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mercoledì 19 novembre 2014

"Dimissioni, dimissioni!" Il Campidoglio contro Marino

Il Campidoglio contro Marino: "Dimissioni, te ne devi andare"



di Andrea Indini 




Dibattito in Campidoglio sulle multe. Il sindaco: "Ho pagato le sanzioni anche se non dovevo". Ma l'Aula lo contesta. Otto multe per un totale di 1.021 euro. Alla fine il sindaco di Roma Ignazio Marino le ha pagate lo scorso venerdì.

Dopo un imbarazzante tira e molla che gli ha fatto perdere la faccia con i romani, che la scorsa settimana sono scesi in piazza urlandogli "Pinocchio, vattene!", il primo inquilino del Campidoglio ha deciso di darci un taglio e pagare le contravvenzioni staccate dal 25 giugno al 25 luglio, il mese in cui la Panda rossa del sindaco risultava "sguarnita" del pass per il centro. Oggi si è presentato in Aula Giulio Cesare per provare a fare tabula rasa delle polemiche che lo stanno travolgendo. E, invece, si è trovato schiacciato da contestazioni, urla e fischi.

Agli occhi dei romani, e dell'Italia tutta, un sindaco senza più tricolore, sotto il fuoco nemico e amico. Perché, dietro al malcontento, non c'è solo la figura "barbina" delle multe. A farlo sbandare del tutto è soprattutto l'allarmante situazione di degrado in cui vessano le periferie della Capitale, in primis Tor Sapienza e Infernetto. Sebbene lo spettro delle elezioni anticipate, come richiesto da più parti, sembrerebbe esser stato allontanato (almeno per il momento), le urla "Dimissioni, dimissioni!" e "Te ne devi andare" in Campidoglio la dicono lunga del livello di esasperazine raggiunto dai romani nei confronti di un sindaco che non riconoscono più tale. E lo si è capito non appena ha messo piede in Comune tra i fischi e le urla. D'altra parte, come fa sapere anche Dagospia, il faccia a faccia avuto col vicesegretario piddì Lorenzo Guerini prima di riferire in Aula è finito a pesci in faccia.

Col sindaco che ha voluto fare il duro col braccio destro di Matteo Renzi opponendosi a cambiare radicalmente la Giunta. E così, in Aula, ha dovuto fronteggiare sia le opposizioni sia i democrat (renziani) inferociti.

Da una parte cori "Marino, dimettiti!" e cartelli "Vergogna" e "Roma senza guida", dall'altra una sparuto gruppo di sostenitori con la bandiera "Daje sindaco". Le contestazioni, Marino se le trascina dietro. I fischi e le urla di Tor Sapienza sono stati solo un assaggio. E, quando ha provato a difendersi assicurando di "voler mettere la faccia" sullo scandalo delle multe ("Le ho pagate anche se non dovevo"), in Aula è volato di tutto.

"Ho detto agli uffici, che pur mi comunicavano che non ero tenuto a farlo, che volevo pagare le multe. Mi sono state indicate le somme ed ho pagato", ha detto il primo cittadino accusando l'opposizione di aver trattato la Panda rossa "manco fosse un cacciabombadiere". Una sfrontatezza che non ha fatto altro che far ulteriormente infuriare le opposizioni. "Dimissioni, dimissioni!", hanno continuato a urlare. E il sindaco ha continuato a ridergli in faccia: "Non ci sono dimissioni né elezioni in vista".

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