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mercoledì 8 aprile 2015

Caivano (Na): Quanto ci costa la Casta? Circa 20 mila euro l'anno (E io pago.....!)

Caivano (Na): Quanto ci costa la Casta? Circa 20 mila euro l'anno (E io pago.....!) 




Nel riquadro il compenso percepito dal Consiglio Provinciale
di Maggioranza a guida Cesaro

Quando si ha la memoria corta, non v’è alcunché da fare. A distanza di 3 anni, IL GIORNALE ripubblica (ed i “mass media” locali riprendono) un articolo sulla Casta locale di cui, sia pure immodestamente, noi già avevamo scritto rivelando che, secondo dati attribuiti ai più accreditati Centri di studio, le risorse umane attive nei soli enti a Statuto ordinario italiani sarebbero state ben 40.384 per un totale retributivo annuo di 2 miliardi e 313 milioni. Briciole. Ma il fatto è che, ancora oggi, per i soli dipendenti siciliani, viene speso addirittura un miliardo e 782 milioni pari al 76% dell’intero importo somministrato a quelli di tute’e 15 le Regioni messe insieme, fatta eccezione per i lavoratori di quelle regolamentate da uno Statuto speciale. Il Veneto, che ha l’identico numero di abitanti della Sicilia, spende 12 volte meno di quest’ultima, mentre la Campania versa 70 euro per ogni residente e la Lombardia 21. Un’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre aveva rilevato che, dal 2001 al 2008, le spese totali delle Regioni italiane erano aumentate del 47,7%. La Basilicata (+102,3%) e l’Emilia –Romagna (+100,7%) erano le due realtà territoriali con le variazioni più importanti

I numeri elaborati dalla Confederazione degli artigiani dicevano che le Regioni centrali spendevano di più. L’analisi era partita dal 2001, anno in cui è andata a regime la Legge Bassanini. Con questa riforma erano state conferite funzioni e competenze a Regioni ed enti locali territoriali e chiuso il processo di trasferimento in materia sanitaria. Quello che preoccupa maggiormente è il fatto che, a fronte di un aumento della spesa totale pari a 66,2 miliardi di euro (con una variazione percentuale nazionale pari a +47,7%), ben 49 di questi sono riconducibili ad aumenti delle spese correnti. Questo vuol dire che il 74% dell’aumento della spesa totale delle Regioni è addebitabile soltanto a queste ultime, peraltro destinate esclusivamente alla produzione ed al funzionamento dei servizi prestati e non agli investimenti. Tra il 2001 e il 2008 la spesa corrente è cresciuta (+50,5%), con punte massime nel Lazio (+125,7%), nel Molise (+100,2%) e nell’Emilia Romagna (+69,7%).  Anche in questo caso è stato il Centro Italia a registrare la variazione di crescita maggiormente sostenuta: +93%. Di contro, nel Nord l’aumento si è attestato intorno al 51,1% e al Sud al 27,9%.

Poi l’analisi della Confederazione degli artigiani si era soffermata sull’andamento delle quattro principali funzioni di spesa che, messe assieme, costituiscono mediamente il 70% di quelle totale di ciascuna Regione (Sanità, Amministrazione generale, interventi in campo economico e trasporti). Con riferimento alla prima, la crescita della spesa a livello nazionale era stata del 55,6%.  A livello regionale il Molise aveva segnato l’incremento più deciso (+122,6%). Tra le tre macro-aree, ancora una volta era stato il Centro a marcare la variazione più sostenuta: +90,9%. Seguivano il Nord con il +45,9% e il Sud con il +44,5%.  Per quanto riguarda le spese per l’Amministrazione generale (stipendi, funzionamento della macchina burocratica, affitti …), l’incremento medio nazionale era stato +41,4%, con una punta massima del +129,6% registrato in Calabria.  Con il +47,2%, il Centro mantiene la leadership nazionale, seppure il Sud lo incalzi con una variazione pari al +46,3%. Chiude il Nord con il +35,3%. Tutti questi dati lasciano comprendere perché mai la classe politica molisana non abbia alcuna intenzione di perseguire concezioni di risparmiose aggregazione ad altre realtà. Nella regione prospera una “Casta” che vive con dovizia, in molti casi senza avere mai avuto né arte né parte, solo per avere potuto fruire della ventura di essersi attergata comodamente sulle tante poltrone pubbliche; sinché - ben locupletata mese dietro mese -  non ha acquisito il sospirato vitalizio. I “pensionati” regionali (citati a caso) percepiscono: Fernando Di Laura Frattura, Paolo Nuvoli, Antonio Di Rocco, Antonio Varanese e Mario Totaro; 4.002 euro; Giuseppe La Valle, Enrico Santoro, Nicolino Colalillo, Norberto Lombardi, Francesco Mancini, Luigi Biscardi, 3.843; Vittorio Rizzi, Ettore Di Domenico, Emilio Orlando, 3.353; Mario Verrecchia, Costanzo D’Elia, Augusto Massa, Antonio Del Torto, Natalino Paone, Giovanni Di Giandomenico, 3.027; Massimo Torraco, 2.863; Antonio D’Ambrosio, 2.618; Giovanni Di Pilla, 2.567; Italo Testa, 2.546; Nicolino D’Ascanio, 2.499; Giovanni Di Stasi, 2.487; Domenico Lombardi, Angelo Pio Romano e Pasquale Di Lena, 2.374; Eduardo Sassi, Domenico Pellegrino, Elvio Di Girolamo, Maria Nicole Cupaioli, Alfredo D’Ambrosio, Giuseppe Caterina, 2.210; Tecla Ciavarro, 2.156; Marcello Veneziale, 2.101; Nicola Iacobacci, 2.078; Alfonsina Di Marzo, 2.066; Giuseppe Di Fabio, Franco Cianci, 1.990; Gaspero Di Lisa, 1.984; Remo Di Giandomenico, 1.907; Alfonso Di Iorio, 1.904.

Vogliamo tirare le somme? Il solo ammontare dei vitalizi sopra esposti fa versare ogni mese alla Tesoreria di Palazzo Moffa la bellezza di 267.586 per chi ha maturato la “pensione”. Per ciascun anno che passa, si tratta di ben 3.211.033 euro. Insomma, ancora spiccioli che pesano gravemente sulle tasche dei contribuenti, quegli stessi che non arrivano neanche alla seconda settimana. Per non parlare dei giovani demoralizzati da tanta incompetenza. Ma guardiamo a terra, guardiamo in casa nostra, guardiamo alla nostra politica, perchè di politica parliamo, quella fatta alla portata di tutti, quella Provinciale e Comunale. 

Ma qualcuno potrebbe dire, cosa c'entra Caivano? appunto, se associamo, non tenendo conto dei vari vitalizi sopra citati, le spese che l'ente Provincia e l'ente Comune versa mensilmente tramite gettoni comunali o tramite stipendi, ai vari eletti, ci accorgiamo che anche i nostri amministratori hanno fatto poco o nulla per il nostro Paese. Ma un'altra cosa l'hanno fatta bene, cioè intascato il compenso. 

A Caivano siamo in piena campagna elettorale, le alleanze contano più di ogni altra cosa, anche se qualcuno vuole far credere di aver respinto facili unioni per il bene di Caivano. Ma dal "Cuore" di Caivano contano i fatti. Se vogliamo considerare che i due ultimi consiglieri Provinciali Falco e Monopoli, consiglieri di maggioranza, hanno rappresentato Caivano a 360° (forse solo sulla carta) con un risultato mediocre, ciò, ci lascia pensare. Ma una riflessione va fatta. Conviene pagare 20 mila euro l'anno un consigliere provinciale, come nel caso del dott. Monopoli, per poi ritrovarci non rappresentati a livello locale, al punto da vedere un Istituto Statale come il Liceo Scientifico Braucci, chiudere perchè l'ente provincia, ente a nostro avviso inutile, non ha pagato le bollette elettriche? Altro spreco di denaro pubblico!. Chi doveva vigilare se non loro? Di chi è la responsabilità se non di chi percepisce in un intero mandato circa 100 mila euro? E dire che qualcuno va decantando di offrire il reddito di cittadinanza. La risposta ai contribuenti!. 

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