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giovedì 30 aprile 2015

Fedez difende i vandali anti-Expo Salvini: pagali tu i danni. E Facci...

Expo, dopo le devastazioni dei NoExpo rissa su Twitter tra Fedez, Salvini e Facci





Come uno strascico delle devastazioni dei No Expo alla vigilia dell'inaugurazione del 1 maggio dell'esposizione, su Twitter scoppia la rissa tra il rapper Fedez, il segretario della Lega Matteo Salvini e un terzo sopraggiunto nella mischia, il giornalista di Libero Filippo Facci. A poche ore da una mattinata difficile per Milano, con negozianti e cittadini impegnati a quantificare i danni dopo il passaggio del corteo, Fedez pubblica un elenco degli obiettivi colpiti dai manifestanti. Secondo il rapper, il fatto che ci siano la sede della Consob, di diverse banche, dell'Inps e dell'agenzia Manpower spiegherebbe: "perché - quelli dei manifestanti - sono atti di protesta e non di vandalismo".

A stretto giro la reazione di Salvini: "Fedez difende quelli che oggi hanno danneggiato e imbrattato strade e vetrine, palazzi e negozi? Paga di tasca tua i danni, fenomeno!". L'artista accusa Salvini di strumentalizzare tutto e poi si lancia in un: "Vi faccio così paura?" e in uno slancio di megalomania si rivolge agli artisti che devono inaugurare la manifestazione, Andrea Bocelli e Antonella Clerici, e chiede a un cantante e a una presentatrice: "Cosa ne pensate delle infiltrazioni mafiose e del lavoro sottopagato?".

Tra le critiche a Fedez sono arrivate a bomba anche quelle di Filippo Facci che ha scritto un tweet lapidario: "È ufficiale: Fedez è un cretino". La risposta del rapper riporta il clima ai tempi delle medie: "Detto da chi si fa le foto in giacca e cravatta dentro il Naviglio mentre parla al telefono - ha scritto - lo prendo come un complimento".

Jobs Act, il fallimento è totale: la disoccupazione cresce ancora

Jobs Act, nessun beneficio: la disoccupazione continua a crescere





Un fuoco di paglia. Il Jobs Act di Matteo Renzi non sembra aver portato i benefici promessi: dopo la lieve crescita di febbraio, a marzo il tasso di disoccupazione in Italia sale ancora di 0,2 punti percentuali, arrivando al 13%. Lo rileva l’Istat. I disoccupati aumentano su base mensile dell’1,6% (+52 mila). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è cresciuto del 4,4% (+138 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,5 punti. Contemporaneamente calano anche gli occupati: a marzo 2015 sono diminuiti dello 0,3% (-59 mila) rispetto al mese precedente, tornando sul livello dello scorso aprile. Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali. Rispetto a marzo 2014, l’occupazione è in calo dello 0,3% (-70 mila) e il tasso di occupazione di 0,1 punti. A marzo il numero di occupati diminuisce rispetto a febbraio sia per la componente maschile (-0,4%) sia, in misura minore, per quella femminile (-0,1%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,5%, diminuisce di 0,2 punti percentuali, mentre quello femminile, pari al 46,7%, rimane invariato.

Inattività - In termini tendenziali, tra gli uomini si osserva un calo del tasso di occupazione (-0,2 punti) a fronte di una crescita del tasso di disoccupazione (+0,2 punti) mentre il tasso di inattività resta stabile. Per la componente femminile, la crescita del tasso di disoccupazione (+0,9 punti) si accompagna al calo del tasso di inattività (-0,5 punti) e ad un lieve calo del tasso di occupazione (-0,1 punti). Nella media del periodo gennaio-marzo, il tasso di occupazione maschile risulta stabile rispetto ai tre mesi precedenti, mentre quello femminile mostra un calo (-0,1 punti percentuali). Sempre su base trimestrale, la disoccupazione diminuisce sia per gli uomini (-0,2 punti) sia per le donne (-0,3 punti). L’inattività è in crescita per entrambe le componenti di genere, con il tasso di inattività che sale per gli uomini di 0,2 punti percentuali e per le donne di 0,3 punti.

Disoccupazione giovanile - Secondo i dati snocciolati dall'Istat a marzo vola la disoccupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni italiani, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 43,1%, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. I giovani disoccupati under 25 sono 655 mila. Su base annua il tasso di disoccupazione giovanile si è invece ridotto di 0,4 punti percentuali.

Corteo No Expo, disordini in strada L'assalto dei black bloc alla città

No Expo, rischio infiltrazioni nel corteo. I fermati possono partecipare





A poche ore ormai dall’avvio di Expo i controlli della polizia nei confronti degli antagonisti che hanno annunciato proteste e manifestazioni, si infittiscono con l’obiettivo di evitare disordini il giorno in cui l’Italia avrà gli occhi del mondo puntati addosso. C’e infatti grande attenzione per segnali concreti di effervescenze interne legate all’area del disagio sociale, agli ambienti antagonisti e alla galassia anarco-insurrezionalista. Lo avrebbe riferito il direttore generale del Dis, Giampiero Massolo, nel corso di una audizione davanti al comitato parlamentare di sicurezza della Repubblica. Non ci sarebbero allarmi concreti nè preoccupazioni particolari, ma l’intelligence monitora costantemente la situazione anche attraverso un'attenta analisi dei messaggi pubblicati sui social network che preannunciano una "chiamata", come si legge su Repubblica, ai black bloc internazionali. E così sono attesi gli antagonisti di Francia, Germania, Grecia, ma anche dai Paesi Balcani che avrebbero intenzione di "trovare rifugio" nel corteo dei NoExpo. Un corteo che i vertici milanesi delle forze dell'ordine definiscono "di difficile lettura", non diviso in spezzoni, una massa di almeno 20mila persone che si muove lungo un percorso lineare, "da cui potrebbero staccarsi gruppi che sfasciano e poi tornano a nascondersi tra la folla".

I fermati parteciperanno al corteo - La Questura di Milano ha avuto difficoltà ad identificare, in collaborazione con le autorità francesi, la quindicina di cittadini d’Oltralpe che erano stati portati in via Fatebenefratelli dopo il blitz della Digos di ieri nel quartiere Giambellino. Nei loro confronti è stato preso un provvedimento ordinario di espulsione e avranno quindi dieci giorni per lasciare l’Italia. Potranno quindi partecipare alla manifestazione No Expo del primo maggio. La legge prevede infatti che l’identificazione debba essere effettuata entro 24 ore per poter chiedere l’espulsione d’urgenza con accompagnamento alla frontiera, così come è stato fatto per tre tedeschi che, poi, ieri, il giudice Olindo Canali ha ritenuto di non dover convalidare. Su un analogo provvedimento di espulsione, ripresentato nei loro confronti, i giudici milanesi decideranno oggi.

Caivano (Na): Sabato 2 Maggio 2015 Sirico e l'On. Pittella saluteranno i candidati al consiglio comunale

Caivano (Na): Sabato 2 Maggio 2015 Sirico e l'On. Pittella saluteranno i candidati al consiglio comunale 


di Gaetano Daniele 





Sabato alle 16.30 nella sede del PD di Caivano l’on. Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento Europeo e il candidato sindaco Luigi Sirico saluteranno i candidati al Consiglio Comunale, per augurare loro una campagna elettorale vincente e proficua per Caivano e per i caivanesi. Sarà un momento di festa corale tra tutti i candidati dei partiti della coalizione che sostengono la mia candidatura. Così il candidato sindaco Sirico ai nostri microfoni, e nota: Ma come è nel nostro stile, sarà anche una occasione di riflessione politica e di informazione tecnica per i candidati. Infatti con l’eurodeputato Pittella si farà il punto della situazione sui fondi strutturali messi a disposizione dalla Comunità Europea per i prossimi anni per i comuni. Infatti queste risorse comunitarie rappresenteranno una occasione irripetibile per lo sviluppo e la crescita economica e sociale dei nostri territori.

La stoccata - Noi - continua Sirico - in questa campagna elettorale continueremo a parlare di cose concrete da fare e di occasione di crescita da cogliere, lasciando ad altri candidati le solite chiacchiere e le solite polemiche personali. Come al solito chi non ha argomenti, chi non ha una idea e una visione del futuro, chi non è attrezzato culturalmente, chi non ha competenze sufficienti, cerca di nascondersi dentro un polverone di parole in libertà, di trascinarci sul terreno inutile dello scontro a tutti i costi. Noi ai cittadini proponiamo i fatti, delle chiacchiere non sanno che farsene. C’è infatti un candidato, un certo dott. Monopoli, che da oltre dieci anni svolge attività politica senza saperlo. Bisognerebbe che qualcuno lo informasse che in questi dieci anni, mentre io facevo tutt’altro, egli è stato consigliere e assessore a  Caivano, consigliere provinciale negli ultimi cinque anni, cambiando cinque o sei partiti. Con quali risultati?

Memorie - Glielo ricordiamo visto che continua a svolgere attività politica a sua insaputa? Il campo sportivo Faraone chiuso dal 2008 mentre era assessore allo sport. A Caivano nel 2011 la provincia scarica 4.800 tonnellate di spazzatura mentre era consigliere provinciale di maggioranza con il famoso presidente Luigi Cesaro (Forza Italia). Il liceo Braucci di Caivano chiude perché la provincia a cui è affidata la gestione non paga la bolletta della corrente. La provincia da anni non mette a bilancio e non paga al Comune di Caivano quanto dovuto per la presenza dello stir. Ora però basta. Voglio solo parlare del futuro, di quello che si può fare per questo paese. Tutto il resto sono fesserie che durano il tempo di una campagna elettorale. Abbiamo qualche idea per la rigenerazione urbana del Parco Verde; abbiamo qualche idea per lo sviluppo commerciale a partire dal risanamento dell’SS 87 da Caivano a Marcianise; abbiamo qualche idea sull’agricoltura; abbiamo qualche idea sull’utilizzo dei FSE per il sostegno alle famiglie, abbiamo qualche idea per le agevolazioni fiscali per le nuove attività commeciali. Di questo vogliamo parlare. Per questo non perderò altro tempo a parlare di persone che neanche conosco.

Invito - Invito infine tutti i candidati sindaci ad un dibattito pubblico per discutere dei problemi di Caivano, e conoscendo la correttezza , l’educazione e la preparazione di Papaccioli, di  Del Gaudio  e di Peppe Ziello e di eventuali altri che si aggiungeranno, so che accetteranno di buon grado. Perché sono convinto che loro come me sapranno posporre la polemica politica al bene del paese. Ovviamente è invitato anche Monopoli, anche se fino ad oggi si è sempre negato. 

Imu, guida per risparmiare (o evitare del tutto di pagare)

Imu, ecco tutti i trucchi per pagare di meno o non pagarlo affatto






L'Imu su un capannone industriale può costare fino a 80mila euro all'anno. Troppo per chi fa fatica a far quadrare i conti. L'alternativa per non pagare? Scoperchiarlo. Stesso discorso per vecchie case da ristrutturare magari ereditate: le tasse sono troppo alte e molti hanno deciso di disfarsene. In che modo? Donandole ai parenti o, addirittura, radendole al suolo. Alcune coppie arrivano perfino a separarsi pur di non pagare l'Imu per la seconda casa. Gli italiani tartassati ne inventano una più del diavolo per evitare il salasso e gli escamotage finiscono in alcune guide nelle quali vengono descritti i pro e contro di queste operazioni di "equilibrismo" fiscale.

Ruspe in azione - Ad esempio il ricorso alla ruspa per cancellare il proprio immobile. La demolizione, spiega Gian Maria De Francesco sul Giornale, salva dal pagamento delle imposte, ma è costosa perché bisogna chiedere un permesso e rivolgersi a ditte specializzate. In alcuni casi il gioco vale la candela. Secondo Confedilizia, in alcune province le richieste di questo tipo di permessi sarebbero aumentate del 20 per cento negli ultimi anni.

La coppia scoppia - Altro trucco usato è quello della cessione a titolo gratuito di un bene immobile, che è un po' costoso perché bisogna andare dal notaio, ma largamente usato. Secondo l'Istat tra il 2011 e il 2012 le donazioni sono aumentate del 44,4% a oltre 127mila. Poi c'è la separazione: due coniugi scelgono di porre fine fittiziamente al loro matrimonio in modo da risultare ntestatari ognuno di un'abitazione e pagare le aliquote più basse relative alla prima casa. Le spese legali non sono basse, ma si corre il rischio, avverte De Francesco, di essere indagati per il reato di falsa testimonianza.

La rivoluzione della Telecom Occhio alla fregatura-tariffe

Telecom diventa Tim: la rivoluzione delle tariffe





Una vera e propria rivoluzione quella che scatterà il 1° maggio per le tariffe Telecom Italia: Tim diventerà l’unico marchio commerciale non solo per l’offerta mobile e Internet, ma anche per la telefonia fissaa.  Il piano prevede il passaggio in massa dei clienti “a consumo” alla tariffa flat “Tutto Voce”.  Il passaggio sarà automatico ma i clienti pssono chiedere di sottarsi alle nuove tariffe chiamando il servizio clienti 187 e rinunciando espressamente al nuovo profilo tariffario. Su questa questione era intervenuta prontamente l'Agcom, che nei giorni scorsi aveva “ripreso” l'ex monopolista telefonico a causa della “poca chiarezza” su questo aspetto della rinuncia.  Ailla Telecom viene contestato dall'Autorità il fatto di aver fatto poca pubblicità e di non aver adeguatamente informato i clienti della possibilità di poter sfuggire alle nuove tariffe. 

Le tariffe - In base alle nuove tariffe tutti i  clienti che finora pagavano il canone mensile di 18,54 euro mensili più una tariffa al consumo di 10 centesimi al minuto, passeranno al piano “Tutto Voce” che prevede una tariffa fissa di 29 euro e traffico sia verso fissi sia verso cellulari illimitate. Una tariffa, quella del traffico al consumo di dieci centesimi al minuto conviene a quelli che hanno un un traffico telefonico di almeno 10 euro, pari a circa 90 minuti di chiamate. Questo importo, aggiungendosi al canone consentirebbe infatti di recuperare la tariffa fissa di 29 euro. Non è conveniente invece per tutti gli utenti che non effettuano molte chiamate.  Esiste  anche la tariffa nternet Adsl e prevede una connessione in rete illimitata e chiamate senza limiti ad una tariffa di 44,9 euro al mese.

mercoledì 29 aprile 2015

Italicum, prima fiducia e conta Pd Gogna: "Ecco chi non ha votato"

Italicum, prima fiducia alla Camera: 352 sì all'articolo 1. I conti del Pd: "Ecco chi non ha votato"





Fiducia "molto alta", "nessuno strappo" nel Pd e "no alle espulsioni" dei dissidenti. Matteo Renzi e i suoi uomini hanno passato indenni la prova del primo voto di fiducia sull'Italicum e già festeggiano, o quasi. Alla Camera il governo ha incassato 352 sì sull'articolo 1 della nuova legge elettorale, contro i 207 i no. La maggioranza "ufficiale" è di 396 voti, quindi mancano all'appello 44 voti. E qui tra i renziani è già partita la conta. 

Vanno considerate le assenze giustificate, e infatti dai calcoli effettuati dal Pd, sulla base dei tabulati del voto di fiducia, risultano essere 38 gli esponenti della minoranza interna che non hanno votato. Questo perchè ai 36 già considerati, vano aggiunti Roberto Speranza e Guglielmo Epifani, considerati in missione, ma entrambi hanno annunciato pubblicamente che non avrebbero partecipato al voto. Dalla presidenza del gruppo Pd della Camera spiegano che sono state 4 le assenze "giustificate": Vaccaro, Beneamati, Genovese e Pistelli. Da qui, viene ancora spiegato, il calcolo di 36 esponenti Pd che non hanno partecipato al voto di fiducia, tra cui Pier Luigi Bersani, Alfredo D'Attorre, Enrico Letta, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Rosy Bindi., a cui come detto si devono aggiungere Speranza ed Epifani.

"Il voto di fiducia è molto alto, il secondo più alto di tutta la legislatura. Si è contenuto anche lo strappo nel Pd", è il commento a caldo del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, renziano di ferro. "La linea che abbiamo presentato alla Camera è stata appoggiata in maniera significativa, dopodichè è chiaro che c'è un tema politico sul quale dovremo lavorare nei prossimi giorni". "Non espelliamo mai nessuno", è la replica secca di Guerini a chi gli chiede se i deputati Pd che non hanno votato la fiducia verranno espulsi: "Ci confronteremo politicamente nei prossimi giorni, lavoreremo con molta responsabilità e intelligenza". Soddisfatta anche la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, che martedì si è sorbita a Montecitorio la durissima contestazione delle opposizioni: "Un primo passo, siamo in linea con il numero di voti delle altre fiducie. Il più alto era stato 354". 

Caivano (Na): L'efficienza e l'inefficienza della Politica

Caivano (Na): L'efficienza e l'inefficienza della Politica 


di Gaetano Daniele 



Il nostro obiettivo, in questo Post, è quello di incentivare l'opinione pubblica a porre, sotto l'occhio vigile della meritocrazia, l'efficienza di quanto fatto dai nostri politici locali. Dal reale alle solite frasi fatte. 

Il programma di ogni singolo candidato sindaco, deve essere portato all'attenzione dei cittadini. Perchè? perchè a sentir loro, i politici, soprattutto in campagna elettorale, non si riesce mai a venire a capo ai fautori dell'incapacità o dell'inefficienza  politico-amministrativa. 

Ziello accusa Monopoli, Sirico si sente accusato da Monopoli e viceversa, Del Gaudio dice la sua su altri, Papaccioli viene attaccato da terzi o viceversa etc etc. Insomma, a sentire i politici locali la colpa è sempre di qualcun'altro. 

Proviamo a riportare, assumendoci anche la responsabilità di quello che scriviamo, la reale storia politica di ogni singolo candidato sindaco. 

Partiamo dal candidato del centro destra dott. Simone Monopoli. Decide di scendere in politica 20 anni fa, con Forza Nuova o con il Partito Liberale, non ricordiamo bene, potrà specificarlo il citato se vorrà. Non sfonda, raggranella circa 90 preferenze, fa flop. Nessuno lo conosce, ma gli riconosciamo l'impegno assunto. Dopo una lunga latitanza, con l'appoggio della famiglia, decide di candidarsi nell'Udc di Tonino Falco, in qualità di consigliere comunale. Questa volta però, per il dott. Monopoli la strada è in discesa. Viene eletto nel 2007/08 consigliere comunale quota Udc, con circa 450 preferenze, nominato poi assessore con delega allo Sport e all'Istruzione. Dì lì a poco, il dott. Monopoli, decide di lasciare l'Udc per cause caratteriali e politiche, infine, a meno di un mese dalla caduta del sindaco Papaccioli, si dimette da assessore allo Sport e all'Istruzione. Decide quindi, di avviare tutta una serie di trattative-proposte ad altri partiti politici. Prima con l'Mpa, poi con l'Alleanza di Centro dell'On. Pionati. Viene eletto appunto, consigliere provinciale nel 2009 con Alleanza di Centro. Dopo circa un anno, lascia Alleanza di Centro e stringe un patto con Forza Italia capeggiata dall'On. Luigi Cesaro. Il dott. Monopoli, in meno di 4 anni, cambia 3 partiti politici. Uno stato quasi confusionale. Nel mandato 2009/2014, quando appunto, rappresentava la provincia di Napoli (IN MAGGIORANZA), accade di tutto. Bassolino e il centro sinistra avevano iniziato a portare e a versare a caivano tonnellate e tonnellate di eco-balle e immondizia e, la provincia di Cesaro e Monopoli hanno fatto il resto, la cosiddetta ciliegina sulla torta, infatti, nel 2011, la Provincia di Napoli versa nella partecipata comunale, Ambiente e Energia, 4.800 tonnellate di spazzatura, oltre al danno anche la beffa, non bastavano le politiche sbagliate del centro sinistra e di Bassolino, ma anche quelle di Cesaro e CO. Dopo una preparata ed inutile resistenza davanti ai cancelli della partecipata, da parte dei politici locali, Monopoli in segno di protesta si sospende da Forza Italia. Si sospende  ma non lascia Forza Italia. Rimane. Rimane ancora consigliere provinciale. Solo dopo qualche mese, per cause ancora ignote, a 4 mesi dalla scadenza del quinquennio, si dimette da consigliere provinciale. 

L'ascesa in campo - Nel 2010, Monopoli decide di candidarsi a Sindaco, contro l'avversario politico Falco che, nelle precedenti tornate aveva fiancheggiato appunto, nell'Udc. Una campagna elettorale sofferta. Falco vince, Monopoli perde le elezioni amministrative. I moderati si impongono sui forzisti di Cesaro.

La caduta dell'Impero - Nel 2014, l'attuale sindaco Falco, si dimette dopo anni di incomprensioni politiche con gli altri partiti politici. Falco, dopo aver dimostrato di non aver carattere politico, protocolla le sue dimissioni irrevocabili. Monopoli, a quel punto decide di riscendere in campo e ricandidarsi come il nuovo che avanza. Mentre presenta la sua candidatura a sindaco, dopo aver rappresentato per un anno l'Istruzione e lo Sport caivanese, appunto, una telefonata, ci mette al corrente che, al Liceo Scientifico Braucci, viene staccata la corrente elettrica, perchè la Provincia di Napoli, sempre rappresentata da Cesaro e anche dal consigliere provinciale Monopoli, non avevano gestito al meglio la questione sui pagamenti "fornitura elettrica". Il Liceo Scientifico Braucci chiude i battenti per 4 lunghi ed interminabili giorni, a pagarne le conseguenze sono gli alunni. Monopoli non sa niente, Cesaro non risponde. Nessuno sa niente. La colpa forse, è degli scolari. Lo slogan: "Il nuovo" però, avanza. Come volevasi appunto, dimostrare, Monopoli si proclama il nuovo che avanza. Boccia le vecchie liste, ma le ascolta e gli propone anche leggi antiribaltone. La porta del suo studio è sempre aperta, ovviamente alle sue condizioni politiche. Chiude le alleanze e, allea sul suo carrozzone, esponenti politici vecchi e nuovi. Nei nuovi ci sono anche politici di cardito. Difatti, a rappresentare i Popolari per l'Italia (sede di Caivano), c'è l'Avv. Giuseppe Caputo, carditese doc, con non pochi trascorsi politici. A Caivano, nella coalizione di Monopoli, i rappresentati politici provengono anche da altri comuni. Insomma, quella di Monopoli è una nuova coalizione che avanza, ma puzza di vecchio? 

BERLUSCONI VENDE TUTTO Milan, arriva l'offerta del cinese

Milan, arriva l'offerta del cinese a Berlusconi: "500 milioni. Prendere o lasciare"





Bee Taechaubol presenterà a Silvio Berlusconi un’offerta di 500 milioni per rilevare il 51% del Milan. Prendere o lasciare. È quanto riporta "il Sole 24 Ore", secondo cui questa sera ad Arcore i colloqui ristretti fra le parti saranno perciò da dentro o fuori. L’intento è di diffondere domani mattina un comunicato ufficiale con l’annuncio della conclusione della trattativa. Partner di Bee saranno Ads Securities, una società di brockeraggio finanziario in forte espansione, China Citic Bank, banca commerciale a vocazione internazionale. La valutazione complessiva del Milan si aggira intorno ai 1.200 milioni. Da questa cifra vanno decurtati i 250 milioni circa di debiti finanziari certificati dal bilancio al 31 dicembre 2014 approvato ieri dall’assemblea rossonera (insieme a una perdita record di 91 milioni che porta l’ammontare del deficit accumulato dal club negli ultimi 10 anni a 360 milioni).

Le ville ai cinesi - Oltre al Milan sembra che Silvio Berlusconi sia intenzionato a vendere a Mister Bee anche Villa Certosa e Villa Gernetto. Per la lussuosa dimora in Sardegna il Cav avrebbe chiesto 200 milioni di euro, ma secondo i ben informati il magnate cinese avrebbe rifiutato. Tre anni fa sembrava ben avviato il negoziato con un imprenditore russo al modico prezzo di 470 milioni, ma poi non se ne fece nulla. Sulla ribalta dei potenziali pretendenti era comparso, pochi mesi fa, l’immancabile emiro. Mai nulla di concreto, però, così il prezzo sembra essere stato ribassato. Da tempo anche Villa Gernetto, il palazzo di Lesmo che era stato acquistato per la mai nata Università della libertà e poi divenuta sede di rappresentanza per gli eventi privati dei berlusconiani, sembra destinata a una nuova proprietà. Se sarà Mr Bee lo si saprà a breve. 

Il primo maggio funestato dalla pioggia Meteo amaro: le previsioni sul ponte

Meteo, le previsioni per il ponte del primo maggio a nord, centro e sud Italia





Si avvicina un lungo weekend ideale per la classica uscita fuori porta con il ponte del 1° maggio. E puntuale arriva anche il maltempo che imperverserà su buona parte dell'Italia. Già da mercoledì 29 aprile pioverà su gran parte delle regioni, per colpa di una bassa pressione proveniente dall'Atlantico. Non saranno risparmiate neanche le regioni del Nord-ovest, anche queste colpite da rovesci e temporali diffusi, soprattutto in Lombardia. Fino a giovedì il clima sarà pessimo anche al Centro con temporali diffusi sul Lazio, Toscana, Umbria e su tutte le regioni adriatiche. Fino a venerdì non saranno risparmiate anche regioni meridionali come Campania e Puglia, bagnate da diffusi rovesci. I presupposti per il weekend festivo non si preannunciano tra i migliori, le previsioni oltre le 48 ore rimangono sempre le meno affidabili, ma assicurano che il cielo sarà sgombro da nubi almeno al sud Italia. Quasi certo invece il maltempo al nord, anche nel giorno della festa dei Lavoratori. Le temperature quasi estive arriveranno su tutta Italia solo al rientro della prossima settimana.

"Signora, c'è...": non aprite quella porta L'ultima frontiera dei furti in casa

Terni, rapina in casa: "Dobbiamo consegnare un telegramma". Muore un anziano





Una vicenda inquietante, che arriva da Terni: sono stati arrestati per omicidio preterintenzionale, rapina, lesioni e sequestro di persona tre giovani, tutti romeni, bloccati dai carabinieri nell’ambito delle indagini dopo che un agricoltore di 91 anni è stato trovato morto nella sua casa di Terni. Secondo quanto accertato dai carabinieri, due dei malintenzionati sono entrati in casa mentre il terzo attendeva in auto. I tre - di 20, 21 e 43 anni - provengono dalla periferia romana e sono da parecchi anni in Italia, tanto che, riferiscono gli inquirenti, "parlano perfettamente" la lingua. I tre avevano diversi precedenti, e viaggiavano a bordo di una Bmw con targa romena che era stata parcheggiata nei pressi della casa dell'anziani (sono poi stati bloccati dai carabinieri quando ancora si trovavano nella zona). A preoccupare è il metodo utilizzato dalla banda per farsi aprire la porta: i tre, infatti, hanno affermato di dover consegnare un telegramma. In casa in quel momento, intorno alle 13.30, la moglie della vittima, di 85 anni, che è stata subito aggredita e legata mani e piedi. Poi i due stranieri entrati in casa le hanno coperto bocca e naso con del nastro adesivo. L’uomo è stato invece bloccato con le mani dietro alla schiena.

martedì 28 aprile 2015

"Fiducia", ed è delirio in aula "Renzi fascista, miserabile"

Italicum, la reazione furiosa delle opposizioni al voto di fiducia, Renato Brunetta: "No al fascismo renziano"





La notizia del voto di fiducia previsto sull'Italicum da parte del governo ha scatenato la bagarre da parte di tutti i gruppo di opposizione. Già all'annuncio di Maria Elena Boschi alla Camera, l'aula ha risposto con un boato di proteste. Poi è arrivato l'intervento furioso del capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta: "Non consentiremo che quest’Aula diventi un bivacco di renziani... Mi meragviglio che quel che rimane del Pd possa accettare un comportamento di questo tipo. Non c’era ostruzionismo, non c’era un numero esorbitante di emendamenti, perché mettere la fiducia? Non consentiremo il fascismo renziano, non lo consentiremo!". Che Renzi volesse imporre la fiducia era questione data per certa da diversi parlamentari, come quelli di Sel già pronti alla protesta teatrale con il lancio di crisantemi dai loro banchi. Toni pesantissimi anche nel corridoio del Transatlantico, dove il fittiano Maurizio Bianconi ha urlato: "Maiali e infami. Sono vergognosi!". Sulla stessa lunghezza d'onda i grillini con il capogruppo Fabiana Dadone: "È un atteggiamento da miserabili. Mi chiedo se stasera gli esponenti del governo riusciranno a guardarsi allo specchio".

La reazione - Matteo Renzi si affida ancora una volta a Twitter per rispondere alle proteste della Camera. Nel tweet Renzi ribadisce come l'approvazione dell'Italicum sia strettamente legata al suo governo e così sfida l'aula: "La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia"

Maradona straccia Equitalia: vince lui E adesso gli altri "tartassati" sperano

Diego Armando Maradona vince contro Equitalia





Diego Armando Maradona ha la meglio su Equitalia.  La sezione n. 12 della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli con sentenza n.6410/2015 - presieduta da Luigi Capuozzo, e composta dal giudice relatore Fausto Izzo e dal giudice Paolo Scognamiglio - ha accolto il ricorso proposto da Diego Maradona – difeso da Angelo Pisani con i colleghi Silvio Ceci, Angelo Scala, Enrico Carlomagmo e Massimiliano Toriello - contro una Intimazione di pagamento milionaria di Equitalia.

Il precedente - Un  precedente molto importante in quanto il giudice tributario ha stabilito che l'intimazione di pagamento notificata a Diego Maradona è nulla "perché priva di motivazione, in violazione dello Statuto del Contribuente che, fin dal 2000, stabilisce che gli atti dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia devono spiegare con chiarezza e puntualità le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione".

Le due irregolarità - Due sono i vizi che presenta l'intimazione di pagamento che era stata ricevuta da Maradona. L'’atto indicava un unico e forfetizzato importo a titolo di ‘spese ed aggi di riscossione’, senza che si potesse distinguere il compenso di riscossione dalle altre spese ed, inoltre, senza che si riuscisse a verificare da quale data i pesanti compensi e le gravose spese erano stati calcolati. A causa di tale mancanza, hanno sostenuto i legalli, Maradona non è stato messo in grado di verificare la correttezza della liquidazione operata da Equitalia che, attraverso la rappresentazione unitaria dei ‘compensi’ e delle ‘spese’, ha violato apertamente l'’obbligo di motivazione. Non solo. Nell'intimazione vi era anche una successiva voce ‘interessi di mora’ nella quale, però, non veniva indicata né la percentuale di interesse applicata alla somma capitale né la data di decorrenza di tali interessi. Anche in questo caso è chiaro che, a causa di tale omissione, Diego non ha potuto verificare l'’esattezza dei calcoli effettuati da Equitalia con riflessa carenza motivazionale della Intimazione.

Impugnare le cartelle - Come osservano i tributaristi Silvio Ceci e Vincenzo Conforti – questo problema si presenta con sistematicità in tutte le cartelle ed Intimazioni di pagamento che vengono ricevute dai cittadini. La sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli, che segue importanti sentenze della Cassazione, quindi, costituisce una importante decisione per Maradona ma anche per tutti i cittadini che potranno fare riferimento a tale precedente per impugnare le cartelle esattoriali e le Intimazioni ricevute da Equitalia perché poco chiare e, quindi, prive di motivazione

"Niente messa per Mussolini" Il Duce fa scoppiare un caso

La Curia di Reggio Calabria ferma la messa per i 70 anni dalla morte di Mussolini





La Curia di Reggio Calabria ha fermato la Messa per ricordare i settant'anni della morte di Benito Mussolini. I promotori dell'iniziativa del Movimento politico autonomista Alleanza Calabrese hanno deciso di non rinunciare all'appuntamento fissando una cerimonia in piazza "Il duo Morosini-Falcomatà (il Vescovo ed al sindaco di Reggio Calabria)  ha ancora paura di un uomo assassinato settanta anni fa. Camerata Benito Presente! Piovono fiori su Piazzale Loreto, ha scritto Alleanza Calabrese. Gli organizzatori della messa avevano realizzato anche un manifesto che è stato postato sul profilo Facebook di Alleanza Calabrese. “I camerati reggini - è scritto sul manifesto - ricordano, a 70 anni dal suo omicidio, S.E. Benito Mussolini e tutti i caduti della Repubblica Sociale Italiana, che hanno creduto nell’onore e nella grandezza del popolo d’Italia”. La motivazione della Chiesa è questa: "Pur essendo lecito celebrare la Santa Messa in suffragio dei defunti per l’occasione” la celebrazione deve essere sospesa “per la strumentalizzazione della stessa per fini politici". 

Pansa: Renzi è arrivato all'ora X Ecco l'uomo che può salvarlo

Pansa: lo squaletto Renzi è all'ora x


di Giampaolo Pansa 


"La guerra di Renzi". È questo il titolo di copertina dell’ultimo numero dell’Espresso. Buona idea e ottima traduzione grafica, con un’immagine drammatica del salvataggio di uno dei barconi che dall’Africa stanno arrivando a casa nostra. Peccato che sia fondata sul nulla. Il nostro premier non ha mai voluto combattere quella guerra. Se ne è sempre infischiato. Non l’ha mai ritenuta importante. Sin dal primo giorno l’ha giudicata inesistente. Persino quando gli è toccato presiedere il semestre europeo a guida italiana, non ha speso una parola per mettere in guardia le istituzioni internazionali su quel che poteva accadere. Notte e nebbia, occhi chiusi e bocca tappata su questo tsunami di profughi e clandestini che stava investendo l’Italia. Posso dirlo alla Bestiario? È un pericoloso dilettante, lo Squaletto fiorentino che soggiorna a Palazzo Chigi. Adesso che i buoi arrivano a migliaia sui barconi, lui vorrebbe chiudere la stalla. E no, signor Renzi! Non ci prenda per fessi. La bocciamo su tutta la linea.

Ma dopo il premier dobbiamo fare una croce sopra al suo staff. In decenni di vita repubblicana non si era mai vista così tanta gente a Palazzo Chigi. Uffici strapieni di uomini e donne del Cerchio magico fiorentino. L’addetto alla propaganda, quello alle fotografie ufficiali, un altro alle riprese televisive, un quarto ai rapporti invisibili, un quinto incaricato di stilare gli elenchi degli avversari da azzoppare, un sesto per occuparsi di affari riservati, un settimo per maneggiare Twitter, un ottavo per sorvegliare le trasferte del premier, un nono per la raccolta e l’incremento dei fondi da papparsi, un decimo per assaggiare la pizza e accertarsi che non sia avvelenata.

E che cosa dire poi dei consiglieri di rango elevato? Ex amministratori delegati di grandi gruppi. Super esperti internazionali di taglio delle spese. Pubblicitari bravissimi nel costruire l’immagine del giovane premier sceso a Roma per rimettere insieme un’Italia a pezzi. Politologi con un’idea fissa nel cranio: sistemare «i signori del Parlamento», come Matteo li ha chiamati, con disprezzo, venerdì sera nel salotto televisivo della Gruber. Una star eroica, la signora dell’Alto Adige, la sola a contrastare il premier e ad addossarsi anche la parte di un Marcello Sorgi spaventato e silenzioso.

Ebbene nessuno di questi consulenti, immagino ben retribuiti, ha saputo mettere in guardia lo Squaletto dalla bufera in arrivo nel Mediterraneo. E se per caso ha tentato di farlo, non è stato ascoltato. Ma se questa era la sorte dei consiglieri del premier avremmo dovuto veder piovere un’infinità di dimissioni. Invece non si è visto niente. Tutti inchiodati nel bunker di Palazzo Chigi. Eppure la storia ci ha insegnato che l’atmosfera fetida dei rifugi blindati provoca soltanto la tentazione al suicido.

Adesso per lo Squaletto sta arrivando l’ora X. Insieme ai barconi sarà costretto ad affrontare lo scontro finale sull’Italicum, la legge elettorale che dovrebbe consegnargli un potere assoluto in Italia. I lettori di Libero sanno tutto di questo colpo di Stato che Renzi spaccia come l’unico modo che consenta a un premier di governare. Il Bestiario ha già spiegato che l’Italicum era stato inventato nel 1924 da un signore che si chiamava Benito Mussolini. Lui stava al governo da due anni, ma soltanto la legge Acerbo gli consentì di consolidare il regime e mandare in esilio o in carcere le opposizioni.

Venerdì sera, sempre di fronte alla Gruber, Renzi ha lanciato la sfida delle sfide: «Se l’Italicum non passa, il governo cade». Il tono era quello di chi urla: «Dopo di me, il diluvio!». Ma è davvero così? Il sottoscritto teme che l’Italicum passerà. Le opposizioni non sembrano in grado di impedirlo. Per di più, i refrattari annidati nel Partito democratico troppo spesso se la fanno addosso. Tuttavia, ammettiamo che lo Squaletto perda la battaglia decisiva. E sia costretto a dimettersi. Dunque proviamo a immaginare quel che può accadere.  Che cosa fa il capo dello Stato, Sergio Mattarella? Forse non lo sa neppure lui. Può rimandare alle Camere il governo Renzi. L’esecutivo potrebbe ricevere una fiducia e proseguire la corsa senza l’Italicum. Di fatto tirerebbe a campare e dovrebbe rimettere sull’altare il grande Giulio Andreotti che nel suo cinismo cosmico raccomandava: «È meglio tirare a campare che tirare le cuoia». Oppure il presidente della Repubblica potrebbe sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, con quel poco che la Corte costituzionale ha lasciato in vita della legge elettorale precedente: il cosiddetto Consultellum.

Ma è possibile anche uno scenario diverso, quasi rivoluzionario. Da Francoforte, viene richiamato in Italia un signore che si chiama Mario Draghi. In settembre compirà 68 anni, ma sembra assai più giovane. È stato governatore della Banca d’Italia e oggi guida la Banca centrale europea, uno strumento essenziale per evitare che l’area dell’euro vada a ramengo. Draghi accetta di lasciare la Bce e di prendere il timone del governo italiano? Nessuno lo sa. Però un miracolo può sempre accadere. Lo sosteneva mia nonna Caterina che pregava di continuo santa Scarabola, la vergine dell’impossibile.

È un’ipotesi che sembra folle, ma di cui si parla. Per primo, e meglio di tutti, lo ha fatto venerdì il giovane e diabolico direttore del Foglio, Claudio Cerasa. Il titolo della sua lunga analisi era volpino: «Che problema ha Renzi con Draghi?». Bella domanda. Presto o tardi arriverà una risposta. Ce lo vedete un drago al posto di uno squaletto azzoppato? Ai posteri l’ardua sentenza.  Tuttavia è possibile che lo Squaletto, una volta conquistato l’Italicum e superata l’ora X, cominci a rivelarsi quello che è: un piccolo dittatore. Come primo passo da compiere in attesa di andare alle urne, deciderà un’epurazione massiccia all’interno del Partito democratico che lo ha eletto segretario. E a questo punto bisogna dire qualche verità su questa Arca di Noè ormai irriconoscibile.

Il Pd doveva essere il pilastro del riformismo italiano. Invece è un accampamento dove pochi profughi idealisti convivono con carovane di opportunisti. La Stampa ha scritto che persino Denis Verdini, il faccendiere politico di Silvio Berlusconi, sarebbe pronto a lasciare Forza Italia per il partito della Nazione che Renzi sta costruendo. Se è vero, potrà accadere di tutto. Vedremo il missino Storace aderire all’Anpi, il Cavaliere ripudiare la signorina Pascale e mettersi con un marocchino, il leghista Borghezio iscriversi ai No Tav e Fabio Fazio darsi agli spot dei materassi che fanno dormire il sonno dei giusti.  E le minoranze rosse del Pd che sorte avranno? Venerdì sera, nel suo teatro su la7, Maurizio Crozza ha sbeffeggiato Gianni Cuperlo e Pier Luigi Bersani come dei nuovi Stanlio e Ollio. Due poveracci che sognano di battere lo Squaletto, poi si spaventano e cominciano a piangere. Cattivo, ma giusto, il grande Crozza. L’ora X sta per scoccare anche per i dissidenti cresciuti nel Pci.

I comunisti di un tempo sognavano di fare la rivoluzione proletaria. Ma desso rischiano di trovarsi prigionieri di una rivoluzione autoritaria. Attuata da uno Squaletto cresciuto nei boy scout. Una vera carogna che ha in mano un pugnale da puntare alla gola dell’Italia. Ammesso che la nostra repubblica di sfigati sopravviva all’assalto dei barconi.

Superflop del film di Veltroni al cinema I critici lo esaltano, le gente lo snobba

Walter Veltroni fa flop al cinema





E' un flop il film di Walter Veltroni. "I bambini sanno...". Lo dicono i dati  sugli incassi da cui emerge che il film non è entrato nella top ten dei film più visti della domenica e neppure della settimana. Eppure la pellicola era stata presentata in pompa magna davanti ai presidenti delle Camere e Capo dello Stato, vip, personaggi delle tv. Veltroni regista ha incassto solo 104mila euro in quattro giorni, circa otto milioni in meno del capolista Averngers. Decisamente poco se si pensa proprio alla gran fanfara di stampa e di critica che aveva osannato e omaggiato l'arrivo della pellicola firmata Veltroni. 

Caivano (Na): La Lista Popolari per l'Italia presieduta dal candidato sindaco Monopoli fa flop

Caivano (Na): La Lista Popolari per l'italia presieduta dal candidato sindaco Monopoli fa flop. C'erano "quasi" più addetti ai lavori che partecipanti?. Tra gli ospiti, anche Lizzi, Ponticelli, Zampella ed altri esponenti e familiari del candidato sindaco. Ma i giovani? gli imprenditori?


di Gaetano Daniele





Caivano amante degli stranieri? Questa volta no!. I carditesi a sostegno di Monopoli, questa volta hanno fatto flop, come volevasi dimostrare?. Al Convegno dei Popolari, c'erano proprio tutti, dall'On. Rivellini all'Ass. Bianca D'Angelo all''On. Mauro. Organizzatori a parte, presente anche il direttore di Julie, dott. Giovanni De Cicco che, in questa tornata elettorale caivanese, "dal cuore di Caivano" fiancheggia il dott. Simone Monopoli. Nonostante la grande mobilitazione degli addetti ai lavori e, nonostante la presenza appunto, di una candidata alle elezioni regionali, Bianca D'Angelo, assessore in carica, è nostro dovere di cronaca registrare che, ieri sera all'Hotel Il Roseto, al convegno dei Popolari, le aspettative sono state deluse dai numeri, difatti c'erano meno di 35 persone (vedi foto). 


I partecipanti -  due in particolare, classe di età medio alta, forse annoiati dalla solita tiritera, lasciano il convegno in anticipo. Fra gli ospiti, gli stessi sostenitori della Lista Popolari, dall'Avv. Ponticelli allo zio Zampella, allo storico sostenitore Giovanni Lizzi. Insomma, famiglia, amici e parenti a parte, hanno preso parte al convengo meno di 35 persone, quasi tutti di età medio alta. Forse il flop era nell'area? Una domanda è d'obbligo, ma i giovani? gli imprenditori? i commercianti? le menti che devono dare imput e slancio a questa martoriata città, dov'erano? 

Ora è ufficiale: l'Italia assembla gli F-35 olandesi

L'Italia assembla gli F-35 olandesi


di Claudio Antonelli 


Ormai è ufficiale. La Faco di Cameri, l’impianto italiano dedicato ai caccia F35 riceverà la commessa per eseguire l’assemblaggio di velivoli Olandesi e il centro logistico di Woensdrecht eseguirà attività di manutenzione su motori italiani in Olanda. Si tratta del primo passo concreto verso l’ampliamento dell’utilizzo di Cameri, un iter che porterà la struttura a fare da perno centrale per diverse nazioni europee e una volta terminato il programma Jsf da garage per tutta la flotta di F35 europei ed americani di stanza nei territori Ue e nel mare Mediterraneo. L’intesa, firmata tra i vertici della Difesa italiana e olandese, contribuisce ad innalzare il livello di coinvolgimento dell’industria nazionale, con evidenti benefici in termini di ricadute occupazionali e di know how, oltre ad aprire la strada a simili iniziative anche con altri Partner dell’area euro-mediterranea, tese a rafforzare l’importanza e l’efficacia del pilastro europeo del programma. L’uscita dallo stabilimento del primo velivolo italiano assemblato presso la FACO, avvenuto il 12 marzo scorso, unitamente alla consegna del primo assieme alare completo (parte centrale della fusoliera incluse le semiali) destinato ad essere installato su un velivolo dell’USAF, hanno dimostrato le capacità produttive dell’impianto industriale realizzato grazie ad una efficace sinergia nazionale fra la Difesa e l’Industria. Con questo accordo, la FACO di Cameri ottiene un ulteriore riconoscimento della elevata qualità ed affidabilità dei propri processi produttivi per l’assemblaggio dei velivoli, mentre si prepara anche a divenire il fulcro delle attività di manutenzione per gli F-35 che saranno schierati in Europa.

Comprare il biglietto giusto per Expo Guida facile e veloce per risparmiare

Expo, la guida per comprare il biglietto giusto


di Antonio Spampinato 



Ci sono principalmente due modi per comprare a prezzi scontati i biglietti che permettono l'ingresso a Expo 2015. Il primo prevede l' iscrizione al Partito democratico milanese, ma solo se si ha meno di 30 anni, il secondo richiede rapidità e una certa dimestichezza con il web. Essendo i lettori di Libero distribuiti su tutto il territorio nazionale, ci concentriamo sull' acquisto via internet. La rapidità di cui abbiamo accennato è necessaria perché gli sconti sono applicabili a chi compra il ticket entro il 30 aprile. Dal 1 maggio, data dell' apertura dell' esposizione universale dal titolo "Nutrire il pianeta", si pagherà prezzo pieno. È attiva una rete di rivenditori autorizzati (negli aeroporti di Bergamo, Bologna, Milano, Venezia, Roma e Napoli, negli Infopoint Expo presenti in diverse stazioni ferroviarie italiane oltre all' Expogate di Milano e in altri punti d' interesse turistico) e una di subrivenditori, come il Pd milanese, unico partito politico presente nella lista. Ma internet (www.expo2015.org) resta l' opzione più comoda per quanti vogliono studiarsi con attenzione il papello che il marketing di Expo si è inventato per venire incontro alle più disparate esigenze: una quarantina di voci con due opzioni per quasi tutte, che raddoppiano se si aggiunge anche il blocco scontato. Ci vuole tempo e pazienza per scorrerle tutte, fretta per usufruire degli sconti: una contraddizione tutta italica. È vero che i biglietti sono acquistabili dallo scorso settembre ma è altrettanto vero che dell' esposizione universale, in quanto tale e non solo legata alle notizie provenienti da Palazzo di giustizia, si parla, praticamente. 

Gli sconti. Ancora per cinque giorni si possono prenotare i biglietti con una riduzione sul prezzo che arriva al 20% (circa). Esempio di un adulto (più di 14 anni) che abbia le idee chiarissime e voglia acquistare l' accesso al sito espositivo per un giorno ben preciso: il prezzo pieno (cioè dopo il primo maggio) è di 34 euro, quello scontato (cioè prima del primo maggio) di 27. Nessuno sconto è invece previsto per il bambino che si aggiunge al "Family pack", cioè quel pacchetto che prevede 1 adulto e 1 bambino (famiglia A), 2 adulti e 1 bambino (B), 1 adulto e 2 banbini (C) o (D) 2 adulti e 2 bambini (ci scuserete la complicazione ma siamo cronisti e riportiamo): si paga comunque 10 euro, oltre al Family pack che varia a seconda della composizione familiare sopra descritta; il pacchetto famiglia sì che invece può usufruire della riduzione del prezzo.

Niente sconti per il biglietto serale: 5 euro. In sintesi i prezzi dei biglietti dipendono della categoria del visitatore, dal fatto che si scelga una data fissa o aperta e il costo di riferimento è di 39 euro. Ci sono riduzioni per famiglie, gruppi, over 65, se si aquistano biglietti per due giorni consecutivi o abbonamenti per due o tre giorni random mentre i bambini sotto i 4 anni e accompagnatori di persone disabili entrano gratis. Un adulto che voglia entrare per tre giorni senza voler fissare date può acquistare un abbonamento da 105 euro (35 euro a giornata contro i 39 a prezzo pieno con data aperta). A questo punto si può pensare al "Season pass", che prevede anche l' accesso attraverso varchi dedicati: con 115 euro (senza sconto per chi acquista prima del primo maggio) si può entrare quando si vuole fino a chiusura, a fine ottobre, dell' Expo. In arrivo l' Esposizione universale di Milano Esistono decine di combinazioni e tariffe in base alle più diverse situazioni personali e familiari. E se si acquista il ticket prima del 1° maggio si paga il 20% in menoTutti in fila per visitare Expo Ecco la guida al biglietto giusto.

Gli arrestano il figlio, medico si suicida "Magistratura miope a volte uccide"

Il figlio farmacista arrestato, medico si suicida a Genova





Ha scritto su un biglietto "la magistratura miope a volte uccide" e poi si è gettato dal ponte Monumentale, in pieno centro a Genova, uccidendosi. Protagonista della tragedia un medico pediatra di 65 anni noto in città che ha deciso di farla finita dopo che il figlio, farmacista, era stato arrestato dalla procura di Monza per una truffa riguardante la vendita fuorilegge di costosissimi farmaci antitumorali . Anche la moglie del medico aveva deciso di suicidarsi insieme con il marito ma ha esitato all’ultimo momento dopo avere visto l’uomo gettarsi ed è stata salvata in extremis dalla polizia arrivata sul ponte dopo l’allarme lanciato da alcuni passanti. Oggi l’uomo è stato scarcerato in seguito al suicidio del padre, secondo quanto ha riferito il suo legale, Umberto Pruzzo: "Ho fatto istanza di scarcerazione per i gravi eventi familiari ed è stata accolta.

lunedì 27 aprile 2015

Caivano (Na): Sirico in testa?

Caivano (Na): Sirico in testa? 


di Gaetano Daniele 


Arch. Luigi Sirico
Candidato Sindaco (Centro Sinistra) 
Comincia ad essere brruttarella l'aria elettorale per il centro destra e gli altri candidati a sindaco. L'aria che tira nel Paese, soffia a favore del candidato sindaco del Pd, Luigi Sirico. Se si votasse oggi, secondo il nostro punto di vista, in bilico non ci sarebbe solo il dott. Simone Monopoli di Forza Italia, rappresentato da Luigi Cesaro, ma anche il candidato della Lista Civica "NOI CON PAPACCIOLI" rappresentata appunto, dal dott. Giuseppe Papaccioli, e da Giuseppe Ziello (Movimento 5 Stelle), mentre appunto, il centrosinistra potrebbe riscattarsi di quanto male aveva lasciato politicamente negli ultimi mesi. In attesa della definizione delle liste per le varie coalizioni sia di centro destra che di centro sinistra, quella scattata oggi, a meno di 5 settimane dal voto, dal nostro blog, il Notiziario, rappresenta la fotografia di uno scenario elettorale liquido ed in chiara evoluzione da parte del Partito Democratico appoggiato da Sel, Nuovo Centro Destra, Noi Per Caivano, Udc, Italia dei Valori, Popolari Italiani. Al di là di tutto, è un clima di crescente disaffezione, che rischia di pesare in modo significativo anche sull'affluenza alle urne. 

Roma a pezzi, e Francesco Totti... L'indiscrezione-bomba sul "Pupone"

Francesco Totti, l'indiscrezione terremota la Roma: si ritira alla fine di questa stagione





Quella che doveva essere la stagione della riscossa, del successo, insomma dello scudetto, per la Roma si è trasformata in un mezzo incubo. O meglio, ad oggi, in un incubo completo: sorpassata dalla Lazio, ora anche il terzo posto è a rischio, col Napoli a sole due lunghezze. La mancata qualificazione in Champions, oggi più che un'ipotesi, potrebbe innescare un vero terremoto. Il finale di stagione, insomma, sarà decisivo. Per tutti. A partire dal ds Walter Sabatini e da mister Rudi Garcia. Il primo, da par suo, si è preso le responsabilità del flop del mercato di gennaio. Il secondo tace, ma da eroe si è trasformato in bersaglio. Dunque, ci sono tre scenari possibili. Il primo è quello che vede la Roma al secondo posto, un risultato che ricompatterebbe l'ambiente e che, nei fatti, salverebbe tutti quanti. Ma questo primo scenario, come detto, oggi pare utopico, o quasi, considerando i risultati della (ben poco) "Magica". Il secondo scenario è quello che vede i giallorossi al terzo posto, il che offrirebbe una "pax" almeno fino a preliminari di Champions: se la qualificazione non venisse centrata, però, scatterebbe la (pericolosa) rivoluzione di mezza estate. Il terzo ed ultimo scenario è quello che vede la Roma al quarto posto: ed in questo caso, c'è da scommetterci, il presidente Pallotta cambierebbe i vertici della nomenklatura romanista, Sabatini e Garcia in primis.

"Deciderà lui". Ma... - Sullo sfondo, però, c'è la figura di Francesco Totti, l'eterno capitano. Una sua parola, è arcinoto, a Roma può pesare anche più di quella del presidente. Insomma, le volontà del Pupone potrebbero cambiare ogni tipo di schema e segnare il destino di mister, ds e di alcuni compagni di squadra. Il punto, però, è che le decisioni che Totti potrebbe prendere, almeno secondo quanto lascia intendere il Corriere della Sera, potrebbero riguardare lui stesso: si parla di un - clamoroso - addio, una voce che si è più volte rincorsa nei suoi anni di militanza alla Roma e che, ciclicamente, nei momenti di difficoltà torna in auge. Ad oggi, i rapporti con Garcia non sono ai massimi livelli: il capitano ha gradito il giusto la sostituzione contro l'Inter dopo 51 minuti di gioco. Altro particolare da non sottovalutare è il suo contratto, in scadenza a giugno 2016. Nell'ambiente giallorosso, come un mantra, si ripete che del suo destino "deciderà lui". E se del suo destino deciderà lui, ora come ora, non è affatto impensabile immaginare che Totti appenda gli scarpini al chiodo al termine di quest'anno, evitandosi così la stagione 2016, che potrebbe essere un anno di transizione. Il Pupone, però, tiene molto al record di gol in Serie A, un traguardo difficile da raggiungere, anche se non ha mai smesso di covare il sogno: mancano 33 reti per acciuffare Piola. Una motivazione che potrebbe spingerlo a continuare (a patto, però, che Garcia gli dia lo spazio necessario, o magari a patto che Garcia non ci sia più). Le possibilità che Totti invece chiuda la carriera con un'altra maglia appaiono più che residuali.

Dopo Francesco arriva un Papa nero La scelta anti-Islam del Vaticano

Vaticano, perché il prossimo Papa può essere nero





I dati dello i Pew Research parlano chiaro: il numero dei musulmani sta per superare quello dei cattolici e questo soprattutto perché chi prega Gesù fa sempre meno figli, mentre i seguaci di Maometto non  hanno mai visto decrescere la natalità. A dare conto dei dati il quotidiano Repubblica che anticipa anche il piano del Vaticano per far fronte a questa crescita esponenziale. Dopo Papa Francesco potrebbe esserci un Papa nero. Perché se è vero che c'è una questione demografica con cristiani che fanno meno figli di quelli africani, asiatici e latinoamericani. Il continente a cui la Chiesa cattolica dovrebbe guardare con interesse è l'Africa.  Nel 1910 i cristiani del continente nero erano solo l' 1,4% del totale, oggi sono già il 23,9% e nel 2050 saranno il 38,1%.La Nigeria, il Congo, la Tanzania, l'Etiopia e l'Uganda saranno tra le dieci più grandi popolazioni cristiane del mondo. F

Il futuro dell'Africa - Francesco, il Papa che arriva "da molto lontano" ha capito questo epocale cambiamento e infatti ha cominciato a fare scelte in questa direzione: scegliendo i nuovi membri del collegio cardinalizio non in base a vecchi schemi ma guardando proprio lontano, in Africa.  Repubblica si nota come  se oggi è ancora l' Europa ad avere il maggior numero di cardinali elettori (56), seguita dall' America del Nord (17), l' Africa è al terzo posto (14), insieme all' Asia (14). America del Sud (12), Centrale (6) e Oceania (3) chiudono il collegio. La strada vero il Papa nero era già stata aperta da Benedetto XVi che nel 2012 disse che "in modo riduttivo e spesso umiliante, si descrive l' Africa come il continente dei conflitti e dei problemi infiniti e insolubili". Mentre "l' Africa è per la Chiesa il continente della speranza, è il continente del futuro". Il 7 febbraio scorso, invece, è stato Francesco a parlare dell' Africa e della "stupenda testimonianza di carità" resa dalla Chiesa del continente verso i più bisognosi, soprattutto nelle regioni più remote e isolate.

Il part-time prima della pensione chi può farlo e a che condizioni

Pensioni statali, il part time prima di andare in pensione





L'obiettivo è quello di abbassare l'età nella pubblica amministrazione, "svecchiare". E lo strumento individuato potrebbe essere quello di favorire tale ricambio "su base volontaria e non revocabile" attraverso la riduzione dell'orario di lavoro e della retribuzione del personale che sta per essere collocato a riposo. Insomma, il part time prima della pensione. A riferire di questo progetto il quotidiano Il Messaggero che spiega che si è arrivati a questa soluzione dopo il progetto di anticipare l'uscita degli statali vicino alla pensione per permettere l'ingresso dei giovani era naufragato. In questo modo le amministrazioni avrebbero potuto assumere ogni tre prepensionati un nuovo dipendente. Ma la Ragioneria dello Stato aveva fatto resistenza soprattutto in vista delle ripercussioni che avrebbe avuto sul sistema previdenziale.  

Il compromesso - Adesso, tuttavia, si sarebbe arrivati ad una sorta di mediazione con i tecnici del Tesoro. Il governo e il relatore alla riforma della Pubblica amministrazione, Giorgio Pagliari anticipa il Messaggero. sarebbero pronti a dare parere favorevole ad un emendamento a prima firma Hans Berger, senatore del gruppo delle autonomie. Per evitare la "bomba previdenziale" Berger ha pensato a questa soluzione: a versare la differenza dei contributi tra il part time e il tempo pieno per poter ottenere una pensione piena una volta lasciato il lavoro, debba essere il lavoratore stesso. In questo modo però lo statale potrebbe non essere incentivato al part time. Il dipendente che per esempio guadagna due mila euro netti al mese, oltre allo stipendio dimezzato per il part time, si troverebbe costretto a dover versare altri 350 euro - 

Il loro patto suicida con le banche: perché ora l'Italia rischia il default

Matteo Renzi e Mario Monti, il patto suicida con le banche che ha affossato i conti dell'Italia


di Franco Bechis 


Fra la fine del 2011 e il 2014 i governi guidati in particolare da Mario Monti e da Matteo Renzi si sono comprati un successo personale come il calo dello spread facendo pagare quella vittoria di immagine assai cara ai contribuenti. In quell’arco di tempo l’operazione è costata realmente 16,95 miliardi di euro ai contribuenti italiani (la cifra che servirebbe a pagare il famoso reddito di cittadinanza), e si porta con sé una perdita al momento solo virtuale di 42 miliardi di euro che rischiano di fare lievitare ulteriormente il debito pubblico italiano. Questo ignoto e costosissimo biglietto è emerso dalla pubblicazione di una nota Eurostat del 21 aprile scorso sui conti riclassificati del debito pubblico dei vari paesi europei, in cui è stato evidenziato il costo rilevantissimo dei contratti derivati sottoscritti dal Tesoro italiano con 19 grandi banche (due italiane, tutte le altre straniere) per convincerle a partecipare alle aste dei titoli di Stato e a fermare l’ascesa dello spread.

Tutti contratti che si sono rivelati disastrosi per le finanze pubbliche italiane, ed è il solo caso in Europa, tanto è che da un calcolo effettuato da Bloomberg le perdite in derivati dell’Italia dal governo Monti a quello Renzi compreso sono superiori di qualche centinaio di milioni di euro a quelle cumulate di tutti gli altri 18 paesi dell’Eurozona. Solo altri 4 paesi hanno perso con i derivati (Olanda, Austria, Germania e Spagna), mentre nell’ordine Francia, Grecia, Belgio, Finlandia e Portogallo sono riusciti a guadagnarci e non poco. Buoni affari invece per le controparti, le banche che hanno sottoscritto quei contratti in derivati con il Tesoro italiano: da Deutsche Bank a Goldman Sachs, da Hsbc Bank a JP Morgan, da Ubs a Morgan Stanley, e poi ancora Ing bank, Unicredit, Banca Imi, Bnp Paribas, Citibank, Credit Suisse, Nomura etc... Tutte le grandi firme della finanza internazionale.

Che cosa è accaduto? Che per fare partecipare alle aste di titoli italiani in modo da non fare ulteriormente lievitare lo spread quelle banche si sono fatte pagare un prezzo assai caro del biglietto. Lo strumento stesso del derivato ne è l’origine, perchè serve da riassicurazione nei confronti di eventuali perdite delle banche che avevano sottoscritto i titoli di Stato. Senza quella commissione che di fatto il governo italiano ha loro pagato, quelle non avrebbero sottoscritto i titoli. Ma per non perdere sui derivati sarebbe stato necessaria la condizione diametralmente opposta a quella che si auspicava. Se i tassi di interesse fossero saliti, l’Italia avrebbe guadagnato da quei contratti. Con i tassi di interessa in discesa invece ci perde, perchè quei contratti servono a rifondere le banche sottoscrittrici della eventuale differenza negativa dei tassi di interesse. Quel che è accaduto però fa pensare: la perdita sui derivati è stata maggiore del risparmio effettivo ottenuto in quell’arco di tempo nel pagamento di interessi sul debito pubblico grazie alla caduta dello spread. Ecco perchè i conti pubblici italiani non migliorano mai: sono stretti in una sorta di trappola finanziaria.

Forse avremmo dovuto ascoltare economisti come Paolo Savona, che con semplicità ha spiegato davanti alla commissione Finanze della Camera: «Ritengo che l’unico modo per difendersi dei derivati sia non utilizzarli». Savona ha poi aggiunto: «I derivati sono strumento finanziario utile, ma difficile da governare. Ho fatto un parallelismo, che può sembrare forte, ma che credo sia indispensabile, affermando che anche la dinamite è uno strumento utile, ma sono occorsi anni di studio e di esperimenti per evitare che continuasse a produrre danni e morti. Per quanto riguarda i derivati il problema si trascina da lunga data, ma non si è ancora riusciti, come fece Nobel per la dinamite, a creare un loro meccanismo di controllo».

Su quel buco di quasi 17 miliardi di euro nei conti pubblici il dieci per cento- 1,6 miliardi di euro- è frutto di un antico regalo lasciatoci da un altro tipo alla Mario Monti, uno di quei presunti salvatori della finanza pubblica che si sono creati grande immagine personale lasciando una scia di guai a tutti gli altri italiani che per decenni non si riesce ad estinguere. Il donatore si chiama Carlo Azeglio Ciampi, che nel 1994, poco prima di lasciare il timone del governo a Silvio Berlusconi, ha firmato un incredibile contratto-capestro con Morgan Stanley che ha causato una perdita netta per il Tesoro appunto da 1,6 miliardi di euro, con il colosso della finanza che è andato all’incasso proprio nel momento più critico per le finanze italiane: fra il dicembre 2011 e il gennaio 2012.

L’episodio è stato svelato dal direttore del debito pubblico italiano, Maria Cannata, davanti alla commissione Finanze della Camera. «Tra le situazioni critiche che, in tempi recenti, si sono dovute fronteggiare nei momenti peggiori della crisi», ha raccontato la dirigente del Tesoro, «emerge in particolare la ristrutturazione, funzionale alla successiva chiusura di diverse posizioni in derivati in essere con Morgan Stanley, realizzata tra dicembre 2011 e gennaio 2012. La peculiarità di questo complesso di operazioni risiedeva nella presenza di una clausola di estinzione anticipata unica nel suo genere, in quanto attribuita non a una singola operazione, bensì presente nel contratto quadro in essere con la controparte e ricomprendente tutte le operazioni sottoscritte con quella banca. Il contratto quadro era stato sottoscritto nel gennaio 1994 e prevedeva un Additional Termination Event, ossia il diritto di risoluzione anticipata dei contratti in essere, al verificarsi del superamento di un limite prestabilito di esposizione della controparte nei confronti della Repubblica. Nonostante le soglie limite fissate fossero state superate da anni, la banca non aveva mai dato segno di voler far valere la clausola di estinzione anticipata. Alla fine del 2011, tuttavia, la situazione del credito della Repubblica italiana appariva così fragile che Morgan Stanley ritenne di non poter tralasciare di avvalersi della posizione di forza che la clausola le conferiva».

La stessa Cannata ha offerto un quadro abbastanza aggiornato sulla esposizione in derivati del Tesoro italiano: «Alla fine del 2014 gli strumenti derivati per la gestione del debito emesso dalla Repubblica italiana, ammontano a circa 159,6 miliardi di valore nazionale(...) Il valore di mercato, aggiornato al terzo trimestre 2014, è negativo per 36,870 miliardi di euro...». Cifra poi salita a 42 miliardi a fine anno.