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domenica 13 luglio 2014

Equitalia, il mostro va in pensione Rivoluzione Fisco, ecco cosa cambia La promessa: mai più cartelle pazze

Equitalia va in pensione: cosa cambia per il contribuente



Equitalia, cambia tutto. Il "mostro" nato nel 2005 dalle ceneri degli esattori privati va in pensione. Il riscossore unico affidato all'Agenzia delle Entrate, in tempi brevissimi, potrebbe chiudere la sua poco gloriosa parentesi. Già in agosto, infatti, potrebbe arrivare la tanto attesa riforma dell'esattore pubblico più odiato dallo Stivale. Come spiega Repubblica, in parallelo, il governo lavora anche al piano contro l'evasione fiscale: obiettivo principale, la tracciabilità dei pagamenti. Nel mirino, i grandi evasori.

Le cartelle - Al punto primo della riforma di Equitalia - previsto dalla legge delega sulla riforma fiscale - le cartelle (e le vessazioni) che riceveranno i contribuenti: l'istituto della riscossione coattiva delle somme iscritte a ruolo (ossia il meccanismo che permette allo Stato di incassare un credito e che, in passato, ha dato vita a veri e propri drammi tra ganasce e pignoramenti), dovrebbe essere rivoluzionario. Nel dettaglio, si punta su un "mini ruolo", destinato alle piccole somme fino a 1.000-2.000 euro, con un approccio più soft. La cartella arriverà con modalità differenti: lo Stato opererà un po' come i gestori telefonici con i clienti morosi, con un call center che solleciterà il pagamento, per poi passare ad inviti bonari e, solo in caso di necessità, partirà la cartella e scatteranno le procedure esecutive della riscossione. Insomma si avrà più tempo per pagare.

Governance - Altra questione centrale da riformare è la trasformazione della governance della nuova Equitalia, o "Agenzia per la riscossione". Oggi è una Spa controllata al 51% dalle Entrate e al 49% dall'Inps. Un assetto che crea dei problemi, come una sorta di conflitto di interessi tra enti (uno, le Entrate, deve stanare l'evasore; l'altro, Equitalia, che deve riscuotere il credito). Un assetto che, in caso di errori, crea altri problemi: l'Agenzia per non scontentare l'esattore, ossia Equitalia, potrebbe anche non riconoscere l'eventuale errore subito dal contribuente. Accorpare le due entità, paradossalmente, potrebbe accentuare questo fenomeno (e proprio su questo sono piovute le critiche del Movimento 5 Stelle).

Conflitti - E' in questo contesto, dunque, che il governo sta meditando sullo scorporo di Equitalia dal controllo dell'Agenzia. Così il Nuovo Esattore verrebbe trasformato in una agenzia autonoma e indipendente, senza conflitti d'interesse. La partita, però, non è da poco: ad oggi i ruoli - ossia i crediti - in carico di Equitalia ammontano alla cifra-monstre di 615 miliardi (molti dei quli però sono inesigibili). Inoltre, abbandonare la forma societaria cambierebbe la filosofia aziendale della nuova Equitalia: non più privatistica e tentata dai risultati, ma più adatta a svolgere un servizio pubblico.

Enti locali - Terzo e ultimo punto base della riforma dell'esattore pubblico è quella relativa alla riscossione degli enti locali, uno dei punti più deboli del già poco digeribile sistema Equitalia. Le somme iscritte a ruolo dai Comuni sono piccole - in media 33o euro -, e spesso è difficile incrociare le banche dati e compiere le normali verifiche. L'idea, dunque, sarebbe quella di scorporare dalla nuova Agenzia per la Riscossione una divisione enti locali specializzata proprio nel recupero crediti sul territorio.

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