e Richard Pryor a fare un nuovo film insieme. Nessuno ci può fermare, nonostante la sua lavorazione difficoltosa dovuta soprattutto al fatto che Pryor era nel frattempo divenuto dipendente da cocaina, è un grande successo internazionale (ma non in Italia), e il film compare più volte in liste e classifiche sulle migliori commedie cinematografiche. 

Nel frattempo Poitier e Wilder sono diventati amici, e scrivono insieme la sceneggiatura del loro successivo film Hanky Panky - Fuga per due dove Wilder conosce la futura compagna di vita e dei successivi due film Gilda Radner. Dopo Hanky Panky Wilder dirige il suo terzo film, La signora in rosso, che nonostante le brutte critiche ottiene un grande successo di pubblico e lancia la carriera dell'esordienteKelly LeBrock. La quarta e ultima regia di Wilder, Luna di miele stregata del 1986, è invece un flop.

La TriStar Pictures nel frattempo propone a Wilder un nuovo film in coppia con Pryor, che Wilder accetta solo a condizione di riscrivere il copione. Il risultato è Non guardarmi: non ti sento, uscito nel maggio 1989 e ultimo grande successo commerciale dell'attore. La critica apprezza la recitazione di Wilder e Pryor ma boccia unanimemente la sceneggiatura del film.[4][5][6]

Dopo la commedia romantica Bebè mania Wilder gira nel 1991 l'ultimo film con Pryor, Non dirmelo... non ci credo, che rappresenta l'unico flop della coppia e nel quale è visibile il deterioramento fisico di Pryor dovuto alla sclerosi multipla. Il film è anche l'ultimo ruolo da protagonista per Pryor e l'ultimo film per il cinema di Wilder. Nel 1994 Wilder è protagonista della sitcom Quel pasticcione di papà, che riceve critiche mediocri e dura una sola stagione. Nel 1996 torna dopo più di vent'anni a recitare in teatro, portando in scena per cinque mesi consecutivi al Queen's Theatre di Londra Laughter on the 23rd Floor di Neil Simon.

Wilder ritorna in scena nel 1999, dove appare nel pluripremiato adattamento televisivo della NBC di Alice nel paese delle meraviglie e in due film-tv polizieschi sceneggiati dallo stesso Wilder, The Lady in Question e Murder in a Small Town, entrambi inediti in Italia. Tre anni dopo compare come guest star nel telefilm Will & Grace nei panni di Mr. Stein, ruolo per cui vince un Emmy. Ad oggi questo è il suo ultimo ruolo, avendo deciso di ritirarsi a vita privata.

Nel maggio 2005 Wilder ha pubblicato un libro con le sue memorie, Baciami come uno sconosciuto (Kiss Me Like a Stranger: My Search for Love and Art), pubblicato in Italia da Sagoma Editore, un resoconto completo del periodo che va dalla giovinezza alla morte della Radner. Due anni dopo ha pubblicato il suo primo romanzo, La mia puttana francese (My French Whore), ambientato durante la Prima guerra mondiale, nel 2008 ne ha pubblicato un secondo, The Woman Who Wouldn't, mentre nel 2010 ha dato alle stampe una raccolta di storie, What is This Thing Called Love?.

Wilder si è sposato quattro volte: dal 1960 al 1965 con Mary Mercier; dal 1967 al 1974 con Mary Joan Schutz. Da entrambe queste donne ha divorziato. È, poi, stato sposato con l'attrice dello show Saturday Night Live, Gilda Radner dal 1984 fino alla morte di quest'ultima nel 1989, dovuta ad un cancro alle ovaie. Da allora, Wilder è stato un attivo testimonial della lotta al cancro, organizzando campagne di sensibilizzazione e raccolte di fondi.

Nel 1999 lo stesso Wilder è stato colpito da un tumore al tessuto linfatico, il Linfoma non Hodgkin, da cui nel 2005 è stato dichiarato completamente guarito grazie alla chemioterapia e a un trapianto di cellule staminali.

Grossi guai per un ex di serie A e B: usura, estorsione con i soldi della mala. Chi hanno beccato

Grossi guai per un ex di serie A e B: usura, estorsione con i soldi della mala. Chi hanno beccato


C’è anche il calciatore professionista Francesco Modesto, che ha giocato in serie A e B, tra i 14 arrestati in un’operazione antimafia dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza. Gli indagati devono rispondere di far parte di un’associazione di tipo mafioso dedita all’usura e all’estorsione. Al centro dell’inchiesta un gruppo criminale ritenuto emanazione delle cosche federate Cicero-Lanzino e Rango-Zingari di Cosenza che, utilizzando i capitali della ’ndrangheta, elargivano prestiti con l’imposizione di tassi d’interesse fino al 30 per cento mensile. Modesto, 34 anni, deve rispondere dell’accusa di usura poiché si sarebbe prestato a prestiti di denaro insieme al suocero, anche lui tra gli indagati. Modesto, oggi svincolato, ha giocato anche in serie A. Dopo l’esordio con il Cosenza, ha giocato con Vibonese, Palermo, Ascoli, Reggina, Bologna, Genoa, Parma, Pescara, Padova e Crotone. I dettagli verranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà alle 11 alla Procura della Repubblica di Catanzaro.

LA MAZZATA D'AUTUNNO Occhio: ecco lo tsunami delle tariffe Telefoni, arrivano i rincari (nascosti)

Telefonini, arriva lo tsunami dei rincari. Ecco chi ha già aumentato le tariffe



Le prime avvisaglie che per i clienti delle compagnie telefoniche non sarebbe stato un autunno tranquillo sono arrivate già a metà agosto. Diversi italiani in vacanza all'estero si sono visti attivare nuove tariffe per il roaming, nuovi costi aggiuntivi che prima non c'erano, modifiche alle tariffe nettamente al rialzo. È l'effetto dell'abolizione dei costi del roaming da parte dell'Ue che ha gettato nel panico le compagnie di telefonia mobile, prima di ritrovare pace con la solita soluzione: accanirsi sulle tasche dei clienti. L'Ue ha imposto che per giugno 2017 telefonare e navigare col proprio cellulare all'estero non dovrà avere nessun costo aggiuntivo, nel frattempo le compagnie avrebbero dovuto abbassare le tariffe, ma non si sono mai davvero adeguate alle indicazioni europee, beccandosi lo scorso 12 agosto un procedimento sanzionatorio contro Tim, H3G e Wind.

Come riporta la Stampa, uno dei casi che più ha indispettito gli italiani in vacanza è stato quello di Tim che ha lanciato una nuova tariffa base per l'estero, Roaming Europa Daily Basic, facendo pagare 3 euro in automatico al primo utilizzo del telefono alla prima telefonata o sms inviato o ricevuto. Wind ha spillato ai suoi clienti 2 euro per lo stesso servizio.

La fantasia delle compagnie telefoniche non si ferma ai rincari sui telefonini. Non si salvano neanche i telefoni fissi, come nel caso di Tim che dal primo agosto ha aumentato la tariffa Internet senza limiti da 36,60 euro a 39,90, quello con tariffa a 24,90 a 25,90. Sulla stessa scia anche Wind che si prepara ad aumentare di un euro le sue tariffe sulle linee fisse.

Una spinta creativa è arrivata anche da H3G che ha introdotto il pagamento di un euro aggiuntivo al mese del 4G, la rete più veloce oggi in Italia per telefonia mobile. Vodafone per non essere da meno farà pagare le richieste al 414 di credito residuo, cancellando il servizio gratuito 404 che informava del proprio saldo. Da parte sua Vodafone spiega che usando la propria app è possibile ricevere la stessa informazione ancor ain modo gratuito, ovviamente navigando con le loro tariffe.

L'autunno alle porte non promette niente di buono per la quasi totalità degli italiani con almeno un celllulare in tasca. L'allarme partito dalle associazioni dei consumatori parla chiaro: "Molto probabilmente, ai rincari appena partiti seguiranno altri aumenti ancora da parte di altre società. È già successo nel passato, per esempio con i servizi di richiamata. Erano gratuiti e dopo che uno degli operatori sul mercato ha fatto il primo passo e li ha aumentati, altri si sono subito mossi allo stesso modo".

Il dramma di Bonucci: il figlio sta male. Il gesto commovente di tutte le curve

Il dramma di Bonucci: il figlio sta male. Il gesto commovente di tutte le curve



Sono giorni difficilissimi per il difensore della Juventus Leonardo Bonucci, costretto ad allontanarsi per due giorni dal ritiro della Nazionale per poter stare più vicino alla sua famiglia dopo l'aggravarsi delle condizioni di salute di uno dei due figli. Il piccolo era stato operato lo scorso luglio all'ospedale Regina Margherita di Torino per l'insorgenza di una patologia acuta. Dopo l'intervento sono stati gli stessi genitori del bambino a rassicurare amici e tifosi che tutto fosse "perfettamente riuscito" e che ci fossero i "primi segnali positivi". Bonucci ha sempre chiesto ai media e ai fan di: "rispettare il silenzio e la privacy che ogni bambino con la propria famiglia merita". Ma non è passata inosservata la mancata convocazione del difensore da parte della Juve già la scorsa settimana, prima della partita contro la Lazio. La notizia ha subito fatto il giro delle tifoserie che hanno esposto uno striscione di solidarietà per la famiglia Bonucci nell'ultimo weekend di partite, anche quelle tifoserie storicamente più accese contro i bianconeri, come quella romanista e napoletana. Lo stesso ct azzurro Ventura ha fatto il suo in bocca al lupo al suo giocatore augurandosi: "Di rivederlo qui fra due giorni".

Le promesse di Renzi? Già a rischio: e gli sfollati vivranno da profughi

Le promesse di Renzi? A rischio: da terremotati a profughi



Nella concitazione del post-terremoto non è sfuggita una promessa del governo: entro un mese i 2.500 sfollati del fazzoletto di Appennini compreso tra Amatrice e Pescara del Tronto lasceranno le tendopoli d'emergenza allestite dopo il sisma. Matteo Renzi ha sempre professato "calma e gesso", e anche ieri l'ha voluto ribadire: "C'è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate". 

In attesa dei minichalet - Tutto condivisibile, ma proprio per questo quella promessa di far presto (un mese) anche per evitare ai terremotati le insidie del freddo invernale sembra scontrarsi con la realtà. La concertazione tra governo ed enti locali ha portato all'accantonamento sia dell'ipotesi "new town" modello L'Aquila sia dei container tradizionali. Si procederà con la consegna di prefabbricati in legno, 700 mini-chalet più economici (costo totale 35 milioni) e più facili da allestire in attesa della ristrutturazione (forse meglio dire ricostruzione) dei borghi originali, ipotizzata con ottimismo in 5 anni e al via dalla primavera 2017. Qui sorge il problema. I tempi di consegna dei mini-chalet sono decisamente più lunghi: tre mesi, con 20 giorni per allestire interni e allacciamenti. 

Tre mesi da profughi - Cosa faranno dunque gli sfollati in quei 2-3 mesi tra l'abbandono delle tende e l'insediamento nei mini-chalet? Dovranno ripiegare su sistemazioni d'emergenza, hotel sulla costa di Lazio e Marche. "A gruppi, per non disperdere la comunità", spiega il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Nel frattempo sarà diventato operativo il piano di governo e protezione civile, che prevede un contributo di 600 euro mensili a famiglia per trovare una sistemazione autonoma, con 200 euro aggiuntivi per quei nuclei che hanno un over 65enne, un disabile o portatore di handicap con percentuale superiore al 67% (300 euro di contributo massimo, invece, per i nuclei composti da una sola persona). Il contributo viene concesso "dalla data di sgombero dell'immobile e sino al rientro nell'abitazione". Tra qualche mese, si spera, si parlerà concretamente del "Casa Italia", mirabolante (e per ora molto fumoso) piano da 2-3 miliardi l'anno che dovrebbe prevedere, svela il consulente di Renzi Renzo Piano, incentivi e sgravi fiscali per chi ristruttura casa. Un problema che riguarderà però chi la casa ce l'ha ancora.

Caivano (Na): L’associazione Diritti Sociali ripulisce il Parco Verde

Caivano: L’associazione "Diritti Sociali" ripulisce il Parco Verde


di Alfonso Mormile 
(Minformo.com)








C’è chi è abituato a lavorare nel silenzio e a risolvere concretamente i problemi, senza chiasso, senza l’aiuto dei media o di professionisti chiamati per darsi un tono o per spillare altri contributi per la propria associazione.

Parafrasando le parole del Vangelo potremmo scrivere, non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra.

In questo caso parliamo dell’associazione “Diritti Sociali” nata dalla volontà di alcuni cittadini del rione Parco Verde di Caivano.

Nel 2014 con un progetto intitolato “Decoriamo il Parco Verde” abbiamo ripulito il rione, con interventi su tutte le aree a verde e non solo, ci dice Antonio Annavale, a cui fa capo l’associazione.

Poi continua:

Nel 2015, sempre la stessa associazione ha ripetuto il progetto ripulendo, come non mai nei 29 anni di esistenza, il parco giochi all’interno dello stesso Rione, chiedemmo al Comune di Caivano, con richiesta protocollata, di dedicare il Parco Giochi allo scomparso Procuratore Federico Bisceglie, ma questa nostra richiesta non fu presa in considerazione, chiedemmo al Dott. Vito Coppola il perchè, ci rispose che il procuratore era da poco tempo scomparso e quindi non si poteva intitolare con una targa il Parco Giochi allo stesso, adesso un’altra associazione sta attirando interessi da piu parti, ci chiediamo perché!

Ci limitiamo a postare le immagini di ciò che è stato fatto ultimamente, lasciando al lettore
le conclusioni e la libertà di giudicare le dichiarazioni dell’Annavale.

lunedì 29 agosto 2016

"Per carità non venire ad Amatrice" Così la sismologa ha salvato la figlia

"Per carità non venire ad Amatrice". Così la sismologa alla figlia



Avrebbe voluto raggiungere sua madre a Saletta, frazione di Amatrice, proprio la sera del 23 agosto, poche ore prima che il terremoto devastasse i comuni di quella zona. Valentina Gatti, studentessa di 27 anni, voleva raggiungere sua madre Tiziana Lo Presti, tecnica dipendente dell'ufficio sismico della Protezione civile che da qualche giorno era nel piccolo centro laziale per stare vicino a sua madre 91enne, ricoverata nell'ospedale del paese e sopravvissuta al sisma. A fermare però la ragazza sono state proprio le preghiere di sua madre, morta sotto le macerie del sisma: "Martedì in quel letto matrimoniale che è diventata la sua tomba dovevo esserci anch'io - ha detto la ragazza all'Ansa - Mia madre mi ha salvato la vita, martedì ha insistito come non mai perché rimanessi a Roma".

Non c'è spazio in questi casi per deliri da complottisti, quella di Tiziana può essere stata la semplice richiesta di una madre che voleva evitare un viaggio inutile a sua figlia. La ragazza studia musica e fa la cantante, sua madre non le aveva ancora detto nulla del recente ricovero della nonna, così Valentina le ha proposto di raggiungerla: "Lei stranamente ha insistito perché non andassi. Mi ha detto che dovevo studiare, che la mia auto era troppo malandata per fare tutti quei chilometri, di stare tranquilla. Domenica sarebbe tornata e insieme saremmo andate due giorni al mare. Sono state le ultime parole che mi ha detto al telefono". Valentina però sente in cuor suo che quella preghiera di non partire sia nata da una sorta di sesto senso materno: "Un presentimento? - si è chiesta la studentessa - Forse, non lo so. Sono cose inspiegabili. Lei che studiava i terremoti ne è rimasta vittima. Mia madre era stata un anno a L'Aquila dopo il terremoto e tornava a Roma solo per i fine settimana. Aveva aiutato i terremotati a recuperare i loro oggetti nelle case pericolanti e aveva lavorato nelle tendopoli. Mi diceva che era un'esperienza dura stare vicino a chi aveva perso tutto, ma era molto felice di poterli aiutare. Un'esperienza che le aveva fatto capire quanto era fortunata ad avere me. La chiamavano tutti 'Sorriso', perché era sempre allegra anche se la vita non era stata sempre generosa con lei". Qualche anno fa sua madre aveva fatto fare dei controlli sulla vecchia casa della nonna a Saletta: "le avevano detto che non era il massimo della sicurezza".

Furia dei terremotati contro Renzi "Tieni giù le mani dai nostri morti"

I terremotati di Amatrice contro Renzi: "No ai funerali a Rieti"


Scoppia il caso-funerali delle vittime del terremoto. E per Renzi, che fino qui era miracolosamente riuscito a tenere basso il volume delle polemiche e delle proteste, la protesta rischia di essere una vera e propria bomba. I fatti: la prefettura aveva annunciato nelle scorse ore che le esequie di un centinaio di morti trovati sotto le macerie di Amatrice. Le loro salme erano già state trasportate a Rieti, in un hangar dell'aeroporto della cittadina laziale, per essere conservate in un ambiente refrigerato. Poi l'annuncio che, per questioni logistiche, il rito funebre si sarebbe svolto lì e non ad Amatrice.

Apriti cielo. In paese è scoppiata la protesta, con decine di cittadini che hanno preso d'assedio la sede locale della protezione civile. "I nostri morti noi li vogliamo qui. Vogliamo salutarli nel nostro paese, non in hangar". E ancora: "Già ce li hanno portati via, che non abbiamo nemmeno potuto stringerli e salutarli un'ultima volta. Ora pure i funerali lontano da casa". E poi: "«Noi siamo del posto, ci hanno preso in giro - accusano - Non ci servono i funerali, la pubblicità vogliamo i nostri morti vicino a noi". Cioè, anche: basta passerelle dei politici, siamo stufi.

Tempo qualche minuto e il premier, che aveva subodorato puzza di contestazione, ha annunciato con un twitter che "i funerali saranno celebrati ad Amatrice, come è giusto che sia". La data delle esequie è stata confermata per domani, martedì 30 agosto, alle ore 18 alla presenza, oltre che di Renzi, anche del capo dello Stato Sergio Mattarella.

Terremoto, il re degli sciacalli: non versate soldi su quel conto

Terremoto, il re degli sciacalli: così fregava i soldi 


#PrayforItaly #Sisma #Poliziapostale identifia
sciacallo del Web, indicava c/c per donazioni ma il conto era il suo

La Polizia postale ha identificato uno "sciacallo del web": indicava un conto corrente per donazioni a favore delle popolazioni colpite dal terremoto ma il conto era suo. A darne notizia è la stessa Polizia di Stato sul suo profilo twitter. 

Gli sciacalli in carne e ossa - Gli scorsi giorni non sono mancati i casi di sciacallaggio "in carne e ossa", con uomini che si spacciavano per agenti di polizia e carabinieri, esponenti della Protezione civile o semplici volontari, aggirandosi nei luoghi colpiti dal sisma per fare razzia di quello che è rimasto nelle case abbandonate. Due di loro sono stati arrestati nella martoriata Amatrice dagli agenti del contingente della Polizia di Roma Capitale. Sono stati condotti presso la base operativa, anche per allontanarli dalla folla che iniziava ad inveire e voleva linciarli. I sospettati, italiani di 30 anni circa, hanno dichiarato di aver viaggiato per 700 km e di essere lì per aiutare: agli accertamenti, condotti con l'ausilio di una stazione mobile dei Carabinieri, sono risultati pregiudicati con numerosi precedenti specifici tra cui furto e rapina. Nelle stesse ore un uomo si era spacciato per agente in perlustrazione, è stato allontanato da una donna che gli ha chiesto il tesserino.

I minichalet, le casette degli sfollati: come sono, quanto costano / Guarda

Arrivano i minichalet, le casette degli sfollati: ecco come saranno e quanto costeranno



I terremotati dicono no a una città di container e accettano di aspettare tre mesi prima di rientrare in una casa. La soluzione che verrà adottata ad Arquata del Tronto sarà quella dei minichalet, piccole unità abitative a nucleo famigliare, che saranno messe a disposizione dei 2500 sfollati del paese del Picenese.

Come riporta Il Corriere, la soluzione dei container sarebbe stata molto più rapida ed economica, ma non sarebbe venuta incontro alle richieste "sentimentali" e legittime dei terremotati, cioè rimanere vicino alle loro abitazioni distrutte. Entro tre mesi arriveranno le prime costruzioni in legno, agibili in circa 20 giorni tra costruzione e allacciamento. Una casetta standard (40 metri quadri, cucina, bagno e una stanza) costerà allo Stato intorno ai 55 mila euro, molto più di un container delle stesse dimensioni, ma il coordinatore delle operazioni della Protezione Civile, Cesare Spuri, ha spiegato che "meglio un euro in più se si può recuperare almeno un po’ di quotidianità". Intanto è partito il censimento per capire quante unità sono necessarie: stime approssimative indicano circa 700 chalet, per un costo totale di 35 milioni. Al di là dei costi, 'importante è questo, ritrovare la routine. E' quello che si tenterà di fare a settembre, riaprendo scuole ed altre strutture pubbliche.

Niente show gratis per i terremotati Fiorello controcorrente: "Ecco perché"

Fiorello: "Basta cantare gratis per beneficenza, meglio dare soldi senza dire nulla"



Fiorello controcorrente, sulle "donazioni" dei vip, ai quali spesso, in occasioni come quella del terremoto in centro Italia, viene chiesto di cantare gratis, o comunque di apparire gratis in spettacoli il cui ricavato finisce poi in beneficenza. "Attenti a chi organizzerà spettacoli con i vip per il terremoto. Ho ricevuto già almeno quattro inviti. Io lo so come funzionano queste cose: preferisco donare privatamente e non dire nulla" scrive il re dei nostri showman. "Dicono cantiamo insieme poi scopri che non va tutto in beneficenza. Ci sono le spese, gli affitti, troppi organizzatori e non sai dove finiscono i soldi. Diciamola tutta: non c'è bisogno di cantare, contribuisci direttamente e il gioco è fatto".

"Effetto domino", la grande paura Terremoti più forti: le zone a rischio

Terremoto, la grande paura dell'effetto domino



In gergo tecnico si chiama "effetto domino" ma si può tradurre con "paura continua". Da mercoledì a oggi sono state 2.000 le scosse nell'area tra Amatrice e Pescara del Tronto, l'ultima domenica nel tardo pomeriggio, magnitudo 4.4: uno sciame sismico naturale (dopo L'Aquila furono 18mila, l'ultima superiore a magnitudo 3.0 un anno dopo, nel 2010), ma che tiene in allerta geologi e sismologi. Il perché è presto detto: il pericolo è che la faglia che ha causato il terremoto di Amatrice, entrando in azione, abbia attivato le faglie vicine. Una probabilità inferiore al 10%, precisa Warner Marzocchi dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), ma presente.

"Lì accanto - spiega a Repubblica Alessandro Amato, sismologo dell'Ingv e direttore del Centro nazionale terremoti - ci sono altre faglie importanti, che in passato hanno generato terremoti forti. Anche più forti dell'attuale". L'area dell'Appennino ha una situazione geologica molto complessa, le fratture della Terra si susseguono ogni 5-10 km, a causa della immersione della placca Adriatica sotto all'Eurasia, del movimento degli Appennini da Est a Ovest, della collisione fra l'Africa e l'Eurasia che spinge la catena alpina verso Nord e dell'allargamento del bacino tirrenico". Pressioni opposte che generano un altissimo rischio sismico. "Quando avviene una scossa, questa potrebbe caricare di energia altre faglie nella zona limitrofa - spiega ancora Marzocchi -. Se una di queste era già prossima alla rottura, diventa facile che possa generare un altro terremoto forte. Ma non sappiamo dire né se, né dove e né quando. Ci sono tante faglie, non abbiamo idea di quale sia, eventualmente, quella pronta ad attivarsi".

I sismologi in allarme - Da mercoledì notte sono attivi gli esperti dell'Ingv, che stanno monitorando l'area di Rieti con 15 sismometri da campo, piazzati in terreni e cortili. "Per il momento - spiega Amato - non abbiamo riscontrato migrazioni dello sciame. Ma siamo ancora incerti se la scossa principale abbia coinvolto solo una oppure due faglie diverse. I primi dati che abbiamo ricevuto dagli strumenti e via satellite sono compatibili con entrambe le ipotesi". L'epicentro del terremoto di mercoledì era a cavallo fra la frattura dei Monti della Laga a Sud e quella del Monte Vettore a Nord: "Sappiamo che lì sotto ci sono faglie attive sia verso il lago di Campotosto a Sud che verso i Sibillini a Nord - conclude Amato -. In passato, da questi segmenti, abbiamo avuto sismi importanti, anche superiori in magnitudo rispetto a quello di oggi".

Giordano, la chiamata alle armi L'islam dobbiamo combatterlo così

Giordano: c'è voglia di combattere l'integralismo islamico


di Mario Giordano



Caro Mario nonché Giordano, ho letto l' articolo e la risposta che ha dato ieri al lettore Prando e mi trova d' accordo ma la mia domanda è: lei risponde nel finale che ci sono due strade e la preferibile è la seconda che io ripeto condivido pienamente ma il dubbio è che la pensiamo così lei io e pochi altri non certo i così detti politici; sa essere pusillanimi e codardi nella vita di tutti i giorni ci permette di essere qui ad interloquire e non al fresco di un qualsiasi cimitero... Attendo con ansia e rispetto la sua risposta...

Franco Menici - Sansepolcro (Ar)

Moderi l' ansia, caro Franco, e cerchi di essere un po' più chiaro nelle sue esposizioni. Non è detto che tutti abbiano letto la lettera di Luciano Prando di un paio di giorni fa e, soprattutto, non tutti sono tenuti a ricordare quali erano le due strade che indicavo. In sostanza, rispondendo a una domanda sul burkini dicevo che l' Europa deve interrogarsi seriamente se vuole dialogare con quell' Islam che umilia e sottomette le donne o se invece vuole combatterlo. Mi pare infatti, e lo ribadisco, che nella sostanza il divieto di burkini abbia pochi effetti pratici, ma che sia un importante segnale culturale per chi vuole dire no agli islamici che ci hanno dichiarato guerra (e quelli che impongono alle donne il burkini sicuramente ci hanno dichiarato guerra perché non sono integrabili con la civiltà occidentale).

Ora lei dice che siamo in pochi a pensarla così. Forse è anche vero. Ma proprio per questo ho salutato con gioia quel provvedimento da parte di alcune amministrazioni comunali francesi: perché si tratta di un atto pubblico, di un' ordinanza immediatamente esecutiva, una presa di posizione netta da parte dei sindaci nei loro pieni poteri. E il fatto che i medesimi ora si oppongano alla sospensione dell' ordinanza da parte del Consiglio di Stato francese (filo-islamico pure quello?) è una piccola luce nella buia notte dell' Occidente: c' è qualcuno che ha voglia di lottare. E non soltanto fra noi poveri scribacchini o voi poveri lettori: c' è qualcuno che ha voglia di lottare quando si siede sulle poltrone che contano e dove quelle decisioni si possono prendere davvero. Dicono: ma il sindaco di Cannes dice no all' Islam solo per prendere voti. E io rispondo: perfetto. Meno male. È quello che ci vuole. Forse i politici si cominciano davvero a rendersi conto che non siamo solo due gatti a pensarla così. Ciò mi dà forza per continuare la battaglia delle idee con ancor più forza, e spero che lo stesso effetto faccia a lei e a tutti i lettori (con o senza ansia).

"L'hanno ucciso": Buonanno, incidente morte e complotto. Due mesi dopo, arriva la verità

Buonanno, l'incidente in auto e il complotto: due mesi dopo la morte, la verità



La morte dell'eurodeputato leghista Gianluca Buonanno è stato uno choc. Sull'incidente stradale avvenuto sulla Pedemontana lo scorso 5 giugno è stata aperta un'inchiesta, mentre molti suoi estimatori in questi mesi hanno addirittura avanzato l'ipotesi non solo di "omicidio colposo" (su cui si sta effettivamente indagando) ma quella di "omicidio" tout-court. Un complotto per eliminarlo, insomma. Ora, quasi tre mesi dopo, arriva la verità.

La ricostruzione - A mettere la parola fine su versioni fantasiose e illazioni ci ha pensato il pm Luca Pisciotta, firmando la richiesta di archiviazione del fascicolo.  Nessuna conseguenza per il guidatore della Mercedes che trasportava alcuni turisti inglesi a Malpensa, centrata in pieno dalla vettura di Buonanno. A uccidere il popolare politico della Lega Nord, sindaco di Borgosesia, è stata una distrazione mentre stava viaggiando a 100 km/h: probabilmente stava cercando il telefonino scivolato sotto il sedile per rispondere a una chiamata e ha perso il controllo dell'auto, che ha iniziato a sbandare verso destra fino a travolgere l'auto di turisti ferma sulla corsia d'emergenza da soli 47 secondi.

domenica 28 agosto 2016

"Il prete se la fa con la parrocchiana" Scandalo (in Italia): nomi e cognomi

Scandalo sessuale, il prete e la parrocchiana: nomi e cognomi 



Un sexgate alla milanese, con un prete e la sua parrocchiana. Come riporta Il Giorno, a Cisliano, paese in provincia di Milano, i fedeli si sono svegliati con una sorpresa piccante: su un muro erano stati disegnati il nome del parroco, don Mario Manzoni, 62 anni e docente di teologia all'Università Cattolica, e quello di una parrocchiana, uniti da un cuore. Il murale è stato replicato anche sull'asfalto di una via nei pressi del cimitero locale. Uno scandalo sessuale alla Uccelli di rovo, un'accusa infamante.

Don Mario non parla ("Se ne occuperà la Curia), il sindaco Luca Durè condanna il gesto ("Sono cose che fanno male a una comunità. Oltre a scrivere sui muri hanno pensato di calunniare delle persone") ma intanto Cisliano s'interroga. Nel 2012 don Mario era stato vittima di un ricatto sessuale da parte di una ragazza romena e tre suoi connazionali: avrebbe dovuto pagare 25mila euro altrimenti la banda avrebbe rese pubbliche immagini del prete con un'altra romena che cercava di sedurlo. Nell'ottobre 2015, ricorda ancora Il Giorno, un incendio doloso ha distrutto l'auto del parroco prima di un pellegrinaggio. Lo scorso luglio, invece, la Curia aveva ricevuto lettere di lamentela contro don Mario. Per ora i carabinieri escludono collegamenti tra questi fatti.

Attenti al cibo che state mangiando: così i terroristi islamici ci avvelenano

Attenti a quello che mangiate: così i terroristi islamici ci avvelenano il cibo


di Pierangelo Maurizio



Avvelenare i cibi in ristoranti e supermercati, i serbatoi d’acqua, ma anche provocare paurosi incidenti stradali. La follia criminale jihadista non conosce confini. È l’ultimo appello dell’Isis intercettato sul web dai nostri apparati di sicurezza, forze di polizia e servizi. L’invito a colpire con ogni mezzo è rivolto direttamente ai cosiddetti lupi solitari, «fratelli e sorelle che vivete nelle terre abitate dal popolo della miscredenza, che Allah vi permetta di conquistarle».

Dagli analisti è considerato un vero e proprio manifesto della nuova fase stragista in nome della guerra santa. Naturalmente, come nelle migliori tecniche del lavaggio del cervello, fa leva su una causa «nobile», ovvero la necessità di vendicare i musulmani «colpiti da guerre scandalose». Si ricorda poi che l’uccisione degli infedeli - cioè noi - «è lodata». Quindi si passa a suggerire una serie di attentati, con prodotti di uso comune, che «permette di uccidere migliaia di persone». Un autentico manuale di «consigli per le stragi», riservato ai fuori di testa (e come purtroppo la cronaca insegna ce ne sono parecchi).

Si va dalla proposta di usare il topicida sui cibi, magari iniettandolo nella «carne di maiale che mangiano e nel vino che bevono questi porci»: consiglio espressamente indirizzato a chi lavora nei mattatoi e nei locali famosi. Si continua con l’idea di sciogliere il veleno - topicidi vari - nei serbatoi d’acqua, rivelando in questo una visione degli approvvigionamenti idrici secondo probabilmente il modello mediorientale, ma, purtroppo, con qualche aggiustamento non è difficile attuare questo attacco alle bocche di approvvigionamento degli acquedotti delle nostre città. Ancora meglio, secondo il vademecum del terrore spicciolo, introdurre il topicida o un altro veleno nei sistemi di areazione. Così - si precisa - «potrete uccidere in pochi secondi centinaia di questi maiali», che saremmo sempre noi.

Un altro suggerimento è quello di provocare spaventosi incidenti stradali cospargendo la carreggiata di olio di motore sulle strade di montagna e prima di curve particolarmente pericolose, o cambiando la segnaletica stradale per indurre in errore.

La minaccia è presa terribilmente sul serio dall’antiterrorismo e dai nostri servizi. Per una serie di ragioni. Il messaggio è firmato dalla Nashir Foundation, uno degli strumenti della propaganda di morte dell’Isis. Secondo gli esperti è direttamente riconducibile al portavoce dello Stato islamico, quell’Abu Mohammad al-Adnani ritenuto più che pericoloso. Ogni volta che parla, entra in azione in Europa una cellula jihadista o qualche «lupo solitario», che poi non è mai così solitario. Ad esempio un suo intervento audio diffuso sui social il 21 maggio ha preceduto la strage con il tir a Nizza (86 morti) del 15 luglio. Al-Adnani è uno dei più fervidi teorici che ammazzare un «crociato» civile - bambino, uomo, donna, giovane o vecchio - o un militare non fa alcuna differenza. In precedenza ha ordinato: «abbiate fiducia in Allah e uccidete in ogni modo… se non avete un proiettile o una bomba, usate una pietra per rompergli (ndr, all’infedele) la testa, o un coltello, o investitelo con l’auto… o avvelenatelo». 

Tutti «suggerimenti» messi tragicamente in pratica. «Site», il sito di Rita Katz specializzato in terrorismo islamico, da giorni sta monitorando come tra i sostenitori dello Stato islamico ha suscitato entusiasmo e un acceso dibattito l’idea dell’olio di motore da cospargere sulle nostre strade per provocare ecatombi a costo zero. A ben vedere la propaganda armata del jihad ha qualche punto in comune con quella del nostro terrorismo politico del secolo scorso.

Basta sventolare una giusta causa - vendicare le «guerre scandalose» contro i musulmani o i torti subiti dal proletariato - e svuotare di ogni essenza umana i bersagli - poliziotti e magistrati «servi del capitalismo» o i noi «crociati» considerati «maiali» - ed il gioco è fatto. La differenza maggiore, i jihadisti affondano metodi e mezzi nel medioevo. Un medioevo che riguarda l’islam. Ma in mezzo ci siamo noi. 

SCIACALLI E LINCIAGGI La vergogna nel terremoto: chi fingevano di essere

Sciacalli del terremoto: fermati altri due, evitato il linciaggio. Chi fingevano di essere



Si spacciano per agenti di polizia e carabinieri, esponenti della Protezione civile o semplici volontari. Invece di angeli del terremoto, però, sono sciacalli. Ieri ne sono stati arrestati due nella martoriata Amatrice: si aggiravano con fare sospetto tra le rovine di uno stabile sgomberato, gli agenti del contingente della Polizia di Roma Capitale, in attività sul posto, si sono subito avvicinati fermandosi per un controllo. Sospettati di sciacallaggio, sono stati condotti presso la base operativa, anche per allontanarli dalla folla che iniziava ad inveire e voleva linciarli. I sospettati, due, italiani di 30 anni circa, hanno dichiarato di aver viaggiato per 700 km e di essere lì per aiutare: agli accertamenti, condotti con l'ausilio di una stazione mobile dei Carabinieri, sono risultati pregiudicati con numerosi precedenti specifici tra cui furto e rapina. Indagini sono tuttora in corso per stabilire se avessero nascosto eventuali beni. Nelle stesse ore un uomo si era spacciato per agente in perlustrazione, è stato allontanato da una donna che gli ha chiesto il tesserino. 

Occhio al nome, Renzi ha già scelto: ecco chi guiderà il post-terremoto

Terremoto, Renzi ha scelto il commissario per la ricostruzione: sarà Vasco Errani



Il commissario per la ricostruzione di Amatrice e delle zone distrutte dal terremoto Matteo Renzi l'ha già scelto: sarà Vasco Errani, già governatore dell'Emilia Romagna e uomo fortissimo del Pd nella regione più rossa d'Italia. Una nomina molto politica, perché Errani, oltre a essere stimato a Palazzo Chigi, è anche un uomo vicinissimo a Pierluigi Bersani e all'ala sinistra dei democratici. Un nome, dunque, che metterà d'accordo tutto il partito ed eviterà a Renzi insidie, critiche e veleni interni. Tra l'altro, Errani è gradito anche a tutti i presidenti delle Regioni interessate dalla devastazione, che si sono detti d'accordo.

Già subito dopo il sisma il premier aveva lanciato la linea della "concertazione" tra maggioranza e opposizioni in Parlamento, linea che ha trovato subito sponda in Silvio Berlusconi, che si è detto pronto a votare le misure varate dal governo. "Noi dobbiamo far sentire a questa gente che lo Stato c'è e, nel contempo, dobbiamo far capire che vogliamo rispettare la volontà dei sindaci dei paesi coinvolti", ha spiegato Renzi, di fatto ribaltando l'impostazione che il leader di Forza Italia usò dopo il terremoto dell'Aquila. Saranno i sindaci a scegliere come gestire il post-sisma e la ricostruzione, se cioè creare new town oppure (è questa l'ipotesi favorita) intervenire negli stessi luoghi colpiti.