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giovedì 23 luglio 2015

BANCHE RIDONO Occhio a case e donazioni: così potranno prendersele

Dl Fallimenti approvato: il creditore potrà rivalersi sui beni del debitore ceduti in donazione




Il creditore potrà rivalersi sui beni che i debitori hanno ceduto in donazione, gratuitamente. E' una delle modifiche introdotte dal governo con il Dl Fallimenti (quello sull'Ilva di Taranto), approvato con voto di fiducia oggi alla Camera. Secondo il Movimento 5 Stelle, come spiega al Tempo il deputato Alfonso Bonafede, si tratta di un "nuovo piacere di Renzi alle banche", perché, questo è l'esempio portato dal grillino, "se una banca deve avere 1.000 euro da Tizio che, sei mesi prima, ha donato alla figlia la casa, ora la banca potrà procedere con esecuzione forzata verso la casa della figlia, senza bisogno di aspettare un giudice e perché la norma è retroattiva di un anno". La misura suscita non pochi malumori anche tra gli addetti ai lavori, che si sono esposti con una nota assai dura. 

Sì all'esecuzione forzata - Fino ad oggi, scrive l'Associazione Nazionale Forense, certamente c'era il rischio che fondi patrimoniali, donazioni e trust fossero "simulati" o "realizzati in frode ai creditori". In quel caso, "i terzi creditori danneggiati erano ammessi a provare la volontà fraudolenta del loro debitore di sottrarre la sua garanzia patrimoniale alla successiva pretesa del creditore". Da oggi, invece, il creditore, "per il solo fatto che ritenga di essere pregiudicato da una donazione, da un fondo patrimoniale, da un trust, da un vincolo, può iniziare l'esecuzione forzata senza alcun permesso del giudice". 

Giustizia in tilt - La norma, spiegano gli avvocati, "limita grandemente la difesa del debitore e del terzo che ha ricevuto il bene, perché essi non sono più chiamati a difendere le proprie ragioni in una causa ordinaria ma possono esclusivamente proporre opposizione all'esecuzione." Il risultato concreto è il rischio che l'esproprio di un immobile prima che vi sia una sentenza di inefficacia dell'atto possa portare ad auto-alimentare il contenzioso in attesa del solito intervento della Cassazione". Con ovvie lungaggini burocratiche, tanto per gradire.

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