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giovedì 31 luglio 2014

Bomba sulle riforme: governo battuto col voto segreto Ecco perché adesso Renzi e la Boschi tremano...

Riforme, governo battuto con scrutinio segreto



Voto segreto al Senato e il governo va subito sotto. Lo spauracchio dello scrutinio segreto alza un velo sulla fragilità dell'esecutivo Renzi. L' Aula di Palazzo Madama ha approvato a voto segreto l’emendamento 1.1979 presentato dal senatore della Lega Stefano Candiani. Favorevoli 154, contrari 147, 2 astenuti. Il Governo aveva espresso parere negativo mentre i relatori avevano presentato pareri contrastanti: favorevole quello di
Roberto Calderoli (Ln), contrario quello di Anna Finocchiaro (Pd).

Il voto - La proposta di modifica dell’articolo 55 della Costituzione interviene sulla competenza del Senato sui temi della famiglia e del matrimonio, su quelli della salute e su quelli etici previsti dagli articoli 29 e 32 della Carta.  Dopo la votazione il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha sospeso la seduta. Una battuta d'arresto secca e dura da digerire per Renzi e per la Boschi. Lo sgambetto a scrutino segreto sull'emendamento della Lega mette in allarme il governo. Sale dunque la tensione anche sul fronte delle riforme. 

L'allarme - Se dovesse passare la linea di un voto segreto anche sulle riforme istituzionali come aveva annunciato lo stesso presidente del Senato Pietro Grasso, allora la strada per Renzi si complica. I frondisti avrebbero gioco facile per affossare il piano del premier. Va detto che non è la prima volta che l'esecutivo va sotto in uno scrutinio segreto. Ma se dovesse accadere anche sulla strada delle riforme le conseguenze a questo punto sono inimmaginabili. Il premier ora trema... 

I 101 di Prodi - Intanto attacca subito da Bruxelles, l’europarlamentare Pd Pina Picierno, con un tweet:"A volte ritornano. La ricarica dei 101". Le fa subito eco da Roma, il compagno di partito Davide Faraone, membro della segreteria, con un alto tweet: "Si conferma la legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati. Serenamente andiamo avanti", mentre Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, a sua volta affida al social il suo disappunto: "La norma votata dal Senato non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista".




Dopo il salasso del Fisco Ezio Greggio si confessa: "Ora vi dico come stanno le cose..." E sul futuro...

Ezio Greggio: "Ecco come stanno le cose col Fisco"



Dopo la sanzione del Fisco Ezio Greggio si confessa in un'intervista al Corriere della Sera e racconta come stanno le cose sulla mega santaoria da 20 milioni di euro: "Io non devo pagare quella cifra né tantomeno devo mettermi in regola col Fisco: lo sono sempre stato. Lo ha anche detto recentemente una sentenza a mio favore". Sulle contestazioni del fisco su presunte scorrettezze nei rapporti con la società irlandese, la "Wolf Pictures Ltd", Greggio è chiaro: "È la società che utilizza i miei diritti, e che da oltre vent’anni produce e distribuisce film all’estero. Il problema è nato sull’interpretazione di norme sulle ritenute che non dovrebbero essere applicate in Italia". Poi il conduttore di Striscia parala anche del lato umano della vicenda: "A dire il vero sono molto di più i messaggi di solidarietà che ho ricevuto. Ho la coscienza a posto. Ne ho parlato anche con Antonio Ricci. Abbiamo parlato quando mesi fa aveva letto la notizia su un giornale. L’ho tranquillizzato dicendogli che la mia residenza a Montecarlo era reale. E lui: “Peccato, speravo nell’arresto così potevo rinnovare il cast di Striscia “.

La casa di Monaco - E il Fisco ora vuole anche vederci chiaro sulla sua residenza a Monaco che le ha permesso di vedere tassati i suoi redditi in misura molto minore che in Italia.  Ma Greggio si difende: "Intanto io ho sempre pagato tutte le imposte fino all’ultimo centesimo in Italia, lo dice anche la sentenza. Poi, Fisco e Tribunali hanno stabilito che ero regolarmente residente all’estero. In Italia al massimo lavoro 4 mesi l’anno. Non era una residenza fittizia: lì avevo casa, famiglia, interessi economici. A un certo punto mi hanno chiesto di pagare come se fossi residente in Italia e quando il Fisco con la gentilezza e il tatto che li contraddistingue ti chiede un favore...come fai a negarglielo?".  Infine parla del suo futuro: "All’inizio dell’autunno sarò occupato su un progetto americano, molto ambizioso. Appena mi sarà possibile, come ho fatto negli anni scorsi, tornerò dietro al bancone di Striscia". 

Veronica incalza Silvio: "Allora, ti risposi?". Lui la gela: "Mah, dopo l'ultima volta..."

Silvio e Veronica faccia a faccia alla festa di Barbara


La Lario al Cav: "Allora, è vero che ti risposi?". E lui: "Mah, dopo l'ultima volta..."


Festa per i trent'anni di Barbara, a villa Macherio. Un'occasione importante, perchè i trenta sono la barriera tra la giovine età e la maturità. Anche se Barbara il fatidico traguardo l'ha raggiunto con due figli già grandicelli. Un'occasione tanto importante da riunire, oltre agli amici, pure tutta la famiglia. E così, l'altra sera in villa è capitato che si siano rivisti dopo tanto tempo, e dopo tanto gossip finito sui giornali a proposito della loro separazione, anche Silvio Berlusconi e l'ex moglie Veronica. Riferisce il Corriere che i due avrebbero brevemente parlato, peraltro evitando qualsiasi riferimento alle vicende giudiziarie del Cav compresa la recente assoluzione nel processo Ruby. Il colloquio sarebbe invece andato su temi personali e la Lario avrebbe chiesto all'ex marito "allora, è vero che ti risposi?". Al che berlusconi, che quanto a sense of humor e stile non è secondo a nessuno avrebbe replicato: "Bah, non so. Dopo l'ultimo matrimonio sono ancora scottato". Ogni riferimento al cospicuo assegno che il leader di Forza Italia versa mensilmente alla Lario è lasciato ovviamente alla fantasia dei lettori...

SEMPRE PIU' RENZUSCONI Silvio vuole entrare nel governo Obiettivo: schiacciare Alfano

Forza Italia, Silvio Berlusconi e l'ipotesi di un rientro in maggioranza



Silvio Berlusconi è determinato: le riforme vanno portate avanti ad ogni costo. "Abbiamo la garanzia di Renzi che la legge elettorale verrà modificata solo se siamo d'accordo anche noi. Ma il problema è un altro. Al Senato la situazione è fuori controllo. E non solo al Senato". Insomma Silvio, secondo quanto racconta il Corriere cerca di tenere la barra dritta con Renzi ma secondo alcune indiscrezioni pensa già probabilmente ad una mossa per blindare il patto del Nazareno e arginare amare sorprese al Senato. "Io mi fido di Renzi e sono sicuro che il patto che abbiamo sottoscritto con lui non verrà modificato senza il nostro assenso. Ma siamo certi che in questo momento per noi non sia meglio sperare nelle elezioni anticipate e correre col proporzionale uscito dalla Consulta?". 

Le mosse di Silvio - Ma questa posizione del Cav riportata dal Corsera ha anche un'altra chiave di lettura. Secondo i rumors Silvio vorrebbe un "riavvicinamento alla maggioranza di governo". Una mossa questa, dicono i bene informati per evitare che Renzi ricompatti l'attuale maggioranza accontentando Ncd sull'Italicum magari a discapito di Forza Italia. Il piano è chiaro: ridurre l'impatto di Alfano negli equilibri del governo e imporre la linea di Forza Italia nelle scelte dell'esecutivo. "Teniamoci pronti per qualsiasi evenienza", ha affermato Silvio. Una sorta di chiamata alle armi. Il Cav per il momento resta alla finestra e spera che le riforme per il bene del Paese vadano avanti. Ma non sono esclusi colpi di scena...

Barbara Berlusconi, festa in famiglia Pranzo in villa per pochi intimi:

Berlusconi, pranzo a villa Macherio per il compleanno di Barbara: gelo tra Silvio e Veronica Lario, assenti Marina e Piersilvio



Una festa per pochi intimi: Barbara Berlusconi ha festeggiato i suoi 30 anni con un pranzo in famiglia (ristretta): martedì alle 13.30 appuntamento a tavola a villa Macherio insieme a papà Silvio, mamma Veronica Lario e la sorella minore Eleonora. Mancavano, invece, i figli di primo letto del Cavaliere, Marina e Piersilvio, e il figlio minore di Silvio e Veronica, Luigi, lanciatissimo negli affari. Dagospia, malizioso, riferisce di un Berlusconi senior sofferente per qualche linea di febbre e un po' gelido nei confronti dell'ex moglie: una stretta di mano, un saluto rapido e poi ciascuno per la propria strada, a dividersi a turno tra le figlie e i tre nipotini. 

I dolori di Silvio - Il momento, per il Cavaliere, non è dei più semplice. Incassata con grande soddisfazione l'assoluzione al processo Ruby, il leader di Forza Italia deve comunque affrontare altre grane, su più versanti. Dal punto di vista giudiziario, si attendono sviluppi da Milano (processo Ruby ter) e Napoli (compravendita di senatori nell'affaire De Gregorio). Politicamente, invece, c'è da resistere alle pressioni dei "dissidenti" azzurri guidati da Augusto Minzolini, l'ala che non digerisce l'accordo con Matteo Renzi sulla riforma di Palazzo Madama e Italicum. Anche per questo, Berlusconi aveva in programma di incontrare lo stesso premier in un faccia a faccia romano a inizio settimana, saltato però per un altro guaio fisico del Cav: una caduta in bagno ad Arcore, che gli ha procurato una ferita tra coscia e gluteo. 

Buffon-D'Amico, baci al calar del sole sulla nave dell'amore

Buffon-D'Amico, baci al calar del sole sulla nave dell'amore



Un mondiale deludente, il cambio repentino di allenatore, un nuovo corso juventino che non sembra essere partito col piede giusto eppure Gianluigi Buffon sembra non preoccuparsene. Si gode la sua bella Ilaria D'Amico, finalmente allo scoperto, in chiaro per usare un termine caro alla conduttrice. I due sono stati pizzicati ancora una volta dal settimanale Chi durante la loro vacanza romantica in Grecia. Si sono scambiati baci appassionati e coccole al calar del sole. Ora però per il portierone della Juve è tempo di tornar in ritiro a Vinovo e dare una mano ai suoi compagni in difficoltà.

Sgarbi, che show dopo l'incidente: "Renzi come Craxi e Mussolini. Loro li hanno uccisi, lui... Ruby? Io beccavo l'ergastolo. E la Boccassini deve..."

Vittorio Sgarbi: "Renzi come Craxi e Mussolini. Loro li hanno uccisi, lui... Ruby? Io beccavo l'ergastolo. Boccassini deve pagare"


di Leonardo Filomeno 



E' quasi l'una di notte. Vittorio Sgarbi ha appena presentato a Ceglie Messapica il suo nuovo libro Il punto di vista del cavallo. Caravaggio. Qualche ora prima la sua Lancia Thesis è andata distrutta. Tutta colpa di un cortocircuito che, a pochi chilometri dalla bellissima cittadina pugliese, ha mandato in fiamme l'auto. Tanta paura ma tutti illesi, per fortuna. Solo un ritardo di due ore. Corsi e ricorsi, visto che sempre qui, 15 anni fa, Sgarbi fu protagonista di un imprevisto, quindi di un altro ritardo. E, come sappiamo, il professore non è nuovo nemmeno agli incidenti stradali. Dovrebbe essere sfinito, in ogni caso, il Vittorio nazionale. E invece no. Le fasi della nuova disavventura le racconta con un'ironia che annulla il peso dell'attesa: "L'incendio è poi diventato una festa di pompieri. Vitale, un ispettore originario di Ceglie Messapica, mi ha confessato: Sgarbi, io questa notte l'ho sognata. Era rimasto senza macchina e venivo ad aiutarla. Cavolo, sei proprio un profeta...". 

L'energia è quella di sempre, la precisione chirurgica nel racconto di "un libro che si è scritto da solo" pure. E quel suo carattere un po' fumantino esplode non appena ci avviciniamo a lui per parlare di parla di politica, di Renzi, di riforme nel pantano. Sgarbi, ça va sans dire, ne ha per tutti. Finanche per il povero Dudù. Esiste davvero il rischio di una dittatura renziana? "Lui ha sicuramente dato l'esempio di uno che vuole fare - replica secco Sgarbi -. Resta indifferente, però, alla sostanza. Per esempio: cosa gli sarebbe costato mettere le preferenze per la legge elettorale e fare il senato elettivo? Non si capisce. Ciò che non convince di Renzi è quella la volontà di fare le cose... pur di farle!". E' una bocciatura sonora, la sua. "Queste riforme non mi piacciono per niente". Le riforme come autogol per Matteo? "Fatte così, sono sbagliate. Se uno deve fare le riforme e le fa male, è meglio che stia fermo". Allora si torna presto al voto... "Questo lo dice lei". Ieri si ipotizzava un eventuale rimpasto con Forza Italia nel governo. "Lo trovo improbabile. Oltre che inutile. Renzi ha dato vita ad un governo perfetto. Dopo Mussolini, sono stati tre gli statisti che sono riusciti a superare la palude democristiana, che era quella della ricostruzione: Craxi, Berlusconi, Renzi. Craxi è stato ucciso dai partiti. Berlusconi è stato ucciso dai suoi stessi alleati come Fini o Bossi. Mentre Renzi per governare ha messo in campo dei camerieri, delle badanti, delle figurine di nessun peso. 

"Berlusconi schiavo di Matteo" - "I ministri - continua Sgarbi - hanno paura della sua ombra, non fiatano senza il suo permesso. L'unico con con una storia politica è Franceschini. Tolta la componente ricattatoria di Alfano, utile per avere la maggioranza, forse potrebbe tornare alle urne, se vuole". Chi è il peggior ministro? "Non ci sono peggiori e migliori. Come detto, sono solo dei cagnolini che obbediscono. Non sono niente". Forza Italia è davvero finita? "Beh, già ha fatto fatica a nascere. Adesso, poi, è nella mani della Pascale, di Dudù...". E Berlusconi? "Berlusconi è diventato in qualche modo ostaggio di Renzi. L'ex sindaco di Firenze lo ha assolto, ha negoziato con lui, gli ha tolto di dosso l'etichetta di uomo nero. E' stato furbissimo". 

"Ruby? A me davano l'ergastolo..." - L'assoluzione in secondo grado nel processo Ruby non è stata una sorpresa. "Se uno viene condannato perché scopa, finisce che a me danno l'ergastolo". Il Ruby-ter potrebbe riservare qualche sorpresa amara a Silvio? "A lui no. Ma a qualcun altro, forse, sì". Ecco. "Un vero Csm, una persona capace, presenterà alla Boccassini il conto di aver inventato un reato che per me non esiste. La concussione non può essere una telefonata. Quella si chiama raccomandazione, favore. Se tu scambi un reato per un altro, dovrai pur pagare, o no? A me, a noi, quel processo, è costato un milione è passa di euro... di stronzate! Credo che la Boccassini abbia giocato una partita sbagliata". 

"Celant? Farò una denuncia alla Procura" - Che voto dà a Dario Franceschini? "Sicuramente un otto". Su Germano Celant e il pasticcio dell'Expo un'ultima battuta. "Farò una denuncia alla procura perché uno non può prendere tutti quei soldi attraverso una commessa diretta per gestire una mostra. Non è mai esistita al mondo una cosa del genere. C'è una specie di abuso di ufficio da parte di un critico arte che a mio avviso ignora la materia a lui affidata".

Antonella Clerici viene paparazzata e il suo compagno sbrocca con la giornalista: "Fatti tr...". Pioggia di insulti sul web

Eddy Martens e il tweet al veleno contro Novella 2000 per le foto alla Clerici



Facce tirate in una foto e ci scappa un bel servizio paparazzato.  Antonella Clerici è finita tra le pagine di Novella 2000 con qualche scatto rubato da un fotografo che la ritraeva giù di corda insieme al compagno Eddy Martens in vacanza in Sicilia, a Taormina. Il settimanale ha messo in dubbio la solidità del rapporto tra Antonella ed Eddy parlando anche di una probabile crisi. La reazione però del compagno della Clerici è stata furiosa ed è arrivata via twitter: "Marika Tronchetti di novella 2000 visto che leggi twitter. Trovati uno che ti po trombare come si deve. Cosi smetti di scrivere stronzate".

I pm contro il figlio del giudice anti-Cav: "La Procura di Milano sospenda Esposito"

Pm Brescia contro Ferdinando Esposito: "Induzione indebita, la Procura di Milano deve sospenderlo"



Il figlio di Antonio Esposito rischia la sospensione dal servizio nella Procura di Milano. Sarà questa la richiesta che presenteranno al gip i pm di Brescia, che stanno indagando su Ferdinando Esposito, pubblico ministero a Milano. Esposito è il figlio di Antonio, il giudice della Cassazione che nell'agosto 2013 ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni per il processo Mediaset (e che qualche settimana dopo fu protagonista di una conversazione, registrata, con un giornalista del Mattino di Napoli in cui esprimeva giudizi decisamente negativi sullo stesso Berlusconi), nonché nipote di Vitaliano, ex procuratore generale della Cassazione. Il giovane Esposito è stato accusato da un amico, Michele Morenghi, di avergli fatto pressioni per pagargli l'affitto di un appartamento a Milano. Per questo i pm bresciani sosterrebbero la tesi di "induzione indebita", reato commesso da un pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induca taluno a dare o promettere indebitamente utilità. 

L'accusa: pressioni per farsi pagare l'affitto - La storia, incerta, la riporta Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. L'avvocato piacentino Morenghi 5 mesi ha presentato un esposto contro Esposito, sostenendo di avergli pagato l'affitto di casa senza che quei soldi gli siano stati mai restituiti. Accusa peraltro sostenuta anche da altri due imprenditori, che avrebbero prestato soldi al pm e di averli riavuti indietro solo dopo l'apertura del fascicolo a suo carico. L'inchiesta ha poi verificato come un altro appartamento milanese, tra 2009 e 2013, sia stato pagato ad Esposito prima da una società di un imprenditore poi arrestato, poi da una società di un consulente di sicurezza cui il pm avrebbe in cambio presentato potenziali clienti. Esposito nega con forza che ci siano state pressioni, e che tutto, prestiti compresi, sia nato in ambienti "amicali". A convincere chi indaga del reato di "induzione indebita" sarebbe però un passaggio dell'esposto di Morenghi (definito "falsità calunniose" da Esposito) in cui si fa cenno a una frase sibillina che avrebbe pronunciato lo stesso pm milanese: Esposito avrebbe consigliato all'amico di stare attento a come può andare a finire un'azienda nel caso capiti dentro una inchiesta sbagliata. Parole che lasciano intravedere, secondo gli inquirenti bresciani, una indebita pressione psicologica. In altre parole, questa è la tesi dell'accusa, Esposito si sarebbe fatto pagare l'affitto con la promessa di non far trovare intralci giudiziari sulla strada dell'amico.

Un Esposito a casa Berlusconi - Dall'inchiesta sono emerse anche le frequentazioni di Esposito con Arcore. In cinque occasioni, a partire dal 2009 (mai dopo che nell'estate 2013 il padre divenne titolare del processo Mediaset), il pm si sarebbe recato a casa Berlusconi, in un caso accompagnato da Michela Vittoria Brambilla. L'obiettivo, ha spiegato egli stesso ai colleghi bresciani, era discutere un proprio possibile incarico in politica, magari anche all'interno del Ministero della Giustizia, per tornare a Roma. Chissà se papà Antonio, che con gli amici si dipingeva come anti-berlusconiano di ferro, l'ha mai saputo.

Ebola, l'epidemia adesso è "fuori controllo": Scatta l'allarme rosso: non rischia più solo l'Africa

Ebola, l'allarme di Medici Senza Frontiere: "Epidemia senza precedenti, fuori controllo. Rischio per altri paesi"



Bart Janssens è il direttore di Medici Senza Frontiere e sta mattina ha rilasciato un virgolettato piuttosto inquietante. "L'epidemia di Ebola in Africa occidentale è senza precedenti, assolutamente fuori controllo e la situazione non fa che peggiorare. Si sta nuovamente estendendo, soprattutto in Liberia e Sierra Leone, con focolai molto importanti". Per il momento sono 1.201 i casi accertati e le vittime 672. Il primo caso è stato registrato in Guinea, si è poi rapidamente estesa in Liberia e Sierra Leone. Nei giorni scorsi è morto per il contagio uno dei medici esperti che stava coordinando la battaglia al virus.

In Gran Bretagna - Nell'intervista rilasciata a Libre Belgique, Janssens ha poi aggiunto: "Se la situazione non dovesse migliorare abbastanza rapidamente, c'è il rischio reale di vedere nuovi paesi colpiti". A questo proposito in Gran Bretagna, il governo è stato costretto ad annunciare un Cobra Meeting, e cioè un tavolo interministeriale per decidere come affrontare l'urgente pericolo.

In Italia - Da noi la situazione pare sotto controllo, almeno per il momento, come sembra confermare il ministro Lorenzin all'Huffington Post: "In Italia il pericolo non c'è. Il livello di allerta è già alto fin dal principio dell'epidemia. Negli aeroporti e nei luoghi di transito vengono già effettuate visite mediche nei casi che vengono ritenuti necessari". Il che ci tranquillizza, ma è chiaro che non si tratta del solito. L'autorevolezza di chi parla non è assolutamente in discussione. Medici Senza Frontiere si occupa da anni, come organizzazione internazionale privata di portar soccorso sanitario ed assistenza medica nelle zone del mondo disagiate e non ha perciò alcun interesse ad alimentare focolai o peggio, far del terrorismo psicologico. A questo proposito è difficile pure far previsioni. Chiosa Janssens: "Proprio perché non abbiamo mai visto una tale epidemia, è uno scenario difficile da prevedere".

mercoledì 30 luglio 2014

Vendola spacca la sinistra: Renzi trema Il piano di Silvio per salvare Matteo...

Riforme, Silvio Berlusconi e il piano per aiutare Renzi e il governo composto anche da NCD



La chiusura di Sel sulle riforme inguaia e non poco Matteo Renzi. Il governo al Senato teme il voto segreto e le minacce dei vendoliani incrinano gli equilibri a sinistra. Dopo il secco no di Sel al ritiro degli emendamenti scoppia la bufera. Il sottosegretario Lotti sbotta: "Non saremo mai più alleati con il Pd". Insomma tensione alle stelle. Tensione questa di palazzo Madama che può far detonare la situazione e portare al voto anticipato. Uno spauracchio che in molti vorrebbero evitare. Tra tutti Silvio Berlusconi. Forza Italia è in ripresa dopo l'assoluzione del Cav ne processo Ruby, ma il centrodestra va ricostruito per bene prima di approdare alle urne. Così il Cav tenendo fede ai patti del Nazareno prova ad aiutare Renzi. Berlusconi pensa soprattutto agli italiani: "Le riforme vanno fatte: i cittadini questo si aspettano e noi dobbiamo contribuire a sbloccare la situazione".

Il piano di Silvio - Questo l'input che arriva da Arcore anche se non è ancora chiaro come si può sciogliere il fronte ostruzionistico. A lavorarci, in prima linea, l'uomo cinghia di trasmissione con Matteo Renzi, Denis Verdini. È lui che ha gestito la faticosa partita della legge elettorale, argomento che per forza di cosa rientra nel capitolo riforme come paragrafo che potrebbe sbloccare la situazione di stallo. Che sia Verdini l'uomo chiave e che in queste ore sia lui a gestire la patata bollente in stretto contatto con il governo non è un mistero. L'ex coordinatore del Pdl è lì, in Aula, a condividere l'agonia di una maggioranza che cerca in tutti i modi di evitare voti segreti e prova a parare i colpi ostruzionistici che arrivano da tutte le parti. Si cerca di sbloccare la situazione. Il nodo resta quella della legge elettorale.

Legge elettorale - I piccoli partiti, Sel in testa, potrebbero ritirare gran parte degli emendamenti se avessero la certezza che le soglie di sbarramento previste dall'Italicum venissero riviste al ribasso. Per loro sarebbe una questione di vita o di morte. Ma fino a che punto l'asticella potrebbe calare? E soprattutto: il timore di Berlusconi - ma anche quello di Renzi - è che abbassandole troppo si stravolgerebbe il senso che sta alla base del patto: evitare che in futuro i piccoli partiti possano proliferare e tenere sotto scacco la maggioranza con il loro potere di veto. Un punto su cui Silvio e Matteo da tempo convergono. E che potrebbe essere quello decisivo per chiudere la partita sulla legge elettorale. 

Nodo canguro - Intanto a Palazzo Madama si litiga sul "canguro". La prassi che consente di saltare in un colpo solo tutti gli emendamenti simili ad un altro che viene bocciato dall’aula ha scatenato l’ira dei gruppi di opposizione che contestano l’applicazione drastica di questo metodo su una materia importante come quella costituzionale. In particolare, viene criticata al presidente Pietro Grasso la disinvoltura con cui la procedura, prevista dal regolamento del Senato, è stata adottata e che nella prima giornata di applicazione, martedì, ha consentito il superamento in blocco di 1.400 emendamenti a fronte di sole 5 votazioni. Per questo motivo alla ripresa della seduta, questa mattina, le minoranze sono insorte (ma non solo loro: tra gli interventi più critici va segnalato anche quello del senatore Pd, Massimo Mucchetti) e hanno ottenuto la sospensione dei lavori per consentire alla giunta per il regolamento di riunirsi per fare chiarezza e dare un’interpretazione «autentica» sulla norma. Doveva essere uno stop di un’ora, giusto per chiarire i dettagli. Invece il tema è talmente dibattuto che i lavori non riprenderanno prima delle 15, secondo l’ultima comunicazione.

Estate amara per Briatore. Flavio ora perde il posto da "boss" e "scompare" dalla Sardegna. Ecco perché...

Flavio Briatore, "Chi": Sky toglie dai palinsesti "The Apprentice"



Estate triste alla per Flavio Briatore. Sembra esserci qualche “cambiamento” per l'ex team manager di Formula Uno. Almeno stando a quanto racconta “Chi”. “Colpo di scena a Porto Cervo – fa sapere la rivista - Flavio Briatore, dopo dieci anni, ha fatto rimuovere la sua gigantografia sulla statale di Porto Cervo, a pochi metri dal Billionaire. "Chi" ha chiesto spiegazioni al boss, che ha risposto dicendo che era arrivato il momento di slegare il marchio del locale dal suo volto. Inoltre "Chi" anticipa che Flavio, nella prossima stagione, non sarà più il boss della trasmissione The Apprentice, programma non confermato da Sky dopo due edizioni”.

Renzi e Boschi fanno infuriare la Costamagna e lei li demolisce. Bordate al veleno: ecco cosa ha detto...

Renzi e Boschi fanno infuriare la Costamagna e lei li demolisce: ecco come...



"Il Pd non ha più alibi ora deve ascoltare e accettare le condizioni del Movimento Cinque Stelle". E' questo in sintesi l'appello di Luisella Costamagna che dal suo blog sul Fatto Quotidiano rivolge a Matteo Renzi. Quello dell'ex allieva di Santoro è un attacco duro al premier e al governo sulla partita delle riforme istituzionali. La stoccata è diretta a Renzi: "La cosa più grave (e triste) è che le tue scelte e vicende attuali riscrivano parte della tua storia, ridefiniscano quelli cui abbiamo assistito in passato appunto come “alibi”. Il timore, in chi ha creduto in te e ti ha votato – timore sempre più fondato –, è che non sia stato l’avvento di Renzi ad averti fatto #cambiareverso, bensì che questa sia solo un’operazione di maquillage per rivelarti agli italiani per quello che, in fondo, sei sempre stato. Renzi come la tua “operazione trasparenza”. E quello che si vede è tutt’altro che piacevole. Immagina com’è difficile, per chi per anni ha combattuto al tuo fianco contro Berlusconi, vederti ora stringere patti segreti con lui. Cambiare la Costituzione, il Parlamento, il mondo del lavoro, la giustizia, nella direzione che lui avrebbe voluto e tu dicevi di combattere. Sentirti dire che è “un’allucinazione” e “una bugia” che la riforma elettorale e del Senato siano svolte autoritarie (come sostengono fior di costituzionalisti e i centinaia di migliaia di italiani che hanno sottoscritto l’appello di questo giornale), come avrebbe fatto un Capezzone qualunque, e togliere la voce a chi si oppone imponendo la ghigliottina".

Frecciatina alla Boschi - Poi la frecciatina alla Boschi: "Fa tutto citando Fanfani. Immagina com’è doloroso, per chi ha creduto in te e nella tua presunta superiorità morale rispetto al centrodestra, assistere alle stesse inchieste, arresti, spartizioni di mazzette, e poi vedere salvati dalle stesse norme (che insieme avete votato) Penati e Berlusconi. Immagina com’è incomprensibile, e insieme illuminante, constatare che nonostante il M5s ti offra i suoi numeri sostanziosi su un piatto d’argento – tardivamente, ok, ma te li offra – per fare una legge elettorale migliore, ripristinare le preferenze, togliere l’immunità, istituire il reddito di cittadinanza, la legge sul conflitto d’interessi e tutte le altre cose che dicevate di voler fare una volta al governo, tu scegli sempre e comunque Berlusconi “anche se fosse stato condannato”. 

L'appello - Infine l'appello al Pd: "Ora che non hai più alibi, che non puoi più dire “sono costretto”, bensì scegli consapevolmente questa strada, una voragine si apre nella mente del tuo elettorato: che – ripeto – non sia stato Renzi a cambiarti, ma che tu sia così, che lo sia sempre stato. Che l’allucinazione sia quella che gli avete fatto vivere in tutti questi anni: di essere alternativi e non due facce della stessa medaglia. In autunno i nodi economici verranno al pettine, le promesse di Renzi si misureranno (schianteranno?) con la realtà. E allora, magari, chiederà il voto. Lui se la caverà (forse di nuovo alla grande) e Berlusconi – libero ormai dai servizi sociali – pure. Ma tu? E il Paese? Un cordiale saluto". Renzi risponderà a Luisella?




LOTTIZZATA E CONTENTA La zarina Berlinguer contro la Rai: giù le mani dal mio Tg3

La Berlinguer boccia il piano Gubitosi per i Tg Rai


La direttrice del Tg3: "Il vero obiettivo dell'azienda è ridurre il personale"


E' una abituata a misurare con cura le parole, Bianca Berlinguer. E la zarina del Tg3 lo fa magistralmente anche nell'intervista concessa oggi al Corriere della Sera, in cui parla del piano di riorganizzazione dei telegiornali Rai messo a punto dal dg Luigi Gubitosi. Nella creazione di due super redazioni (una per Tg1 e Tg2, l'altra che accorpa Tg3, Rainews e i Tgr), la direttrice del Tg3 vede "il pericolo di una ripetitività, di una sorta di anonimato informativo, di una indistinta linea editoriale". Parole che tradiscono l'attaccamento della direttrice alla cara, vecchia lottizzazione, che lei chiama elegantemente "politica di canale, cioè rete più testata giornalistica, ben pensata editorialmente e con chiare caratterizzazioni".

Sa bene, la Berlinguer, che "il nostro telegiornale è quello che corre il rischio maggiore di perdere fisionomia e identità, proprio perchè verrebbe inglobato in un modello di informazione così diverso come quello delle attuali news" e che se ciò accadesse, lei perderebbe il potere di cui gode oggi nell'ex telekabul. E per questo, piazza un dito in un occhio a Gubitosi svelando quelle che, a suo dire, sono le vere intenzioni del dg e dei vertici della televisione di Stato: "Penso che alla resa dei conti il primo esito del piano sarà quello di una riduzione del personale" dice al Corriere. "Normale che l'azienda si ponga obiettivi di risparmio - concede - ma dovrebbero essere chiaramente dichiarati". Poi, in chiusura di intervista, lancia il sasso: "Quanto al mio futuro, tutti i direttori sanno che il proprio incarico è a termine (lei guida il Tg3 dall'ottobre 2009, ndr). Credo di poter dare il mio contributo anche in altre vesti". 

martedì 29 luglio 2014

Calendario serie A: via il 31 agosto Subito duello Roma-Fiorentina, Alla terza c'è già Milan-Juventus

Serie A, c'è il calendario ufficiale: pronti via Roma-Fiorentina, Milan-Juve già alla terza giornata



Il campionato di Serie A prenderà il via domenica 31 agosto 2014 e si concluderà domenica 31 maggio 2015. Sono quattro i turni infrasettimanali previsti (24 settembre, 29 ottobre, 6 gennaio, 29 aprile). Quattro le soste previste per gli impegni delle nazionali (7 settembre, 12 ottobre, 16 novembre, 29 marzo), durerà poco più di due settimane la pausa per le festività natalizie (dal 21 dicembre al 5 gennaio). I criteri da tener conto sono i seguenti: evitare che nella prima giornata, così come nell'ultima e nei turni infrasettimanali si incontrino le big (Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma), evitare due derby in una sola giornata,  far sì che le squadre impegnate nelle coppe europee non si sfidino nella giornata precedente a un turno di coppe europee.

Prima giornata - Si comincia subito forte con Roma-Fiorentina. I campioni d'Italia della Juventus debuttano invece contro il Chievo, a Verona. L’Inter sarà a Torino sponda Toro a vedersela con i granata. Altro big match è Milan-Lazio, a San Siro.

Alla terza, sempre a Milano, il Milan incontrerà la Juventus dell'ex-Mister Allegri. Galliani: "Sarà una bella sfida, sono felice per Max che è un ottimo allenatore". Il derby di Milano a Novembre, appena alla dodicesima giornata, con il Milan, almeno nominalmente, in casa. Il derby di Torino arriva alla tredicesima giornata: subito dopo trasferta a Firenze per i bianconeri.

Berlusconi non incontra Renzi: perché è saltato il vertice

Riforme, salta il vertice Berlusconi-Renzi: "Il Cav è indisposto"



L'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non ci sarà più. Il Cav e il premier dovevano incontrarsi domani, martedì 29 luglio per discutere i punti chiave del piano per le riforme. Il vertice non si terrà a causa di una leggera indisposizione del Cavaliere. A quanto si apprende, Berlusconi è costretto a letto dalla febbre e probabilmente rimarrà ad Arcore tutta la settimana. Secondo alcuni rumors invece il Cav sarebbe stato vittima di una caduta in bagno. Insomma l'incontro per il momento non si farà. Al centro del vertice doveva esserci un confronto sull'Italicum con modifiche mirate ad appianare la divergenza dei dissidenti di Pd e Forza Italia. 

I punti in discussione - "Matteo non pensi di fare di testa sua solo perché adesso è nei pasticci con questo muro contro muro", ha commentato con i suoi l'ex premier, riferendosi alla riforma del Senato. Se come contrappeso per smussare le opposizioni di Sel il governo dovrà rimettere mano all'Italicum, non potrà accadere senza l'accordo con Forza Italia: "Qualsiasi modifica al Patto del Nazareno la stabiliamo insieme, alle mie condizioni", avverte il Cav. Renzi voleva incontrare Silvio anche per "sminare" i possibili inghippi sui voti segreti attesi in settimana, soprattutto quello dell'emendamento leghista che vincola rappresentanza delle minoranze e taglio dei deputati alla Camera. Una buccia di banana che può complicare tutto, portando conseguenze inimmaginabili per lo stesso governo. Insomma per il momento il faccia a faccia non ci sarà. Di fatto le posizioni di Forza Italia e Pd resteranno invariate...



Pensioni, la classifica degli assegni: città per città, ecco dove si prende di più

Pensioni, la classifica degli assegni: città per città, ecco dove si prende di più



Le pensioni non sono uguali per tutti. Nel rapporto tra ammontare complessivo delle prestazioni e numero di abitanti, è Biella la provincia con le pensioni più alte d'Italia, mentre fanalini di coda sono Crotone, Napoli e Catanzaro. Lo ha accertato, a poco più di due anni dall'introduzione della riforma Fornero in vigore dall'1 gennaio 2012, il Sole 24 Ore. Cinque le province piemontesi nelle top ten: oltre a Biella, Vercelli, Novara, Asti e Alessandria. Realtà come Crotone, Napoli o Catanzaro si posizionano in coda. A Oristano va, invece, il primato per incidenza delle invalidità civili. Quanto agli importi, i più elevati si individuano nel segmento anzianità/anticipata e nei prepensionamenti: 1.500 euro al mese la media segnalata dall'Osservatorio Inps. La pensione di vecchiaia si aggira sui 670 euro, per una media totale di circa 1.100 euro. Ma vediamo categoria per categoria e città per città dove l'assegno pensionistico è più alto.

Le classifiche - Per quanto riguarda le pensioni legate alla vecchiaia la città più "ricca" nel rapporto tra l'incidenza in percentuale dell'assegno sulla popolazione residente è Ancona con una media di 466 euro. Dietro ci sono Imperia, Trieste, Savona, Alessandria, Siena, Piacenza, L'Aquila, Ferrara e Firenze. 

Anzianità e invalidità - Sul fronte invece delle pensioni di anzianità a far da padrone è Biella con un assegno medio di 1390 euro. Dietro Ferrara con 1300 euro e a seguire Vercelli, Novara, Cuneo, Ravenna, Cremona, Lecco, Varese e Mantova. Infine sempre secondo i dati del Sole 24 Ore per quanto riguarda le pensioni di invalidità la città con l'assegno più alto è Oristano con 422 euro. Dietro c'è Nuoro con 406 euro poi Lecce con 416 euro. A seguire Reggio Calabria, Messina, Cosenza, Pescara, Benevento, Crotone e Catanzaro. 

lunedì 28 luglio 2014

Napoli: Mi chiamo Mario Setola... Ecco la lettera che ha commosso il web

Napoli: Mi chiamo Mario Setola... Ecco la lettera che ha commosso il web 


a cura di Gaetano Daniele  

Avv. Mario Setola 

Mi chiamo Mario Setola, sono un avvocato di Napoli. Ho 34 anni e sono tifosissimo del Napoli. Lo seguo sempre. Dal momento che sono pubblicista e collaboro per varie testate sportive, quasi sempre lo seguo in tribuna stampa. Quest'anno tuttavia, per qualche immotivato capriccio dell'ufficio stampa del Calcio Napoli, sono stato "costretto" a seguire qualche partita in curva. Non vi nascondo un briciolo di disagio preconcetto. "Che ambiente sarà? Ho sempre sentito cori inneggianti alla violenza ed all'antistato?! La fede era troppo più forte e ci sono andato. Proprio nelle partite clou ROMA e JUVE. Due grandi vittorie! Sapete cosa? Con mia piacevolissima e graditissima meraviglia, ho scoperto che la passione per il Napoli, per i colori, per la città superava di gran lunga i propositi quasi bellicosi dei (per la verità pochi) soliti imbecilli. Ma questo mó che vuole? Vuole fare il moralista o cosa? Vi chiederete. Affatto, altro che moralista. Lasciatemi finire.

Durante la partita, in particolare quella contro la Roma, ad un certo punto notavo che la folta delegazione del tifo giallorosso inneggiava con astio evidente all'eruzione del Vesuvio. Guardavano la curva in cui sedevo toccandosi i genitali e facendo gesti schifosissimi. Ricambiati, per carità. Ma non riuscivo a soprassedere. Sono un ragazzo molto mite e sportivo. Chi mi conosce lo sa! Amo il calcio! Ma quell'odio dichiarato di quei facinorosi giallorossi mi toccó molto. Troppo! Quasi senza pensarci mi lanciai nel mio primo coro ROMANO OHOH BASTARDO...In particolare notavo un romano, forse mio coetaneo che mi fissava e inveiva contro di me. A chiari gesti mi faceva capire "ti taglio la gola, se ti incontro per strada ti accoltello"! Rimanevo così. Basito. "Ma chist over fa? Ma che gli ho fatto?- mi chiedevo- ma chi lo conosce?". Non vi nascondo che, sbagliando, mi veniva sempre più di urlare cori contro di loro. Erano irritanti. Non capivo tanto astio. Nettamente al di la di un risultato sportivo. In ogni caso, finita la partita, e dopo una grande vittoria, tornai a casa felice e soddisfatto per averli battuti. "Con la Roma se ne parla il prossimo anno, capitolo chiuso - pensai- ed il prossimo anno vinciamo noi lo scudetto". Poi arrivó il giorno della finale di coppa Italia. Gli spari di tor di quinto. Ciro in coma. Io davanti alla TV ad assistere ad una partita surreale. Con la morte nel cuore. Con l'immagine di quel romanista che al San Paolo mi guardava in cagnesco. Mi tornarono alla mente quei momenti. E pensando che Ciro poteva averci rimesso la vita, mi fece quasi odiare quella tifoseria. Quei vili attentatori. Quasi non pensavo più al mio mite carattere tollerante e sportivo. "Ma questi sono pazzi davvero?- mi interrogavo- sono assassini. Girano armati e ti sparano solo perché hai un vessillo azzurro?".  La fine del calcio! Manco i nazisti sparavano a vista gli ebrei! Qualcosa non andava. Però ripensavo a quel ragazzo che mi avrebbe tagliato la gola se fossi stato in mezzo a loro quella sera a Napoli e non riuscivo a non provare un odio profondo. Per chi mi disprezzava pur non conoscendomi per il sol fatto che incitavo gli azzurri. L'apice lo si è raggiunto qualche giorno fa.

Quando Ciro è volato in cielo, quando ai funerali le sciarpe coprivano la bara, non il dolore e la rabbia. Tante tifoserie gemellate nel dolore. Tutti, molti, tranne i romanisti. Che inondavano Facebook con frasi del tipo "finalmente è morto il napolecane" e simili. Avevo deciso, li odiavo con tutto me stesso. Speravo potesse capitare anche a loro. Magari a Napoli! Maledetti, tutti! Un desiderio deprecabile che ho portato con me fino ad oggi. Perché oggi? Perché oggi c'è il concerto di Vasco Rossi a Roma. Un evento. Amo Vasco e sono qui, nella tribuna numerata a pochi minuti dallo "START". Mi è successa una cosa stranissima appena arrivato allo stadio. Mentre parcheggiavo, distratto, ho tampinato una 500 rossa. Nuova! Cazzo, proprio mo?! C'è il concerto, mo questo si incazza, mi fa perdere tempo, vuole che gli ripari l'auto per qualche graffietto che si è fatto. Scende il bullo, con fare a guappo e dall'accento romano. "Mi hai sfasciato l'auto, ma dove guardi?". Io mi scuso e con un sorriso gli faccio notare che la botta è stata più fragorosa del danno. Senza ricambiare il sorriso mi chiede se stavo andando al concerto. Al mio Si, guarda gli amici, stavolta sorride, mi da una pacca sulla spalla e mi fa "nun te sta a prepccupà, Napoli, n'amose a sentì Vasco va...".

Mi sorprendo. Ma prendo per mano la mia ragazza e ci incamminiamo. Lei conversa di cose di donne con la ragazza del tipo, e io ne approfitto per offrirgli una birra. E poi un'altra. La terza la offre lui a me. Sorridiamo e facciamo a gara a chi ha visto più concerti di Vasco. Lo batto di gran lunga. Io 12 lui 7. Il discorso scivola inevitabilmente allo sport ed alla nazionale flop di questo mondiale. Dalla sua camicia aperta scruto un lupacchiotto in oro e ne deduco che tifa giallorosso. Preferisco non aprire l'argomento. Ma lo fa lui e mi chiede "che tifi Napoli? Beh non potevi essere perfetto". Sempre sorridendo. Ricambio la battuta non nascondendo un pizzico di rabbia. Le birre ed una sintonia su troppe cose, e con le nostre fidanzate già amiche ci confidiamo che non siamo solo tifosi, ma che frequentiamo lo stadio. Lui anche in trasferta. Avrei voluto chiedergli mille cose, fare mille domande. Ma la musica e la birra ci facevano solo sorridere e socializzare. Solo dopo averlo guardato più attentamente, mi rendevo conto, udite udite, che era il tizio che voleva tagliarmi la testa al San Paolo (mi ha detto che era lì). Quello che mi guardava fisso ed adirato. Si proprio quello che abbracciavo mentre Vasco cantava ogni volta. Non glie l'ho detto, e non so se lo farò prima che finisca il concerto.

Ma è così strano?! Ci ha appena invitati a casa sua a fregene al mare. D'un tratto ho smesso di odiarli. Ho smesso di odiare (non di condannare) chi va allo stadio con astio e propositi bellici. Ho capito che sono dettati da ideali estremizzati e che, come ha detto la mamma di Ciro dal pulpito, l'amore può sconfiggere la violenza. Ciro, per me (e spero per tutti), non è morto per caso. Ciro potrebbe davvero aprire le porte del rispetto e chiudere quelle della deficienza. Ciro da lassù ha fatto già il suo primo, piccolo miracolo. Ora sogno stadi festosi, che coincideranno col primo tricolore azzurro. Tanto gli assassini pagheranno per mano della giustizia. NOI AMIAMO IL CALCIO! SEMPRE E COMUNQUE FORZA NAPOLI!

IL PALINSESTO DI RENATO La nuova Rai secondo Brunetta: "Ecco chi metto a Tg1 e Ballarò"

Forza Italia, Renato Brunetta fa il palinsesto Rai: "Piero Sansonetti al Tg1 e Nicola Porro a Ballarò"



Dopo decenni di immobilismo, qualcosa sta cambiando nell'organizzazione interna della televisione di Stato, con l'obiettivo di ridurre i costi delle produzioni e del personale. Il dg Gubitosi, tra le altre cose, sta mettendo mano alle redazioni dei telegiornali, secondo uno schema che prevederebbe l'accorpamento di Tg1 e Tg2, che pur manterrebbero ciascuno il proprio nome, con il Tg3 (insieme a Rainews24 e Tgr) a svolgere una funzione di approfondimento. Ed è in questo clima di cambiamento che si fa largo la proposta avanzata dal "Mattinale" di Forza Italia, la tradizionale nota politica dei deputati azzurri. "In questo bailamme estivo che coinvolge anche i palinsesti Rai, vogliamo ripartire dalla nostra proposta per dare una ventata d’aria nuova all’approfondimento e all’informazione Rai. Ci vuole un sano spirito d’iniziativa. E mentre La7 si avvia a diventare la nuova Telekabul del panorama televisivo italiano, perché non affidare la direzione del Tg1 al direttore de “Il Garantista” Piero Sansonetti (già direttore, tempo fa, de Il Manifesto, ndr)? Questa è la nostra provocazione ragionata ai vertici Rai, per un servizio pubblico che sappia intraprendere una vera rivoluzione liberale dell’informazione e dell’approfondimento.

La nota politica di Renato Brunetta si occupa poi dell'altra patata bollente in mano ai piani alti di viale Mazzini in questi giorni: la sostituzione di Giovanni Floris alla conduzione di Ballarò sui Raitre: "Mentre Massimo Giannini sta valutando attentamente la proposta arrivata dalla Rai di condurre la prossima edizione di Ballarò - si legge ancora nel Mattinale - noi chiediamo a Viale Mazzini di valutare attentamente di affidare Ballarò al bravo Nicola Porro (già giornalista di punta de Il Giornale), che si è già misurato, su Raidue, nelle vesti di padrone di casa di “Virus, il contagio delle idee”, che potrebbe invece avere in Giannini un nuovo papà.

Nibali trionfa a Parigi. Il Tour è dello Squalo

Nibali trionfa a Parigi. Il Tour è dello Squalo



Vincenzo Nibali vince la 101/a edizione del Tour de France. Sedici anni dopo Marco Pantani un italiano trionfa nella Grande Boucle. La maglia gialla brinda con i compagni di squadra dell’Astana nell’ultima tappa con arrivo a Parigi, vinta dal tedesco Marcel Kittel. Un siciliano trionfa a Parigi, un ragazzo che come ogni corridore ha sognato questo momento fin da bambino porta l'Italia in cima al Tour de France. Un'impresa attesa da 16 anni. L'ultima volta ad entrare a Parigi con la maglia gialla era stato Marco Pantani. Tra i due campioni un periodo che sembra non esistere più, al di là delle cancellazioni che la storia ha prodotto sull'albo d'oro della Grande Boucle.

L'impresa - Vincenzo ha compiuto le sue ultime pedalate verso la strada dei grandi campioni e ci consegna un nuovo ciclismo. Finalmente una vittoria pulita senza l'ombra di scandali, bugie e tanta vergogna. I furbi esisteranno sempre, come nella vita di ogni giorno, ma la vittoria di Nibali ci fa capire come vincere in modo pulito sia ancora possibile. Adesso toccherà a tutto il ciclismo italiano seguire le'esempio di Nibali.Vincere si può. Ma per farlo alla luce del sole serve allenamento e fatica. Come quelle di Vincenzo. 

Albano "torna" con Romina e rompe il silenzio: "Vi racconta la mia nuova vita..." E la Lecciso...

Albano e Romina: "Abbiamo una nuova vita insieme"



Albano torna a cantare con Romina Power. E al settimanale "Gente" dice: "Cantiamo Felicità perchè oggi, come tanti anni fa, ha un senso. Non è una forzatura. La tensione tra noi è svanita. La donna che mi ha fatto una guerra assurda ha sotterrato l'ascia. L'atmosfera che respiro adesso, così sana, così serena, mi fa bene all'anima e al cuore. È una nuova vita con lei. Un nuovo capitolo che si fonda sulla pace, sulla consapevolezza che il brutto è passato. Che i figli sono felici, che in me lei non vede più un nemico e io in lei non troverò più una nemica. Anzi". A confermare il loro ravvicinamento lo scatto inedito pubblicato su Facebook dalla figlia Cristal che li ritrae abbracciati e innamorati come due ragazzini. Al Bano e Romina appaiono felici come non mai.

De Fillippi cuore di mamma. La paura di Maria per il figlio: "Da quando Gabriele frequenta..."

Maria De Fillippi si confessa: "Sono preoccupata per la nuova relazione di mio figlio"



Il settimanale Top rivela infatti che la nuova relazione del figlio di Maria De Filippi,  Gabriele, che preoccuperebbe molto la conduttrice di Amici, che del resto aveva confessato in prima persona di essere molto possessiva nei confronti del figlio adottivo.

Il gossip - Gabriele si sarebbe fidanzato con una ragazza straniera – la cui identità resta sconosciuta – in occasione di uno dei tanti viaggi di lavoro e, sempre secondo Top, sarebbe vicino anche l’incontro tra nuora e suocera, che dovrebbe avvenire ad Ansedonia, dove la famiglia Costanzo è solita trascorrere le vacanze estive.

Il rapporto col figlio - “L’identità di questa ragazza è ancora top secret – si legge su Top - c’è chi ipotizza che possa essere straniera: Gabriele potrebbe averla conosciuta durante uno dei suoi numerosi viaggi all’estero. E c’è chi dice che Maria l’abbia presa con una certa preoccupazione”. Di cosa sia preoccupata Maria De Filippi non è dato sapere, ma probabile che si tratti di semplice preoccupazione materna, anche perché Maria mesi fa aveva dichiarato di non aver mai smesso di controllare il figlio. "Io so dove va e con chi va - aveva poi aggiunto la conduttrice - adesso con Facebook è facile"

Patto del Nazareno, la confessione dell'azzurro: "Ho visto il foglio, ora vi dico io cosa c'è scritto..."

Patto del Nazareno, la confessione dell'azzurro:  "Ho visto il foglio, ora vi dico io cosa c'è scritto..."



Il patto del Nazareno è più di un patto, è un qualcosa di "scritto", e dunque difficile da rescindere. Anche se è solo "un documento di lavoro". Ad alzare il velo sul'accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi è Giovanni Toti. L'eurodeputato di Forza Italia e fidatissimo del Cav fa capire al Pd che è meglio cambiare rotta sull'Italicum. Poi parla del foglio su cui sarebbe stata sancita l'intesa tra il premier e Silvio sulle riforme: "Il patto del Nazareno esiste e io l'ho visto. Io come molti altri dirigenti di Forza Italia" spiega dalla rassegna culturale Ponza D'Autore.

"Ho visto il foglio" - "E' un semplicissimo foglio di carta che prevede alcune tappe schematiche del processo di riforma - continua Toti - E' una cosa semplicissima nella sua banalità, un appunto scritto a penna sulle cose da fare. La legge elettorale per cui la partenza era il modello spagnolo, e riguardo il Senato prevedeva tre clausole: la non elettività, il non compenso, e la fine del bicameralismo, ovvero la doppia approvazione delle leggi".

La battuta - Infine, sul foglio Toti dice che non c'era nessuna firma, ma rivela che la calligrafia non era quella di Berlusconi, forse - osserva ironico - era quella di Verdini. Dunque nessuna clausola segreta. "Sì, non ci sono clausole segrete", precisa ancora l'europarlamentare azzurro evidenziando come, il foglio scritto al quale accennava on sia la trascrizione, nero su bianco, dell'accordo, ma "un mero documento di lavoro".

"Urla e liti a palazzo Chigi" Renzi e la rissa col suo fedelissimo Ecco perché è scoppiata la bufera...

Governo, Matteo Renzi e la lite con Luca Lotti



Non è un momento facile per Matteo Renzi. I sondaggi danno il Pd in calo, le tensioni per le riforme e lo spettro di una nuova manovra in autunno agitano le acque di palazzo Chigi. Il premier a quanto pare è abbastanza nervoso e non riesce a tenere a bada il suo ego che lo porta anche ad assalire verbalmente i suoi compagni d'avventura. Ne sa qualcosa il fidatissimo sottosegretario Luca Lotti. Secondo quanto raccontano i rumors riportati dal Fatto Quotidiano, a palazzo Chigi negli ultimi giorni sarebbe andata in scena una lite furiosa tra Renzi e lo stesso Lotti. Eppure Lotti, dicono i bene informati, è l'unico che gode dell'appellativo di "fratello" da parte del premier. A far scoppiare il caos sono state le sovvenzioni anti-crisi all'editoria. La rissa si sarebbe consumata al terzo piano di palazzo Chigi. 

La lite - Lotti che ha la delega all'editoria stava proponendo a Renzi di deliberare nuovi fondi per aiutare il settore a ristrutturarsi. Renzi non l'avrebbe presa bene e qui scoppia la lite. Lotti avrebbe provato a ribattere ed è finita a urla davanti ai dipendenti di palazzo Chigi. "Tu mi devi fare delle proposte, ma la linea politica la decido io. Decido io a chi dobbiamo dare i soldi e ai giornali non li diamo. A me se chiudono non me ne frega niente". Il povero Lotti ha spiegato al premier che comunque ci sono degli impegni già presi e che si tratta di un settore delicato. Ma niente da fare, il premier avrebbe alzato ancora di più la voce. Insomma Renzi in questo momento ha i nervi a mille. Bisogna capirlo: i dati economici sulla crescita e sull'occupazione per il suo governo sono disastrosi. Meglio prendersela con un sottosegretario...

domenica 27 luglio 2014

Statali, rivoluzione pensioni: Tfr, età, richieste: cambia tutto Ecco quando si può lasciare il lavoro

Statali, pensione a 62 anni. Regole ad hoc per medici e magistrati



Rivoluzione pensioni per gli statali. Sì al pensionamento d’ufficio dei dipendenti pubblici, anche dirigenti, con più di 62 anni e che abbiano raggiunto il massimo dei contributi previdenziali (41 anni e 6 mesi per le donne, un anno in più per gli uomini). Soglia più alta per medici e professori universitari, che non potranno essere mandati in pensione d’ufficio prima dei 65 anni, e ancora più alta per i magistrati (70 anni). E risoluzione del nodo degli insegnanti “esodati” con la legge Fornero, i cosiddetti prof “quota 96”. Sono questi alcuni dei punti centrali della riforma della pubblica amministrazione, che ha ottenuto il primo via libera alla Camera. Il decreto dovrebbe diventare legge entro l’8-9 agosto, e le nuove norme si applicherebbero dunque già a settembre.

Le nuove norme - In base al decreto, dunque, sarà possibile pensionare d’ufficio “per esigenze organizzative e senza recare pregiudizio ai servizi”, ma non prima dei 62 anni. Fanno eccezione i medici e i docenti universitari, e soprattutto i magistrati: per loro la soglia resta i 70 anni. Per bilanciare la situazione, si è optato per la cessazione del beneficio dell’aspettativa.

I limiti - Chi vuole andare in pensione prima dei 62 anni ed è in regola con i contributi può farlo senza penalizzazioni, grazie a un emendamento di Maria Luisa Gnecchi che cancella tutte le decurtazioni economiche previste dalla legge Fornero e soprattutto elimina la dizione di “prestazione effettiva di lavoro”: ovvero, per maturare i 41 anni e 6 mesi di anzianità (per le donne) e 42 anni e 6 mesi (per gli uomini), necessari per la pensione di anzianità, si potrà tenere conto di tutto l’arco di vita lavorativa, compresi i giorni di sciopero, congedo matrimoniale, maternità facoltativa, e così via.

Scuola - Il decreto risolverebbe poi la questione degli insegnanti rimasti incastrati dalla riforma Fornero. Come spiega il Corriere, si tratta dei 4mila lavoratori della scuola che due anni fa dovevano andare in pensione. Ma che, per quello che è stato riconosciuto come un errore nella norma, sono rimasti incastrati nelle maglie lavorative, bloccati nelle aule dalla riforma Fornero che cambiava in corsa i requisiti per la pensione.

Liquidazione - Adesso – spiega ancora il Corsera - dopo un passaggio che sembra scontato in commissione Bilancio e una veloce approvazione al Senato, non appena il decreto sulla Pa sarà diventato legge, potranno richiedere di andare in pensione dal primo settembre. Non avranno subito diritto al Tfr, che arriverà solo tra due anni: la liquidazione sarà infatti rinviata al momento in cui avrebbero dovuto andare in pensione secondo i criteri Fornero. E la somma sarà ricevuta non per intero, ma a rate, scansionate in base al reddito. Ma non perderanno neanche un giorno di lavoro.

Inps - Non appena il decreto del governo sarà legge, i professori 'quota 96' potranno presentare domanda all’Inps. L’Istututo nazionale di previdenza avrà 15 giorni di tempo per esaminare la richiesta e dare il suo assenso. Ma, e qui sta il punto, la norma stabilisce anche che l’Inps dovrà fare un monitoraggio delle domande assegnando un ordine progressivo risultante dall’età anagrafica e dell’anzianità contributiva dei singoli richiedenti. Se le domande supereranno le 4 mila, quelle in eccesso non potranno essere prese in considerazione.


Papa Francesco è nella Terra dei fuochi: 'Un terribile sfregio'

Papa Francesco è nella Terra  dei fuochi: 'Un terribile sfregio'






Vista dall'alto, la Terra dei Fuochi è un colpo d'occhio che lascia sgomento papa Francesco fin dall'elicottero che lo porta in volo dal Vaticano verso Caserta: "E' terribile" lo sfregio di questa "bella terra". Un territorio che, però - incoraggia Bergoglio abbracciando i 200 mila che riempiono la piazza Carlo III antistante la Reggia di Caserta, dove oggi si è recato in una visita organizzata a tempo di record - va "tutelato e preservato" e richiede "di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità". Approdando in Campania per la festa patronale di Sant'Anna in una Caserta immediatamente mobilitatasi per una visita che fino a pochi giorni fa era del tutto inattesa, Francesco, che sarà di nuovo nella città campana lunedì per un incontro senza precedenti con una comunità evangelica pentecostale, non ha deluso le aspettative di un forte richiamo alla riscossa di un territorio dove si sconta l'ombra pesante della camorra, dei traffici legati allo sversamento dei rifiuti che avvelenano l'aria e i terreni, delle tensioni tra comunità locale e migranti. E che, nel non troppo lontano 1994, ha visto persino l'uccisione in chiesa di un prete, quel don Peppe Diana per cui si chiede la beatificazione. La "vostra bella terra - ha sferzato il Papa nella messa celebrata nel pomeriggio nel piazzale antistante la Reggia dopo aver incontrato il clero locale - richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità, richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico".

Bergoglio ha lanciato un forte appello ad avere il "coraggio" della legalità, di perseguire "il bene comune". "So che soffrite", si è rivolto il Papa alla folla interrotto dagli applausi, ma "chi diventa amico di Dio - ha esortato -, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l'ambiente e la natura". "Quando sono arrivato - ha anche raccontato ai fedeli - uno di voi mi ha detto: 'Padre ci dia la speranza': io non posso darvi la speranza ma posso dirvi che la speranza c'è dov'è c'è Gesù". Francesco ha voluto rivolgere un appello anche a favore dei migranti: "Accoglieteli". Quindi, concludendo l'omelia, Francesco ha rivolto un pensiero per la festa patronale di Sant'Anna, occasione per lui di esortare a vigilare contro ogni forma di infiltrazione nelle feste patronali, come successo di recente in Calabria ad opera delle cosche. "Desidero incoraggiarvi tutti - ha detto - a vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento" ed anzi come "espressione pura della fede di un popolo". Alle parole del Papa hanno fatto eco quelle del vescovo Giovanni D'Alise, che al termine della messa ha descritto la terra casertana come "attaccata da più parti", "sventrata e fatta deposito di rifiuti particolari provenienti dall'Italia e dall'Europa, che causano morti e disagi": "c'è anche una disoccupazione che toglie il respiro", ha aggiunto, mentre "non mancano criminalità e corruzione". Congedandosi dai fedeli, dopo aver lanciato ancora una volta il suo monito a non lasciarsi "rubare la speranza", Bergoglio ha infine annunciato che entro l'anno visiterà la città di Napoli ma non ha specificato alcuna data. "Il cardinale Sepe - ha confidato riferendosi all'incontro a tu per tu di poco prima con l'arcivescovo partenopeo - mi ha detto che lì sono un po' gelosi".


Bagno folla per Papa a Caserta, pioggia non ferma festa

Non li ha fermati la pioggia della mattina, né l'afa soffocante del pomeriggio: in 200 mila hanno risposto "presente" all'appuntamento con Papa Francesco per una visita tanto imprevista quanto di portata storica per Caserta, terra piagata da "un terribile sfregio" e dalla criminalità. Un vero e proprio bagno di folla per il Papa travolto da un'accoglienza calorosa, con il Pontefice che nell'abituale giro a bordo della "jeep" all'interno della Reggia in più circostanze ha fatto fatica a liberarsi dalla morsa di chi lo tirava per la veste bianca. Disabili, immigrati, fedeli provenienti dalle parrocchie di tutta la Regione, donne e uomini di ogni età hanno accettato di stare in fila per ore prima di accedere al piazzale antistante la Reggia dove il Papa - giunto a Caserta poco prima delle 16.00 - è arrivato intorno alle 17.30, dopo aver incontrato il clero alla Cappella Palatina. Per lui giro sulla "papamobile" e poi la celebrazione della messa dedicata a Sant'Anna, "la nonna di Maria", come Francesco ha definito la patrona di Caserta. Prima di ripartire - sempre in elicottero - alla volta del Vaticano, poco dopo le 20.00. Tra i fedeli anche chi ha trascorso la notte all'aperto avvolto nei sacchi a pelo pur di conquistare un posto nelle prime file.

Davanti a tanta gente, inevitabili alcune situazioni di ressa all'interno di un'organizzazione che ha complessivamente tenuto: ne hanno fatte le spese donne e anziani. Numerosi, infatti, sono stati i casi di malore che hanno richiesto l'intervento degli oltre 300 volontari della Croce Rossa: alla fine sono state 120 le persone soccorse nei due ospedali di campo e 30 negli ospedali cittadini. Pochi gli striscioni, uno diceva "no a razzismo e camorra". Così come pochi i riferimenti alla Terra dei Fuochi, citata solo in qualche cartello. Tante le bandiere sventolate, soprattutto del Vaticano e dell'Argentina, ma tantissime anche quelle inneggianti alla pace e quelle della Palestina. C'erano anche i genitori di un bambino morto di tumore. Lo ha voluto lo stesso Pontefice che prima di recarsi a Caserta si è informato sulla realtà della Terra dei Fuochi. Come spesso gli capita, Francesco ha fatto ricorso all'ironia, sia durante la funzione che nell'incontro a porte chiuse con il clero. Incontrando 19 vescovi e oltre cento sacerdoti, papa Francesco ha chiesto "scusa" per essere venuto a Caserta a portare un po' di "subbuglio" nel giorno della festa di Sant'Anna.

Le parole del Papa hanno sollevato i sorrisi dei presenti col vescovo di Caserta, Giovanni D'Alise, che ha replicato: "Magari ci fossero subbugli del genere". Un solo imprevisto: una festosa invasione di campo da parte di chi, stando molto distante dal palco, non ha resistito alla tentazione di avvicinarsi alla cosiddetta zona rossa forzando i varchi. Un episodio di colore, e senza conseguenze, che la polizia ha contenuto disponendo altre transenne. La visita di Francesco si è conclusa come era cominciata, con un bagno di folla all'uscita. E sono stati diversi i bambini accarezzati e presi in braccio dal Pontefice: ma non Francesco, un bimbo di 13 mesi che deve il nome proprio al Papa e che in prima fila con la mamma ha visto il Papa passargli davanti senza che si accorgesse di lui. Il suo pianto inconsolabile, alla fine, era l'unica nota stonata di una giornata di festa.


Fonte: Ansa

Clamorosa Juventus: travolta dai dilettanti, i gol vengono censurati. Le tv: "Non possiamo trasmetterli". Ecco che cosa è successo...

Juventus battuta dal Lucento. Studio Sport: "Censurato le immagini dei gol"



Dopo la sconfitta, la censura. Nella prima uscita ufficiale di Mr Allegri, i bianconeri subiscono la prima sconfitta stagionale offrendo una prestazione discutibile. Il Lucento, squadra che milita nella serie di Eccellenza (ovvero dei dilettanti) ha travolto 3-2 i bianconeri. Il Lucento va in vantaggio nel primo tempo. Poi due gol dello spagnolo Llorente riportano davanti la Juve. Ma la squadra di Allegri nel finale però viene tragicamente raggiunta e superata di nuovo dai rossoblu, con un gol all'86esimo che condanna definitivamente i bianconeri alla prima e umiliante debacle dell'anno. Fin qui i fatti. Ma adesso alla sconfitta si aggiunge anche la censura della società. Secondo quanto racconta Studio Sport su Mediaset, "il club bianconero ha censurato le reti del match". Insomma il servizio del tg sportivo di Mediaset sulla sconfitta della Juve è andato in onda con le immagini della partita, ma evitando accuratamente i gol. Andrea Agnelli a quanto pare vuole nascondere le figuracce dei campioni d'Italia. Non certo campioni di trasparenza...

Sul "Fatto" spunta il "tripudio della manetta": ecco che cosa c'è a pagina 7

Sul Fatto Quotidiano spunta il tripudio della manetta



Di manette se ne intendono al Fatto Quotidiano. Un nome, una garanzia: Marco Travaglio, che al tintinnio dell'acciaio risponde sempre "presente". Ed è così che sul Fatto di sabato 26 luglio, a pagina 7, troviamo il tripudio della manetta. Il compito di redigere l'elogio spetta a un altro affezionatissimo del ceppo, Gianni Barbacetto. Titolo: "Sette (ex) uomini d'oro fra politica e manette" (appunto). Sottotitolo: "Cosentino, Scajola, Genovese, Clini, Dell'Utri, Galan, Papa e Matacena latitante. La grande retata in un Paese assuefatto". Svolgimento: per ovvie ragioni di opportunità, tempo e spazio non può essere riportato per intero. Ci si limita a sottolineare che la colata di piombo (riportiamo l'attacco: "La Grande Retata del 2014 non provoca traumi politici, né indignazione nel Paese") è un resoconto degli arresti dell'anno in corso, con una breve cronaca dei motivi per i quali sono scattate le amatissime manette. L'epitome del giustizialismo compiaciuto, insomma, trova diritto di cittadinanza sul Fatto Quotidiano. Qualcuno aveva dei dubbi?