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domenica 31 agosto 2014

Scalfari al veleno, Renzi demolito: "Sei solo un pifferaio, sulla Mogherini hai sbagliato tutto. Ti dico io chi è il solo che ci può salvare..."

Eugenio Scalfari al veleno contro Matteo Renzi: "Pifferaio, ci salva solo Draghi. E sulla Mogherini hai sbagliato tutto"




La bilancia dell'odio e dell'amore di Eugenio Scalfari per Matteo Renzi pende sempre di più verso il primo piatto. Basta dare un'occhiata al classico editorialone domenicale del fondatore di Repubblica, che non risparmia alcuna critica al premier, massacrandolo punto per punto. Il motivo è chiaro: le tante riforme annunciate, sbandierate come già realizzate e puntualmente o rinviate, o dimenticate, o dimezzate, o già fallite. "Il venerdì del 29 agosto - scrive Barbapapà -, che avrebbe dovuto essere per il governo una marcia trionfale, è stato invece un venerdì nero". Meglio, una via Crucis: prima l'Istat che certifica lo stato comatoso dell'Italia, schiacciata da Pil, consumi a picco, dissesto delle aziende, debito pubblico alle stelle e deflazione selvaggia. Poi, nel pomeriggio, le attese riforme della giustizia e il pacchetto Sblocca Italia rivelatisi un buco nell'acqua. 

"La Mogherini? Un fallimento del Pifferaio" - Qualche ora dopo la scenetta del gelato a Palazzo Chigi, Renzi è volato a Bruxelles per assistere all'incoronazione della "sua" Federica Mogherini ad Alto rappresentante della Politica estera dell'Unione europea. Un successo? Nemmeno per sogno, secondo Scalfari, anzi l'esatto opposto. "Caro Pifferaio, questa nomina non ha alcun contenuto di sostanza - è la stroncatura del direttore -. Lo avrebbe solo se ci fosse preliminarmente una cessione di sovranità degli Stati nazionali dell'Ue". Peccato che ogni Stato vada per i fatti propri, con i più potenti (Germania e Inghilterra su tutti) che fanno un po' il bello e il cattivo tempo dell'Unione. "Mi domando perché, sapendo perfettamente tutto questo Renzi abbia puntato su quella carica e non ben altre più consistenti: gli affari economici, la concorrenza, l'Eurozona, la gestione del bilancio comunitario, l'assistenza dell'Unione alle zone economicamente depresse e tante altre mansioni che la Commissione esercita". 

"La panna montata" di Renzi - Insomma, la Mogherini conta quanto il due di picche ma "il nostro Pifferaio la sbandiererà come una bandiera di successo mentre è soltanto un segno di debolezza". Dalla crisi non ci salverà l'Unione europea, conclude Scalfari, ma la Bce di Mario Draghi. E i gelati, in quadro così infausto, fanno solo arrabbiare: "Il cavallo ha sete - è la chiosa velenossissima di Barbapapà, versione Padellaro del Fatto - e non beve panna montata". 

sabato 30 agosto 2014

Il documento segreto del jihadista: "Peste bubbonica contro l'Occidente"

Stato islamico, il progetto dei jihadisti: "Armi batteriologiche alla peste bubbonica"




Una bomba alla pesta bubbonica. Sarebbe questo uno dei progetti di armi batteriologiche allo studio dei guerriglieri dello Stato Islamico. Un deciso passo avanti nella guerra del terrore rispetto a decapitazioni e fucilazioni da trasmettere via web o possibili attentati suicidi in Occidente. A rivelare l'ipotetico piano d'attacco dei fondamentalisti sunniti salafiti è Foreign Policy, rivista di politica internazionale americana di proprietà del Washington Post. Fonte autorevole, dunque, anche se la notizia  è da prendere con le molle.

Il pc del jihadista - E' stato il comandante di un gruppo ribelle moderato siriano, Abu Ali, a fornire al giornale statunitense le prove di questo disegno criminale. Dopo giorni di scontri in Siria con milizie jihadiste del Califfato di Al Baghdadi, Ali e i suoi uomini hanno messo le mani sulle loro armi, munizioni e un pc Dell con cavo di alimentazione, dimenticato dai jihadisti nella concitazione della fuga. "L'ho subito preso e l'ho aperto - racconta il militare siriano -. Pensavo che fosse rotto o guasto. In realtà era perfettamente funzionante. Ho cercato tra le risorse ma erano vuote. L'ho comunque conservato e portato via. Con alcuni compagni più esperti di informatica abbiamo iniziato a navigare sull'hard disk e senza neanche ricorrere ad una password siamo riusciti ad entrare e scovare una montagna di file: ce n'erano 35.347 suddivisi in 2.367 cartelle". Secondo i giornalisti di Foreign Policy il proprietario del pc sarebbe un tunisino, Muhammed S., con alle spalle studi di chimica e fisica in patria di cui due università non hanno più notizie dalla fine del 2011.

"Piccole granate nelle metropolitane" - Nel laptop cerano documenti in francese, inglese e arabo. Non solo discorsi religiosi, ma anche "guide" per il perfetto guerrigliero: come costruire bombe, rubare automobili, suggerimenti per travestirsi e sfuggire ai controlli dei posti di blocco. Quindi quel file, con la ricetta per costruire ordigni batteriologici "caricati" a peste bubbonica ricavata da animali infatti, dagli imprevedibili, terrificanti effetti su scala mondiale. "Il vantaggio delle armi biologiche - si legge in quelle pagine - è che non richiedono grossi investimenti, mentre le perdite umane possono essere enormi". "Quando il microbo viene iniettato nei topi - è un altro passaggio dei documenti contenuti nel pc -, i sintomi dovrebbero iniziare a comparire nel giro di 24 ore". Quindi il vademecum per il perfetto terrorista: "Riempire piccole granate con il virus e poi gettarle in ambienti chiusi. Come metropolitane, stadi, discoteche. Meglio usarle accanto alle prese dell'aria condizionata. Il batterio di espande in pochi minuti e colpisce migliaia di persone". Impossibile sapere, al momento, se le milizie del Califfato hanno già tra le mani armi di tipo batteriologico. Di sicuro, però, tra le loro fila compaiono diverse centinaia di ex soldati e ufficiali dell'esercito iracheno di Saddam Hussein, e al nuovo regime di Al Baghdadi non mancano né risorse economiche né logistiche, potendo contare sui laboratori e i tecnici già attivissimi ai tempi del Rais. 

Oggi spara in testa agli ostaggi, prima andava in tv da Gad Lerner

Haisam Sakhanh, il jihadista che andava in tv all'Infedele di Gad Lerner




L'orrore dei tagliagole, giorno dopo giorno, ora dopo ora, sconvolge l'Occidente. Solo poche ore fa, il video delle quattro sospette spie decapitate dai fanatici dell'Islam. Immagini strazianti, terrificanti, e che fanno ancor più paura perché è sempre più chiaro che i seguaci della jihad ce li abbiamo in casa. Sono molti, alcuni noti, altri no. C'è un Imam che giura: "Ci prenderemo il Vaticano". E c'è anche chi invece, in passato, andò in televisione. Due anni fa, per la precisione.

Le esecuzioni - Stiamo parlando di Haisam Sakhanh, nome di battaglia Abu Omar, che un tempo viveva nel milanese e che, una volta, si fece vedere negli studi de L'Infedele, la trasmissione di Gad Lerner su La7. Da mercoledì la procura di Milano ha fatto sapere di star indagando su di lui: la sua foto, ora, appare su tutti i giornali. Eppure era chiaro da tempo chi fosse, questo Abu Omar. Come ricorda Il Giornale, già nell'aprile del 2013 fu girato un video in cui il siriano-milanese si rese protagonista dell'orrore: assieme ad altri militanti prese parte all'esecuzione di 7 soldati filo-governativi, un colpo e testa e via, gli uomini in ginocchio vengono ammazzati.

L'arresto - Nel 2012, inoltre, le autorità italiane non ritennero necessario svolgere qualche approfondimento su mister Haisam, ex elettricista a Cologno Monzese, e la sua rete: fu arrestato al termine di un assalto all'ambasciata di Roma. Haisam e i suoi vengono interrogati, indagati per danneggiamento, violazione di domicilio e violenza privata aggravata e rinviati a giudizio per direttissima. Ma non accadde nulla: tornò libero e riprese a fare proselitismi, nel nostro Paese, a Milano e hinterland.

Lerner: "Infiltrato tra gli spettatori" - La replica di Lerner, via blog, arriva nel pomeriggio ed è velenosa. "Fra gli altri siriani che parteciparono alla trasmissione come pubblico, senza intervenire, scopriamo ora da una fotografia pubblicata su Facebook che si infiltrò un elettricista di Cologno Monzese, tale Haisam Sakhanh, che nel frattempo è entrato nella milizia Isis col nome di battaglia Abu Omar". "Naturalmente - spiega Lerner - io non ho invitato proprio nessun jihadista in trasmissione, né tre anni fa né mai. Tanto meno costui ha mai preso la parola all'Infedele. Ma per certe testate ogni occasione è buona per insultare".

Il governo fa flop, Renzi fa ridere: col gelato

Governo, Matteo Renzi "sfotte" l'Economist: a Palazzo Chigi con un carretto di gelati artigianali

di Claudio Brigliadori


Se l'Italia andrà a picco, potrà farlo sorridendo. "Merito", consoliamoci, di Matteo Renzi. Il premier è finito su una poco lusinghiera copertina dell'Economist, insieme a Angela Merkel e François Hollande su una barca europea che affonda. Un po' come il nostro Paese, visto che il tanto atteso giorno del CdM da "tanta carne al fuoco", tra ddl "Sblocca Italia", scuola e riforma della giustizia si è risolto in un bottino un po' più magro. Per non "ingolfare" l'attività di esecutivo e Parlamento, anche su "consiglio" del Quirinale, Renzi ha tolto dal menù giornaliero la scuola, soprattutto per evitare sgambetti e autogol. Cosa resta, di quel menù? Un gelato, appunto. Al pianoforte del Titanic, Matteo ha sostituito appunto un bel cono "made in Italy". Da showman consumato, il premier si è presentato davanti a fotografi e telecamere nel cortile di Palazzo Chigi con un carretto di gelati artigianali. "Accomodatevi, assaggiate - ha sorriso sornione -. Vi offro volentieri gelati. Ai nostri amici dell'Economist dico che il vero gelato è quello artigianale". Peccato che per ora, visti i risultati del governo, agli italiani resti più che altro l'amaro in bocca, quando invece occorrerebbe un bel tiramisù.

 "Dieci miliardi per i cantieri" - In conferenza stampa, Renzi si ricompone e inizia a snocciolare i vari punti affrontati in Consiglio dei ministri. Fin dall'esordio, però, si capisce che il tema del giorno è la "frenata". Non è un caso che il premier arrivato al potere di corsa ora lanci il nuovo slogan dei suoi annunciati "mille giorni", un emblematico "passodopopasso". Il cuore dello "Sblocca Italia" sarà lo sblocco di 3,8 milioni di cantieri: "Nei prossimi 12 mesi 10 miliardi saranno destinati a sbloccare le opere". Basterà per rilanciare il paese? A giudicare dai dati Istat diffusi oggi, no. "I consumi hanno un segno più, minimo ma più - commenta cercando di seminare un po' di ottimismo il premier -. Il punto drammatico sono gli investimenti, in particolare nel settore dell'edilizia. Confermiamo l'ecobonus".

Giustizia civile e responsabilità dei magistrati - Dopo lo Sblocca Italia si passa al pacchetto giustizia, dimezzato visto che i ministri non hanno affrontato la questione della riforma penale, vera e propria bomba pronta ad esplodere sotto le poltrone della maggioranza. Nel ddl "ci sono le norme su autoriciclaggio, falso in bilancio e prescrizione. E c'è la responsabilità civile dei magistrati, così che chi sbaglia paga, una regola di buonsenso non punitiva". L'obiettivo, come annunciato già su Twitter alla vigilia, è quello di "dimezzare i tempi del contenzioso civile e dell'arretrato", puntando anche a dimezzare la pausa estiva dei tribunali e i tempi per le separazioni. C'è poi una delega al governo sul tema delle intercettazioni, tanto caro a Ncd. "E' un tema di buonsenso - spiega il premier -. Non vogliamo mettere bavagli a nessuno ma pensiamo che non si può ledere sfera personale". Infine, il tema scuola: "Nessuno scontro col ministro Giannini - glissa Renzi -. La riforma è pronta, parte nel 2015. Non c'è alcun problema di copertura: lo presenteremo mercoledì".

venerdì 29 agosto 2014

Pozzuoli, racconto choc del gioielliere: "Sono vivo per miracolo. La pistola dei banditi si è inceppata"

Pozzuoli, racconto choc del gioielliere: "Sono vivo per miracolo. La pistola dei banditi si è inceppata"


di Nello Mazzone





POZZUOLI. «Ho visto la morte con gli occhi: quel ragazzo mi ha guardato con rabbia e non ha esitato a puntarmi la pistola al cuore. Ha premuto il grilletto, ma l’arma si è inceppata e solo per questo motivo sono ancora vivo e posso raccontare la vicenda».

E’ il racconto da brividi di Vincenzo Addati, il gioielliere di piazza della Repubblica a Pozzuoli che nel pomeriggio di ieri è stato vittima di un tentativo di rapina finito nel sangue. Addati, che è anche il responsabile cittadino dell’Ascom, ha reagito alla rapina di due giovani di 18 e 20 anni di Giugliano armati di pistola e per reazione è stato colpito più volte al capo dal calcio della pistola con 20 punti di sutura.

«Ricordo che ad un tratto è entrato nel mio negozio un ragazzo ben vestito – continua il racconto di Addati - Sembrava uno studente universitario, con occhiali da intellettuale. Non mi sono per nulla preoccupato né insospettito fino a quando in dialetto napoletano ha minacciato di uccidermi e ha estratto la pistola. A quel punto io ho reagito: il giovane mi ha guardato con aria di sfida e con gli occhi di rabbia, ha caricato la pistola e me l'ha puntata dritta al cuore, ma questa si è inceppata. Sono vivo per miracolo».

Il gioielliere ha avuto sangue freddo e ha continuato a tenere testa ai banditi, arrestati da polizia e carabinieri dopo un tentativo di linciaggio da parte della folla inferocita presente in piazza della Repubblica e di un carabiniere fuori servizio che ha visto tutta la scena.

«Quello che era entrato per primo e mi aveva minacciato con la pistola mi ha chiesto di lasciarlo uscire, aprendo le porte girevoli della gioielleria – continua a raccontare Addati - Mi stringeva il collo con una mano: a quel punto e' entrato anche il complice e hanno cominciato a picchiarmi con violenza. Calci della pistola in testa e pugni allo stomaco. Mi ha colpito la loro ferocia, malgrado fossero cosi giovani. Una brutalità inaudita, in pieno giorno e in pieno centro. Devo ringraziare i cittadini e il vigilante che mi ha difeso. Mi ha chiamato anche il sindaco Figliolia per esprimermi la sua solidarietà, ma a lui ho ribadito che vanno attivate subito le telecamere di videosorveglianza e che serve maggiore impegno per la sicurezza urbana».

«Ho chiamato di persona Vincenzo Addati per sincerarmi delle sue condizioni e per esprimergli la vicinanza dell’Amministrazione comunale – spiega al telefono il sindaco Vincenzo Figliolia – A fine settembre partiranno i lavori per attivare circa 100 telecamere di videosorveglianza in tutto il centro storico. In ogni caso, ho chiesto al prefetto di Napoli e ai responsabili provinciali delle forze dell’ordine di potenziare la presenza con pattuglie in borghese e a piedi nella zona del porto e nell’intero centro storico».

Italiano inventa un auto ad acqua.In europa fa il boom,in Italia non ne parlano.VIDEO

Si chiama Lorenzo Errico, è suo il brevetto che ci permette di fare il ”pieno d’acqua” all’auto, ma in Italia le tv non ne parlano, in Europa fa il boom.



Lorenzo Errico, suo è il Brevetto che potrebbe salvare il futuro del mondo. Ecco l’Elettronico che pensa in grande, per amore del figlio. L’inventore dell’Auto capace di abbattere consumi e inquinanti del 90%! Le vetture in Test sono…. IBRIDE…. Benzina, Gasolio, Metano, GPL, Etanolo + Ossidrogeno . La quantità del carburante originale , variabile dal 30 % al 70 % viene sostituita con la medesima quantità di Ossidrogeno prodotto On-Board e iniettata On-Demand direttamente in camera di combustione. Nessuna TV ne parla, vi siete chiesti il perchè? 




Dario Franceschini, ministro nei guai per l'appalto al braccio destro

Dario Franceschini, ministro nei guai per l'appalto al braccio destro




Non solo Deborah Serracchiani e il suo assessore sotto inchiesta. Anche un altro ministro dem sta mettendo in imbarazzo Matteo Renzi. Il braccio destro del ministro Dario Franceschini, il consigliere al Turismo Stefano Ceci, è protagonista di un'inchiesta pubblicata oggi sul settimanale L'Espresso, secondo il quale "a maggio il fedelissimo - a due mesi di distanza dalla nomina al ministero - ha creato una società (la Netbooking srl) che dopo pochi giorni dalla sua nascita ha vinto un appalto per Explora, la società pubblica che gestisce la promozione dell'Expo 2015 a Milano".

Secondo quanto sostiene L'Espresso, "la gara ha assegnato una commessa per fornire ai siti web dell'Expo un sistema di prenotazione online, dai biglietti per l'esposizione universale agli hotel". Il settimanale spiega che Ceci è "un imprenditore privato che Franceschini ha promosso anche direttore del nuovo 'Laboratorio per il turismo digitale' del Mibac, controlla la Netbooking attraverso la sua società di consulenza turistica GH, che possiede l'85 per cento delle quote della start up". "Vero, Ceci ha vinto la gara indetta da noi tre mesi fa, un appalto da 30 mila euro, ci è piaciuto il loro software", dichiara all'Espresso il direttore generale di Explora Josep Ejarque. Le società concorrenti parlano invece - sempre nell'inchiesta del settimanale - "di macroscopico conflitto di interessi". "Ci sembra incredibile", fanno notare, "che il braccio destro del ministro Franceschini, che rappresenta il maggior azionista di Expo 2015 spa (il governo controlla il 40 per cento delle azioni attraverso il ministero dell'Economia, ndr) costituisca una società dal nulla che pochi giorni dopo vince una gara per una piattaforma così importante. Che referenze di settore può mai avere? Speravamo che con Renzi queste cose non accadessero più. Invece è sempre la stessa solfa...".

Ischia: Dimesso dall'Ospedale, Giuseppe Russo, precipitato accidentalmente dagli scogli il 18 agosto scorso

Ischia: Dimesso dall'Ospedale, Giuseppe Russo, precipitato accidentalmente dagli scogli il 18 agosto scorso 





Ischia -  Giuseppe Russo, 29enne Capitano dell'Aeronautica militare, protagonista lunedì 18 agosto di un terribile incidente sugli scogli in località Scannella, a Ischia, è stato dimesso questa mattina dall'Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno.

Giuseppe Russo, torna a casa dopo cinque giorni di cure intense e altri quattro in cui si sono registrati progressi sempre più confortanti. Settantadue ore fa il risveglio, questa mattina gli ultimi controlli, tutti positivi: ad attenderlo ci saranno i classici esercizi di recupero per riacquistare forza muscolare e i ritmi della vita di tutti i giorni. Ad accompagnare l'Ufficiale a casa, in automobile, il padre Giacinto, ex senatore della Repubblica.

Giuseppe Russo, aveva subito un trauma cranico con vasto ematoma dopo l'impatto sulle rocce, ma a preoccupare i sanitari del nosocomio era soprattutto la sindrome di annegamento, con i polmoni che si erano riempiti d'acqua (due litri circa). Russo giunse in ospedale in arresto cardiaco, salvato prontamente dal personale del reparto di rianimazione. Questa mattina la buona notizia: un bel segnale per l'isola verde, vittima di un'estate sfortunata.

Del Piero, "schiaffo" alla Meloni: firma con gli indiani del Delhi Dynamos

Alessandro Del Piero firma con gli indiani del Delhi Dynamos, schiaffo a Giorgia Meloni




"Sono felice di comunicare che da oggi sono un giocatore del Delhi Dynamos e ambasciatore della nuova Hero Indian Super League". Alessandro Del Piero risponde con i fatti all'appello del capogruppo Fdi Giorgia Meloni che aveva chiesto al campione del Mondo di dire no all'offerta indiana, "fino a quando i nostri Marò (Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ndr) non torneranno in Italia".

L'ufficialità - Il numero 10 vestirà la casacca biancorossa dei Dynamos. L'ex capitano bianconero dopo 19 anni alla Juventus e due in Australia al Sydney Fc ha deciso di diventare ambasciatore della neonata lega indiana e accettare l'offerta fattagli dal club di Delhi. Del Piero si aggiunge alle altre stelle del pallone che hanno scelto l'India (vedi gli ex Arsenal Robert Pires e Freddie Ljungberg): nel continente asiatico ritroverà il suo ex compagno di reparto in bianconero David Trezeguet, che ha firmato con l'FC Pune City di proprietà dei Della Valle e allenato da Franco Colomba.

Silenzio, parla Ale - Alla polemica scaturita in mattinata con la Meloni Del Piero dedica un ampio post su Facebook, in cui il numero 10 risponde alla polemica con la solita e riconosciuta flemma: "L'ultima cosa che vorrei è una strumentalizzazione del mio ruolo, e soprattutto che lo sport diventi un mezzo utilizzato per dividere al posto che per unire" e ancora "Da italiano, come tutti i miei connazionali, non sono insensibile alla vicenda dei nostri marò e spero si arrivi presto ad una conclusione positiva per loro, e soprattutto che sia la più giusta". Poi rivendica il suo ruolo di sportivo "andrò in India per giocare a calcio, per onorare il mio sport e fare ciò che in questo momento più sono felice di fare: portare un messaggio positivo abbinato ai valori dello sport" e si firma, amichevolmente, Alessandro. Caso chiuso?

Champions: sorriso-Juve, incubo-Roma I bianconeri con Atletico e Olympiacos Giallorossi con Bayern e City

Champions League, Juventus con l'Atletico. Roma, girone da incubo: Bayern e City




Un sorteggio dolce per la Juventus, un'urna che riserva un girone infernale alla Roma. A Montecarlo i sorteggi del girone di Champions League soddisfano i bianconeri e terrorizzano i giallorossi. I campioni d'Italia, in seconda fascia, pescano l'Atletico Madrid, l'Olympiacos e il Malmoe. Per Francesco Totti e compagni, in quarta fascia, Bayern Monaco, Manchester City e Cska Mosca.

Bianconeri - La Juventus, nel gruppo A, evita alcune delle squadre più toste della terza fascia (quali Liverpool, proprio il Cska, l'Athletic Bilbao), pesca dalla quarta una delle squadre meno temibili in assoluto mentre la prima fascia le riserva l'Atletico Madrid, vicecampione d'Europa, un undici fortissimo che però, forse, spaventa comunque meno dei vari Bayern Monaco, Barcellona, Chelsea e Real Madrid.

Giallorossi - Alla Roma, invece, nel gruppo E va tutto male, come peggio, davvero, non poteva andare: la prima fascia le riserva la corazzata di Pep Guardiola, il Bayern Monaco. Dalla seconda fascia pesca il Manchester City, insieme al Paris Saint-Germain in assoluto la squadra più tosta. Infine in terza fascia il Cska Mosca (le speranza era quella di incontrare Sporting Libsona, Galatasaray o Olympiacos).

Altri gironi - Nel gruppo B il Real Madrid e Liverpool (terza fascia) avranno - in teoria - vita facile: con loro Basilea e Ludogorets. Nel gruppo C se la giocheranno Benfica, Zenit, Leverkusen e Monaco. Interessante il gruppo D, con Arsenal, Borussia Dortmund, Galatasaray ed Anderlecht. Super incontro nel gruppo F, con Barcellona e Paris Saint-Germain a cui si opporranno Ajax e Apoel Nicosia. Quindi il gruppo G: Chelsea, Schalke 04, Sporting Libsona e Maribor. Infine il gruppo H con Porto, Shakhtar Donetsk, Athletic Bilbao e Bate Borisov.

"In Italia trovo i jihadisti. Una promessa: prenderemo il Vaticano"

Jihad, l'Imam Bilal Bosnic: "In Italia arruolo musulmani alla Guerra Santa. Prenderemo il Vaticano"




"Parlo ai musulmani italiani perché un giorno possano conquistare il Vaticano". L'Imam Bilal Bosnic, dopo aver detto la sua al Corriere della Sera sulle due ragazze italiane rapite in Siria, disegna su Repubblica uno scenario inquietante su cosa si sta muovendo nelle città italiane tra moschee e centri islamici. Più politica che religione, più reclutamento di potenziali terroristi che proselitismo. Fede sì, ma nella Guerra Santa. "Sono stato a Roma e Bergamo, tornerò nel vostro Paese per cercare finanziamenti", spiega Bosnic, oggi di stanza in Bosnia, nel cuore di quei Balcani che da tempo sono il centro nevralgico del fanatismo musulmano in Europa. Il sospetto dei servizi segreti internazionali è che l'Imam sia un "cacciatore di teste" per conto dell'Isis: cercherebbe cioè giovani combattenti da spedire in Medio Oriente, tra Iraq, Siria e Libia, per sostenere militarmente la causa dello Stato Islamico del califfo Al Baghdadi. "In Italia ho visitato i centri islamici, ho predicato, ho parlato alla nostra comunità", a Bergamo, a Cremona, a Roma. "Per noi siete un Paese molto importante", ammette Bosnic, secondo cui "è dovere di ogni buon islamico essere coinvolto in qualche modo nella jihad, combattendo, aiutando, dando assistenza ognuno secondo le proprie possibilità, finanziandoci anche". L'obiettivo è chiaro: "Noi musulmani crediamo che un giorno il mondo intero sarà uno Stato islamico. Anche il Vaticano sarà musulmano. Forse io non riuscirò a vederlo, ma quel momento arriverà, così è scritto. E' questo che spiego ai ragazzi".

Bosnic il "reclutatore" ammette che dall'Italia arrivano donazioni per la jihad. Lui, però, non commette alcun reato, e si "limita" a parlare della situazione dell'Islam, a controbattere la "propaganda dell'Occidente" e a "spiegare come stanno davvero le cose". Per esempio, la decapitazione di James Foley si spiega con il fatto che il giornalista americano sarebbe stato "una spia, è risaputo. Nell'Islam è accettabile uccidere un prigioniero se in qualche maniera questo può far paura al nemico. Capisco che può sembrare atroce ma noi stiamo combattendo una guerra". Alla stessa maniera, le attiviste italiane rapite Greta Ramelli e Vanessa Marzullo "stavano interferendo con l'Islam, la loro era una azione di disturbo". I massacri dei cristiani e delle minoranze in Iraq, invece, sarebbero "una bugia": "Il Califfo ha offerto loro di convertirsi all'Islam, e questo lo hanno rifiutato, oppure di pagare tasse aggiuntive, e questo invece lo hanno accettato. Se avessero rifiutato entrambe le soluzioni, allora avremmo dovuto combattere contro di loro. Ma hanno accettato di pagare le tasse. Lo Stato Islamico non li tocca, saranno trattati bene finché pagheremo le tasse come promesso".

Riforma della scuola? Solo un annuncio: "Slitterà". Un altro flop per Matteo Renzi

Riforma della Scuola, slitta il dossier: troppi impegni




Nuovo flop per Matteo Renzi: dopo gli annunci, slitta il dossier scuola, che non sarà all'ordine del giorno del CdM di venerdì 29 agosto. La decisione, comunicata solo dopo diverse ore, è stata presa dal premier dopo l'incontro nella serata di venerdì al Quirinale, con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Troppi gli argomenti in programma per potersi "permettere" anche la riforma della scuola: tra giustizia e Sblocca Italia, insomma, il calendario è già satollo. Inoltre, per ora, nonostante i proclama non ci sono pronti né disegni di legge né decreti per riformare la scuola (e per i finanziamenti alla riforma sarà necessario attendere la legge di Stabilità del prossimo autunno). Inoltre, spiegano fonti di Palazzo Chigi, le misure non potrebbero entrare in vigore prima dell'inizio dell'anno scolastico, che cade soltanto tra pochi giorni.


Il rettore de La Sapienza: "Polizia di m..." Romeno volantinava contro il suo rivale, fermato dagli agenti: lui perde la testa

Roma, il rettore de La Sapienza: "Polizia di merda"



Luigi Frati

Una vicenda che risale allo scorso 8 luglio, ma i cui dettagli emergono solo oggi. Il "teatro" è l'Università La Sapienza di Roma, la terza più grande d'Europa, dove è in corso la campagna elettorale per il rinnovo del rettore. Il protagonista è il rettore stesso, Luigi Frati, da dieci anni alla guida dell'ateneo (quattro spesi da vice, sei da rettore). Frati, però, non vuole mollare, e si è ricandidato per la guida dell'università. E lo scorso 8 luglio, rivela Repubblica, il rettore ha cercato di portare via dagli uffici del commissariato di polizia interno alla Sapienza un romeno, fermato dagli agenti e sotto interrogatorio per ricostruire una vicenda di volantinaggio elettorale all'interno dell'università contro uno dei candidati, il professor Giancarlo Ruocco.

Nei verbali di polizia in cui si ricostruisce l'accaduto, si legge che Frati è entrato nel "commissariato universitario", ha fatto qualche domanda al piantone e dopo aver avvistato un giovane straniero seduto di fronte al commissario Mario Spaziani ha chiesto agli agenti che gli fosse consegnato. "Questa è la Sapienza, fino a prova contraria, e di questa università sono il responsabile fino alla fine di ottobre. Lasciate stare gli innocenti, quest'uomo non ha fatto niente di male. Piuttosto - ha aggiunto - andate a sgombrare gli studenti che occupano abusivamente il Lucernario". Una richiesta presentata in modo aggressivo, alla quale i poliziotti hanno risposto spiegando al rettore che non poteva restare lì poiché c'era un interrogatorio in corso. Ma il rettore ha insistito, prendendo per un braccio il rettore e gridando: "Questa è la mia università".

"Polizia di merda" - Il clima si scalda, i poliziotti reagiscono e c'è un accenno di spinte e resistenze. Poi Frati molla la presa, ed esce dagli uffici commentando ad alta voce: "Polizia di merda". Il commissario Spaziani, dunque, ha contattato il questore che ha chiesto un rapporto, e poi ha invitato il commissario a firmare una denuncia penale nei confronti del professor Frati: abuso d'ufficio, resistenza e calunnia sono i reati contestati, complice l'insulto alla polizia. Da par suo, nella stessa mattinata, il rettore ha scritto una lettera di protesta al questore di Roma in cui chiede perché in una università dove "non vi è mai stata censura", non appena "viene criticato un candidato a rettore, colui che mette i volantini sotto il parabrezza, un innocuo personaggio viene fermato". E ancora: "Perché questo brillante attivismo nei confronti di un poveraccio e una tolleranza con gli altri?". Quindi un nuovo attacco alla polizia: "Ci sono intoccabili e poveracci, tal che si è deboli con i forti che compiono illegalità e forti con un poveraccio che per pochi euro distribuisce volantini".

Il contesto - Una vicenda che si inserisce in una infuocata campagna elettorale per il rettorato, dove si fronteggiano sei candidati (due sostenuti da Frati, tre apertamente contrari). L'8 luglio il romeno fermato stava distribuendo volantini dal titolo: "Da Amaldi a Ruocco: la triste parabola del dipartimento di Fisica della Sapienza". Giancarlo Ruocco, 55 anni, è il prorettore per la ricerca e il candidato più temuto da Frati: tra i due c'è stato un vivace scambio di accuse. Nel dettaglio, il volantino distribuito era una email inviata dal professor Luciano Pietronero, un altro fisico ed avversario di Ruocco, che accusava lo stesso Ruocco di essere diventato un "arbitrario uomo di potere con la promozione a capo del dipartimento di Fisica e dell'Italian institute of technology". Il giovane romeno, da par suo, ha subito confessato: "Un mio connazionale mi ha dato dieci euro e un pacco di carta alto così chiedendomi di venire all'università a distribuirla". Il connazionale è stato rintracciato dalla polizia e ha confessato di aver a sua volta ricevuto 30 euro e una risma degli stessi volantini da un signore in giacca e cravatta, non ancora identificato. La denuncia contro Frati per le offese alla polizia è stata presentata al rettore il 10 luglio.

"Quando una donna ha successo...". La piccata replica di Pina Picierno alle voci sul flirt con Roberto Saviano

Pina Picierno: "Flirt con Roberto Saviano? Giornalismo ridotto a pettegolezzo"




"Nessun flirt. Nell'attribuirmi una relazione con Saviano vedo giornalismo regredito a pettegolezzi da scuole medie". E' affidato a un tweet la risposta seccata della deputata Pd Pina Picierno in seguito al flirt attribuitogli qualche giorno fa dal sito Roma.net. E dire che nelle prime ore la relazione tra la Picierno e l'autore di Gomorra, di cui si diceva durasse da ben sette mesi, non era stata né smentita né confermata dalla presunta "coppia" ed era stata proprio tale decisione, interpretata secondo la massima del "silenzio assenso" a scatenare il gossip ora definito dalla dem "puerile".

La solita vecchia storia - "La deputata Pd ha fatto rispondere il segretario al suo telefonino per tutto il giorno, sostenendo di essere irraggiungibile". Ora invece la pasionaria Picierno replica alle indiscrezioni e millanta complottismi. La democratica che con 80 euro "faccio la spesa per 2 settimane" se la prende, in una lunga intervista concessa a Repubblica, con un certo "giornalismo regredito al livello dei pettegolezzi che gli adolescenti fanno alle scuole medie. Ma l'obiettivo di partenza era provare a creare un ostacolo". Ostacolo che persino la giornalista Conchita Sannino percepisce come dietrologico, ma la Picierno vede, dietro all'accusa di flirt un tentativo di screditarla: "Si tratta di un falso gossip costruito ad arte. La solita vecchia storia: quando una donna emerge le si devono attribuire relazioni per giustificare i successi. È sempre accaduto nel mondo degli uomini piccoli piccoli. Ma a chi pensava di intimidirmi con queste fesserie dico che è tempo perso. Vado avanti. Con più coraggio e con più forza di prima".

Stanno tutti per affogare, ma il "bambino" lecca il suo gelatino: così gli inglesi vedono Renzi

Matteo Renzi sulla copertina dell'Economist con un gelato in mano




L'immagine è inequivocabile: l'eurozona sta affondando, lentamente. Nel fotomontaggio in copertina sul nuovo numero dell'Economist una barchettta di carta (la carta è una banconota da 20 euro ripiegata) naviga a vista. Sull'imbarcazione appaiono in serie una fiera Angela Merkel, Francois Hollande a seguito, Matteo Renzi con gelato in mano, e il presidente della Bce Mario Draghi in coda intento a svuotar con un catino l'acqua filtrata all'interno della barchetta. Il settimanale britannico, che titola l'artwork That sinking feeling (again) - quella sensazione di affondare (ancora) - non rinuncia a mandare una stilettata al nostro premier, ritraendolo tranquillo e beato, come un bimbo insomma, mentre sostiene con dedizione un glorioso cono all'amarena.

giovedì 28 agosto 2014

"Enrico, ti ricordi quella volta sul panfilo con Grillo?". Il complotto fa sbroccare Mentana: "Mestatori imbecilli. Qualcuno intervenga"

Panfilo Britannia, Enrico Mentana: "L'intervista a Beppe Grillo? Panzana da imbecilli"




Internet, un mare magnum dove si trova di tutto e di più. Anche bufale, molte bufale. L'ultima (già sentita, in passato) riguarda Enrico Mentana e una presunta intervista a Beppe Grillo, quando il comico - anno di grazia, 1992 - sarebbe sceso da un panfilo nel porto di Civitavecchia. La storia del Panfilo, il Britannia, è vera: a bordo c'erano Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro, Azeglio Ciampi, in qualità di governatore di Bankitalia, e un centinaio di rappresentanti della finanza anglosassone e americana (Barclays, Warburg, PricewaterhouseCoopers, Baring, Goldamn Sachs). La vulgata sostiene che su quel panfilo gli anglosassoni "dettarono" le istruzioni su come "vendere" l'Italia, ossia su come - obbligatoriamente - privatizzare le industrie tricolore. Una ricostruzione di stampa che diede il là a una pressante campagna contro l'ingresso in Europa dell'Italia. Altre ricostruzioni, come avrete intuito, davano conto della presenza sul panfilo di Beppe Grillo, oltre che di Emma Bonino. Quindi qualcuno si è spinto ad affermare che, al termine della crociata, Mentana intervistò Grillo stesso. Una ricostruzione che ha letteralmente fatto infuriare Mitraglietta, che risponde così al ridestarsi della voce: "Qualche mestatore imbecille ha rimesso in circolo la panzana secondo cui nel 1992 avrei intervistato Beppe Grillo che scendeva dal panfilo Britannia nel porto di Civitavecchia. Intervenga - se possibile - chi è preposto a impedire la circolazione di notizie palesemente false sui social network. E riflettano tutti coloro che utilizzano Fb e Twitter per drogare la circolazione virale di bufale a scopo politico. E sono tanti".

KYENGE MINACCIA CALDEROLI "Mio babbo ti ha fatto la macumba? Ricordati che a fine settembre..."

Cecile Kyenge "minaccia" Roberto Calderoli: "Macumbe? Occhio, tra un mese ci rivediamo in tribunale"




Qualche giorno fa Roberto Calderoli accusava il padre dell'europarlamentare del Pd, Cecile Kyenge, di avergli fatto una macumba, unica spiegazione per le sventure che si sono imperversate contro di lui in questi mesi: "Sei volte in sala operatoria, due in rianimazione, una in terapia intensiva, è morta mia mamma e nell'ultimo incidente mi sono rotto due vertebre e due dita". Oggi la Kyenge risponde alle accuse e ricorda al leghista che: "Il 30 settembre ci troveremo in tribunale per il processo contro gli insulti con l'aggravante dell’istigazione a sfondo razzista".

La risposta della Kyenge - "Un regista farebbe i soldi su questa storia perché sembra una commedia all'italiana". Così la Kyenge commenta  il vivace scambio con il senatore della Lega Nord. "Per me che sono di religione cattolica la macumba non esiste e se il senatore crede che esista - ha suggerito Kyenge - gli consiglio un pellegrinaggio nei luoghi dove crede che sia stata fatta". "Vada al villaggio per osservare con i propri occhi se effettivamente esiste la macumba. Magari torna cambiato". Poi l'ex ministro dell'Integrazione suggerisce a Calderoli di stare attento: "Ricordo al senatore che il 30 settembre ci troveremo in tribunale per il processo contro gli insulti con l'aggravante dell'istigazione a sfondo razzista". 

L'ex ministro spende parole anche sull'elezione di Carlo Tavecchio a presidente della Figc: "E' una mancanza di coraggio da parte della Figc e del nostro Paese di poter fare un passo avanti". "Tavecchio oggi è presidente - aggiunge la Kyenge -, ma per me la vittoria arriverà quando culturalmente sapremo condannare senza eccezioni, da destra e da sinistra, quella mancanza di consapevolezza del proprio ruolo". Infine la Kyenge punta il dito contro le occasioni "in cui qualcuno si alza e non ha rispetto del proprio ruolo, cercando di portare avanti discorsi a sfondo razzista o che comunque offendono la cittadinanza". Una situazione che a suo avviso "non riguardano un solo partito". "Parlo di Tavecchio, di Alfano quando parla di vu comprà, parlo anche di Calderoli - ha concluso - e di tutti quelli che in questi anni non hanno tenuto ben presente il loro ruolo".

C'è un tesoretto da 400 milioni di euro per chi è stato fregato da voli e aerei

Voli cancellati e aerei in ritardo, gli italiani non reclamano i rimborsi e perdono più di 380 milioni di euro




Un tesoretto da quasi 400 milioni di euro attende gli italiani fregati dagli aerei. Per mettersi in tasca un bel po' di euro basta avere la voglia di far valere i propri diritti. Flightright.it, portale online dedicato ai passeggeri del trasporto aereo che vogliono richiedere un risarcimento per un volo in ritardo, cancellato o in overbooking, ha stimato che, ogni anno i viaggiatori italiani non reclamano oltre 380 milioni di euro per dei rimborsi che, invece, sarebbero loro dovuti. 

I numeri - Sugli oltre 1,7 milioni di voli che atterrano e decollano dagli aeroporti italiani, sarebbero più di 960.000 i passeggeri che avrebbero diritto a un rimborso sebbene non ne abbiano fatto richiesta. Cifre molto più alte per le potenziali richieste di risarcimento del Regno Unito, con un valore totale di più di 670 milioni di euro, mentre quelle di Germania, Spagna e Francia ammontano rispettivamente a oltre 580, 500 e 440 milioni di euro. Solo alcuni dei circa 120 milioni di passeggeri italiani che viaggiano ogni anno sono consapevoli dei loro diritti. Secondo quanto previsto dal diritto comunitario, le compagnie aeree sono tenute a corrispondere ai passeggeri una compensazione pecuniaria laddove i voli subiscano un ritardo superiore alle 3 ore e in tutti i casi di cancellazione e di overbooking. "Ritardi e cancellazioni possono rovinare le vacanze di tante famiglie - spiega Marek Janetzke, managing director di Flightright - ed è un peccato che le compagnie aeree spesso non corrispondano un risarcimento, anche quando è dovuto". "Nonostante i passeggeri siano sempre più consapevoli dei propri diritti - aggiunge -, stimiamo che quasi un milione di italiani non abbia richiesto risarcimenti per i danni subiti nell'ultimo anno. Tre ore di ritardo sono sufficienti per poter richiedere un indennizzo e c'è tempo fino a 18 mesi per esercitare il diritto".

I rimborsi - Insomma, le cifre non sono poi così basse, quindi conviene farsi furbi e pretendere il rimborso. Con un ritardo superiore alle 3 ore, si può ottenere un risarcimento fino a 250 euro per una tratta aerea fino a 1.500 km, di 400 euro, invece, per una distanza tra i 1.500 e i 3.500 km. Salgono le cifre se il ritardo supera le 4 ore e i 3.500 km: in questo caso il viaggiatore può ottenere fino a 600 euro. Mentre, se il passeggero è costretto ad aspettare per più di 5 ore, scatta il rimborso totale del volo, qualunque sia la distanza della tratta.

Le tempistiche per fare richiesta - I passeggeri che prenotano un volo dall’Italia hanno fino a 18 mesi di tempo per chiedere un risarcimento se la destinazione è in Europa e 12 mesi se la località si trova al di fuori dei confini europei. I passeggeri incerti sul diritto di ottenere o meno il rimborso, possono sfruttare il portale di Flightright.it: devono semplicemente inserire i dettagli del loro volo all'interno di un form online per verificare se hanno o meno le caratteristiche necessarie per procedere con la richiesta.

Migliaia di jihadisti alle nostre porte "Possono agire in ogni momento, è un incubo che durerà 10 anni"

Jihad in Italia, Marco Minniti: "In Europa migliaia di combattenti pronti all'azione, minaccia lunga 10 anni"




Cinque indagati in Veneto, inchiesta a Milano: la rete dei jihadisti di casa nostra si estende in tutto il Nord, ma non solo. Perché il sospetto è che i fanatici islamici non solo stiano reclutando in tutta Italia potenziali combattenti per la Guerra Santa da spedire in Medio Oriente, Siria e Iraq soprattutto, ma anche addestrando terroristi per colpire obiettivi sensibili nel nostro Paese. Un pericolo concreto e che arriva anche da oltre confine, come confermato dall'intelligence: "Nel cuore dell'Europa ci sono migliaia di persone pronte a entrare in azione", è l'allarme lanciato da Marco Minniti, sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti. Intervistato da Repubblica, Minniti sposta l'obiettivo: i jihadisti italiani "li conosciamo e li seguiamo quasi in tempo reale". Quelli europei, invece, "sono liberi di circolare nei Paesi dell'Ue e di venire anche qui da noi". Il nemico ce l'abbiamo in casa, insomma, e "dovremo farci i conti almeno per i prossimi 10 anni". La stima è di 50 jihadisti italiani impegnati in Medio Oriente. "LI conosciamo, ma sono gli altri, quelli con passaporti europei, che ci preoccupano. Solo della metà sappiamo identità e movimenti. Provengono dal Nord Europa e dai Balcani. Sono loro che ci allarmano di più".

I due punti di forza dell'Isis - Sembra essere tornati al post 2001, l'epoca di Osama Bin Laden, quando dopo l'attentato alle Torri Gemelli si scatenò la guerra globale al terrorismo, dall'Afghanistan all'Iraq, con la reazione dei qaedisti a suon di attentati in terra europea, da Madrid a Londra. Ma c'è una differenza, sostiene Minniti, e si chiama Isis, lo Stato islamico fondato in Medio Oriente dal califfo Al Baghdadi. "L'Isis rappresenta una minaccia senza precedenti per due motivi - spiega il sottosegretario -. E' un vero esercito con armi tradizionali, impegnato in una guerra simmetrica" e che ha già dimostrato di "poter conquistare e amministrare un territorio vastissimo", sovranazionale. Forte militarmente e ricco economicamente, perché "controlla una quindicina di pozzi e raffinerie petrolifere con i quali incassa ogni giorno 2 milioni di euro", senza contare che con la presa di Mosul l'armata nera ha racimolato 500 milioni di dollari in contanti. Ma l'Isis sa muoversi anche "con azioni terroristiche, quindi in una guerra tipicamente asimmetrica, difficile da contrastare". Anche perché il conflitto è "militare sul terreno ma ideologico nel suo complesso" e l'Europa "è stanca, ha bisogno di ripensare ai suoi valori, oggi rincorriamo i cessate-il-fuoco, le tregue". E che di fronte all'emergenza sbarchi, umanitaria ma anche di pubblica sicurezza vista la facilità di reclutare soldati tra i disperati, non sa far altro che imbastire il teatrino del Mare Nostrum e del Frontex Plus.

Marcianise (Ce): Punto gioco Better e Bar, al Viale Europa gioca un euro e ne vince 10.000

Marcianise (Ce): Punto gioco Better e Bar, al Viale Europa gioca un euro e ne vince 10.000

di Lorenzo Tartaglione 


E' successo al nuovo punto gioco Better-Bar, in Viale Europa a Marcianise. Da indiscrezioni, punta poco più di un euro e ne vince 10.000. Un uomo, del quale non si conoscono le generalità, anche per una questione di serietà da parte dei gestori del punto gioco "Better-Bar", è entrato, ha giocato la sua solita bolletta-schedina ed ha portato a casa appunto 10.000 euro. 


Il Punto gioco "Better" ha inaugurato da pochi giorni l'apertura di un Bar, dove si può consumare con soli un euro e 30 centesimi "Cornetto e Caffè". Insomma, è proprio il caso di dirlo, la nuova apertura del Bar-Better ha portato bene al nuovo fortunato che, da indiscrezioni, subito dopo la vincita, ha tenuto a festeggiare con i suoi pochi intimi, stappando una buona bottiglia di Champagne. 


L'OMBRA DI MONTI SU RENZI "Matteo, ti dico io cosa devi fare"

Mario Monti: "Renzi sbaglia a non seguire i miei consigli"




"Il mio governo ha fatto crescere l'Italia". L'ex premier Mario Monti indossa ancora una volta il Loden, nonostante le temperature estive, e su Repubblica, in modo spavaldo, paragona il suo governo a quello attuale guidato da Matteo Renzi. Tra una carezza e una bastonata, il Prof rivendica i risultati del suo esecutivo: "Il nostro governo, a 18 giorni dal giuramento, varò con piena operatività due fondamentali riforme. Quella delle pensioni — con l’abolizione dei trattamenti di anzianità e il passaggio al contributivo per tutti — e un’imposta sulla prima casa, la cui mancanza era difficile da giustificare, in un paese che ha un’enorme ricchezza privata, in buona parte immobiliare, e un altrettanto enorme debito pubblico. Queste due riforme non hanno soltanto salvato la finanza pubblica ma anche creato spazi per la crescita. Lo ha riconosciuto anche Graziano Delrio in un’intervista a Repubblica. Questi spazi, i due governi successivi non li hanno però destinati prioritariamente alla crescita". Insomma con l'imposta sulla casa e con una riforma disastrosa delle pensioni, il Loden consiglia tra le righe, una sinistra ricetta tassarola al premier che è proprio a caccia di risorse per tappare i buchi creati dalla mancia elettorale del bonus Irpef da 80 euro. Quello che parla a Repubblica però è un Monti velenoso. 

Bordate a Letta e a Renzi - Impallina prima Letta e poi Renzi, colpevoli di non aver seguito il suo "esempio": "Letta preferì soddisfare le promesse elettorali di un partito della sua maggioranza e, invece di dedicare tutte le risorse disponibili alla riduzione del cuneo fiscale, le usò per cercare di cancellare l’Imu prima casa. Renzi a sua volta ha ritenuto di privilegiare una misura molto visibile, gli 80 euro, i cui effetti sulla crescita non sono ovvi. Intanto, il presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha l’obiettivo primario di introdurre cambiamenti che porterebbero a erodere la riforma delle pensioni". 

L'avvertimento - A questo punto arriva l'avvertimento: "Ho superato da decenni l’età massima dalla quale - se non si è Capo dello Stato o, forse, presidente della BCE - Renzi accetta non dico di ascoltare, ma di udire consigli. Se no, gli suggerirei di non spingere troppo in là lo sforzo motivazionale. Per esempio, quando dice che fra tre anni l’Italia ridiventerà l’economia guida d’Europa o dell’eurozona, non è credibile. Sia perché l’Italia non lo è mai stata, sia perché realisticamente è ben difficile che ciò possa accadere. Può però salire a posizioni molto migliori di oggi. Ma per ottenere questo, chi governa - soprattutto se ha il merito di essere un grande coach -
dovrebbe dedicare più tempo ed energia a mettere in opera strumenti di governo. Dalla visione all’azione, dal sogno alla concretezza".

MARE NOSTRUM, GRANA NOSTRA Pochi soldi per bloccare gli sbarchi, Ue ad Alfano: "Li deve trovare l'Italia"

Immigrazione, Alfano vede la Malmstroem: "Frontex plus al posto di Mare Nostrum, le navi degli scafisti verranno distrutte"




"L'operazione Frontex plus, che incorpora due operazioni esistenti, le ampia e le rafforza e costituirà un presidio per la frontiera dell'Europa più ampio. Inoltre, le barche usate trafficanti saranno distrutte perché vengono riutilizzate". Sono questi, secondo il ministro degli Interni Angelino Alfano, i "due risultati concreti" ottenuti dall'Italia nella riunione di oggi a Bruxelles con la commissaria Ue agli Affari Interni Cecilia Malmstroem che sulla carta avrebbe dovuto decretare una svolta sulla lotta all'immigrazione clandestina e bloccare le stragi di migranti nel Mediterraneo. Sempre sulla carta, sarebbe dovuta essere posta la parola fine alla discussa e inefficace missione Mare Nostrum. Alfano, però, non ha avuto la forza (né forse la volontà) di sbattere i pugni sul tavolo. E così le promesse europee sembrano non cambiare di una virgola la situazione, drammatica, al largo delle coste italiane.

La grana resta in mano all'Italia - La Malmstroem ha avuto il buongusto di riconoscere come l'Italia abbia fatto "un immenso lavoro, salvando migliaia di persone". Di fronte a oltre 100mila migranti sbarcati da gennaio a oggi e 1.889 morti (fonte Onu), "è uno sforzo che l'Italia non può compiere da sola". "Mare Nostrum - è stata una risposta ai terribili eventi di Lampedusa dello scorso ottobre (un naufragio che provocò 366 morti, ndr), era un'operazione di emergenza". Durata, però, quasi un anno. Per questo, ha continuato la Malmstroem, "aspetto che tutti gli Stati membri contribuiscano" e "personalmente farò tutto quello che è in mio potere per assicurare che tutti gli Stati membri possano dare assistenza a Frontex". "Dei 28 Stati membri dell'Unione europea solo 10 accettano profughi in cifre importanti. Spero che l'Italia, anche come presidenza dell'Ue, possa spingere per trovare più fondi per il bilancio Frontex". Insomma, la patata bollente in un modo o nell'altro è sempre nelle mani del governo italiano.

I terroristi islamici crescono in Veneto

Jihad, l'allarme: i terroristi islamici crescono in Veneto

di Cristiana Lodi 


Sotto Natale l’imbianchino Ismar Mesinovic aveva chiuso in fretta due valigie e dopo un saluto agli amici del centro culturale Assalam di Ponte nelle Alpi, era filato a gambe levate dal piccolo paese in provincia di Belluno dove abitava dal 2009. Una tappa veloce in Germania dalla mamma e poi via, ancora di corsa, dal Veneto direttamente in Siria: pronto a combattere nella terra dell’Isis (lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante), contro il regime di Assad. A gennaio, mentre guerrigliava in nome di Allah e della Guerra Santa, è morto col figlio al seguito. Aveva due anni, il piccolino. 

Ismar Mesinovic, poi Idris Bilibani: super sorvegliato da Digos e Ros in quanto frequentatore sospetto del Nordest: i suoi continui viaggi internazionali e i messaggi via web sono nel mirino degli investigatori che non lo perdono d’occhio. Loro e, ancora, il fatidico Bilal Bosnic: wahabita, considerato fra i capi dell’Isis in Iraq, anche lui passato dal Triveneto alla Toscana: dalla Destra Tagliamento, a Treviso fino a Cremona passando per Monteroni D’Arbia (Siena). Imam, predicatori violenti, meritevoli di essere espulsi se non fosse che se ne sono andati da soli a esercitare il loro massimo sforzo sul fronte del Jihad: la Guerra Santa, la più alta istituzione dell’Islam che compare in 23 versi del Corano. 

Predicatori pericolosi, transitati dal Nordest e accomunati da un denominatore unico: l’origine bosniaca. Ma anche dall’età che oscilla fra i 18 e i 35 anni. Sono la seconda generazione dei tanti reduci scampati al tracollo della ex Jugoslavia, arrivati in Italia dai primi Novanta a inizio Duemila.

E’ su questi personaggi e non più soltanto sul fronte nordafricano, mediorientale o più precisamente afghano, che Digos e Ros tengono alta l’attenzione. Soggetti che agiscono sottotraccia, in modo autonomo, come «ufficiali di collegamento tra il nostro territorio e quello islamico». Lontani dal fare proselitismo di massa, hanno come base il garage o il computer; non più la moschea o quello che fino a qualche anno fa poteva essere il viaggio di indottrinamento in Afghanistan. «Cani sciolti, sfuggenti (proprio per questo), al controllo di polizia e carabinieri», spiega una fonte, «avventurieri abili ad arruolare seguaci sul posto».

La Bosnia-Erzegovina, per la sua particolare connotazione di centro di riferimento di differenti e numerosi gruppi etnici, è stata da sempre al centro di movimenti migratori, la maggior parte delle volte dovuti agli scontri tra la forte componente serba e le altre due etnie, bosniaca e croata.

Dopo la disaggregazione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, la Bosnia-Erzegovina è stata oggetto di una guerra interna drammatica, infuocata dallo scontro di religione fra cristiani e musulmani. Siamo fra il 1992 e il 1995. Il conflitto tra serbi, croati e bosniaci fedeli all’islam, ha costretto alla fuga oltre due milioni di abitanti. Germania, Montenegro, Serbia, Croazia, Italia: le mete dei fuggiaschi che hanno portato con sé l’astio legato alle persecuzioni subite da parte dei cristiani. Nel nostro Paese il flusso di immigrati provenienti dalla ex Jugoslavia è cresciuto in breve tempo. Dal 1996 al 2006 i bosniaci approdati, soprattutto al Nord, sono più che duplicati, passando da 9.500 a 26.300 (e il 56% sono uomini). Il grosso si concentra proprio nel Nordest, soprattutto in Veneto (5.700 unità). Poi in Lombardia (3.000), Friuli Venezia Giulia (2.300) e Emilia-Romagna (1.700). 

In Veneto i residenti di origine bosniaca sono ormai radicati nelle province di Vicenza, Verona e Padova; di Venezia e Rovigo, oltre che di Belluno. Qui, a Ponte nelle Alpi, ha abitato l’imbianchino immolatosi in nome di Allah: Ismar Mesinovic. E’ su questo Nord, dove molti bosniaci musulmani, figli di profughi induriti prima dalla guerra e poi dalla crisi economica, che resta alta l’attenzione della nostra intelligence. Molti di loro sono fra la trentina di residenti nel Triveneto ora sotto stretto controllo per via delle loro idee estremiste. O per le frequentazioni sospette. E se si considera che stando al ministero dell’Interno sono una cinquantina gli italiani convertiti all’Isis, fa riflettere che almeno tre decine siano radicati in Veneto. 

L’imbianchino morto col figlio di due anni, non è l'unico jihadista partito da questa terra per offrire il proprio contributo a una delle tante Guerre Sante sparse per il mondo. Prima di lui ce ne sono stati altri: Hussein Saber Fadhil, per tutti “il Califfo”: vendeva kebab a Padova. Il Ros lo ha arrestato nel 2007 con l'accusa di essere il capo di una cellula di Al Qaeda e di avere progettato un attentato a Bagdad. Lanciarazzi, uomini-bomba. Tutto confermato. Anche se poi il Tribunale di Venezia ha stabilito che «le iniziative della sua formazione erano finalizzate a colpire obiettivi non militari». 

Un combattente e non un terrorista, dunque. Un epilogo che si ripete, con il risultato che dal “Califfo” che si preparava a combattere in Iraq (e ancora oggi vende kebab a Marghera) fino all’imbianchino che ha voluto il martirio in Siria, in Veneto (la terra della Serenissima Repubblica e un tempo impero della Lega Nord) sempre più persone sono affascinate del Jihad. «Disperati, spesso senza famiglia né un lavoro», spiega un investigatore. «Soggetti facili a lasciarsi incantare dai reclutatori: imam, estremisti, fanatici allo sbaraglio, magari ex combattenti che hanno avuto contatto diretto con i campi di battaglia. In Veneto non risultano zone di addestramento. Però sono passati soggetti come il bosniaco Bilal Bosnic: in questi giorni lancia in rete appelli ai giovani musulmani per unirsi al Califfato. È considerato un predicatore violento e itinerante: adesso è in Bosnia, prima era in Italia. E molte delle città nelle quali ha transitato, sono in allerta. 

In Veneto sono Centodieci i centri di preghiera e le associazioni culturali islamiche. Luoghi nel mirino di carabinieri e Digos, oltre che dei servizi segreti che indicano Padova come una delle zone «calde» per l'indottrinamento e il reclutamento di uomini disposti a combattere per l’Isis che spadroneggia in territorio iracheno e siriano. Stando all’ultimo dossier della nostra intelligence sarebbero almeno duecento i soggetti «attenzionati», in Italia e ritenuti molto pericolosi perché rientrati nel nostro Paese dopo un periodo di addestramento in basi segrete, per lo più in Afghanistan. Un fenomeno nuovo, che agisce al contrario rispetto ad altri Paesi europei, dove la maggioranza dei jihadisti reclutati va direttamente a combattere sui territori di guerra. Da noi è il contrario. La maggioranza dei fanatici resta in Italia per dare sostegno logistico e organizzativo.

Bacio tra Andreotti e Totò Riina La confessione del "capo dei capi": "Adesso vi dico come è andata..."

Totò Riina: "Giulio Andreotti? Il bacio non ci fu, ma ci incontrammo"




Nessun rapporto tra Mafia e Stato. Non ci fu nessun bacio tra Giulio Andreotti e Totò Riina. A dirlo è proprio il boss mafioso condannato all'ergastolo, come riporta il quotidiano la Repubblica. 

Confessione - Per trent'anni è stato uno dei segreti meglio conservati della mafia siciliana, adesso è il padrino più autorevole dell'organizzazione a svelarlo per la prima volta. Racconta Salvatore Riina: "Balduccio Di Maggio dice che mi ha accompagnato lui e mi sono baciato con Andreotti. Pa... pa... pa". Il capo di Cosa Nostra scuote le mani mentre passeggia sorridente nel cortile del carcere milanese di Opera, come a far capire: tutte palle. Non ci fu alcun bacio, sostiene.

L'incontro - Poi, cambia tono di voce e sussurra la sua verità: "Però con la scorta mi sono incontrato con lui". Lui, il sette volte presidente del Consiglio finito sotto processo per associazione mafiosa, ma poi assolto dall'accusa di aver incontrato Riina nel 1987: gli unici due incontri accertati dai giudici fra Giulio Andreotti e un altro capomafia,
Stefano Bontate, risalgono al periodo 1979-1980. 

Sconti sugli affitti: il piano del governo Ma sui soldi ora è scontro Renzi-Padoan

Decreto Sblocca Italia, sgravi per affitti ed edilizia: ecco le novità




Agevolazioni sugli affitti e sull'edilizia. Il decreto sblocca Italia che presenterà il governo alla fine di questa settimana è piuttosto consistente. Il premier dovrà fare i conti con il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan che ha fatto sapere chiaramente di non avere risorse in cassa per finanziare il piano del governo. Intanto la bozza del decreto prevede diverse novità. Molte riguardano il permesso a costruire, che potrà essere concesso con modalità più veloci oppure non essere più necessario in una serie di casi per i quali sarà sufficiente la denuncia di inizio attività: ad esempio per di variazioni non essenziali conformi alle prescrizioni urbanistiche. Dovrebbero aumentare anche i poteri dello sportello unico per l’edilizia, mentre ai Comuni verranno concessi sei mesi di tempo per mettere a punto un regolamento edilizio tipo. Vengono semplificate poi le procedure per il cambio di destinazione d’uso, novità che dovrebbe anche favorire la cessione di immobili pubblici.

Gli sgravi - Corposo anche il capitolo dedicato alle agevolazioni fiscali. Se sulla proroga delle detrazioni per il risparmio energetico e di quelle per le ristrutturazioni il confronto è ancora in corso, è allo studio un nuovo beneficio destinato ai privati che acquistano unità immobiliari a destinazione residenziale, purché questi siano poi destinate per i successivi sette anni al mercato degli affitti. Lo sgravio consiste in una deduzione Irpef pari al 20 per cento del prezzo, da fruire in otto anni, con un limite massimo di spesa pari a 300 mila euro. Tra le altre condizioni previste c’è anche la fissazione di un canone di locazione non superiore quello convenzionato definito dagli accordi tra le associazioni di proprietari e quelle di inquilini.

Privatizzazioni - Ma la novità forse più rilevante rispetto all’impostazione originaria del provvedimento è l’aggiunta di una sezione incentrata sull’apertura al mercato delle società pubbliche locali, in particolare quelle che si occupano di trasporto e di igiene ambientale. L’obiettivo è iniziare a rendere più efficiente un settore che è anche al centro dell’attenzione del commissario alla revisione della spesa Carlo Cottarelli.

Partecipate - Dunque le società in questione, totalmente partecipate dalle Regioni o dagli enti locali potranno usufruire di un prolungamento di 22 anni e sei mesi della durata dell’affidamento del servizio se si quoteranno in Borsa entro il 31 dicembre del proprio anno. Dopo il collocamento avranno due possibilità: o mantenere il controllo del 50,01 per cento delle azioni, impegnandosi però a cedere la parte residua ad un soggetto industriale, oppure collocare comunque sul mercato almeno il 60 per cento delle azioni possedute. 

La confessione choc dell'Imam: "Giusto rapire le due italiane. Vi dico cosa facevano in Siria..."

L'Imam Bilal Bosnic: "Giusto rapire le due italiane"




"Giusto rapire le due italiane in Siria". Parola di Imam. Bilal Bosnic è un imam, jihadista, convinto sostenitore dello Stato dell’Islam, un predicatore che porta la parola di Allah nel Nord Italia. Tra le sue tappe nel nostro Paese ci sarebbe stata anche quella di Bergamo. Intervistato dal Corriere, Bosnic afferma con aria di sfida che è legittimo il rapimento di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. "Credo non sia giusto per nessuno che viene dall’Occidente interferire con i problemi interni islamici. Noi non interferiamo con i politici occidentali. Rapire è una pratica giustificata, è una cosa comune per un nemico durante la jihad e qualsiasi altra guerra. Le due ragazze hanno interferito". 

L'attacco - L'imam estremista è quindi convinto che le due ragazze "interferivano", come chiunque arrivi dall'Occidente. Non solo: per il predicatore jihadista "rapire è una pratica giustificata, una cosa comune per un nemico durante la jihad e qualsiasi altra guerra". Poi l'Imam sulla Parole che non devono stupire. Sulla sua pagina Facebook Bosnic, fin dal 7 luglio, aveva postato il sermone del Califfo, Abu Bakr al Baghdadi da Mosul, dove ha cacciato i cristiani, con il seguente commento: "Quest'uomo verrà ricordato per secoli (…) Allah continui a ricompensarlo per i suoi meriti". Soprattutto per aver seminato terrore in Occidente e aver ordinato, probabilmente, la decapitazione di un giornalista che faceva il suo lavoro. 

IL PALLONE ITALIANO S'E' GIA' BUCATO Champions, flop Napoli a Bilbao: 3-1 Ko ed eliminazione, Benitez rischia

Champions League, Napoli fuori: ko 3-1 in casa dell'Athletic Bilbao




Un Napoli senza difesa: perde malissimo 3-1 in casa dell'Athletic Bilbao ed esce mestamente dai playoff di Champions League. Sotto accusa la linea arretrata, il tecnico Rafa Benitez che non ha saputo registrarla (lo scorso anno come nell'avvio di questa seconda stagione) e il presidente Aurelio De Laurentiis, che ora dovrà rendere conto ai tifosi (e allo stesso allenatore) di una campagna acquisti deficitaria. Risultato: buttati al vento 30 milioni di euro (tanto valeva l'accesso alla coppa) con il concreto rischio che la squadra si sfaldi subito sotto il peso delle critiche di una piazza già agitata ad agosto.

Aduriz e Ibai Gomez, ma che disastri - Dopo l'1-1 del San Paolo una settimana fa, gli azzurri entrano in campo nella "cattedrale" del San Mames più attenti e concentrati. Il primo tempo è equilibrato, anche noioso, a differenza di quanto accaduto a Napoli con i baschi scatenati. Ma nella ripresa accade di tutto. Dopo un paio di minuti è capitan Hamsik a far esplodere i partenopei con un destro sporco dal limite che s'infila nell'angolino alla sinistra di Iraizoz. In apparenza, partita in discesa perché con Mertens (preferito a Insigne) e Callejon e il solito Higuain il vantaggio aprirebbe praterie per il contropiede. E invece gli uomini di Rafa arretrano troppo e iniziano a tremare. Per la verità, si fanno male da soli. Al 17' su corner dalla sinistra il bomber Aduriz si trova clamorosamente libero a non più di 5 metri dalla porta di Rafael infila sul primo palo. Un errore difensivo clamoroso bissato, se possibile, al 24'. Dopo un bel destro dal limite di Higuain, bloccato dal bravo Iraizoz, arriva il patatrac. Palla verso l'area del Napoli, Albiol temporeggia per proteggere l'uscita di Rafael ma i due non si intendono e al limite degli undici metri vengono fregati dal lesto Aduriz, che insacca a porta vuota. Un disastro. E al 29' la croce sulle speranze azzurre la mette Ibai Gomez, che s'invola sul filo del fuorigioco (Aduriz in posizione più che dubbia) e segna comodamente. 

Benitez e ADL bocciati - "Non sarebbe una tragedia andar fuori", aveva detto Benitez alla vigilia. Sbagliava, perché andar fuori così è una bocciatura per lui, per i giocatori, per il presidente. L'anno scorso il Napoli era uscito dal girone di ferro della Champions contro Borussia, Arsenal e Olympique con 12 punti fatti, fregato solo dalla differenza reti. Quest'anno l'eliminazione è meritata e fa più male. Il guaio è che fa ancora più male al calcio italiano, che nelle prossime stagioni rischia seriamente di vedersi ridurre solo a due le squadre ammesse alla manifestazione più importante, prestigiosa e ricca d'Europa.