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giovedì 30 ottobre 2014

SIAMO TUTTI GUFI Renzi deprime gli italiani Ecco il sondaggio incubo

Ricerca inglese: gli italiani pessimisti d'Europa




"Giorno dopo giorno"; "Il futuro inizia adesso"; "Cambia l'Italia". Sono solo alcuni degli slogan lanciati nell'ultimo anni dal premier Matteo Renzi sull'onda del "Yes we can" sul quale Obama costruì la sua fortuna politica negli Usa. Pare però che questi messaggi improntati a un ottimismo che non trova riscontri negli stessi risultati del governo Renzi, non abbiano affatto attecchito. E che gli italiani, da sempre popolo improntato all'entusiasmo e alla fiducia nel futuro, siano dei pessimisti senza speranza che vedono il futuro a dir poco nero. Almeno stando a quanto rivela una indagine condotta da Ipsos Mori, istituto di ricerca britannico, su 14 Paesi europei, in ciascuno dei quali è stato intervistato un campione di circa mille persone.

La ricerca rivela che dei 14 paesi (tra i quali ci sono Gran Bretagna, Australia, Usa, Svezia, Canada, Francia, Spagna, Belgio, Giappone, Corea del Sud, Ungheria e Germania e Polonia) l'Italia è quello più "ignorante", nel senso che ignora le reali dimensioni di alcuni fenomeni globali ma anche interni ai suoi confini. Non bastasse, vive nella convinzione che tutto vada drammaticamente peggio della realtà. Cioè, gli italiani, in questa fase storica, sono gufi per natura, alla faccia del presidente del Consiglio.

Quattro sono gli indicatori rispetto ai quali siamo maggiormente pessimisti. Uno è l'immigrazione: il nostro paese crede che il 30% della popolazione sia costituita da immigrati, mentre il dato reale è 7%. Pensiamo anche che i musulmani siano il 20%, mentre sono appena 4%; che il 48 % della popolazione (cioè quasi la metà del totale) sia fatto di over 65, che sono in realtà il 21%. E che i disoccupati siano il 49%, mentre sono il 12%. 

Caso Yara - "Yara non fu uccisa in quel campo. L'omicidio? C'erano più persone..."

L'ultima Ricostruzione - Yara Gambirasio, la perizia: "Fu uccisa altrove e da più persone"




Mentre Massimo Bossetti resta in carcere, spunta una nuova ricostruzione su quanto sarebbe potuto accadere a Yara Gambirasio, uccisa il 26 febbraio 2010. La piccola di Brembate Sopra potrebbe essere stata uccisa non nel campo di Chignolo d'Isola, dove è stata trovata senza vita, e a infierire sul suo corpo sarebbe stata più di una persona. Lo scenario viene tratteggiato dal criminologo investigativo Ezio Denti, che recentemente è entrato a far parte del pool difensivo di Bossetti, in carcere a Bergamo dallo scorso 16 giugno accusato dell'omicidio della giovane ginnasta.

"Come poteva da solo?" - Secondo Denti sono "molti e forti gli elementi di cui ancora non si è avuto riscontro" dagli atti. "Oltre al Dna, non ci sono evidenze tali da avvalorarne la responsabilità (di Bossetti, ndr), mentre sussistono numerosi elementi non ancora presi in seria considerazione". Secondo il criminologo, in primis, l'omicidio come detto sarebbe avvenuto in un luogo diverso da quello del ritrovamento. Denti si chiede: "Come avrebbe potuto da solo rapirla, spogliarla, aggredirla, rivestirla, occultarne il corpo per poi andarlo a riprendere, trasportarlo e abbandonarlo in un luogo così accessibile e aperto? Non ci sarebbe nemmeno la corrispondenza temporale". Dunque, prosegue, se come dimostra la presenza del Dna, Bossetti ha avuto un qualche contatto con Yara, "è altrettanto probabile che qualcun altro sia coinvolto nell'omicidio e ancora resti nell'ombra, coperto dalla schiacciante evidenza di quella traccia genetica che resiste da mesi al centro della scena giudiziaria e mediatica".

"Un gesto volontario?" - Per supportare la sua tesi, Denti cita parecchi elementi, partendo dalla testimonianza dell'elicotterista della protezione civile che sorvolò il campo di Chignolo varie volte senza mai notare il corpo di Yara. "Nonostante si sia recentemente ricostruita la scena, dimostrando che la presenza di un corpo in quel luogo non sarebbe potuta passare inosservata, la sua attenzione non fu mai catturata da nulla che facesse pensare ad una persona, tra l’altro vestita di nero e pertanto ancor più individuabile anche in presenza di neve", sottolinea Denti. Quindi il fazzoletto, trovato a pochi metri dal cadavere e intriso di sangue. Si chiede il criminologo: "Quel fazzoletto può essere rimasto lì per così tanto tempo senza deteriorarsi, oppure è stato lasciato volontariamente in occasione del ritrovamento della ragazza?".

Le tracce pilifere - E ancora, l'autopsia, in cui si afferma che è difficile stimare la data di morte e in cui si scrive che le ferite appaiono "inferte con una sconcertante efferatezza". Ancora, l'esperto si domanda: "Come si può pensare che tutto ciò sia avvenuto senza che gli indumenti si tagliassero e macchiassero di sangue. E se Yara fosse stata prima spogliata e poi rivestita, è possibile che tutto ciò sia avvenuto nel luogo di ritrovamento?". E ancora Denti rimarca come sugli indumenti di Yara non siano state trovate tracce di incisione né di sangue. "Perplessità", poi, per la posizione in cui è stato ritrovato il corpo: "Se Yara avesse avuto la possibilità di reagire, cioè non fosse stata priva di sensi, avrebbe istintivamente assunto una posizione rannicchiata, sia per difendersi dal freddo che per un atteggiamento di autodifesa. In realtà il corpo è stato trovato supino, disteso con le braccia sopra il capo. Anche questo potrebbe indicare che sia deceduta altrove, magari in seguito ad un’aggressione alle spalle, con un impatto del viso a terra che ne abbia determinato la frattura degli zigomi e la perdita di conoscenza". Infine quella che Denti ritiene l'indicazione più importante, quella che si trae dalle tracce pilifere ritrovate sul corpo della ragazza: dieci peli umani, due dei quali attribuiti a una stessa persona, ma "nessuno - rimarca il criminologo - è riconducibile a Bossetti".

MINACCIA RUSSA NEI NOSTRI CIELI "In volo 26 jet militari non autorizzati"

Gli aerei militari russi in volo sull'Europa senza controlli, è allarme




La Nato ha lanciato l'allarme: in una nota, ha sottolineato l'esistenza di "una significativa attività militare aerea russa nello spazio europeo su Mar Baltico, Mar Nero, Mare del Nord e Oceano Atlantico: è un livello insolito di attività aerea sui cieli europei". Sono almeno 26 i voli militari russi intercettati dalla Nato: "Molti di essi non hanno piani di volo e non usano trasponder, quindi il controllo aereo civile non può vederli, né assicurare che non interferiscano con i voli civili". Diversi movimenti sono stati segnalati, tra oggi e ieri: alle tre del mattino di oggi, otto aerei russi hanno sorvolato il mare del Nord, avvicinandosi alla Norvegia, e due di questi aerei hanno proseguito verso l'Oceano Atlantico. Nel pomeriggio di oggi, quattro aerei russi hanno sorvolato il Mar Nero, ed alcuni il Mar Baltico, già sorvolato ieri da sette aerei. Sono state allertate le aviazioni di tutta Europa: precisamente, l'allarme è scattato in Norvegia, Gran Bretagna, Portogallo, Turchia, Germania, Danimarca, Finlandia e Svezia. "Questi voli - prosegue la nota - possono rappresentare un rischio per l'aviazione civile".

De Benedetti diventa berlusconiano L'Ingegnere si converte da Ferrara

Carlo De Benedetti, su "Il Foglio" la sua ricetta anti-crisi: uguale a quella di Silvio Berlusconi




Nei giorni in cui Silvio Berlusconi, pur tra una punzecchiatura e l'altra, promuove Matteo Renzi, nei giorni in cui al governo c'è una strana maggioranza, quella di Matteo, spesso appoggiata (o tollerata) dall'opposizione (quella di Silvio e non dei Cinque Stelle), ci si imbatte in fatti piuttosto peculiari. Per esempio capita che su Il Foglio di Giuliano Ferrara, da sempre vicino al Cav (al quale secondo alcuni detta anche la linea politica), faccia capolino un articolo firmato niente meno che da Carlo De Benedetti, l'editore di Repubblica, il nemico giurato di Berlusconi nonché sostenitore (seppur, ultimamente, a targhe alterne) proprio del presidente del Consiglio.

Berlusconvertito? - Sulle lunghe colonne de Il Foglio (da tempo, per voce di Ferrara, sostenitore del giovane Renzi), CdB propone la sua personalissima ricetta economica per portare l'Italia fuori dai vortici della crisi. E se già stupisce il fatto di trovare la firma dell'Ingegnere sulle pagine di uno dei "templi" del berlusconismo, stupisce ancor di più la ricetta che propone il presidente del Gruppo l'Espresso. Tra le misure ipotizzate per arginare il "disastro", infatti, spuntano alcuni cavalli di battaglia forzisti, dall'eliminazione totale dell'Irap residua fino a un "draconiano" taglio delle tasse sul costo del lavoro. E ancora, l'Ing si spinge ad azzardare lo sforamento del deficit al 6% del Pil (a quelle cifre non ci era arrivato neppure Silvio), rivolgendo una metaforica pernacchia ai burocrati rigoristi capeggiati dalla signora di Berlino, proprio quella metaforica pernacchia che al Cav è sempre rimasta stretta tra i denti.

Rigoristi, tiè - De Benedetti prosegue la sua intemerata proto-berlusconiana sottolineando la necessità dell'acquisto da parte della Bce di bond societari, putacaso proprio come fa la Fed americana, da anni eletta ad esempio da seguire da parte del centrodestra. Punta il dito contro Berlino, che "sta indebolendo l'economia europea portandola alla deflazione, perché non spinge sulla domanda interna, pur avendo i conti in sostanziale pareggio". E ancora, sul trattato di Maastricht afferma che "risale ormai alla preistoria" e che "i parametri adottati allora erano (forse) giusti per quel mondo dei primi anni Novanta" e che "oggi sono semplicemente senza senso". Secondo CdB alla grande crisi "avremmo dovuto reagire da subito buttando via i modelli teorici" degli istituti centrali, e invece "abbiamo risposto con l'austerità e il pareggio di bilancio. Scoprendo solo ora che così il peso del debito non poteva che aumentare".

Matteo, bastone e carota - Frasi, quelle dell'Ing, che ricordano in tutto e per tutto il Berlusconi-pensiero. Frasi ospitate su Il Foglio di Ferrara e che fanno pensare a una sorta di "conversione" dell'editore di Repubblica. De Benedetti, infine, riserva un paragrafo a Matteo Renzi, che "ha dimostrato di essere un eccellente politico e quindi saprà fare la sua parte in Europa. Anche questa manovra - aggiunge - è nel complesso positiva. Ma è proprio da un punto di vista tecnico che dico che la legge di stabilità appena approvata non serve a far uscire l'Italia dal suo declino o meglio dal suo degrado". CdB, col premier, usa il bastone e la carota. Un po' bene, un po' male. Toh, che caso, proprio come Berlusconi, che alterna carota e bastone, e che sulla legge di Stabilità partorita dal governo dell'uomo da Rignano sull'Arno, in buona sostanza, ha mosso gli stessi, identici, appunti.

Brunetta smaschera Floris in diretta: "Taci tu, mi ricordo che Bettino Craxi..."

Di Martedì, Renato Brunetta a Giovanni Floris: "Lei era pagato da Craxi"




“Lei era pagato da Craxi“. Così Renato Brunetta punge Giovanni Floris durante l'ultima puntata di DiMartedì. .Ma come si è giunti all’ex leader socialista? Brunetta aveva detto: “Renzi ha scalato il Pd e con un colpo di stato è diventato presidente del Consiglio”. Pronta la risposta di Floris: “Come Craxi all’Ergife si prese il partito con un po’ di…” e mima il gesto del denaro. A questo punto Brunetta sbotta: “Craxi le pagava anche il suo stipendio all’Avanti quando lei era socialista”. Infine l'azzurro punta il dito contro Renzi: “La democrazia è la piazza, non la Leopolda. Il mio cuore stava nella piazza San Giovanni. Non alla Leopolda dove c’erano lugubri radical chic".

L'ultima soffiata su Montezemolo: spunta una (pesantissima) poltrona

Farnesina, Luca di Montezemolo in corsa per la poltrona di ministro




Un (ex) cavallino rampante alla Farnesina. L'1 novembre Federica Mogherini lascerà la sua poltrona di ministro degli Esteri per approdare in Europa con la carica di alto rappresentante per la politica estera. Tra i nomi per il posto della Farnesina si fa anche quello di Luca Cordero di Montezemolo. L'ex presidente della Ferrari messo alla porta senza troppi complimenti da Sergio Marchionne, ad del gruppo Fiat potrebbe tentare una nuova avventura al ministero degli Esteri. Le sue quotazioni secondo i rumors non sarebbero però in rialzo. La sua immagine provata dalla fuoriuscita da Maranello e il fallito tentativo di accaparrarsi una poltrona nella nuova Alitalia guidata dagli arabi di Etihad di certo non sono un bel biglietto da visita per la Farnesina. Montezemolo comunque dal giorno in cui ha lasciato la Ferrari cerca una nuova poltrona. Quella del ministero degli esteri dovrà giocarsela con Lapo Pistelli, vice-Mogherini, ma anche con la vicepresidente della Camera, Marina Sereni e con la giovane deputate Lia Quartapelle. Secondo le indiscrezioni che arrivano da palazzo Chigi, il premier non vorrebbe turbare gli equilibri tra uomini e donne nel governo. Così sarebbe in vantaggio per ora il duo Quartapelle e la Sereni. Luchino parte già svantaggiato...

La Juve beffata dal Genoa al 49' Roma in testa coi bianconeri

Serie A: la Juve KO a Genova e la Roma la raggiunge




A far notizia, nel turno infrasettimanale (9a giornata) della serie A, è la sconfitta della Juventus di Allegri, battuta al 49' a Marassi dal Geona e da una rete dell'ex rossonero Antonini. Complice il successo della Roma per 2-0 sul Cesena all'Olimpico (reti di De Rossi e Destro), i bianconeri si sono visti agganciare in testa alla classifica a quota 22 punti. E' stata una pazza giornata, con alcuni risultati che sono cambiati in modo decisivo negli ultimi minuti o a tempo scaduto. Come il Genoa, anche l'Inter ha portato a casa i tre punti, con la Sampdoria, quando già il 90' era scaduto, grazie a un rigore trasformato da Icardi. A Bergamo, il Napoli che era sotto 0-1 (rete bergamasca di Denis) ha raggiunto il pari con Higuain al 41' della ripresa, prima che lo stesso Higuain sbagliasse il rigore del vantaggio azzurro addirittura al 46'.Più tranquilla la Fiorentina, che con Valero e una doppietta di Babacar sconfigge per 3-0 l'Udinese. Vittorie per 1-0 anche del Torino (gol di Darmian) sul Parma (sempre più ultimo in classifica) e del Palermo sul Chievo (rete di Rigoni). A Cagliari ancora solo un pareggio per il Milan di Inzaghi: al rossoblu Ibarbo risponde Bonaventura. Domani si gioca il posticipo Verona-Lazio.

In classifica: Juventus e Roma 22; Milan, Sampdoria e Udinese 16; Inter, Lazio e Napoli 15; Fiorentina 13; Torino e Verona 11; Sassuolo 10; Cagliari e Palermo 9; Atalanta 8; Empoli 7; Cesena 6; Chievo 4; Parma 3 (Verona e Lazio una partita in meno)

mercoledì 29 ottobre 2014

Sondaggio top secret sulla Lega Salvini sfonda pure al Sud

L'analisi di Coesis Research: la Lega di Salvini sfonda al Sud, arriverà al 15%




Matteo Salvini non si ferma più. La Lega Nord vola nei sondaggi e ora a quanto pare starebbe per conquistare anche il sud d'Italia. Solo qualche settimana fa il segretario federale aveva presentato la sua "Lega Sud". "Un nuovo soggetto politico autonomo dalla Lega che raccoglierà proposte da Roma in giù", ha spiegato Salvini. L'idea che tiene in piedi il progetto, detto dal segretario del Carroccio è semplice: "Sarà un movimento legato all'identità, ai territori, alle bellezze, alle potenzialità che ci sono al sud, che sono inespresse e ignorate da Roma e da Bruxelles". Ora i sondaggi cominciano a dar ragione a Salvini e l'impresa di raggiungere il 15 per cento su base nazionale non appare più come un'impresa impossibile. Una ricerca-analisi su quanto potrebbe valere la nuova Lega del Centro-Sud la fa Coesis Research per affaritaliani. 

I numeri - Secondo l'istituto di ricerca Coesis Research, il Carroccio gemello potrebbe ottenere il 4-5% dei voti considerando il Centro-Sud e il 3,5% circa a livello nazionale. Numeri che ovviamente si andrebbero ad aggiungere a quelli della Lega Nord, in costante ascesa, che porterebbero così Salvini verso il 12-13% (ma non è escluso il 15) e al possibile sorpasso su Forza Italia, ormai attorno al 14-15%. Secondo Coesis Salvini "sa parlare al popolo di problemi concreti". In prospettiva dunque Salvini potrebbe giocarsi con Renzi la partita per la premiership, sempre che il Centrodestra sappia riorganizzarsi e rilanciarsi. Cattive notizie per Fratelli d'Italia, che non riesce a decollare e rimane fermo attorno al 4%, in quanto visto come nicchia per i nostalgici della destra sociale di Alleanza Nazionale.

Stabilità, ora l'Ue dice ok Ma Fi non fa sconti a Renzi: "Via tassa sulla prima casa"

Stabilità, via libera dall'Ue. Padoan: "Procedura non ancora scongiurata"

di Raffaello Binelli



Il Cdm ha approvato le modifiche apportate al Def. Via libera dalla Commissione Ue. Berlusconi: "Sulle tasse il governo prende in giro gli italiani". Tutto pronto per il via libera della Commissione europea alla legge di stabilità italiana. La Commissione europea al momento non giudica alcuno stato dell’Eurozona in "significativa violazione" delle norme Ue di bilancio. Lo scrive il commissario Ue agli affari economici, Jirky Katainen, in una nota stampa in cui dà di fatto un primo via libera alle manovre di Italia, Francia, Austria, Slovenia e Malta, cioè i cinque stati considerati a rischio di "seria violazione" delle regole e ai quali la Commissione ha inviato la settimana scorsa lettere di avvertimento. 

Gli altri stati dell’Eurozona soggetti a tale esercizio di controllo non avevano suscitato la preoccupazione di Bruxelles.

"Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell’Unione europea - ha commentato il ministro Pier Carlo Padoan - vuol dire che anche l’Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione". Ha però aggiunto che una eventuale "procedura di infrazione non è ancora scongiurato. Nei prossimi mesi avremo a che fare con la regola del debito".

Il governo rivede la nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), sulla base delle raccomandazioni espresse dalla Commissione europea. Il Consiglio dei ministri ha approvato le modifiche apportate al Def.  Il deficit scende nel 2015 al 2,6%, con una correzione che vale 4,5 miliardi. In una nota Palazzo Chigi scrive che "la struttura del disegno di legge di stabilità per il 2015 rimane immutata prevedendo, in continuità con i provvedimenti adottati nel corso del 2014, interventi per rilanciare la crescita economica supportando la domanda aggregata e la competitività del Paese".

Da giovedì il testo approda all’esame dell’Aula del Senato. E, come ha spiegato il ministro Boschi, "ci sarà un voto e saranno i presidenti di Camera e Senato a decidere le modalità". La differenza non è di poco conto. Per maggioranza e governo si dovrebbe votare a maggioranza semplice, poiché lo scostamento dal pareggio di bilancio è già stato autorizzato dalla Camera. Le opposizioni, però, a gran voce chiedono una nuova votazione a maggioranza qualificata. "Noi - ha aggiunto Boschi - riteniamo che l’autorizzazione allo scostamento dal pareggio di bilancio sia già stata approvata e che anzi potrebbe anche non essere necessario esprimere un voto".

Giova ricordare che la risoluzione che ha autorizzato il rinvio del pareggio di bilancio (che doveva essere approvata con una maggioranza qualificata dal Senato) lo scorso 14 ottobre è passata con gli stretti voti necessari: 161. A favore ha votato anche l’ex senatore M5S Luis Orellana.

Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, non fa sconti al governo: "Non pensi di limitarsi a una mera discussione in Aula della Nota di aggiornamento al Def, che invece deve essere integrata e modificata recependo i contenuti della lettera del ministro Padoan indirizzata alla Commissione europea, e ricominciare da zero il suo iter, con una nuova approvazione del documento in Consiglio dei ministri, e con una nuova approvazione in Parlamento sia della Nota al Def sia del piano di rientro concordato con l’Ue, come previsto dalla Legge". Ironico il commento di Laura Castelli, deputata del M5S: "E così il Def torna in Parlamento... che Governo di ignoranti".

Brunetta: via la tassa sulla prima casa
"Basta tasse sulla prima casa - tuona Brunetta -. Cancelliamo tre anni infami di patrimoniali sulle famiglie italiane. Torniamo al sistema di tassazione degli immobili come era con Berlusconi. Caratteristiche: è esclusa la prima casa; sostituisce la componente immobiliare di Irpef; non prevede aumenti di aliquota legati ai cosiddetti servizi indivisibili, per i quali già si pagano le già salate addizionali regionali e comunali. Nei fatti, tornare alla proposta di Imu federale del governo Berlusconi".

La tassazione sull'abitazione principale ha visto una vera e propria impennata a livello fiscale. Brunetta fa il riepilogo degli ultimi anni: "Nel 2011 (governo Berlusconi, quindi prima casa esente) il gettito derivante dalla tassazione sugli immobili in Italia ammontava a 11 miliardi di euro, diventati 24 miliardi con l'Imu di Monti nel 2012 e in continuo aumento fino a 30 miliardi con l'Imu e la Tasi di Letta e di Renzi nel 2013 e nel 2014: un aumento di circa 20 miliardi, tutti gravanti sulle tasche degli italiani, che noi dal 2015 vogliamo restituire".

E ancora: "Torniamo a un gettito totale di 11 miliardi, e le risorse necessarie per finanziare questa misura, pari a circa 20 miliardi di euro, le troviamo utilizzando il meglio della Spending review del commissario Cottarelli: un lavoro certosino che non merita di rimanere nel cassetto". Poi una nuova bacchettata al governo "la non riproposizione dell'imbroglio degli 80 euro, una misura iniqua, ingiusta, che nessun effetto ha prodotto sui consumi in Italia, né sulla ripresa".

Berlusconi: il governo prende in giro gli italiani
In un intervento sul settimanale Oggi (in edicola domani), Silvio Berlusconi non fa sconti al governo Renzi: "Se lo Stato riduce una tassa, come sta facendo oggi questo governo, ma invece di risparmiare toglie fondi alle Regioni che, per far funzionare la sanità, sono costrette ad aumentare le tasse regionali, allora si prendono in giro gli italiani". E aggiunge: "La sinistra, anche quella moderata, ha le tasse nel suo Dna. Per questo sono preoccupato: senza un netto cambio di mentalità, quello che la sinistra sembra non gradire, temo proprio che non ce la faremo".

Il leader di Forza Italia non dimentica di ricordare la propria ricetta: "La prima cosa da fare? Quella della equazione liberale per la crescita: meno tasse sulle famiglie, meno tasse sulle imprese, meno tasse sul lavoro. Uguale a: più consumi, più produzione, più posti di lavoro. Naturalmente, perché tutto questo funzioni, occorre che il calo delle tasse sia reale".

Rating truccato contro il Cav S&P e Fitch vanno a giudizio

Inchiesta rating, a giudizio Standard & Poor’s e Fitch


di Sergio Rame



Sotto inchiesta i report sull'affidabilità del sistema creditizio e sul declassamento del rating italiano. Manager e analisti delle due agenzie accusati di aver manipolato il mercato nel biennio 2011-2012. Brunetta: "Il complotto comincia a prendere forma". Adesso Standard & Poor’s e Fitch dovranno rispondere davanti a un giudice per l'attacco finanziario che, a cavallo tra il 2011 e il 2012, ha letteralmente messo in ginocchio il sistema Italia. 

Un attacco che, oltre ad aver duramente l'economia, ha assesstato un colpo senza precedenti alla democrazia interna. Sei tra manager e analisti di Standard & Poor’s e ad altri due dell’agenzia Fitch sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di aver manipolato il mercato attraverso i report sull'affidabilità del sistema creditizio e sul declassamento del rating italiano.

Nel 2011 ci fu una violentissima speculazione sui titoli di Stato italiani con lo spread sui Bund tedeschi che arrivò nel giro di poche settimane a 570 punti base. Una leva economica e politica che destabilizzò il Belpaese spingendo l'allora premier Silvio Berlusconi a presentare, nel novembre del 2011, le dimissioni al capo dello Stato Giorgio Napolitano. La decisione della procura di Trani alimenta i dubbi su un periodo opaco per il nostro Paese che, complici i tecnocrati di Bruxelles e lo stesso presidente della Repubblica, portò a quello che non si fatica a essere definito un golpe bianco. "Il complotto comincia a prendere forma anche in Italia", commenta il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta ricordando "il grande imbroglio che stava alla base di una strategia tesa a speculare sul debito sovrano del nostro paese e a cancellare la democrazia in Italia, costringendo Berlusconi alle dimissioni, sulla base dell’invenzione dello spread". A questa strategia le agenzie di rating diedero un contributo determinante. Per Standard & Poor’s sono stati rinviati a giudizio Deven Sharma, che all’epoca dei fatti contestati era il presidente mondiale di S&P Financial Service, il responsabile per l’Europa a Londra Yann Le Pallec, il rappresentante legale di S&P Londra David Pearce, e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. "Francamente sono sorpreso per l’assenza, finora, in questo delicato processo, della Consob - ha commentato il pm di Trani Michele Ruggiero - la sua presenza avrebbe dato un segnale importante ai mercati finanziari".

La prima udienza del processo è stata fissata per il 4 febbraio dell'anno prossimo. "Le carte - conclude Brunetta - diranno chi aveva ragione". Ma l'ultima parola non può essere lasciata soltanto ai giudici di Trani. "Si aprono ulteriori squarci su ciò che è accaduto nell’estate 2011 - commenta Deborah Bergamini di Forza Italia - e sul perché si è arrivati alle dimissioni forzate del governo Berlusconi". Alla luce della decisione della procura di Trani di andare fino in fondo, Forza Italia rinnova la richiesta di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sull'accaduto. "Vogliamo sapere in che modo la nostra democrazia - conclude la Bergamini - e la sovranità popolare dell’Italia sono state violate".

martedì 28 ottobre 2014

Piano di Berlusconi A marzo c'è una sorpresa: ecco quale...

Forza Italia, Silvio Berlusconi: " A marzo ricostruisco il centrodestra"




"A marzo cambia tutto per il centrodestra". Silvio Berlusconi in un'intervista a ilFoglio (in edicola oggi) prova a fare il punto sul cantiere aperto dai moderati e spiega quali saranno le sue prossime mosse. "Intorno al prossimo marzo, mese per noi benigno perché fu il 27 marzo 1994 la prima di tante nostre vittorie, abbiamo intenzione di far partire una grande opera di ricostruzione dell’identità dei riformatori liberali e conservatori italiani, cioè del nostro movimento aperto a gruppi e persone di buona volontà. Sarà una kermesse da sogno, nel senso che è ora di riprendere a sognare", afferma il Cav. Poi parla anche del suo rapporto col premier Matteo Renzi: "Con il presidente del Consiglio ho stretto un patto politico di natura istituzionale. Punto. Era mio dovere farlo – dice Silvio Berlusconi al Foglio – perché l’Italia ha bisogno di rinnovarsi e ripartire, e senza cambiamenti nell’assetto istituzionale riguardo al monocameralismo per l’approvazione delle leggi e al bipolarismo come sistema politico e ai poteri del Presidente del Consiglio e del Consiglio dei Ministri non c’è ripartenza possibile, né per governi di centrosinistra né per governi di centrodestra. Il trasversalismo di Matteo Renzi tutto sommato nonostante forti limiti, è da considerarsi un progresso… Io ovviamente non sono renziano, questo è il succo della caricatura nemmeno troppo divertente che si fa della mia posizione. Spero semmai che il più giovane contraente impari qualcosa dall’esperienza del più vecchio contraente, cioè dal sottoscritto”. 

Il patto con Renzi - Alla domanda se reggerà questo dialogo per le riforme, Berlusconi risponde: “La domanda vera non è se regga o no il patto detto del Nazareno. La domanda è se regge la governabilità, se va avanti la legislatura, se si fanno le cose possibili e dunque se può andare avanti la dialettica tra governo e opposizione, così come è stata impostata, o se si torna traumaticamente e irresponsabilmente a votare, con chissà quale legge elettorale. Poi il Cav ribadisce che lui non ha nessuna intenzione di mollare la scena: "Hanno cercato di offuscare il mio profilo predicando il nostro fallimento e la ‘caduta’ di una leadership dopo la sentenza paradossale che mi ha colpito: gioco facile per loro. Ma se pensano che l’età anagrafica, di cui ho sempre pensato che sia un inganno per i gonzi, o il fatto di combattere ancora per un po’ con le mani apparentemente legate dietro la schiena, mi possa impedire di ricostruire con i miei valorosi collaboratori, con la mia gente, una prospettiva per l’Italia, se lo scordino”.

Unioni civili - Infine sulle unioni civili afferma: "Nel mondo occidentale si sono diffuse le unioni omosessuali. Anche la chiesa cattolica ha le sue incertezze, fa le sue riflessioni sinodali. E noi non possiamo attardarci su una posizione nullista, di chiusura totale alla questione dei diritti delle persone. Personalmente mi piacerebbe che la cosa fosse risolta con patti privati sanciti dal codice civile, più che da norme ad hoc. Ma dobbiamo fare i conti con la realtà ed essere aperti a questa rivendicazione di diritti che non può incidere minimamente sul matrimonio tra uomo e donna, che deve continuare ad essere il fulcro di politiche pubbliche per la famiglia, è ovvio. Quanto all’integrazione dei nuovi arrivati, che deve essere realizzata con l’educazione e l’istruzione e la coesione culturale e civile, è una necessità della storia: vogliamo litigare con la storia?”.

Rc auto, come risparmiare e prevenire gli aumenti

Rc auto, come risparmiare e prevenire gli aumenti


di Ivan Francese 



Le associazioni dei consumatori prevedono forti rincari per il 2015: conviene approfittare dei prossimi mesi per strappare le condizioni più favorevoli. Potrebbero essere gli ultimi mesi utili a risparmiare sull' Rc auto: nel 2015 per i prezzi delle assicurazioni sarebbe prevista una brusca risalita e chi ha intenzione di strappare buone condizioni alle compagnie assicurative dovrebbe sfruttare i prossmi sei mesi. Sarà la crisi, che ha spinto le famiglie a usare sempre di meno l'auto, provocando un calo nel numero degli incidenti; sarà l'aumentata concorrenza, stimolata da misure quali l'eliminazione dell'obbligo di dare la disdetta alla vecchia assicurazione. Fatto sta che questo potrebbe essere l'ultimo momento utile per sfruttare buone condizioni: molte compagnie, messe alle strette dalla contrazione del mercato, puntano a tagliare i costi delle polizze in misura anche consistente, e non sono rari i casi di servizi aggiuntivi offerti a titolo gratuito.

"Negli ultimi tre anni i prezzi sono scesi parecchio - spiega a La Stampa il vicepresidente di Segugio.it Emanuele Anzaghi -. Potremmo avere toccato il fondo e dunque in vista ci sarebbe un rialzo." Secondo Anzaghi si potrebbero trovare polizze ribassate fino al 30%, ma anche strappare un livello più basso per la propria polizza.

Inoltre le assicurazioni, sempre a caccia di clienti ma in questo periodo più in cerca di ossigeno che mai, potrebbero concedere massimali Rc più alti - offrendo così maggiori tutele al consumatore in caso di incidente - o rivalse più permissive (la rivalsa è il diritto dell'assicuratore di rivalersi sull'assicurato in caso di gravi violazioni del Codice della strada, ndr).

In molti poi offrono gratuitamente la formula "guida libera", normalmente più costosa della "guida esperta" o della "guida a conducenti identificati". Infine, al momento di stipulare la polizza, i consumatori dovrebbero prendere in considerazione anche quelle offerte dalle banche: sempre più spesso gli istituti di credito offrono diversi sconti sulla base dei chilometri percorsi, magari in cambio della sottoscrizione di determinati prodotti bancari.

Mps e Carige affossano l'Italia Piazza Affari perde il 2,4%

Dopo gli stress test Mps sprofonda (-21,5%). Piazza Affari perde il 2,4%


di Sergio Rame 



Boom di vendite dopo gli esiti degli stress test della Bce. Mps lascia sul terreno il 21,5%. Molto male anche Carige (-16,54%). Una raffica di vendite sulle azioni delle banche ha spazzato via Piazza Affari all'indomani degli stress test della Bce. A fare da detonatore dell’andamento negativo dei listini è stato anche l’indice Ifo, sulla fiducia delle imprese in Germania, che a ottobre scende più delle attese. Il crollo del comparto bancario ha trascinato giù anche il Ftse Mib che, maglia nera in Europa, ha chiuso a a -2,40%.. Milano è maglia nera tra i principali listini europei trascinata da un comparto bancario oggetto di raffiche di sospensioni nel corso di tutta la seduta, affossato dalle performance di Mps e Banca Carige, i due istituti su cui è acceso il faro della Bce.

Il titolo della banca senese ha aggiornato il suo minimo storico a 0,7735 euro e segnato in chiusura un calo del 21,50%. Fuori dal paniere principale, in profondo rosso Banca Carige (16,54%).  Le vendite non hanno risparmiato nessuno, da Ubi Banca (-5,15%), a Bpm (-4,43%), da Bper (-4,23%) a Mediobanca (-3,35%), da Intesa Sanpaolo (-3,14%) a Unicredit (-2,55%), nonostante alcuni istituti abbiano superato in scioltezza l’esame dell’Eurotower. La Consob ha disposto il divieto di assumere o aumentare posizioni nette corte sulle azioni di Mps e Carige. Il divieto, in vigore da domani fino al 10 novembre (termine entro cui le banche dovranno presentare alla Bce i propri piani per rimediare al deficit di capitale) ha lo scopo di alleggerire la pressione ribassista sui titoli.

Fuori dal comparto bancario hanno sofferto Saipem (-4,22%), Azimut (-4,14%), Mediaset (-3,13%), World Duty Free (-2,91%), Buzzi Unicem (-2,85%) ed Enel Green Power (-2,63%). Schivano l’onda ribassista A2a (+1,57%) e Stm (+1,54%). Debole Cir (-4,56%) nonostante l’utile dei nove mesi.

Giornata negativa per tutte le Borse europee, ma nessuno ha fatto male come Milano: Londra -0,40%, Francoforte -0,95%, Eurostoxx 50 -1,02%, Parigi -0,78%, Madrid -1,39%. 

Anche sul fronte dello spread l’Italia paga pegno con una crescita di quasi 6 punti base della forbice Btp-Bund, la più ampia in Europa dopo Grecia e Portogallo, mentre il differenziale Btp-Bonos spagnoli sale ai massimi da due anni e mezzo, segno di come il mercato ritenga in questo momento più sicuro investire nei titoli di Stato iberici che in quelli italiani.

Secondo gli analisti di Equita per Mps, bocciata agli stress test con un fabbisogno di capitale da 2,1 miliardi, la Bce "non ha permesso di incorporare i benefici del piano di ristrutturazione approvato dall’Ue e ha imposto di ipotizzare il rimborso di 750 milioni di Monti bond: secondo noi emerge una moral suasion evidente per considerare a breve ipotesi di aggregazione". Secondo gli esperti, quindi, bisogna ipotizzare "un aumento di capitale da 1,5 miliardi" anche perché il Montepaschi "non dispone di molte alternative ad un nuovo aumento: la cessione della quota nella joint venture assicurativa potrebbe garantire un contributo di soli 280 milioni". Per gli analisti di Ig inoltre "la mancanza di un piano dettagliato sulle prossime strategie da attuare per ricoprire le esigenze di capitale legate agli stress test, può alimentare la speculazione del mercato verso un possibile aumento di capitale". "Il deficit risulta essere troppo elevato da essere colmato solo con l’emissione di un bond Tier 1 o dalla cessione di rami di azienda, come Consum.it. L’ipotesi poi di una fusione o vendita rimangono molto improbabili al momento, sia per le notevoli dimensioni dell’istituto sia per la difficoltà che la banca sta incontrando nel recuperare redditività. Il mercato potrebbe portare il titolo verso i minimi di due settimane fa".

Per Carige, poi, bocciata con uno shortfall di 813 milioni, la banca ha già optato per un aumento capitale fino a 650 milioni. Equita ricorda che "Carige è evidentemente destinata ad un’aggregazione, ma in vista dell’aumento di capitale manteniamo una view cauta". Ig invece ritiene che Genova "grazie alle garanzie di Mediobanca" potrà "riuscire a colmare lo shortfall di capitale evidenziato dagli stress test. Rispetto a Mps, crediamo che Carige possa essere coinvolta nel processo di consolidamento del settore bancario italiano che pensiamo possa partire a inizio 2015".

Per noi tasse, per Renzi il lusso: ecco il suo ultimo acquisto

Matteo Renzi e quella foto con l'orologio da 15mila euro




Sono passati 5 anni dalla prima Leopolda. Matteo Renzi da sindaco di Firenze è arrivato a palazzo Chigi e di certo ha anche cambiato il suo look. Lo abbiamo visto con i giubbotti di pelle, con  la camicia bianca, in jeans e in giacca, ma di certo non lo avevamo mai visto con un orologio da almeno 15mila euro al polso. Eppure pochi anni fa, quando palazzo Chigi era ancora lontano si accontentava di uno Swatch, adesso le sue pretese sono cambiate e nell'ultimo intervento alla Leopolda è stato beccato, come racconta Dagospia con un cronografo Audemars Piguet Royal Oak dal valore di (almeno) 15 mila euro e tra gli accessori preferiti dai paperoni russi. Insomma il premier non bada a spese per i suoi accessori. Eppure ha sempre predicato sobrietà e a palzzo Chigi, il giorno in cui gli è stato affidato l'incarico si è presentato con un'anonima auto privata guidata da un suo amico. Sono bastati pochi mesi e il premier è già passato agli orologi di lusso. Intanto mentre lui controlla l'ora sul suo cronografo da 15 mila euro prepara nuove tasse per gli italiani che devono far bene i conti per capire come pagare Tasi e Tares...

Manovra, Forza Italia attacca Renzi: "Cifre cambiate, il testo torni in Aula"

Stabilità, Forza Italia: "Cifre cambiate, riportare la manovra in Aula"




E' bufera sulla manovra varata dal Consiglio dei Ministri e bocciata in seguito dall'Unione Europea. La lettera di risposta inviata alla Commissione Ue da parte del ministro Pier Carlo Padoan non convince Forza Italia che attacca premier e il Tesoro: "Altro che vittoria di Renzi in Europa - sottolineano in una nota il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta e il parlamentare azzurro, Rocco Palese - Il governo è stato chiamato dalla Commissione europea a riscrivere la manovra, e il ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, si è impegnato questa mattina, nella lettera inviata al commissario Katainen, a farlo nei prossimi giorni, al fine di rientrare nel sentiero che porta l’Italia a onorare i vincoli, ad oggi non rispettati, in termini di deficit strutturale e di riduzione del debito pubblico previsti dal Fiscal Compact".

Le critiche di Forza Italia - I due deputati aggiungono che "alla luce delle modifiche che interverranno sul disegno di Legge di stabilità approvato dal governo il 15 ottobre, che ne modificheranno necessariamente l’impianto, diventa, quindi, indispensabile una nuova deliberazione del Consiglio dei ministri". Insomma gli azzurri contestano le modifiche e richiedono un ulteriore passaggio in Aula. Padoan infatti al commissario Ue agli Affari economici, Jyrki Katainen, ha scritto che l'Italia si impegna, nel 2015, a correggere il deficit di circa 0,3 punti di Pil (4,5 miliardi di euro).

Il caso - "A ciò si aggiunga che l’intervenuta variazione dei saldi della manovra renderà ancora meno coerente quest’ultima con il quadro macroeconomico contenuto nella nota di aggiornamento al Def - spiegano Brunetta e Palese - che le Camere avevano approvato giusto il giorno prima della presentazione della Legge di stabilità. Chiediamo, pertanto, alla presidente della Camera, Laura Boldrini, il ritorno in Aula della nota al Def, riscritta alla luce degli impegni presi dal governo con la Commissione europea a seguito del richiamo ricevuto da parte del commissario Katainen con lettera del 22 ottobre. Siamo dinnanzi all’ennesima mancanza di rispetto da parte del governo nei confronti
delle istituzioni. E questo atteggiamento non è più accettabile".

LE MOSCHEE NON BASTANO Ecco l'ultima richiesta islamica Cosa vogliono costruire a casa nostra

Lecce, parte il progetto per l'università islamica




Un'università islamica nel cuore di Lecce. E' questa la proposta della Confederazione delle imprese del Mediterraneo (Confime) che vuole costruire un centro universitario islamico negli ampi spazi della ex Manifattura Tabacchi. L'iniziatica, che non ha precedenti, ha scatenato un dibattito nel quale si stanno esercitando soprattutto le forze politiche cittadine e non solo. Forza Italia, come racconta Lecceprima, chiede la precedenza per l’istituzione della facoltà di Agraria, Fratelli d’Italia rivendica uno spazio pubblico di aggregazione per i giovani e sollecita l’amministrazione comunale a dire chiaramente come la pensa in merito dato che secondo alcuni sondaggi 3 cittadini su 4 sarebbero contrari all’apertura dell’università. Ed è contrario anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: "Mi preoccupa il fanatismo di una sola religione, di un certa interpretazione di una certa religione, quella islamica, che è l’unica che ha questi ‘fondamentalismi’. E quindi università islamica a Lecce no, assolutamente no”, ha detto il segretario a Radio Padania. 

Il progetto - Ma il progetto a quanto pare va avanti. "Nelle intenzioni di chi ci crede, sarà la corrispondente della Cattolica di Roma e Milano, ma di matrice musulmana”, come riferisce Giampiero Khaled Paladini, presidente di Confime. Ma dopo qualche polemica in città, Paladini prova a gettare acqua sul fuoco: "Non è detto che il progetto andrà in porto, alla fine. Vedo cose che mi lasciano perplesso, si vocifera di un referendum apposito. Non abbiamo nessuna intenzione di imporre la nostra presenza. Se troveremo ostilità da parte della cittadinanza, per carità, andremo altrove. Abbiamo alternative valide in Campania, Sicilia e Calabria. Ma io sono salentino, ci tengo a veder sorgere questo polo a Lecce, vorrei che la mia città si sprovincializzasse. Esistono già università musulmane fuori dal mondo arabo, in Inghilterra, Germania, Stati Uniti. Cominceremmo con facoltà come teologia e filosofia, ma il resto è da concordare con il territorio, in base alle sue esigenze, d’accordo con l’Università del Salento e aperti anche al mondo cristiano. Spero solo, a questo punto, che non si confonda la religione con la cultura, che questa non faccia paura, che il dibattito non venga influenzato da quanto sta accadendo ora in Medio Oriente”. Di fatto, per ora, c’è che ci sono sul piatto una decina di milioni per l’acquisizione dell’area di 51mila metri quadrati, di cui 8500 al coperto e un investimento che secondo Paladini potrebbe essere di 50 milioni di euro. Tutti provenienti da fondi privati, ha precisato il presidente di Confime. 

Massimo Giletti fuori controllo. Parte un servizio all'Arena e il conduttore si infuria: ecco cosa ha combinato (tutto in diretta...)

L'Arena, Massimo Giletti contesta Crocetta e si toglie giacca e microfono



Parla Rosario Crocetta e Massimo Giletti non ci vede più. Puntata di fuoco caldissima de L’Arena, quella andata in onda domenica pomeriggio su Rai 1. Tra gli ospiti c'era anche il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Il numero uno dell'Assemblea siciliana qualche settimana fa aveva annunciato l'abolizione delle province e ora è al centro del fuoco grillino che chiede le sue dimissioni. Ma Giletti, Luisella Costamagna hanno pesantemente attaccato l’esponente del PD per la delicata questione dei forestali in Sicilia. Il conduttore ha fatto notare che in Sicilia ci sono 28mila rangers, mentre in Canada – ben più grande e con molte più foreste - ce ne sono solo 4.200. Crocetta ha tentato di mettere in chiaro che questo sistema clientelare dipende dalla mafia e che ha già ridotto gli sprechi di 200 milioni all’anno. Giletti, però, non si è accontentato e alla fine di un servizio – furioso per i costi menzionati – si è tolto la giacca e il microfono. 

lunedì 27 ottobre 2014

"Patente e libretto, prego..." 705 euro di multa se i nomi non coincidono

"Patente e libretto, prego..." 705 euro di multa se i nomi non coincidono



Novità in arrivo per i guidatori italiani. Dal 3 novembre, il nome di chi utilizza una macchina o una moto non sua per più di 30 giorni dovrà essere scritto nella carta di circolazione. L'aggiornamento si chiede presso gli sportelli della Motorizzazione. In caso di controllo, i nomi su patente e libretto dovranno coincidere, altrimenti sono guai: per i trasgressori è prevista una multa di 705 euro e il ritiro della carta di circolazione. 

Fin qui la norma generale, ma le eccezioni fanno capire che complicherà la vita solo a pochi. Intanto non è retroattiva, quindi non si applica a chi già utilizza un'auto non di sua proprietà o ha un libretto non aggiornato antecedente al 3 novembre. Inoltre, non vale per i familiari, purchè conviventi, perciò sono salve le mogli che utiizzano l'auto del marito o i figli che prendono quella di mamma o di papà. Alla fine, a risentire di più della novità saranno gli utilizzatori di macchine aziendali. 

Regge innovò la fisica ispirandosi al barbiere

Il genio che innovò la fisica ispirandosi al proprio barbiere


di Matteo Sacchi 



Vide la sua immagine riflettersi all'infinito nello specchio del negozio: ne dedusse una teoria che ritoccava Einstein. Storia di un illuminista che amava anche arte, musica e design. 

È morto il 24 ottobre il fisico Tullio Regge. Torinese, 83 anni, ha avuto un ruolo di primo piano nella meccanica quantistica ed ha giocato un ruolo altrettanto importante nella divulgazione scientifica. Al Politecnico di Torino Regge ha insegnato Teoria Quantistica della Materia, diventando poi professore Emerito.

Malato da tempo di sclerosi, negli ultimi tempi aveva avuto un peggioramento ed era stato ricoverato per una polmonite nell'ospedale San Luigi di Orbassano. Regge non era solo uno scienziato, si è interessato di arte e design, era tra i fondatori del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze)ed è stato anche eletto al Parlamento Europeo (nel 1989). A lui è dedicato l'asteroide 3778 Regge

Tullio Regge è stato un grandissimo (della fisica). E il «della fisica» va messo tra parentesi perché, difficilmente, si può incontrare nel panorama della scienza moderna un intelletto così versatile, quasi leonardesco. Come diceva lui stesso, dote in qualche modo ereditarie.

Il padre Michele, che aveva quarant'anni quando nel 1931 nacque Tullio, era un geometra, «autodidatta professionista» e di origini contadine. Curioso in tutti i campi del sapere, tanto da scrivere un libro di fisica in cui dava torto a Newton. Come ha raccontato lo stesso Regge nella sua autobiografia L'infinito cercare (Einaudi, scritta con Stefano Sandrelli) «le sue teorie erano sbagliatissime, ma lo sforzo e l'applicazione del pensiero erano davvero encomiabili». E quello sforzo e applicazione hanno trovato nel figlio miglior base teorico scientifica. Già alle elementari le sue doti matematiche iniziarono a brillare. A casa sua c'erano un sacco di libri ed essere autodidatti era la norma. In terza aveva già letto i testi dell'astronomo Flammarion, giocava col telescopio, e aveva messo le mani su Matematica dilettevole e curiosa di Italo Ghersi. A otto anni finì per saltare dritto alle scuole medie. Una corsa in avanti rallentata dalle bombe che cadevano su Torino e poi dal fatto che i partigiani minacciarono il padre che era fascista convinto. Ma dopo la guerra il percorso verso il politecnico di Torino proseguì spedito. Con una «svolta» dovuta a Topolino. Un giorno a lezione di fisica mentre Ubaldo Richard (poi uno dei pilastri dell'università di Padova) stava spiegando, Regge leggeva i fumetti. Richard lo chiamò alla lavagna piazzandogli davanti un integrale molto complesso. Regge inventò un modo completamente nuovo di risolverlo. E Richard lo dirottò dal politecnico alla facoltà di fisica, dove fu allievo di Gleb Wathagin. Divenne in breve assistente all'istituto di fisica Teorica di via Giulia: «Regge scriveva con aria diabolica su un enorme registro da inventario poggiato su una vecchia scrivania nera...». Da lì passò all'università americana di Rochester. Ottimo ateneo ma pretendevano che Regge lavorasse in laboratorio, non era il suo, troppi esperimenti pratici. Ma l'America fu il passaggio fondamentale per conoscere John Wheeler, uno dei padri della bomba H. Nel 1957 il duo Wheeler-Regge pubblico uno dei primi studi matematicamente accurati riguardo ai buchi neri (Wheeler e Regge si divertivano anche a provocare esplosioni nei cortili delle università ma questo non è passato alla storia).

Iniziò la notorietà internazionale, e poco dopo, nel 1959 arrivò uno degli altri lavori fondamentali di Regge, lo studio del momento angolare complesso e alla scoperta dei cosiddetti «Poli di Regge». Questa teoria ha consentito di dare una prima interpretazione a quegli oggetti (detti risonanze), che appaiono solo nelle fasi intermedie dei processi di alta energia e con tempi di vita brevissimi (dell'ordine di 10-23 secondi). La teoria di Regge, sviluppata negli anni, stabilisce una correlazione tra lo spin e l'energia, permettendo l'introduzione delle cosiddette traiettorie di Regge. Cosa sono in soldoni i concetti astrusi che abbiamo elencato sin qua? Regge ha fissato le regole matematiche che servono a capire il funzionamento e i meccanismi dell'interazione forte, quella che tiene insieme i nuclei atomici di tutta la materia. Un colpaccio portato a termine da un ragazzino di ventotto anni. A cui seguì nel 1961 General Relativity Without Coordinates uno studio in cui Regge presentava un modo affatto nuovo per risolvere i problemi della relatività generale. La teoria di Einstein ci parla infatti di uno spazio-tempo curvo la cui comprensione richiede equazioni complesse, che spesso si risolvono per approssimazione. Regge «piastrellò» quello spazio-tempo curvo con dei poliedri, calcolandone angoli e spigoli in modo di ottenere l'approssimazione migliore. Negli anni seguenti il suo sistema di calcolo fu una delle cose più utilizzate e discusse della scienza. In molti hanno chiesto al fisico come gli fosse venuta l'intuizione. Ecco la risposta: «Ero dal barbiere di fronte allo specchio. Anche dietro c'era uno specchio. Vedevo una lunga fila di riflessioni alternate il cui mondo rappresentato era sempre lo stesso... fu la sequenza di piani a suggerirmi l'idea». Quelle riflessioni allo specchio avrebbero fatto nascere la teoria delle stringhe.

Ma questo è solo un pezzetto della vita di Regge. Il suo eclettismo lo ha portato a cimentarsi con l'arte digitale, nella fantascienza (è rimasto celebre un suo scambio con Borges) e persino nel design: la poltrona detecma, coloratissima e modellata secondo una curva ciclide, che ha progettato negli anni '70, è oggi esposta in importanti musei di arte moderna. Amava infinitamente la musica e la sua amicizia con Berio ne è stata testimonianza. Il suo dialogo con Primo Levi pubblicato da Einaudi è un testo affascinante, e del resto aveva capacità divulgative rare per un fisico del suo livello. E poi ha fatto una scelta impegnativa, conteso da molte università nel mondo è tornato in Italia subito dopo aver ottenuto il Premio Einstein (nel 1979).

Per usare le parole di Stefano Sandrelli, tecnologo e divulgatore, e coautore della biografia di Regge: «Aveva un'ironia straordinaria, una perenne voglia di scherzare, di giocare, di conoscere e di capire. E una grandissima umiltà: una persona che porta le proprie doti con naturalezza, impegnandosi in quel che gli interessa con quella stessa cura e accanimento con il quale un bambino fa un disegno o colora una figura».

Calcio: Balotelli sempre più giù I tifosi fanno la fila per restituire la sua maglia

Liverpool, tifosi in coda per restituire la maglia di Balotelli

di Ivan Francese



I supporter del Liverpool sono esasperati da quelli che giudicano comportamenti sopra le righe e prestazioni calcistiche deludenti. Quello di oggi è forse l'affronto più grande per Mario Balotelli: i tifosi del Liverpool, esasperati dall'ennesima prestazione ritenuta deludente da parte dell'attaccante italiano, si sono letteralmente messi in fila per restituire le maglie dell'ex campione di Inter e Milan.

In occasione dello 0-0 contro l'Hull City ai supporter dei Reds è stata offerta la possibilità, su iniziativa della società di scommesse Paddy Power, di riconsegnare le maglie di Balotelli in cambio di quelle di un grande attaccante degli ultimi anni, come Owen o Fowler.

Il banchetto dove riconsegnare le maglie è stato preso d'assalto dai tifosi, che con Balotelli hanno ormai "rotto" da qualche settimana, spazientiti dai comportamenti sopra le righe e dalle prestazioni calcistiche al di sotto delle aspettative che hanno contraddistinto sin qui l'avventura di Supermario a Liverpool.

Nei giorni scorsi Balotelli era finito nella bufera dopo che al termine di una partita aveva scambiato la propria maglia con quella del giocatore del Real Madrid Pepe. Questo ed altri comportamenti, uniti al fatto che l'attaccante ha finora segnato un solo gol in stagione, hanno scatenato le ire dei tifosi.

Tappezziere, sarto, idraulico: ecco i mestieri "wanted" regione per regione

Tappezziere, sarto, idraulico: ecco i mestieri "wanted" regione per regione


di Cristina Bassi 



Ai tempi della disoccupazione alle stelle, la mappa dei lavori che nessuno vuole o è in grado di fare. I problemi legati al lavoro e all'occupazione sono attualissimi, la disoccupazione giovanile italiana ha raggiunto il 44,2 per cento, ma ci sono anche decine di mestieri che nessuno vuole o è in grado di fare. 

Lavori che richiedono una laurea oppure abilità manuali, che hanno un'antica tradizione o sono all'avanguardia. La classifica, suddivisa regione per regione, l'ha stilata la Camera di commercio di Monza e Brianza. 

In Lombardia ad esempio non piacciono i mestieri antichi ed è molto difficile trovare tappezzieri e stagnini: non rispondono all'appello nel 77,8 per cento dei casi richiesti. Nella regione della moda inoltre si fa fatica a reperire sarti e modellisti (44,4%, significa che per un fabbisogno di 180 nuovi addetti 80 posti restano scoperti). In Lazio, terra di turismo, mancano ben 270 accompagnatori turistici, mentre in Veneto scarseggiano gli idraulici. In Puglia e Toscana non è facile trovare gli elettricisti e in Campania ci sono pochi professionisti dell'informatica. 

In Liguria scarseggiano i gelatai e i pasticcieri, oltre ai falegnami. In Piemonte le imprese hanno difficoltà a reperire esperti di pubbliche relazioni e pony express. In Trentino Alto Adige non è facile assumere agronomi, mentre gli ingegneri elettrotecnici, i tecnici della sicurezza e gli idraulici sono i "most wanted" del Veneto. E in Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Sardegna mancano i cuochi.

Toscana e Puglia cercano disperatamente elettricisti, l'Emilia Romagna invece contabili addetti alle buste paga. In Umbria e nelle Marche si fatica a trovare rispettivamente i vasai e i carpentieri, oltre agli esperti di marketing. Le aziende campane non hanno abbastanza professionisti dell'informatica, come tecnici programmatori e analisti di software. La Sicilia cerca fisioterapisti, la Calabria camerieri e la Basilicata esperti di Beni culturali. Infine Sicilia, Molise e Valle d'Aosta: hanno bisogno di conduttori di carrelli elevatori, carpentieri e astronomi.

Renzi "caccia" i dissidenti dal Pd: "Il partito è mio, non lo riavrete mai"

Pd, Matteo Renzi alla Leopolda: "La minoranza dem non si riprenderà mai il partito"




"Il Pd non tornerà mai più al 25 per cento e scordatevi di riprendervi il partito". Matteo Renzi, intervenuto alla chiusura dei lavori della Leopolda, avvisa la minoranza dem che ha scelto di partecipare alla manifestazione della Cgil di ieri, sabato 25 ottobre, rifiutando l'invito alla kermesse renziana. “Rispettiamo coloro che in Parlamento non la pensano come noi. Rispettiamo i messaggi anche i piu' offensivi, ma non consentiremo a quella classe dirigente di riprendersi il Pd". E ancora: "Le manifestazioni io le rispetto. Non ho paura che si crei a sinistra qualcosa di diverso". "Vedremo se e' piu' di sinistra aggrapparsi alla nostalgia o innovare e prevedere il futuro. Continuare a parlare di Art.18 e' come cercare di mettere un gettone nello smartphone". 

Job Act - Poi, dopo aver sistemato Bindi&Co., il premier punta il dito contro la Camusso e annuncia di non voler fare nessun passo indietro con il Job Act: "La riforma del lavoro con le modifiche all'articolo 18 ma anche con gli aiuti ai disoccupati e il centro per l'occupazione sono necessari proprio ora che nel mondo del lavoro "il posto fisso non c'è più. Un grande partito di sinistra che fa? Un dibattito ideologico o comincia a pensare a una legge?". “Sbloccare l'incantesimo sul lavoro e' la grande battaglia culturale degli ultimi 30 anni dentro la sinistra. Noi pensiamo che si possa combattere il precariato cambiando le regole gioco", ha aggiunto Renzi. Infine un messaggio all'Europa dei burocrati: “Io sono andato in Europa e ho chiesto rispetto per il mio paese e il mio partito. Anche ad Angela Merkel ho ricordato: 'hai preso 10 milioni e 6. Noi 11 e 2. Sono cose che capitano'". 

La Bce boccia i conti di Monte Paschi: dove sono i soldi dell'Imu per salvarla?

Stress test: la Bce boccia Monte dei Paschi e Carige




Ricordate i 3,9 miliardi di Monti-bond con cui nel dicembre 2012 il governo Monti salvo la banca Monte dei Paschi dalla chiusura. Ecco, dimenticateli. Perchè a distanza di meno di due anni da quella operazione, oggi l'istituto di credito senese, nota cassaforte del Pd e "braccio bancario£ del maggior partito della sinistra italiana, è stato bocciato dalla banca centrale europea. Una delle 25 che non hanno superato gli stress test della Bce sulla base dei bilanci 2013. Di queste, nove sono italiane: oltre a Montepaschi, Carige, Creval, Banco Popolare, Popolare di Milano, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza, Veneto Banca. Cinque tuttavia hanno già realizzato operazioni di rafforzamento patrimoniale nel corso del 2014, e la Bce lo segnala. Restano carenti di patrimonio, per gli elenchi Bce, dunque Montepaschi, Carige Bpm e Pop. Vicenza: queste ultime due, a loro volta, hanno realizzato sempre nel 2014 altre operazioni computate dalla Banca d’Italia come rafforzamento patrimoniale. Di conseguenza, alla fine sono solo due le banche italiane con deficit patrimoniale: Montepaschi per 2,111 miliardi (che scende a 1,35 al netto dei Monti bond) e Carige per 814 milioni.

Ci si può chiedere, dunque, che fine hanno fatto quei 3,9 miliardi di euro che appena due anni fa il governo travasò nella banca che fu di Mussari. Anche perchè, allora, le polemiche furono asprissime. Proprio nello stesso periodo del salvataggio di Mps il governo Monti rimise l'Imu, la tassa sulla casa, con cui portò via dalle tasche degli italiani circa 4 miliardi di euro. E furono in molti a vedere nelle due operazioni più che un legame, coi soldi degli italiani pagati per l'Imu finiti nella banda del Pd.

"Dissi a Moratti di cacciare quel... di Thohir". Il presidente della Sampdoria perde la testa in diretta tv: ecco cosa ha detto

Sampdoria, Massimo Ferrero: "Avevo detto a Moratti di cacciare quel filippino di Thohir"




"È ingiusto che Moratti sia stato trattato così, sono molto dispiaciuto per lui. Io glielo avevo detto: caccia quel filippino...". Con queste parole il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, intervistato da Stadio Sprint su Raidue, ha commentato le polemiche dimissioni anche dal ruolo onorario dell’ex presidente dell’Inter e del nuovo numero uno, l’indonesiano Erick Thohir.

La polemica - Ferrero sempre in diretta tv ha rincarato la dose: "È venuto dall’Indonesia per insultare un emblema del calcio. A Thohir voglio bene, ma non mi deve toccare Moratti. Doveva difenderlo, al posto di Moratti gli avrei dato due pizzicotti. Credo Moratti sia un grande uomo, ho avuto modo di conoscerlo al telefono. Lo sento ogni tanto al telefono, mi sembra ingiusto che sia stato trattato così. Ha dato tanto al calcio italiano".

Più tardi, per evitare polemiche per la battuta sul “filippino”, Ferrero ha voluto diffondere attraverso il sito ufficiale della Sampdoria una nota nella quale afferma: “Non volevo mancare di rispetto al signor Thohir, ai dirigenti dell’Inter e alla gente delle Filippine alla quale da sempre mi legano rapporti bellissimi”.

RIVOLUZIONE ALLO SPORTELLO BANCOMAT Novità sui controlli del fisco: cosa cambia per chi preleva

Bancomat per autonomi e professionisti, il fisco chiude ai controlli



I professionisti fanno pace col Fisco grazie al bancomat. Migliaia di lavoratori autonomi, come racconta il Sole 24 Ore, finalmente non dovranno più dimostrare che i prelievi effettuati dal bancomat e non documentati non corrispondono “a pagamenti in nero”. A stabilirlo è la sentenza n. 228 della Corte Costituzionale che decreta la fine di tale presunzione con cui il fisco finora ha condotto i suoi accertamenti sui redditi dei professionisti. La Corte ha infatti dichiarato incostituzionale la norma di legge che parla di “compensi” stabilendo come sia inapplicabile ai professionisti la conclusione secondo cui i prelevamenti di contanti non documentabili equivalgano a ricavi non dichiarati.

Il caso - A tale presunzione l’Agenzia delle entrate era pervenuta a seguito di una serie di provvedimenti legislativi in materia di accertamento delle imposte sui redditi. Di fatto secondo il fisco ai professionisti andava applicata la stessa “doppia presunzione” di legge valida per gli imprenditori: i prelievi non documentati per le imprese infatti erano solitamente considerati come finalizzati a sostenere dei costi “in nero” non dichiarati.

La sentenza - In questo modo i prelievi di contanti effettuati col bancomat venivano automaticamente considerati compensi in nero, salvo che il professionista non fosse in grado di produrre tutti i documenti relativi alle spese effettuate con tali contanti. Questo vincolo ora è decaduto. Insomma la presunzione nei confronti dei professionisti secondo la Cassazione è lesiva del principio di ragionevolezza e capacità contributiva ed è arbitrario per il Fisco ipotizzare che i prelievi ingiustificati da parte di un lavoratore autonomo siano destinati ad investimenti nell'attività professionale.

domenica 26 ottobre 2014

Sondaggi, cosa succede se si vota oggi Il Cav ride, gli altri piangono / I numeri

Sondaggio Ipsos, cosa succede si si vota oggi: il Pd obbligato alle larghe intese con Forza Italia




Se si votasse oggi, Silvio Berlusconi e Forza Italia sarebbero al governo. E' il clamoroso risultato fotografato dal sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, che prende in esame le proiezioni in caso di ritorno alle urne con questo sistema elettorale, ossia il Consultellum. In attesa che il tanto atteso Italicum venga approvato al Senato (ed è da vedere se sarà uguale a quello licenziato dopo tante fatiche alla Camera), infatti, partiti e segreterie devono fare i conti molto attentamente con la legge uscita dalla bocciatura del Porcellum alla Corte Costituzionale. E come detto il risultato è clamoroso. 

Chi entra e chi resta fuori - Il Pd di Matteo Renzi quasi sicuramente non otterrebbe la maggioranza assoluta. Non solo: non riuscirebbe a governare nemmeno se Ncd o una (improbabile) sinistra unita superassero la soglia del 4% (difficile), quindi secondo l'istituto di Pagnoncelli il verdetto sarebbe scontato: di nuovo larghe intese, come accaduto nel 2013. Lo sbarramento del 4% verrebbe superato solo da quattro partiti: il Pd, dato al 39,4% (si prende in considerazione solo la Camera), il Movimento 5 Stelle al 20,4%, Forza Italia al 16,1% e la Lega Nord all'8 per cento. Esclusi da Montecitorio tutti gli altri: Ncd (3,7%), Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale (3,5%), Sel (3,2%), Udc (1,5%), Rifondazione (1%). Certo, gli esclusi potrebbero essere invogliati in questo scenario a unirsi in lista, incrementando la loro percentuale. Non varrebbe, come sempre, l'effetto somma: le liste di due o più partiti tolgono qualcosa al totale ma allo stesso tempo eliminano di qualche decimale quello degli altri partiti/liste. E dunque, se Ncd e Udc decidessero di correre insieme secondo il sondaggio Ipsos arriverebbero al 4,9%, mentre Sel, Lista Tsipras, Verdi e Rifondazione arriverebbero al 4,2 per cento. 

Come verrebbero distribuiti i seggi - Il problema di Renzi e del Pd è, dunque, di seggi. Arrivando al 39,4% prenderebbe alla Camera 296 seggi, uno in meno di quanti vinti (con il premio di maggioranza) da Bersani nel 2013 (con il 25,4%), ben lontano soprattutto dalla maggioranza richiesta di di 316 seggi. A colmare il gap non servirebbero, appunto, nemmeno Ncd-Udc (che insieme prenderebbero 35 seggi, togliendone però qualcuno al Pd, calato a 280, portando il totale a 315) o Sinistra unita (29 seggi, e Pd calato a 267).  A Renzi dunque servirebbe solo e soltanto Forza Italia, con i suoi 121 seggi, a fronte dei 60 della Lega e dei 153 del M5S. Questo spiega, forse, perché sul patto del Nazareno e la legge elettorale Berlusconi sta frenando, anche a fronte degli sprint di Renzi. Che se si votasse con il Consultellum per governare senza il Cav dovrebbe sfiorare la fantascienza: portare cioè il Pd al 44% sperando nell'alleanza di Alfano e Casini, oppure salire alla cifra-monstre del 49% per fare tutto da solo.