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martedì 22 aprile 2014

Rivellini: Grazie Berlusconi. Ancora in campo per difendere il Sud in Europa

Rivellini: Grazie Berlusconi. Ancora in campo per difendere il Sud in Europa


L’eurodeputato Enzo Rivellini, candidato alle elezioni europee del 25 maggio nella lista Forza Italia/Berlusconi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «La ricandidatura è per me motivo di grande orgoglio e ringrazio il Presidente Silvio Berlusconi per la fiducia. Sarò in campo, come cinque anni fa, per difendere le ragioni del Sud in Europa. Un filo diretto ha segnato e continuerà a segnare il mio percorso politico, dal discorso in lingua napoletana tenuto nell’aula di Strasburgo nel 2009 alle tante iniziative intraprese per difendere i diritti della Comunità Meridionale. In un momento di anti-politica, giusta, i cittadini devono esprimere la propria preferenza e invito tutti a verificare il lavoro di ogni candidato, affinché al Parlamento Europeo ci vada una classe politica rappresentativa e non auto-referente. 

Se i cittadini mi confermeranno al Parlamento Europeo desidero battermi, senza inutili chiacchiere e senza "fantasmagorici" programmi, per quattro obiettivi ben precisi: 

1) abolizione della formazione professionale. E’ inutile buttare centinaia di milioni di euro per corsi di veline o giocatori di biliardo, ma bisogna destinare le risorse ad aziende serie che devono investirle in contratti a tempo determinato (sei ore di lavoro e due di vera formazione per insegnare il "mestiere" ai nostri giovani); 

2) regole comuni in tutti gli Stati aderenti all’Ue: stessa burocrazia, stessa sicurezza sul lavoro, stesso cuneo fiscale, per evitare che le nostre aziende chiudano in Italia per aprire in Paesi dell’Ue che tra l’altro ricevono contributi a fondo perduto che ricadono anche sulle tasche degli italiani; 

3) libero accesso ai fondi indiretti da parte di tutti gli Enti e le Associazioni di Categoria per evitare "tappi" regionali e tentare di sfruttare il 100% delle risorse comunitarie; 

4) proporre all’Ue (che ha legislazione sovrastante agli Stati nazionali) che le imprese titolari di concessioni o contributi, che diminuiscono per investimenti tecnologici la propria manodopera, rivedano i canoni delle concessioni. Tutto ciò perché non è giusto che la riduzione della propria forza-lavoro le aziende che hanno concessioni pubbliche la facciano ricadere sull’intera collettività».

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